Confutazione della dottrina delle ADI ‘il destino se lo crea l’uomo’

(Questa dottrina viene insegnata da quasi tutte le denominazioni e chiese Pentecostali, che più o meno fanno gli stessi ragionamenti delle ADI per sostenerla)

Introduzione

Le ADI insegnano che noi siamo stati salvati per grazia, mediante la fede. Ed in questo insegnano giustamente. Ma per spiegare perché abbiamo creduto, le ADI insegnano quanto segue. Noi abbiamo creduto perché abbiamo voluto credere, quindi se noi ora siamo salvati è in virtù della nostra volontà. Siamo noi che abbiamo voluto essere salvati: noi abbiamo scelto la via che mena alla vita; noi, con la libertà di cui Dio ci ha fornito, accettando il Signore ci siamo forgiati il nostro destino eterno. E Dio? Dio nella sua onniscienza sapeva innanzi tempo che noi avremmo creduto. Egli antivide il nostro destino ma non lo fissò: dietro la nostra salvezza quindi non si cela un Suo decreto che Egli ha mandato ad effetto su di noi. In altre parole Egli non ci ha predestinati a credere nel senso che in base ad un suo decreto noi dovevamo credere nel Vangelo. Chi accetta Cristo lo fa solo perché vuole lui: Dio non interferisce nella sua vita perché lo ha fatto libero di scegliere il bene o il male. Quando egli decide di accettare il Vangelo allora lui diventa un predestinato o eletto. La stessa cosa quindi va detta a proposito di coloro che rifiutano di credere nel Signore? Certo, anche chi rifiuta di credere nel Signore e se ne va in perdizione, lo fa per una sua scelta personale in cui Dio non interferisce per nulla. E’ lui che vuole andare in perdizione, non è Dio a volerlo mandare in perdizione. In altre parole Dio non aveva decretato avanti i secoli che quella persona non credesse perchè era destinato alla perdizione eterna. Ed in questo le ADI errano grandemente. Ma entriamo nello specifico di questa dottrina così come viene insegnata dalle ADI.

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1907-2007 100 anni di Pentecoste in Nord Europa

A settembre, ad Oslo, il Movimento Pentecostale europeo celebra i suoi 100 anni di vita.
Nel 1906 un pastore metodista proveniente dalla Norvegia, Thomas Ball Barratt (1862-1940) visitò l’America per raccogliere fondi per la sua attività missionaria nella città di Oslo, che allora si chiamava Kristiania. Il suo viaggio si rivelò un fallimento, ma prima di salpare da New York e fare rientro in patria, il pastore norvegese visse un’esperienza che avrebbe cambiato il corso della sua vita.

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