1. Perché veniamo chiamati ‘Pentecostali’?
La ragione è perché fu in questa maniera che all’inizio del secolo scorso furono chiamati quei credenti che negli Stati Uniti d’America furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in lingue secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi. E da allora quei Cristiani che sperimentano il riempimento di Spirito con il consequenziale parlare in lingue sono definiti in questa maniera. Il nome di ‘Pentecostali’ deriva da Pentecoste che è la festa che segue la Pasqua ebraica (precisamente il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua) e che è il giorno in cui a Gerusalemme gli antichi discepoli del Signore, dopo che il Signore fu assunto in cielo, furono ripieni di Spirito e cominciarono a parlare in lingue. Infatti è scritto: “E come il giorno della Pentecoste fu giunto, tutti erano insieme nel medesimo luogo. E di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. E tutti furon ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi” (Atti 2:1-4).
Quindi questo nome fu dato a quei credenti che erano ripieni di Spirito e parlavano in lingue – e da allora ha continuato ad essere dato a coloro che hanno sperimentato il riempimento di Spirito e il conseguente parlare in lingue – come per dire: ‘Questi hanno avuto o dicono di avere avuto la stessa esperienza che ebbero a Pentecoste gli antichi discepoli del Signore’. Il nome di Pentecostali è dunque strettamente collegato all’esperienza del parlare in lingue.
2. E’ possibile sapere un pò di storia dei Pentecostali?
I Pentecostali sono dei Cristiani che fanno parte di quel vasto movimento chiamato Protestante sorto in Germania nel XVI secolo tramite Martin Lutero (un ex monaco agostiniano uscito dalla Chiesa Cattolica Romana dopo avere scoperto e sperimentato personalmente che si viene giustificati davanti a Dio soltanto mediante la fede in Cristo) e che poi si è esteso nel corso dei secoli in tutto il mondo frammentandosi in vari rami. Fanno parte del movimento Protestante anche i Battisti, i Metodisti, i Presbiteriani, ed altri, oltre che i Pentecostali. Anche se tra questi gruppi ci sono delle differenze, tutti si oppongono alla Chiesa Cattolica Romana insegnando che la salvezza si ottiene soltanto per grazia mediante la fede, a differenza della Chiesa Cattolica Romana che insegna che la salvezza si ottiene per opere. Non solo, essi si oppongono alla chiesa cattolica romana perchè rigettano il purgatorio (che non esiste essendo una invenzione dei cosiddetti padri della chiesa); rigettano la confessione al prete perchè la confessione dei propri peccati va fatta solo a Dio che ci assolve (o giustifica) mediante la nostra fede in Gesù Cristo; rigettano il primato del vescovo di Roma sulla Chiesa Universale perchè c’è solo un capo sulla Chiesa e il suo nome è Gesù Cristo; rigettano il culto a Maria e ai santi e agli angeli perchè è idolatria; rigettano la messa come ripetizione del sacrificio di Cristo perchè Cristo ha offerto se stesso una volta per sempre e il suo sacrificio non può essere ripetuto in nessuna forma; rigettano il celibato forzoso dei preti perchè Pietro era sposato e così anche gli altri apostoli del Signore (il celibato è un dono di Dio e quindi non va imposto), ed altre cose che io ho confutato nel mio libro sulla chiesa cattolica romana.
I Pentecostali sono sorti agli inizi dello scorso secolo negli Stati Uniti d’America; per sommi capi le cose andarono così: alcuni credenti (appartenenti a varie denominazioni Protestanti) fecero questa esperienza e cioè furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi, come avvenne ai discepoli il giorno della Pentecoste (Atti 2:1-4), e siccome questa esperienza gli antichi discepoli la fecero il giorno della Pentecoste essi furono soprannominati Pentecostali. Quei credenti avendo sperimentato la potenza di Dio, si misero pure a pregare sugli ammalati nel nome di Gesù e a guarirli, e a cacciare i demoni nel nome di Gesù Cristo. Tutte queste cose (perfettamente bibliche perchè Gesù disse che tra i segni che accompagneranno coloro che credono ci sono questi, che nel suo nome cacceranno i demoni, e imporranno le mani sugli infermi ed essi guariranno; cfr. Marco 16:17-18) sono ancora oggi presenti in seno ai Pentecostali di tutto il mondo (i Pentecostali nel mondo sono decine e decine di milioni) che sono a loro volta suddivisi in varie denominazioni, ti faccio alcuni nomi, Assemblee di Dio, Elim, Chiesa del Vangelo Quadrangolare, Chiesa Apostolica Italiana, ecc. Le riunioni dei Pentecostali sono molto diverse da quelle a cui sei stata abituata a vedere. Non ti spaventare o scandalizzare se sentirai parlare in lingue straniere, o interpretare o profetizzare, o magari vedrai che si prega sugli ammalati nel nome di Gesù, si tratta di manifestazioni di cui si parla nella Sacra Scrittura per cui per noi Pentecostali sono normali come lo erano peraltro per gli antichi discepoli. Comunque, ti invito a dare il tuo cuore al Signore, umiliati davanti a Lui, pentiti e chiedigli perdono dei tuoi peccati, e credi con il tuo cuore in Gesù, questa è la cosa più importante, solo allora potrai dire di essere salvata e perdonata; e comincerai a capire tante cose che magari nel vedere o sentire la prima volta ti sembreranno strane o incomprensibili. Poi chiedi al pastore di farti battezzare per immersione in acqua, e frequenta assiduamente le riunioni della Chiesa. Leggi la Bibbia e prega ogni giorno. Spero che tu un giorno molto presto possa dare la tua vita al Signore e nascere di nuovo.
3. E’ vero che ci sono dei Pentecostali che maneggiano i serpenti?
Sì, esistono Pentecostali che regolarmente e pubblicamente maneggiano dei serpenti velenosi durante i loro culti; si trovano negli Stati Uniti e in particolare modo nella regione dei monti Appalachi. Questi maneggiatori di serpenti in America sono generalmente conosciuti come la ‘Chiesa di Dio con i Segni che Seguono’.
La pratica del maneggiamento dei serpenti fu introdotta tra i Pentecostali da un certo George Went Hensley, nato attorno al 1880 e morto nel 1955 in seguito al morso proprio di un serpente velenoso che stava maneggiando durante un culto. George Hensley introdusse questa pratica nel Tennessee nel primo decennio del ventesimo secolo, e da lì essa si diffuse in altre parti della nazione americana. La maniera in cui questa pratica fu da lui introdotta è la seguente: un giorno, mentre stava predicando in seno alla Chiesa di Dio di Cleveland (Tennessee) un sermone su Marco 16, alcuni individui rovesciarono davanti a lui una scatola piena di serpenti a sonagli; lui senza pensarci due volte andò e prese in mano i serpenti continuando a predicare. Per il 1914 la pratica del maneggiare i serpenti si era diffusa per tutta la Chiesa di Dio; l’attuale pratica di maneggiare i serpenti però allora era compiuta solo da un piccolo numero di membri.
Va fatto notare però che mentre i maneggiatori di serpenti presenti nella Carolina del Nord, nel Kentucky, nel Tennessee e nella Virginia fanno risalire la loro origine a George Hensley, quelli dell’Alabama e della Giorgia hanno un origine differente, infatti fu un certo James Miller a cominciare a maneggiare da sè i serpenti dopo avere profondamente riflettuto sulla Bibbia! Egli avrebbe introdotto la pratica in Sand Mountain, Alabama attorno al 1912.
Quanto alla consistenza numerica di questi maneggiatori di serpenti, il loro numero oscillerebbe tra i 1000 e i 2000. Attualmente se ne possono trovare in questi stati, Florida, Ohio e Virginia dell’Ovest, Tennessee ed Alabama.
Non tutti i Pentecostali che maneggiano serpenti sono trinitari; ce ne sono alcuni infatti che sono antitrinitari ossia hanno aderito alla dottrina dei ‘Gesù solo’, quella per intenderci che dice che Gesù è sia il Padre, che il Figliuolo che lo Spirito Santo.
Questi Pentecostali maneggiatori di serpenti ritengono che le parole di Gesù: “Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio…. prenderanno in mano dei serpenti…” (Marco 16:17,18), autorizzino i credenti a prendere regolarmente durante i culti in mano dei serpenti velenosi per dimostrare la loro fede in Dio, insomma ad esercitare questo rito perché tale è diventato presso queste chiese. Ma le cose non stanno affatto così come dicono costoro, cosa che è dimostrata dal fatto che da quando questa pratica è stata introdotta sono morti parecchi pentecostali morsicati da serpenti velenosi che stavano maneggiando. Nel ventesimo secolo in America sono stati accertati più di 75 Pentecostali maneggiatori di serpenti morti per opera di serpenti velenosi. Uno degli ultimi morti per morso di serpenti è stato un certo John Wayne ‘Punkin’ Brown Jr. morto nell’Alabama nell’autunno del 1998. Una pratica del genere, anche se pericolosa, se legittimata dalla Parola di Dio non avrebbe certamente causato alcun danno ai credenti e soprattutto non causerebbe una continua paura di essere il prossimo morto e una grande tensione in coloro che partecipano a queste riunioni, così grande che una donna che frequenta una di queste Chiese è stata sentita dire: ‘Quando noi andiamo in Chiesa, non sappiamo se ne usciremo vivi’. Riflettete alle parole di questa donna perché esse esprimono molto bene il sentimento con cui vanno al culto i maneggiatori di serpenti.
Ora, se Gesù ha detto che i credenti quand’anche bevessero alcunché di mortifero non avranno alcun male, di certo anche nel prendere in mano dei serpenti non potranno avere del male. Quindi costoro hanno inteso male le parole di Gesù Cristo; non c’è dubbio su questo. Ma allora come si devono intendere le parole di Gesù in Marco? In questa maniera; ci possono essere casi in cui un credente nel nome di Gesù si trovi costretto a prendere in mano dei serpenti, per esempio un padre vede un serpente velenoso attorcinato al collo di suo figlio e lo prende nel nome di Gesù per gettarlo via; o per un ordine rivelatogli da Dio, vedi per esempio il caso di Mosè a cui Dio ordinò di prendere il serpente per la coda. In questi casi tuttavia egli non farà questo per tentare il Signore o farsi pubblicità o volere dimostrare che egli ha più fede di altri, ma semplicemente perché nel nome di Gesù lo può fare e perciò non avrà alcun male, e ripeto nessun male. Colgo l’occasione per mettervi in guardia da qualsiasi credente che vorrebbe introdurre nel vostro mezzo questa pratica del maneggiare serpenti velenosi, ammonitelo subito e severamente e se persiste nel suo traviamento toglietelo dal vostro mezzo.
4. In seno a molte Chiese pentecostali sento parlare molto poco – se non per niente – delle tribolazioni e delle persecuzioni che noi Cristiani siamo chiamati a patire per amore del nome di Gesù Cristo; come mai?
Perché oramai molti Cristiani in questa nazione non vogliono seguire le orme di Colui da cui noi traiamo il nome di Cristiano, cioè Gesù Cristo, che ricordiamo fu un uomo disprezzato, abbandonato dagli uomini, un uomo di dolore, familiare con il patire (cfr. Is. 53:3). Costoro infatti hanno deciso di rendersi accetti a questa generazione perversa e peccatrice; come? Adeguandosi ai gusti, ai costumi, e alle usanze del mondo, per cui il mondo li accetta invece di rigettarli, li ama invece che odiarli. Sono diventati amici del mondo, le loro parole e le loro opere lo testimoniano in modo eloquente, molto eloquente. Vestono come la gente del mondo, vanno a divertirsi come la gente del mondo, hanno l’animo alle stesse cose della gente del mondo, buffoneggiano e scherniscono il loro prossimo come fa la gente del mondo, hanno un parlare volgare e scurrile come la gente del mondo; come si può pretendere che siano perseguitati e tribolati a motivo di Cristo? Come si può pretendere che essi parlino proprio di ciò che cercano di sfuggire, di evitare e che stanno tranquillamente evitando? Come si può sentirli parlare di cose che non li toccano minimamente? Sì, essi frequentano un locale di culto con su scritto ‘Chiesa Evangelica Cristiana’ ma una volta fuori da esso si comportano come quelli del mondo, anzi talvolta peggio. Spietati, avari, rapaci, arroganti, superbi, vanagloriosi, amanti del lusso e del piacere; ecco cosa sono costoro che portano il nome di Cristiano in maniera indegna.
Il Vangelo che molti oggi vogliono professare è il Vangelo della sola pace e della sola gioia in abbondanza in terra, è il Vangelo della ricchezza materiale, è il Vangelo che dice che se accetti Gesù Cristo non avrai più problemi, è il Vangelo che dice che in Cristo siamo liberi di fare quello che vogliamo, per cui non è più ammesso osservare certe regole comportamentali come quella che dice che la donna non deve vestirsi in maniera attillata e provocante, o quella che dice che non si deve andare a prendersi la tintarella al mare mezzi nudi o quell’altra che dice che la televisione non deve averla un Cristiano in casa, e potrei proseguire ma mi fermo qui! E’, in altre parole, il cosiddetto Vangelo della Prosperità, che purtroppo anche qui in Italia viene predicato da molti. Non è attraente questo messaggio che promette solo gioia, pace e tanta prosperità materiale, ma non parla di nessuna rinuncia e di nessuna persecuzione? Certo che lo è, e difatti molti lo hanno accettato a braccia aperte accecati dalla sua apparente bellezza e correttezza. Non vi aspettate dunque di sentire questi ribelli, questi nemici della croce, parlare delle tribolazioni e delle afflizioni che noi cristiani siamo chiamati a patire sulla terra; lo ripeto non vi aspettate ciò, vi illudereste. Non aspettate di sentirgli dire che sono disprezzati, ingiuriati, derisi, abbandonati dalla gente del mondo che conoscono.
Per ciò che mi concerne io non mi trarrò indietro dal dirvi che se volete seguire Cristo, vi aspettano tante tribolazioni, tante persecuzioni, tante ingiurie, e molte rinunce. Gesù disse che come hanno perseguitato lui così perseguiteranno anche noi (cfr. Giov. 15:20) e questo perché non hanno conosciuto Colui che lo ha mandato in questo mondo. Egli disse che gli uomini ci perseguiteranno, faranno morire parecchi di noi, che ci faranno comparire davanti a re e governatori per cagione del suo nome, che saremo messi in prigione, che saremo traditi persino da genitori e da amici. Certo, alcune di queste promesse riguardano solo alcuni, perché non tutti muoiono martiri, non tutti vengono messi in prigione, e non tutti vengono traditi dai propri genitori, tuttavia una cosa di certo riguarda tutti noi e cioè la persecuzione per opera della gente del mondo, il loro odio. Non importa sotto che forma l’odio del mondo si manifesterà, certo è che si manifesta, eccome se si manifesta. Il disprezzo della gente del mondo, l’essere abbandonati dai propri amici per amore del Signore Gesù sono cose che io ho gustato fino ad adesso. Ma non sono cose strane, sono cose normali, del tutto normali che sperimentano tutti coloro che rinunciano a loro stessi e prendono la propria croce per seguire il Signore. Anzi, vi dirò di più; io sono stato disprezzato e abbandonato anche da credenti, perché ho deciso di piacere al Signore anziché a loro che hanno invece deciso di piacere agli uomini. In mezzo al popolo di Dio esistono molti che fino a quando non gli tocchi i loro idoli, i loro divertimenti, i loro piaceri carnali, ti vogliono bene, ti sorridono, ti acclamano, ti stimano. Ma toccagli quelle cose cattive a cui hanno deciso di non rinunciare, e vedrai come all’improvviso ti voltano le spalle, ti beffeggiano, ti disprezzano, ti etichettano nelle maniere più svariate.
Oggi, ho notato, molti di coloro che sono chiamati ‘caro fratello’ o ‘servo di Dio’ non sono altro che dei ribelli fra i ribelli, dei Diotrefe, dei Dema, dei Core, dei Datan e degli Abiram, dei sepolcri imbiancati che fanno tutto quello che fanno per essere osservati dagli uomini e il cui cuore è esercitato alla cupidigia, che disprezzano la croce di Cristo e la calpestano, che hanno un parlare dolce e lusinghiero con il quale seducono il cuore dei semplici. Sono dei servi di Mammona, che sono pronti a vendere l’anima al diavolo per un piatto di lenticchie e un pezzo di pane; sono pronti per una manciata di offerte a calpestare la Parola di Dio e a schierarsi dalla parte dei più, in altre parole dalla parte dei ribelli. Questi ‘cari fratelli’ amano e praticano la menzogna, sì la amano e la praticano a più non posso; dire la verità non si addice loro. ‘Il Signore mi ha detto’, ‘Dio mi ha rivelato’, gli si sente dire spesso. E che cosa gli ha detto e rivelato il Signore? Chi ti viene a dire che gli ha detto che i divorziati si possono risposare, chi che la donna può insegnare, chi che il velo la donna oggi non se lo deve più mettere quando prega o profetizza, chi che la donna può mettersi la minigonna e i gioielli addosso perché Dio guarda al cuore, ecc.. Menzogne, solo menzogne, che vengono dette usando il nome del Signore, e per le quali costoro porteranno la pena della loro ribellione come la portarono quei falsi profeti che al tempo di Geremia facevano parlare la loro lingua dicendo: ‘Così parla l’Eterno’ quando Dio non aveva parlato e non li aveva mandati. E che facevano quei falsi profeti? Fortificavano le mani dei peccatori e scoraggiavano i giusti. Le minacce erano per i giusti anziché essere rivolte agli empi. Dicevano ai ribelli: ‘L’Eterno ha detto: ‘Avrete pace’ e ‘Nessun male vi incoglierà’ (cfr. Ger. 23:17), mentre dicevano a Geremia che cercava il male del popolo con le sue parole (cfr. Ger. 38:4; che lui proferiva da parte di Dio perciò erano veraci e fedeli). Costoro non la faranno franca, potranno ingannare i semplici, ma non Dio che farà cadere su di loro la loro malizia a suo tempo.
5. I Pentecostali sono coinvolti nel dialogo ecumenico con i Cattolici Romani?
Sì, i Pentecostali sono coinvolti anch’essi nel dialogo ecumenico. Preciso che quando dico ‘i pentecostali’ mi riferisco ad una piccola parte di essi perché la maggior parte dei Pentecostali – grazie a Dio – ancora si oppongono all’instaurazione di un dialogo ecumenico con i Cattolici Romani vedendo in esso nient’altro che una rete tesa loro dal diavolo.
Ma vediamo come ha avuto inizio questo dialogo cattolico/pentecostale sia a livello internazionale che nazionale e qualche altra notizia, cosicché vi potete rendere conto di chi sono i Pentecostali che dialogano con i Cattolici romani. Ovviamente dirò pure quello che penso a riguardo di questo dialogo.
A livello internazionale
Dopo alcune discussioni preliminari iniziate nel 1970, discussioni che ebbero come interlocutori da una parte il Segretariato per l’Unione dei Cristiani fondato da Giovanni XXIII nel 1960 e dall’altra singoli membri di chiese pentecostali, nel 1972 iniziarono i dialoghi internazionali tra Cattolici e Pentecostali. Originariamente, la delegazione pentecostale fu scelta personalmente da David Du Plessis [1], il quale era stato invitato anni prima a partecipare come osservatore al concilio Vaticano II [2], e più tardi da suo fratello Justus, ma gradualmente alcune denominazioni pentecostali hanno cominciato a mandare dei delegati ufficiali. Per quanto riguarda le Assemblee di Dio degli Stati Uniti occorre dire che non è ufficialmente rappresentata, benché a questo dialogo vi partecipano alcuni suoi membri come Cecil Robeck, Gary McGee e Del Tarr, ministri ordinati della denominazione americana. Prima che iniziasse il dialogo fu detto che lo scopo di questo dialogo non era ‘interessarsi ai problemi di un’unione strutturale imminente’, ma era che ‘la preghiera, la spiritualità e la riflessione teologica diventino una preoccupazione a livello internazionale, sotto la forma di un dialogo tra il Segretariato per l’Unione dei Cristiani della Chiesa cattolica e i capi di alcune chiese pentecostali e alcuni partecipanti ai movimenti carismatici nelle Chiese protestanti e anglicane’.
Durante il primo quinquennio di dialoghi furono discussi questi argomenti: battesimo con lo Spirito Santo (1972, Horgen, Svizzera); il rapporto tra il battesimo con lo Spirito Santo e i riti d’iniziazione, e il ruolo dello Spirito Santo e i doni dello Spirito Santo nella tradizione mistica (1973, Roma, Italia); teologia dell’iniziazione cristiana, natura dell’attività sacramentale e battesimo dei bambini e degli adulti (1974, Schloss Craheim, Germania Federale); culto pubblico, con particolare riferimento alla celebrazione eucaristica, e dimensione umana nell’esercizio dei doni spirituali e discernimento degli spiriti (1975, Venezia, Italia); preghiera e lode (1976, Roma, Italia).
Durante il secondo quinquennio (nel 1978 non fu tenuto nessun incontro a motivo della morte di Paolo VI) furono invece discussi i seguenti argomenti; parlare in altre lingue e la relazione dell’esperienza con la fede (1977, Roma, Italia); relazione tra Scrittura e tradizione, e il ministerio di guarigione nella chiesa (1979, Roma, Italia); chiesa come comunità adorante e tradizione e tradizioni (1980, Venezia, Italia); il ruolo di Maria, cioè la sua intercessione, la sua venerazione, la sua maternità ecc. (1981, Vienna, Austria); a proposito di questo incontro occorre dire che Jerry L. Sandidge afferma che la locazione di questo dialogo ‘costituiva una particolare preoccupazione per i Pentecostali. Fu deciso di trasferirsi fuori dall’Italia per favorire le Assemblee di Dio italiane, che si erano opposte ad esso perché sia in Roma che in Italia’ (Jerry L. Sandidge, Roman Catholic/Pentecostal Dialogue (1977-1982). A Study in developing ecumenism, [Dialogo Cattolico/Pentecostale 1977-1982. Uno Studio sull’ecumenismo che si sviluppa]vol. I, Frankfurt am Main 1987, pag. 234). L’ultimo incontro di questa seconda serie di incontri fu tenuto a Collegeville nel Minnesota, nel 1982 e fu discusso il ministero nella chiesa.
Durante il terzo quinquennio furono discussi i seguenti soggetti; la comunione dei santi (1985, Riano, Roma); ‘lo Spirito Santo e la visione neotestamentaria della koinonia’ (1986, Sierra Madre, California, U.S.A.); ‘Koinonia, Chiesa e Sacramenti’ (1987, Venezia, Italia); ‘Koinonia e battesimo’ (1988, Emmetten, Svizzera); Koinonia, la Chiesa come comunione (1989, Roma).
Nel quarto quinquennio i temi discussi sono stati: l’evangelizzazione (1990, Emmetten, Svizzera); il biblico e sistematico fondamento dell’evangelizzazione (1991, Venezia, Italia); evangelizzazione e cultura (1992, Rocca di Papa, Roma); evangelizzazione e giustizia sociale (1993, Parigi); evangelizzazione, testimonianza e proselitismo (1994, Kappel am Albis, Svizzera); testimonianza comune (1995, Brixen, Italia). I partecipanti al dialogo si sono incontrati di nuovo a Brixen nel 1996, e poi a Roma nel giugno 1997. Questa fase si è conclusa così nel 1997.
Nel giugno del 1998 è iniziata la quinta fase del dialogo cattolico/pentecostale, fase iniziata a Bolton, Ontario (Canada). L’argomento di questa fase corrente è ‘L’iniziazione cristiana e il battesimo nello Spirito Santo’.
Il dialogo prosegue dunque da quasi trenta anni e quantunque da parte pentecostale (come anche da parte cattolica) ci sia il riconoscimento che permangono, dopo quasi trent’anni di dialoghi, delle grandi divergenze dottrinali su diversi punti, esso non dà per nulla segno di fermarsi. E’ veramente preoccupante dunque constatare che da parte di questi membri influenti di queste chiese pentecostali non ci sia la risoluzione ad abbandonare questo dialogo; ma come è possibile che non abbiano ancora capito che con questo dialogo non si possono e non si potranno mai mettere d’accordo con i Cattolici perché essi sono nemici della verità e non amici di essa? Ma non hanno ancora capito che le menzogne insegnate dalla chiesa cattolica romana non hanno nulla a che fare con la verità che dimora in noi? Ma non hanno ancora capito che se vogliono andare d’accordo con i Cattolici devono rinunciare prima o poi alla verità e farsi nemici di Dio con tutte le nefaste conseguenze che da ciò ne vengono? No, pare proprio che non lo abbiamo ancora capito molti di loro, anzi non lo vogliono per nulla capire perché sono divenuti duri d’orecchi e di cuore ingannati dai sorrisi e dalle lusinghe dei Cattolici romani. Vogliono a tutti costi stare in buoni rapporti con i Cattolici, vogliono a tutti costi guadagnarsi la loro amicizia e il loro rispetto; anziché esortarli a ravvedersi e uscire dal mezzo di questa chiesa idolatra. Ah, come sono privi di discernimento questi credenti che hanno intrapreso questo sforzo ecumenico con la chiesa cattolica romana!
Da parte cattolica si continua a sentir dire che ‘lo scopo del dialogo è l’approfondimento del reciproco rispetto e della reciproca comprensione, non un organica o una strutturale unità’, ma dobbiamo ancora una volta dire che da parte di coloro che si mettono a parlare con i Cattolici romani se da un lato ci deve essere il rispetto in verso la persona, sia esso prete, vescovo o cardinale, dall’altro non ci può essere e non ci deve essere nessun rispetto e nessuna pietà nei confronti delle eresie della chiesa romana che hanno già scaraventato e stanno ancora scaraventando milioni di persone all’inferno! Le eresie bisogna distruggerle facendo uso della Parola di Dio; bisogna riprovarle con tutte le forze, e le si devono chiamare con il loro vero nome, cioè eresie, dottrine di demoni, e non con qualche altro nome, come per esempio, opinioni differenti, vedute differenti, per non urtare l’animo dei Cattolici romani! No, non è l’approfondimento del reciproco rispetto o della reciproca comprensione lo scopo di questo dialogo che la chiesa romana ha voluto anche con le chiese pentecostali dopo il concilio Vaticano II, perché il vero scopo è quello di indurre i Pentecostali (la cui evangelizzazione ‘aggressiva’ preoccupava e preoccupa la chiesa cattolica romana perché ha allontanato da essa decine di milioni di persone in tutto il mondo) a riconoscere i suoi sacramenti e le sue dottrine, e a distoglierli così dall’evangelizzare i suoi membri. Insomma, questa cosiddetta reciproca comprensione e questo cosiddetto reciproco rispetto che hanno sin qui cercato di approfondire i Cattolici con questo dialogo sono solo dei pretesti di cui essa si serve per distoglierli dal confutare con vigore le sue dottrine (cosa che col passare del tempo, sia in Europa che in America e sud America, si è notevolmente affievolita rispetto a decenni fa), e strappargli ulteriori membri dalle sue fauci. Forse – o meglio, sicuramente – questo nostro atteggiamento verrà considerato settarismo o dimostrazione di non volere l’unità della Chiesa ma la sua distruzione, ma in effetti non è così perché la vera unità della Chiesa la si può procacciare solo camminando nella verità, e quindi rimanendo attaccati a tutto il consiglio di Dio così come esposto nella Scrittura e camminando con tutti coloro che dopo avere conosciuto la verità sono decisi a dimorare nella verità, a costo di perdere la propria vita e la stima e l’amicizia di coloro che prima li stimavano e amavano, insomma con coloro che di puro cuore invocano il Signore, e non con delle persone che hanno messo la verità non nel loro cuore ma sotto i loro piedi e la calpestano invece di difenderla. Perché mettersi a chiamare fratelli e amici coloro che contrastano e annullano con le loro eresie le dottrine portanti del cristianesimo quali la giustificazione per sola fede, il battesimo per immersione come simbolo della rigenerazione ottenuta per fede, la mediazione unica e sufficiente di Cristo, la signoria di Cristo sulla Chiesa, e così facendo serrano il regno dei cieli davanti a loro stessi e davanti a coloro che ammaestrano? Ma non è questa una follia? Eppure questo è quello che avviene in questi dialoghi e negli incontri ecumenici da parte pentecostale verso i Cattolici! E’ ora che questi Pentecostali vengano di nuovo evangelizzati, è ora che si ravvedano pure loro per tornare a camminare per sentieri diritti perché con questo loro comportamento dimostrano in maniera inequivocabile di essersi incamminati per vie tortuose.
Adesso, oltre che di dialogare costoro parlano persino di mettersi a evangelizzare con i Cattolici romani; infatti a proposito del dialogo cattolico-pentecostale tenutosi a Brixen (Italia) dal 15 al 22 Luglio 1995, dove si è discusso dell’Evangelizzazione in comune, si legge nella rivista Information Service: ‘Il tema di questa fase del dialogo è l’Evangelizzazione. La discussione di una comune testimonianza ha rivelato il bisogno da parte del mondo di sentire il Vangelo, e le difficoltà dei Cristiani a testimoniare assieme a causa delle loro divisioni. Nello stesso tempo fu fatto notare che ci sono casi in differenti posti dove la testimonianza comune fra Cristiani, inclusi Pentecostali e Cattolici Romani, si sta già sviluppando. Tutti e due i documenti presentavano un numero di suggerimenti che offrono opportunità per vie possibili di testimoniare per il Vangelo assieme nel futuro. Le discussioni furono condotte in uno spirito di candore, reciproca fiducia e apprezzamento’. E chi erano i Pentecostali che hanno partecipato a questo cordiale incontro che si è studiato di gettare le basi per una futura evangelizzazione assieme ai Cattolici romani? Li voglio citare così come li leggo nella rivista sopra citata: ‘Rev. Cecil M. Robeck, Jr. (Assemblies of God, Pasadena, California, U.S.A) (…) Rev. Cheryl Bridges Johns (Church of God, Cleveland, Tennessee, U.S.A.); Rev. Ronald Kydd (Pentecostal Assemblies of Canada, Keene, Ontario, Canada), Rev. Gary McGee (Assemblies of God); Rev. Francois Moller (Apostolic Faith Mission); Rev. Steve Overman (International Church of the Foursquare Gospel, Eugene, Oregon, U.S.A.); Rev. Raymond M. Pruitt (Church of God of Prophecy, Cleveland, Tennessee, U.S.A.); Rev. Del Tarr (Assemblies of God). [3] Dalla lista ho omesso i partecipanti da osservatori.
Nel documento redatto alla fine della quarta fase del dialogo cattolico/pentecostale, documento dal titolo ‘Evangelizzazione, proselitismo e testimonianza comune’; ambedue le parti quantunque riconoscano ancora le differenze dottrinali esistenti tra Cattolici e Pentecostali, pure si schierano contro il fare proseliti il che significa che i Pentecostali non devono fare discepoli tra i Cattolici Romani ed esortarli a uscire dalla Chiesa Cattolica Romana, difatti viene detto che la legittima proclamazione del Vangelo ‘non cercherà mai i suoi propri fini egoistici usando l’opportunità per parlar contro o comunque denigrare un’altra comunità cristiana, o per suggerire o incoraggiare un cambiamento nell’affiliazione Cristiana di qualcuno. I membri di questo Dialogo, sia Cattolici che Pentecostali, considerano tali azioni egoiste come proselitismo, come un uso illegittimo del potere persuasivo (…) Il Proselitismo deve essere evitato’ (Information Service, n° 97 [1998/1-11], pag. 49). Quindi, quando ci sono delle riunioni di evangelizzazione in una città, i Pentecostali che vi partecipano o i predicatori del vangelo non devono dire a quelli tra i Cattolici Romani che si convertono al Signore di uscire dal mezzo dei Cattolici, ma gli devono dire di rimanere nella Chiesa Cattolica. E ad esempio di come ci si deve comportare viene preso l’esempio di Billy Graham (il famoso evangelista americano): ‘Noi crediamo che il Reverendo Billy Graham ha fornito un modello importante a questo riguardo. Rispettando l’affiliazione ecclesiale dei partecipanti egli organizza tali campagne solo dopo che ha cercato il supporto e l’accordo delle chiese nell’area, incluse quelle Cattoliche e Pentecostali. Quando coloro che sono di già parte di una Comunità Cristiana rispondono al suo appello a consacrarsi più profondamente a Cristo, le risorse pastorali della loro propria chiesa vengono immediatamente rese disponibili per aiutarli nella loro rinnovata consacrazione. Così il proselitismo è evitato’ (ibid., pag. 49).
Che dire? Bisogna dire che di questo passo andrà a finire che molti Pentecostali smetteranno di evangelizzare i Cattolici romani, per mettersi assieme a loro nell’evangelizzazione! [4]. Qui, siamo all’apostasia. Ma noi vorremmo domandare a questi Pentecostali che hanno partecipato a quell’incontro di Brixen e ai successivi incontri che hanno portato alla stesura di quel perverso documento: ma avete mai letto i libri di catechismo della chiesa romana? Ma avete mai letto qualcuno dei suoi libri di teologia dogmatica? Ma sapete che cosa è il cattolicesimo? Ma avete mai letto la storia della Riforma e della controriforma? Ma non sapete che oggi la chiesa romana per sostenere le sue eresie, dopo più di quattro secoli dalla Riforma, cita ancora il concilio di Trento che fu tenuto per controbattere alla Riforma, come lo citava cento o duecento anni fa? Ma non vi rendete conto che nulla è cambiato nella chiesa romana dai giorni della Riforma fino ad adesso? Voi direte: ‘E’ cambiato qualcosa nella forma, nella liturgia, e nell’atteggiamento ufficiale che essa tiene in verso le Chiese evangeliche sorte dalla Riforma’. Sì, è vero questo, ma nella sostanza tutto è rimasto come era prima, perché le eresie di cinque secoli fa ci sono ancora tutte, anzi sono aumentate. Il lupo ha cambiato il colore del pelo, ma è sempre lupo e non è diventato una pecora. Quand’anche voi diceste che quello che viene chiamato papa, i cardinali, i vescovi e i preti fossero delle pecore, perché li sentite parlare con una voce dolce e li vedete amichevoli, sbagliereste grandemente, perché dietro quel loro abito di pecora rimangono lupi rapaci, come lo erano i loro predecessori nei secoli passati. Non v’illudete. Ma forse, alcuni di voi diranno che ci sono vescovi e preti e tanti ‘laici’ cattolici che parlano anche loro in altre lingue! Ma noi diciamo: ‘Ma se essi hanno per davvero ricevuto lo Spirito della verità come fanno a rimanere attaccati alle dottrine cattoliche romane che annullano la verità e stanno conducendo nelle fiamme dell’inferno centinaia di milioni di persone in tutto il mondo? Come fanno a rimanere nella chiesa romana, in mezzo all’idolatria, quando ancora in questa generazione tanti preti e Cattolici romani che sono usciti dal suo mezzo per unirsi ai santi hanno dichiarato in svariate, ma inequivocabili maniere, che per loro dopo che hanno conosciuto la verità non è stato più possibile rimanere in mezzo a questa chiesa idolatra e anticristiana? Che dovremmo dire dunque di tutti questi ex-Cattolici romani? Che mentono quando dicono che Dio li ha tirati fuori da questa fossa di perdizione che è la chiesa romana? O forse dovremmo dirgli di ritornare nel grembo della chiesa romana perché anche là per loro è possibile dimorare nella verità perché ci sono alcuni che parlano in lingue? No, nulla di tutto ciò; noi crediamo che essi abbiano piena ragione nel dichiararsi liberati, per la grazia di Dio, dal giogo della religione cattolica romana e che essi debbano rimanere assieme a noi fuori da essa e cercare con l’aiuto di Dio di fare sì che tanti altri escano, per la potenza di Dio, da sotto la potestà del papismo. Che dunque? Che tutti coloro che dicono di avere ricevuto lo Spirito Santo escano immediatamente dalla chiesa romana dimostrando così con i fatti di possedere in loro lo Spirito di Dio che brama i figliuoli di Dio fino alla gelosia! E se vengono visti dubbiosi o riluttanti a farlo siano scongiurati dai ministri del Vangelo a farlo senza stare punto in dubbio, ma non vengano per nulla incoraggiati a rimanere nel grembo di questa chiesa che si prostituisce da secoli con i re e i popoli della terra per non essere partecipi delle sue piaghe quando l’ira di Dio si rivelerà contro di essa. Non vogliono assolutamente farlo questi Cattolici romani che dicono di avere ricevuto lo Spirito Santo questo passo di uscire dalla chiesa romana, perché ritengono che la chiesa romana sia nella verità perché ha il capo visibile della Chiesa, ossia il cosiddetto successore di Pietro? Questo significa che essi non hanno ricevuto proprio nulla da Dio, ma si sono ingannati credendo di avere ricevuto lo Spirito Santo.
Ma torniamo alla questione dell’evangelizzazione in comune tra Cattolici e Pentecostali; una cosa è certa, di questo passo, nel futuro molti credenti nelle Chiese pentecostali cominceranno ad essere mal visti e perseguitati proprio dai loro fratelli con i quali andavano al culto e ad evangelizzare assieme, e tutto ciò perché si rifiuteranno di collaborare nell’evangelizzazione con i Cattolici. I pastori che dovevano pascerli con assennatezza, li scacceranno dalla loro presenza, perché riterranno che essi siano d’impedimento all’evangelizzazione; saranno considerati di scandalo e di intoppo perché rifiuteranno di associarsi ai Cattolici romani nell’evangelizzazione. Sicuramente questo già succede in quei casi dove dei pastori di Chiese pentecostali si sono messi a evangelizzare con i preti. Si adempie così la parola del profeta Ezechiele: “Voi mi profanate fra il mio popolo per delle manate d’orzo e per de’ pezzi di pane, facendo morire anime che non devono morire, e facendo vivere anime che non devono vivere, mentendo al mio popolo, che dà ascolto alle menzogne… avete contristato il cuore del giusto con delle menzogne, quand’io non lo contristavo, e avete fortificate le mani dell’empio perché non si convertisse dalla sua via malvagia per ottenere la vita…” (Ez. 13:19,22). Ma a suo tempo Dio farà ricadere l’ingiustizia di questi pastori dati a questo falso ecumenismo sulle loro teste; loro porteranno la pena di questo loro comportamento. Essi seminano vento e mieteranno tempesta; pensano di seminare grano ma mieteranno spine e triboli a motivo della loro caparbietà di cuore. Sì, sono caparbi; rifiutano di ascoltare i precetti di Dio per seguire il loro cuore ingannato dalla curia romana. Hanno tutto l’interesse a farlo, perché questo loro comportamento compiacente nei confronti dei Cattolici romani accresce il loro prestigio tra i Cattolici romani, e gli permette di arricchirsi perché ecumenismo oggi è sinonimo di guadagno. La chiesa cattolica romana infatti costituisce una vasta clientela per questi cianciatori e speculatori; libri, video cassette e audio cassette, conferenze ed altro. Non sono questi per loro un buon motivo per proseguire questo sforzo ecumenico? Ecco dunque che cosa spinge costoro a cercare la collaborazione dei Cattolici; l’amore di fama e di denaro. Altro che amore della verità, altro che desiderio di unità!
In Italia
‘Il tutto iniziò quando l’oratore, il pastore Giovanni Traettino, impostò il suo discorso sulla Pentecoste come necessità di ritrovarsi nel Cenacolo in unità e concordia e nel servizio amorevole e, a simbolo del servizio che i cristiani devono rendersi nell’amore gli uni agli altri, lavò i piedi a un frate (….) Quello che abbiamo colto è il significato spirituale; che attraverso l’umiliazione di Giovanni, è iniziato un processo di guarigione tra le due chiese. Da questo gesto infatti è iniziato il dialogo ufficiale. E’ accaduto in quel momento qualcosa che ha cambiato e cambierà il corso della storia. Vi sono delle grosse ferite tra evangelici e cattolici, provocate reciprocamente; basta ricordare quelle impartite ai pentecostali nel periodo del fascismo e postfascismo (…) Ma lì nello stadio di Bari, con quel gesto ci è sembrato cogliere come se il mondo evangelico perdonasse i propri persecutori’ (Tempi di Restaurazione, Giugno 1994, pag. 24-25); sono le parole di Matteo Calisi, responsabile nazionale del RnS (Rinnovamento nello Spirito Santo) per il dialogo ecumenico, intervistato da Ernesto D. Bretscher. Ecco dunque come è iniziato ufficialmente il dialogo tra i Cattolici e i Pentecostali in Italia; tramite la lavanda dei piedi fatta nel 1992 da Giovanni Traettino (pastore di una Chiesa in Caserta) ad un frate allo stadio San Nicola di Bari davanti ad una folla di migliaia di Cattolici. Ma lasciamo parlare lo stesso Traettino (Traettino adesso è Co-Presidente della Consultazione Carismatica Italiana assieme a Matteo Calisi) su questo ‘storico’ incontro del 1992 a cui lui accettò di partecipare come oratore e su questo gesto da lui compiuto davanti a così tanti Cattolici: ‘Giovanni, vorremmo onorare il debito che abbiamo con i nostri fratelli pentecostali. Le nostre radici sono nel movimento pentecostale evangelico. Puoi venire a parlare al 25° anniversario mondiale del Rinnovamento nello Spirito Santo? Crediamo che il modo migliore sia quello di invitarti nella qualità di pastore pentecostale per ministrare a tutti noi. Allora il Signore mi disse: ‘Alzati…ammazza e mangia. Le cose che Dio ha purificate non farle tu impure… Alzati, và con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io’ (Atti 10:13-15,20). I miei fratelli confermarono che la guida era dal Signore, e che bisognava rispondere all’invito. ‘Entra per la porta che il Signore apre, ed Egli confermerà’. La vigilia di Pentecoste, a Bari, Dio mi incontrò ancora. ‘Domani laverai i piedi a uno dei responsabili del Rinnovamento carismatico’. ‘Signore – risposi – non è possibile! Cosa significa? Cosa capiranno i cattolici e come l’intenderanno i miei fratelli evangelici? Tu lo sai, Signore, che non è lecito a un evangelico conservatore nel nostro paese associarsi ai cattolici (cfr. Atti 10:28), e che già solo questo sarà oggetto di discussione e causa di confusione. Ora mi chiedi perfino di lavare loro i piedi?!’. ‘Sono io che te lo chiedo, figlio mio’ mi disse allora il Signore. Cercai di resistere al Signore, ma Egli mi avvolse della Sua presenza e della Sua forza di convinzione, e mi espugnò. Mi vinse ed io mi lasciai vincere. ‘Tu sei mio servo, ama col mio cuore… riconosci la mia azione nella loro vita: la nuova nascita, il battesimo nello Spirito Santo…’. Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c’è nulla in lui che lo faccia inciampare’ (1° Gv. 2:10). La guarigione, una guarigione profonda era all’opera nella mia anima e nel mio spirito. Lo Spirito di Dio mi stava toccando, guarendo, illuminando, il mio cuore era intensamente riscaldato dentro di me ed ero avvolto dal senso tangibile della presenza di Dio. ‘In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione (ed io pensai: quanto più se è una denominazione cristiana’), chi lo teme e opera giustamente gli è gradito’ (Atti 10:34-35) Quando fui davanti alla folla variopinta dello stadio di S. Nicola di Bari in quel pomeriggio assolato del giorno di Pentecoste del ’92, lo Spirito di Dio scese sopra di me. ‘La Pentecoste è frontiera; lo Spirito Santo è spirito di frontiera. Il movimento pentecostale evangelico e cattolico è alle sue radici e nella sua natura più profonda movimento di frontiera..’. La folla era in piedi ed acclamava Gesù Signore e Re della vita personale e della Chiesa. Le mie mani ora lavavano i piedi di frate Antonio. Le lacrime mi riempivano gli occhi attoniti mentre avvertivo il calore delle braccia del mio fratello intorno alle mie spalle e il suo volto poggiato sul mio capo. Piangeva… Come piangeva! Fu un attimo lunghissimo. Ci trovavamo abbracciati, intensamente uniti nel cuore. La folla magnificava Dio nello Spirito e Lo lodava applaudendo con tutto il cuore. Fu un appuntamento divino, Eravamo entrati per la porta che lo Spirito aveva aperto. La sua presenza tangibile e l’opera profonda di guarigione operati in tutti noi furono chiaro segno della Sua approvazione. ‘Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?’ (Atti 11:17)’ (Ibid., pag. 3). Quindi secondo le parole di Traettino il tutto è opera di Dio; la porta che si è aperta tra i Cattolici gliel’ha aperta Dio; notate infatti quante volte usa il nome del Signore dicendo che lui gli ha parlato di fare determinate cose tra cui anche di lavare i piedi ad un responsabile del RnS! Ed oltre a ciò egli si usa del racconto di Luca sul come Dio chiamò Pietro a casa di Cornelio per annunziargli la Parola, come similitudine, a sostegno del suo andare dai Cattolici carismatici. Da allora, cioè dal 1992, si sono cominciati a tenere annualmente degli incontri ufficiali tra membri del RnS e pastori di Chiese evangeliche. Oltre a ciò delegazioni di pastori di Chiese evangeliche si recano dietro invito alle conferenze del RnS. Vogliamo adesso riferire delle impressioni di Ernesto D. Bretscher (uno dei pastori a favore del dialogo instauratosi) sulla Convocazione nazione del Rinnovamento nello Spirito svoltasi a Rimini dal 22 al 25 Aprile 1994, per fare capire quale sentimento aleggia in mezzo a costoro: ‘Il padre Emiliano Tardif, dopo una breve riflessione sulla misericordia di Dio espressa attraverso Gesù in cui cita Isaia 53, pone l’enfasi sul pentimento, trasformando il convegno in una grande riunione di umiliazione davanti a Dio. I corridoi si riempiono di persone, molte delle quali in lacrime, che vanno a confessare i loro peccati ai tanti sacerdoti mobilitati per l’occasione. La delegazione evangelica rimane commossa nell’osservare questi sacerdoti che abbracciano, pregano, consolano, impongono le mani e pronunciano l’assoluzione, mentre il coro continua ad adorare il Signore (…) La teologia è essenzialmente evangelica e cristocentrica. Per usare le parole di Giovanni Traettino, ‘ritrovo un pezzo di evangelismo pentecostale in un contesto cattolico e non posso non sentirmi come a casa mia’ (…) Faremo bene a mettere da parte le nostre diffidenze e il nostro spirito anticattolico…’ (Ibid., pag. 12,13,14).
Che dire? Diremo che anche qui in Italia le cose hanno preso una brutta piega anche sul fronte delle relazioni tra i credenti e i Cattolici. Certamente Traettino e coloro che sono d’accordo con lui nel mettersi a dialogare e a pregare e a collaborare con i Cattolici romani sono una piccola frazione della fratellanza sparsa in questa nazione; ma pure bisogna prendere atto di questo loro atteggiamento nei confronti dei Cattolici carismatici e riconoscere che il cattolicesimo ha fatto breccia anche in mezzo al popolo di Dio. Difatti questo dialogo che si è instaurato non è una porta aperta per la Parola in mezzo ai Cattolici, ma uno spiraglio aperto al cattolicesimo in mezzo al popolo di Dio. Dopo avere esposto queste cose vogliamo innanzi tutto dire questo. Noi non crediamo in quello che dice Traettino quando dice che il Signore gli ha parlato e gli ha detto tutte quelle cose; perché se veramente fosse stato il Signore a chiamarlo là in quello stadio, come chiamò Pietro a casa di Cornelio, egli avrebbe predicato agli astanti il ravvedimento e la remissione dei peccati mediante la sola fede nel nome di Gesù (perché questo è il messaggio da portare ai Cattolici romani), e non un messaggio ecumenico. Che fece infatti Pietro a casa di Cornelio? Gli annunciò la parola della croce e la remissione dei peccati nel nome di Gesù; perché egli sapeva che essi erano ancora perduti (quantunque Cornelio temesse Dio con tutta la sua casa) ed avevano bisogno di esser salvati dai loro peccati (cfr. Atti 10:38-43). L’apostolo non andò ad una riunione di fratelli, ma andò a predicare a persone che divennero fratelli in seguito; quando credettero nel suo messaggio (cfr. Atti 11:13,14). Si contraddice da sé dunque Traettino quando parla in quella maniera volendo far intendere che gli avvenne qualcosa di simile a quello che era avvenuto a Pietro. Per quanto riguarda la sua lavanda di piedi fatta al frate; essa è frutto della sua immaginazione e non un comando divino. Senza nulla togliere al gesto della lavanda dei piedi che è un gesto di umiltà che pure Gesù fece nei confronti dei suoi discepoli; noi vediamo in quell’atto, un gesto astuto da lui compiuto per accaparrarsi le simpatie dei Cattolici. Gesto che gli è stato contraccambiato dai Cattolici alla XIX Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito, tenutasi a Rimini nell’aprile 1996, con il bacio dei piedi [5].
Per quanto riguarda infine le parole di Bretscher diciamo che il fatto che la delegazione evangelica si sia commossa nel vedere i Cattolici andare a confessarsi dai preti e ricevere da loro l’assoluzione in quella convocazione, ci fa soltanto disgustare. Ma come si può rimanere commossi nel vedere persone che invece di andare direttamente da Dio a chiedere perdono dei loro peccati vanno da degli altri peccatori che ritengono di essere dei mediatori tra Dio e gli uomini? Ma che si vadano a leggere cosa dice la teologia romana sul sacramento della confessione! Anzi che si ravvedano di essersi commossi dinanzi alla pratica di una delle abominazioni cattoliche romane che tiene legate al peccato e fa illudere centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Che si sveglino dal sonno nel quale sono caduti!! Quanto poi alla esortazione di Bretscher di mettere da parte le nostre diffidenze e la nostra avversione verso il cattolicesimo romano, non se ne parla nemmeno; perché così facendo inganneremmo noi stessi. Come possiamo abbandonare le nostre diffidenze e la nostra avversione nei confronti del cattolicesimo romano dopo avere letto i loro catechismi ed altri loro libri? Come si può fare ciò nel constatare che la chiesa cattolica romana è la stessa nella sostanza di quella dei tempi di Lutero e Calvino? Che anche costui rientri in se stesso e si svegli dal sonno in cui è caduto e allora non parlerà più così. Così Traettino e la sua squadra si sono messi ufficialmente con i Cattolici romani trasgredendo all’ordine di Paolo: “Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli?” (2 Cor. 6:14-16). Fratelli, guardatevi da costoro e non lasciatevi ingannare dai loro vani ragionamenti. Perché dietro a tutti questi proclami d’amore fraterno si nascondono dei compromessi e tante cose nascoste e vergognose.
Concludiamo dicendo che noi non escludiamo che tra i carismatici cattolici di tutto il mondo ci possano essere persone che abbiano veramente gustato la bontà di Dio e siano state salvate dai loro peccati e neppure persone che abbiano veramente ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo; perché il Signore si fa trovare da tutti quelli che lo cercano con tutto il cuore in mezzo a tutte le chiese, anche in quelle pseudocristiane come nel caso della chiesa cattolica. E questo perché lui è giusto, senza riguardi personali. Ma una cosa è certa; queste persone saranno sospinte dallo Spirito Santo fuori dal cattolicesimo romano, perché lo Spirito brama a gelosia i figliuoli di Dio e non vuole che essi continuino a recitare il Rosario, a confessarsi dai preti, a partecipare alla messa ed altre cose abominevoli nel cospetto di Dio. Questa è l’opera dello Spirito Santo che hanno potuto avvertire nella loro vita tutti quei Cattolici visitati da Dio in seno alla chiesa cattolica romana. Bisogna dunque dire a questi carismatici cattolici di uscire dalla chiesa cattolica romana; per il loro bene, esclusivamente per il bene dell’anima loro.
Attenzione a non dire quello che ha detto Geoffrej Allen (uno dei collaboratori di Giovanni Traettino): ‘..la mia speranza non è che i carismatici escano dalla Chiesa Cattolica, piuttosto che il cattolicesimo, per tutti gli aspetti in cui non è biblico, esca dai carismatici!’ (Tempi di Restaurazione, Giugno 1994, pag. 29). Perché questo è un parlare contraddittorio dato che se uno vuole che il cattolicesimo non biblico (che è la massima parte) esca dai carismatici certamente vuole che essi escano dalla chiesa cattolica romana e che non vi rimangano. Mentre se uno vuole che il cattolicesimo non biblico esca dai carismatici, ma contemporaneamente non vuole che essi escano dalla chiesa cattolica romana; allora egli vuole che il cattolicesimo non biblico rimanga in loro, perché non è possibile rimanere nella chiesa cattolica romana senza aderire – se non proprio a tutte – a molte delle dottrine diaboliche che ci sono in essa. E per rendersi conto di questo si veda di quante dottrine diaboliche è formato il cattolicesimo romano, e come esse sono strettamente collegate tra di loro in maniera da non lasciare alternativa; o rimanere e dare retta al magistero, o uscire.
NOTE
[1] David Du Plessis (morto nel 1987) nel 1962, a motivo della sua attività ecumenica, era stato rimosso dalle Assemblee di Dio americane che gli avevano ritirato le credenziali presso quella denominazione. Ma egli fu completamente riammesso nelle Assemblee di Dio americane nel 1979 quando gli furono restituite le credenziali. Nel 1981 David Du Plessis scrisse che si era messo a pregare per il papa alla notizia che il ‘Vicario’ di Cristo era stato sparato. Nel 1983 Du Plessis fu invitato a Roma per ricevere la medaglia Benemerenti da Giovanni Paolo II e dal cardinale Willebrands. Nel suo libro Simple and Profound (Semplice e Profondo) egli è arrivato a dire che dopo essere andato a Medjugorje ed avere parlato con i bambini che ricevevano apparizioni di Maria ‘non ebbi più alcun dubbio sulla autenticità e sulla validità dell’apparizione’ (David Du Plessis, Simple & Profound, Orleans Mass., 1986, pag. 202). Dispiace veramente constatare che un uomo come David Du Plessis che un giorno era nato di nuovo ed aveva pure ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo e visto il Signore operare potentemente in Sud Africa sia rimasto sedotto dalle dolci parole ecumeniche del papato e per amore di ‘unità’ si sia gettato alle sue spalle parte del consiglio di Dio. Ma questo è avvenuto per servirci d’esempio, affinché comprendiamo quanto sia pericoloso e dannoso mettersi a dialogare (nella maniera in cui vuole la chiesa cattolica naturalmente) con i teologi papisti partendo dal presupposto che anche loro sono dei fratelli in Cristo.
[2] Era stato il cardinale Bea, che era presidente del Segretariato per l’unione dei Cristiani, ad invitarlo come unico osservatore pentecostale al concilio Vaticano.
[3] Assemblies of God = Assemblee di Dio; Church of God = Chiesa di Dio; Pentecostal Assemblies of Canada = Assemblee Pentecostali del Canada; Apostolic Faith Mission = Missione della Fede Apostolica; International Church of the Foursquare Gospel = Chiesa Internazionale del Vangelo Quadrangolare; Church of God of Prophecy = Chiesa di Dio della Profezia
Si noti che c’erano ben tre membri (di primo piano) delle Assemblee di Dio americane. Cecil Robeck è professore al Fuller Theological Seminary di Pasadena (California); Gary McGee è professore di Storia della Chiesa al Seminario teologico delle Assemblee di Dio in Springfield, Missouri; e Del Tarr è preside della scuola biblica e della Facoltà di teologia delle Assemblee di Dio americane. Considerando quindi che questa denominazione pentecostale americana condiziona in una maniera o nell’altra le Assemblee di Dio delle altre nazioni tra cui quella presente in Italia, c’è da aspettarsi che in futuro si vedano entrare in questo dialogo cattolico-pentecostale internazionale (o magari inizialmente in un dialogo ufficiale a livello nazionale) anche pastori delle Assemblee di Dio italiane. Per ora nelle Assemblee di Dio italiane ha prevalso la parte più prudente per cui esse rifiutano di aderire ad un dialogo ufficiale con i Cattolici romani, ma purtroppo esistono dei segni che lasciano ben sperare i Cattolici che anche loro in qualche maniera si apriranno al dialogo. Matteo Calisi, responsabile nazionale del RnS (Rinnovamento nello Spirito Santo) e Co-Presidente della Consultazione Carismatica Italiana, ha affermato infatti: ‘Noto che un atteggiamento più sensibile alle ragioni del mondo carismatico si va sviluppando nelle ADI soprattutto fra i giovani, e mi sembra che questo sia un segno positivo per il futuro. Alcuni membri delle ADI hanno partecipato a nostri incontri a titolo strettamente personale, senza rappresentare ufficialmente la loro denominazione. Alcuni musicisti delle ADI hanno collaborato con il Ministero nazionale della musica del Rinnovamento italiano, sia suonando in orchestra che effettuando delle registrazioni discografiche. Anche questi sono piccoli segni di speranza, e certamente auspico che un dialogo di questo genere possa proseguire su scala più vasta nel futuro’ (Massimo Introvigne, Aspettando la pentecoste, Padova 1996, pag. 58). Anche il fatto che il nome di Francesco Toppi, l’attuale presidente delle ADI, compare tra i consulenti stabili che hanno partecipato alla stesura della versione della Bibbia interconfessionale (1986), che è inaffidabile perché cattolicizzata, è un cattivo segno che purtroppo lascia ben sperare i Cattolici romani in una futura apertura al dialogo con le ADI.
[4] Nel settembre del 1995 il Gruppo Associato di Lavoro fra il Consiglio Mondiale delle Chiese e la Chiesa Cattolica Romana ha presentato un documento dal titolo The Challenge of Proselytism and the Calling to Common Witness (La Sfida del Proselitismo e la Chiamata alla Testimonianza Comune) il cui scopo ‘è incoraggiare tutti i Cristiani a perseguire la loro chiamata per rendere una comune testimonianza dello scopo salvifico e riconciliatore di Dio nel mondo di oggi e di aiutarli ad evitare ogni competizione nella missione che contraddice la loro comune chiamata’ (The Ecumenical Review La Rivista Ecumenica, 48,2, 1996, pag. 213). Faccio presente che del Consiglio Mondiale delle Chiese fanno parte pure alcune denominazioni pentecostali. La Iglesia Pentecostal de Chile e la Misiòn Iglesia Pentecostal (entratevi nel 1961), la Igreja Evangelica Pentecostal ‘O Brasil para Cristo’ (entratavi nel 1969), The International Evangelical Church (la Chiesa Evangelica Internazionale, entratavi nel 1972, di cui ci sono diverse comunità anche in Italia tra cui una delle più note è quella che si riunisce a Via Chiovenda a Roma), la Iglesia de Dios (denominazione argentina entratavi nel 1980), la Missao Evangelica Pentecostal de Angola (entratavi nel 1985) e la Iglesia de Misiones Pentecostales Libres de Chile (entratavi nel 1991).
[5] Il bacio dei piedi non l’ha ricevuto solo Traettino a quell’incontro ma lo hanno ricevuto anche altri pastori evangelici; questo è avvenuto alla fine della processione ecumenica in cui anche Traettino aveva portato la croce. Riportiamo a tal proposito quanto si legge sul periodico Rinnovamento nello Spirito Santo di Maggio-Giugno 1996: ‘Momento di intensa commozione è stato quello della processione ecumenica che ha visto porsi alla sequela della croce, portata alternativamente da tutti, i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane (oltre dieci) presenti a questa Convocazione. Questo momento è culminato nel bacio dei piedi e nell’abbraccio che il Comitato Nazionale di Servizio del RnS ed i vescovi Bregantini, Chiaretti e Casale si sono scambiati con i fratelli ritrovati’ (pag. 7). Per quanto riguarda i nomi degli altri Evangelici che hanno partecipato a quell’incontro segnalo alcuni di questi, così come li leggo nella sopra citata rivista: rev. Emilio Ursomando, pastore pentecostale della Comunità Cristiana di Reggio Calabria; dott. Geoffrey Allen, anziano della Comunità Cristiana di Pavia; dott. Ernesto Bretscher jr., pastore evangelico della Comunità Cristiana di Torino e segretario del Consiglio delle Chiese di Torino; rev. Massimo Loda, pastore della Comunità Cristiana di Pavia, responsabile delle Chiese evangeliche del nord Italia (cfr. pag. 5).
(Dal mio libro La Chiesa Cattolica Romana, Roma 1998, pag. 300-306; con aggiunte e alcune piccole modifiche)
6. Ho notato che tra i Pentecostali, in linea generale, non si sente mai o quasi mai parlare della predestinazione, e quando se ne sente parlare se ne sente parlare in maniera distorta; come mai?
Perchè la maggior parte dei Pentecostali è dell’opinione che la dottrina della predestinazione fa apparire Dio come un Dio ingiusto perchè mentre avrebbe predestinato alcuni eletti alla salvezza avrebbe predestinato gli altri alla perdizione!! Un’altra ragione è perchè la dottrina della predestinazione produrrebbe nel credente lassismo e pigrizia, in altre parole lo scoraggerebbe a santificarsi e compiere opere buone!!
Vediamo adesso di rispondere alle principali obbiezioni mosse contro la dottrina della predestinazione.
Dio, per avere predestinato alcuni ad essere giustificati ed altri ad essere condannati, non può essere accusato di essere ingiusto perchè Lui ha il ‘diritto’ di fare quello che vuole di quello che è suo, cioè Lui è libero sia di fare grazia che di non fare grazia a chi vuole Lui. A coloro che contendono con Dio a proposito di questo suo proponimento Egli dice: “Non m’è lecito fare del mio ciò che voglio?” (Matt. 20:15), ed anche: “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà‘ (Esodo 33:19). Capisco che è duro accettare questo modo di agire di Dio, capisco che umanamente non è comprensibile, ma le cose stanno così perchè confermate ampiamente dalla Scrittura. Io rigetterei tutto ciò se la Scrittura tacesse su ciò, o se ciò contrastasse la Parola di Dio, ma il fatto è che la Scrittura dice che questo è il modo di agire di Dio. Prendiamo per esempio Esaù e Giacobbe: che dice la Parola di Dio? Che prima che avessero fatto alcunché di bene o di male, affinché rimanesse fermo il proponimento dell’elezione di Dio, Dio disse a Rebecca loro madre: “Il maggiore servirà al minore; secondo che è scritto: Ho amato Giacobbe, ma ho odiato Esaù” (Rom. 9:12-13). Non è chiaro ciò che è scritto? Non è chiaro che Dio agì così non perchè Giacobbe meritasse di essere servito da suo fratello e quest’ultimo non meritasse di essere servito, ma semplicemente perchè a Dio piacque così? Perchè ostinarsi e darsi a vani ragionamenti? Che poi è da sottolineare che l’esempio di Esaù e Giacobbe è preso da Paolo proprio per spiegare il proponimento dell’elezione di Dio, un esempio calzante dobbiamo dire perchè mostra in maniera lampante e indiscutibile come il proponimento dell’elezione di Dio non dipende dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama, o come dice Paolo più avanti, “non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia” (Rom. 9:16). Dunque quando si legge che Esaù vendette la sua primogenitura a Giacobbe per un piatto di lenticchie, che Giacobbe si appropriò in maniera disonesta della benedizione che spettava a Esaù occorre tenere bene a mente che il tutto rientrava nella volontà di Dio, cioè fu Dio che fece accadere quelle cose affinché si adempisse la sua Parola. Naturalmente, non per questo il comportamento scorretto sia di Esaù che di Giacobbe passò inosservato da Dio e rimase impunito infatti ricevette la giusta punizione. Un discorso simile va fatto a riguardo di Faraone; Dio quando mandò Mosè da Faraone per ordinargli di lasciare andare via il suo popolo avvertì Mosè che Faraone non lo avrebbe lasciato andare se non dopo essere stato forzato da una mano potente e questo perchè Lui gli avrebbe indurato il cuore per manifestare la sua gloria e affinché il suo nome fosse conosciuto dagli Egiziani. Ascoltate cosa disse Dio a Mosè: “Vedi, io ti ho stabilito come Dio per Faraone, e Aaronne tuo fratello sarà il tuo profeta. Tu dirai tutto quello che t’ordinerò, e Aaronne tuo fratello parlerà a Faraone, perché lasci partire i figliuoli d’Israele dal suo paese. E io indurerò il cuore di Faraone, e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. E Faraone non vi darà ascolto; e io metterò la mia mano sull’Egitto, e farò uscire dal paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo, i figliuoli d’Israele, mediante grandi giudizi. E gli Egiziani conosceranno che io sono l’Eterno, quando avrò steso la mia mano sull’Egitto e avrò tratto di mezzo a loro i figliuoli d’Israele’ (Esodo 7:1-5). E’ vero che in alcuni posti è scritto che Faraone indurò il suo cuore, ma questo induramento fu prodotto da Dio senza che Faraone sapesse alcunché. Dio aveva deciso di agire così, e così agì. Qualcuno potrebbe dire che questo è solamente un caso isolato di induramento per cui non può essere preso come esempio; a questo rispondo che innanzi tutto non è isolato perchè sempre nella legge c’è l’induramento di altre persone e precisamente del re di Sihon, re di Heshbon, del quale Mosè dice: “Ma Sihon, re di Heshbon, non ci volle lasciar passare per il suo paese, perché l’Eterno, il tuo Dio, gli aveva indurato lo spirito e reso ostinato il cuore, per dartelo nelle mani, come difatti oggi si vede” (Deut. 2:30). Lo vedete? Il caso di Faraone non è isolato. E poi c’è anche il caso dei Giudei che rifiutarono di credere in Gesù pur avendo visto tanti miracoli: ascoltate quello che ci dice l’apostolo Giovanni: “E sebbene avesse fatto tanti miracoli in loro presenza, pure non credevano in lui; affinché s’adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto a quel che ci è stato predicato? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore? Perciò non potevano credere, per la ragione detta ancora da Isaia: Egli ha accecato gli occhi loro e ha indurato i loro cuori, affinché non veggano con gli occhi, e non intendano col cuore, e non si convertano, e io non li sani” (Giov. 12:37-40). Credo che ogni commento a queste parole di Giovanni sia superfluo!! Dunque alla luce delle Scritture ha ragione Paolo quando dice che Dio fa misericordia a chi vuole e indura chi vuole (cfr. Rom. 9:18). Ma chi può mettersi a replicare a Dio? Ma chi si metterà a contendere con Lui? Noi rottami fra i rottami che possiamo dire al nostro Fattore? Se dunque Dio fa misericordia a chi vuole e indura chi vuole, cade l’obbiezione secondo cui la dottrina della predestinazione fa apparire Dio ingiusto o con dei riguardi personali.
La dottrina della predestinazione non produce pigrizia in coloro che l’accettano; basta prendere l’esempio di Paolo che credeva di essere stato appartato per l’Evangelo sin dal seno di sua madre (cfr. Gal. 1:15) per capire che non è così. Lui stesso ebbe a dire che si era affaticato nel Signore più di tutti gli altri apostoli (cfr. 1 Cor. 15:10); bastano queste parole per mettere a tacere ogni accusa del genere. Anzi la dottrina della predestinazione induce chi l’accetta ad essere zelante nelle opere buone perchè questa dottrina incoraggia e induce il credente a mostrarsi riconoscente verso Colui che ha voluto fargli grazia.
Una puntualizzazione va fatta però adesso; quando io parlo della dottrina della predestinazione non intendo dire che per il fatto di avere creduto ci si può comportare come vuole, tanto alla fine si verrà salvati lo stesso nel regno di Dio. Perchè una volta che si è creduto occorre perseverare sino alla fine nella fede, altrimenti si andrà in perdizione. La dottrina chiamata ‘una volta salvati, sempre salvati’, non è dunque conforme a verità, perchè la Scrittura ammette che un credente possa scadere dalla grazia e andare in perdizione. E’ ovvio quindi che quando dico che la dottrina della predestinazione non può produrre pigrizia lo dico perchè il credente sapendo di avere ricevuto una vocazione celeste per la grazia di Dio si sforzerà di condurre una vita piena di opere buone, una vita santa e giusta, altrimenti, cioè se rifiuterà di santificarsi e di compiere opere buone andrà in perdizione. Se il giusto si tira indietro va in perdizione, insegna la Scrittura (cfr. Ebr. 10:38-39). Ecco perchè il fatto di sapere di essere stati predestinati non può portare il credente a fare la vita che vuole. Che dire allora di quei credenti che pur avendo accettato la dottrina della predestinazione si sono poi tratti indietro a loro perdizione? Diremo semplicemente che non hanno voluto perseverare nella fede fino alla fine a danno della loro anima. L’espressione ‘una volta salvati, sempre salvati’ vale quindi solo nel caso di coloro che perseverano nella fede fino alla fine. Per coloro che un giorno sono stati salvati e poi non hanno perseverato occorre dire ‘furono salvi solo per un certo tempo’.
Per terminare voglio dire qualche cosa d’altro, e cioè che c’è un altra ragione che impedisce a molti Pentecostali di accettare la predestinazione, ed essa è l’orgoglio. Cosa voglio dire? Voglio dire che essi rigettano la predestinazione perchè essa toglie all’uomo ogni vanto perchè secondo la dottrina della predestinazione il fatto che una persona creda nel Signore non è dovuto al fatto che egli abbia voluto credere ma che Dio abbia decretato che egli creda e lo ha indotto a credere donandogli la fede. In altre parole la conversione del credente non è dipesa dall’uomo ma INTERAMENTE da Dio, e questo dà non poco fastidio a coloro che invece pensano e dicono che loro hanno creduto perchè hanno voluto loro credere, loro sono andati a Cristo perchè hanno voluto loro andare a Cristo. Costoro quando gli si parla della predestinazione è come se ti dicessero: ‘Ma insomma con questa dottrina non ci permetti di innalzarci neppure un pò, non ci permetti di congratularci con noi stessi neppure per un attimo, perchè secondo te il tutto è opera di Dio; noi siamo stati semplicemente convertiti da Dio, attirati da Dio a Cristo, e salvati esclusivamente per il beneplacito della sua volontà’!!!’. E’ triste constatare tutto ciò, veramente triste.
7. Ho notato che nelle Chiese Pentecostali, nella maggior parte dei casi, quando si sente parlare di santificazione non viene mai detto che i credenti non devono fare certe cose (come per esempio andare al mare, mettersi gioielli addosso, vesti sfarzose e provocanti) per santificarsi; come mai?
I motivi sono i seguenti; il pastore stesso non si santifica perchè si dà a piaceri della carne e della vita, cioè a quelle cose da cui dovrebbe astenersi per essere un esempio al gregge. Come si può quindi aspettare da lui che si metta a dire che quella o quell’altra cosa non si deve fare? Pensi tu che egli non sappia che se si mettesse a parlare in questa maniera qualcuno subito gli punterebbe il dito dicendo che il primo ad ubbidire a quello che dice è proprio lui, con grande vergogna per lui medesimo? Quindi se lui si va a prendere la tintarella al mare o al lago, o va ai parchi di divertimento con la famiglia o magari sta davanti alla televisione o magari va dietro alla moda di questo secolo o ha l’animo alle cose alte assieme a sua moglie, non si metterà a riprovare queste cose. Al massimo si limiterà a dire di non andare a ballare, di non fumare, di non uccidere, di non commettere adulterio, cose da cui si astiene per cui non può essere accusato di essere un ipocrita, ma per tante altre cose regnerà il silenzio assoluto nelle sue predicazioni. Parlerà della santificazione omettendo di parlare di tante cose che i credenti non devono fare per piacere a Dio.
E poi occorre tenere presente che questi pastori hanno tutto l’interesse a non dire certe cose, perchè sanno che le predicazioni sulla santificazione che sono specifiche non piacciono a coloro che amano il mondo che sono in grande numero nei locali di culto e che esse farebbero emigrare le sue pecore verso un altra comunità dove queste cose non vengono riprovate. Comprendi quindi il perchè oggi non si sente una sola parola contro l’andare in spiaggia al mare a mettersi mezzi nudi, contro i gioielli, gli orecchini, le scollature vertiginose, gli spacchi, le minigonne, le vesti femminili attillate, il trucco, la televisione e tante altre cose?
8. Ho notato che molti Pentecostali fanno uso di mimi e scene teatrali per evangelizzare; che ne dite?
Diciamo che questo denota la mancanza di potenza esistente in mezzo a queste Chiese che fanno uso di questi mezzi per evangelizzare. Difatti è quando viene a mancare la potenza nella predicazione che si ricorre a questi mezzi. Gesù Cristo, gli apostoli, e tutti coloro che ai giorni degli apostoli furono chiamati da Dio a predicare il vangelo non facevano uso di questi mezzi per attirare le persone a loro, essi aprivano la bocca e Dio la riempiva con parole potenti, persuasive, e spesso accompagnava la loro predicazione con segni e prodigi, e questo faceva accorrere le persone presso di loro. Purtroppo però molti credenti oggi non vogliono seguire l’esempio di Cristo e degli apostoli, neppure la maniera in cui evangelizzavano; per cui si assiste a questi spettacoli ridicoli e vergognosi che sono sotto gli occhi di tutti. Preghiamo Dio che tornino i giorni di una volta.
9. Ho notato che alcuni Pentecostali collaborano con i ‘Gesù solo’; che ne dite?
Diciamo che è veramente preoccupante perchè da questa loro collaborazione si evince che a questi Pentecostali non importa nulla o quasi nulla di una parte del consiglio di Dio, in questo caso della dottrina della Trinità così tanto stoltamente attaccata e denigrata dai ‘Gesù solo’, ed anche della dottrina della salvezza infatti i ‘Gesù solo’ (non proprio tutti ma la maggior parte di loro) affermano che per essere salvati occorre credere, essere battezzati nel solo nome di Gesù, e poi ricevere il battesimo con lo Spirito Santo con il segno esteriore delle lingue.
‘Anche loro parlano di Gesù’, ci vengono a dire costoro. Sì, ne parlano, ma – vorrei domandare a costoro – in che maniera? Lo sapete in che maniera? Lo sapete che per loro Gesù è sia il Padre che il Figliuolo e lo Spirito Santo? Lo sapete che per loro il Padre si riferisce alla divinità di Cristo mentre il Figliuolo all’umanità? Lo sapete che per loro il Figlio di Dio non è coeterno con il Padre perchè era solo idealmente nella mente del Padre, per cui il Figlio di Dio ha avuto inizio nel seno di Maria? E poi lo sapete che essi affermano che il battesimo in acqua rimette i peccati? Ma attenzione non il battesimo nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, perchè quello non è valido (voi dunque dovete farvi ribattezzare secondo costoro), ma il battesimo ministrato nel solo nome di Gesù che è il solo Dio. Quindi costoro hanno fatto del loro battesimo l’unico mezzo per ottenere la remissione dei peccati. Ascoltatemi, voi fate molto male a collaborar con costoro, ritiratevi da essi, perchè insegnano diverse menzogne che non hanno nulla a che fare con la verità. Ho scritto un libro confutatorio sui ‘Gesù solo’; vi invito ad andarlo a leggere.
10. Come mai ci sono dei Pentecostali che guardano male i fratelli che hanno la barba?
Perchè chi ha la barba ai loro occhi è uno che non si lava mai o poco, insomma una persona sporca che non cura il proprio corpo come i ‘barboni’ della stazione o della metropolitana. La barba quindi è sinonimo di sporcizia o di trasandatezza per costoro. C’è poi chi non gradisce chi ha la barba perchè il proprio pastore non ce l’ha e non ce l’ha mai avuta ed è stato sentito parlare contro la barba, per cui pensa che un pastore o comunque un ministro del vangelo non deve avere la barba. Purtroppo qui in Italia in alcuni ambienti pentecostali c’è un forte pregiudizio verso chi ha la barba, quando essa è una cosa del tutto naturale perchè così Dio ha fatto l’uomo. Non è forse vero che i peli della barba crescono per natura come crescono i capelli della testa? Perchè dunque costoro che guardano male la barba e non se la fanno crescere non si radono anche i capelli del capo tenendo anche la testa rasata? Ora con questo io non voglio dire che tutti gli uomini devono avere la barba, ma solo che non è giusto nutrire dei pregiudizi verso un fratello che ha la barba.
Aaronne aveva la barba (cfr. Sal. 133:2), Davide pure (1 Sam. 21:13), così come Esdra (cfr. Esd. 9:3) il profeta Ezechiele (Ez. 5:1), come anche Gesù Cristo perchè di lui parlò Isaia quando disse: “Io ho presentato il mio dorso a chi mi percoteva, e le mie guance, a chi mi strappava la barba; io non ho nascosto il mio volto all’onta e agli sputi” (Is. 50:6). Chi ha orecchi da udire oda.
11. Condivide e cosa ne pensa del “fenomeno” della Caduta, che si verifica in qualche Chiesa Evangelica Pentecostale? Questo avviene principalmente durante la preghiera con imposizione delle mani da parte degli Anziani o dei Pastori. Dicono che la potenza di Dio e dello Spirito Santo si possa manifestare anche in questo modo. Cosa ne dice?
Prima di rispondere a questa domanda voglio dare qualche cenno su questa caduta a terra che si verifica in mezzo ad alcune Chiese pentecostali. Le persone, mentre sono in fila davanti a questi predicatori che hanno le loro mani su di essi, perdono l’equilibrio e cadono a terra; in molti casi dietro di loro è appostato qualcuno pronto ad accompagnare la loro caduta a terra. Questa esperienza è definita come ‘cadere sotto il peso della gloria di Dio’ e ‘essere vinto dallo Spirito’; e viene detto che coloro che la sperimentano si ‘riposano nello Spirito’. Mentre sono a terra le persone, alcune giacciono tranquille, altre si rotolano ed altre cominciano a muovere rapidamente e ritmicamente il loro corpo. Alcuni hanno riferito che mentre si trovavano a terra si sentivano come anestetizzati e impossibilitati ad alzarsi. Nell’insieme i caduti a terra descrivono questa esperienza come piacevole. Come spiegano biblicamente questa caduta coloro che la proclamano? I passi biblici presi a sostegno di questa esperienza sono i seguenti:
• “Era un’apparizione dell’immagine della gloria dell’Eterno. A questa vista caddi sulla mia faccia…” (Ezec. 1:28):
• “Udii il suono delle sue parole; e, all’udire il suono delle sue parole, caddi profondamente assopito, con la faccia a terra” (Dan. 10:9):
• “E i discepoli udito ciò, caddero con la faccia a terra, e furono presi da gran timore” (Matt. 17:6);
• “E quando l’ebbi veduto, caddi ai suoi piedi come morto…” (Apoc. 1:17):
• “E mentre era in cammino avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli sfolgorò d’intorno. Ed essendo caduto a terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (Atti 9:3-4).
Che diremo dunque? Che questo cadere che si verifica in seno a queste Chiese procede da Dio? Affatto, perché non si tratta affatto dello stesso fenomeno. Vediamo di spiegare il perché. Ezechiele, Daniele, i discepoli di Gesù, Giovanni, e Saulo da Tarso caddero a terra dinnanzi ad una visione gloriosa datagli da Dio. In particolare facciamo notare che Ezechiele e Saulo caddero a terra prima di udire la voce del Signore, mentre Daniele e i discepoli di Gesù sul monte santo caddero a terra quando udirono una voce (nella visione di Daniele non viene detto chi era il personaggio che gli apparve e che gli parlò, mentre nella visione dei discepoli quella voce era di Dio Padre). Per ciò che concerne Giovanni è detto che cadde a terra quando, voltatosi, vide il Signore, e non quando udì la voce che gli parlava dal di dietro. Dinnanzi a visioni del genere dunque non c’è niente da meravigliarsi se ancora oggi chi le ha cade a terra; infatti è tale la potenza di Dio in queste circostanze che il corpo viene meno; le gambe non reggono, il respiro viene meno, come anche il vigore, il che rende impossibile rimanere in una posizione normale. Perciò io credo che per la potenza di Dio, dinnanzi a tali visioni, si può cadere o meglio si cade a terra.
Ma qui stiamo parlando di casi di caduta a terra dinnanzi a visioni, cioè dinnanzi a cose che vengono dal cielo, di cose che vengono dallo Spirito Santo, che quindi non sono prevedibili ma avvengono improvvisamente. Può succedere in campagna, in casa, mentre si è in preghiera o magari in piedi, ma si tratta sempre di fenomeni gloriosi che vengono da Dio.
Ma altra cosa è quando si parla del cadere a terra che si verifica in seno a queste Chiese. Qui le cose sono profondamente diverse perché coloro che cadono a terra lo fanno in seguito alla forte suggestione che viene esercitata su di loro dai predicatori presenti alla riunione e alle spinte che vengono esercitate sulle loro spalle o sulla loro fronte, spinte che sono abilmente camuffate infatti viene fatto credere che si tratta di imposizione delle mani.
Ma esaminiamola un po’ più da vicino l’atmosfera che c’è in queste riunioni.
L’uditorio è già avvertito che si cadrà a terra, quindi chi partecipa a queste riunioni si aspetta anche lui di cadere per ricevere la ‘Benedizione’ ossia per ‘riposare nello Spirito’. Basta considerare che in alcuni locali di culto viene detto durante il tempo che precede l’accadimento di questi fenomeni di prendere le sedie e di metterle lungo i lati del locale di culto per rendersi conto dell’atmosfera che regna in questi luoghi. Pare proprio che uno deve cadere per forza a terra; chi vuole rimanere in piedi deve cambiare posto!! Oramai a queste riunioni i più vanno per cadere a terra!!
Dopo l’avvertimento gli uditori si recano davanti dove ci sono una schiera di pastori o anziani o predicatori pronti a imporre le mani su di loro. Che succede a questo punto? Che costoro impongono le mani su questi credenti e cominciano a pregare. Il fatto è che molto spesso queste imposizioni delle mani non sono altro che spinte che vengono esercitate o sulla fronte o sulle spalle, per cui all’improvviso succede che si comincia a vedere questi credenti cadere a terra uno dopo l’altro!!! La caduta avviene all’indietro, e non con la faccia a terra come invece abbiamo visto avvenne nel caso di Daniele, Ezechiele e i discepoli di Gesù, ma è una caduta che viene controllata da delle persone appositamente scelte per questa mansione che si mettono dietro chi deve cadere!! Così si cerca di evitare che chi cade si faccia male.
Dinnanzi a tali comportamenti non si può non dire che ci si trova davanti a comportamenti sconvenienti che non trovano nessuna conferma nella Parola di Dio, anzi vi trovano la loro condanna. Tutto ciò è suggestione, solamente suggestione; e siccome che le persone – compresi molti credenti – sono facilmente suggestionabili, non ci si deve meravigliare del fatto che tanti di loro si ritrovano sdraiati per terra. Non si può quindi attribuire questo cadere al peso della gloria di Dio, ma bensì si deve attribuire alle arti seduttrici dell’errore di cui fanno sfoggio questi abili e spregiudicati predicatori. Può pure succedere che qualcuno cada a terra perché preso dall’emozione che sanno suscitare questi abili predicatori, ma rimane il fatto che non cade a terra per la potenza di Dio. Non c’è nessuna manifestazione della potenza di Dio dinnanzi alla quale cadono i presenti.
Ribadisco, per evitare malintesi, che sono persuaso che quando Dio si manifesta con potenza può accadere pure che credenti o non credenti cadano a terra. Talvolta pure colpiti da un giudizio di Dio contro di loro per qualche loro misfatto. Ma di qui al cadere a terra che si verifica in queste comunità c’è una differenza notevole; perché il primo avviene senza nessuna forma di suggestione mentre il secondo in virtù della suggestione di abili predicatori; il primo è vero, il secondo è falso.
Voglio riferire a tale proposito una testimonianza di una sorella che molti anni fa mi disse personalmente quello che le era successo durante una riunione di uno di questi predicatori sotto le cui mani cadono le persone per le quali egli prega. Lei aveva creduto da poco tempo, e siccome ancora fumava e voleva smettere, dopo avere sentito dire a questo predicatore che il Signore può liberare da ogni vizio (il paradosso è che questo predicatore – ma questa sorella non lo sapeva ancora – è lui stesso schiavo del fumo) volle andare avanti affinché pregasse per lei. Mentre si trovava in fila vedeva che quelli per cui pregava questo predicatore cadevano a terra. Quando venne il suo turno accadde questo; questo predicatore – che per altro è un uomo piuttosto alto – mentre pregava per lei le mise la sua mano sul capo e nel mentre la spingeva con le sue lunghe dita sulla fronte in modo da farla cadere (la spinta che lui esercitava non era verificabile da terzi perché fatta con molta astuzia); e la pressione era così forte che questa donna ad un certo punto si ritrovò sui suoi talloni sul punto di cadere ma alla fine non cadde. Eppure la fama di questo predicatore è che sia un predicatore potente!! Ma qui ancora la spinta non era visibile all’uditorio, ma ci sono predicatori che danno veri e propri spintoni – e anche schiaffi -, affinché colui per il quale pregano cada a terra. Ovviamente i suoi collaboratori si mettono dietro a chi deve cadere per non fargli fare male!! C’è anche poi chi soffia sulle persone, sempre per farle cadere a terra; e parecchi cadono!!! Come si fa a credere che tutto ciò che accade sia opera dello Spirito Santo? Bisogna essere veramente ciechi per crederlo.
Dunque, attenzione a questi predicatori che spingono e che soffiano per far cadere le persone; attenzione a questa moda che è finita con il diventare dogma in molte chiese per cui si è giunti alla conclusione che se nella Chiesa non c’è chi cade a terra non c’è la potenza di Dio in mezzo ad essa!
Le impressioni di un pastore che ha partecipato ad una riunione di Benny Hinn
Qui di seguito, ecco parte di una lettera di un pastore delle Assemblee di Dio degli USA, da lui scritta nel Luglio del 1995 a Thomas Trask Sovrintendente Generale della suddetta Denominazione Pentecostale, dopo avere frequentato una riunione di Benny Hinn che è un evangelista americano (facente parte lui stesso delle Assemblee di Dio americane) nelle cui riunioni cadono a terra le persone. La lettera si prefiggeva di ricevere delle risposte ad alcune domande sorte in lui dopo avere visto e sentito alcune particolari cose in quella riunione.
‘…. ORA io vengo al posto nel servizio che ho bisogno tu mi aiuti a capire. I 35-50 minuti conclusivi furono, secondo la mia umile opinione, la più grottesca ostentazione (display) che io abbia mai visto messa su nel Nome del Signore. Non ci sono parole per descrivere adeguatamente … il suono della musica, lo strepito di una folla frenetica, l’urlare amplificato del fratello Hinn, e i corpi che cadevano, flailing bodies sulla e attorno all’area della piattaforma. TOUCCHHH! (TOCCO, o TOCCA) gridava e gridava dentro il microfono mentre lanciava le sue braccia a gruppi e individui (while flinging his arms at groups and individuals). Qualche volta egli ordinò a membri del team ministry di fare stare in piedi una persona così egli poteva provare una seconda e persino una terza volta con il suo TOUCCHHH! Io fui incapace di accertarmi di quello che si supponeva stesse avvenendo o venisse compiuto nel prezioso Nome di Gesù.. Non ci fu nessun appello alla conversione, ad una ridedicazione, o persino alla guarigione. Mi parve (a me, almeno) che fosse un po’ di più che una frenesia di una ricerca di benedizione. Alcuni anni fa io vidi un video intitolato ‘Il Dio del New Age’ in cui c’era una sezione che mostrava un grosso gruppo di persone in una cosiddetta frenesia spirituale all’apparizione del loro guru in un ranch di Oregon. La scena alla Crociata di Hinn istantaneamente e vividamente mi riportò alla mente quella sequenza del video. Se io ti scrivo come uno superagitato (over-wrought), per favore perdonami. Mentre andai più vicino per vedere che cosa stava accadendo, diventai intensamente nauseato. Tremai, ma non per la potenza di Dio. Quello che scosse il mio corpo fu una combinazione di potenti emozioni che includevano sia il terrore che la furia verso l’appariscente manipolazione di persone che stava avendo luogo mentre degli uomini in cui avevo fiducia guardavano e occasionalmente partecipavano pure. Persino ora mentre sto scrivendo, mi vengono le lacrime che bruciano i miei occhi (stinging my eyes). E’ questa la nuova direzione della nostra grande e meravigliosa Comunione? Benny Hinn è il nuovo esemplare di cose desiderate nei nostri ministeri? ….
Chi conosce l’Inglese e desidera leggere tutta quanta la lettera visiti questa pagina web:
http://www.pentecostal-issues.org/
Il titolo dell’articolo è: Benny Hinn: One Pastor’s Experience and Response
12. Come mai voi Pentecostali salutate con ‘pace’ e vi salutate baciandovi?
Salutiamo con ‘pace’ perché Gesù quando mandò i suoi discepoli a predicare il Regno di Dio disse loro: “In qualunque casa sarete entrati, dite prima: Pace a questa casa! E se v’è quivi alcun figliuolo di pace, la vostra pace riposerà su lui; se no, ella tornerà a voi” (Luca 10:5-6). Lui stesso quando apparve ai suoi discepoli dopo essere risorto li salutò con la pace infatti disse loro: “Pace a voi” (Giov. 20:19). Non siamo comunque gli unici che si salutano dicendosi ‘Pace’, lo fanno anche gli Ebrei che si salutano spesso dicendo ‘Shalom’.
Per ciò che concerne il baciarci lo facciamo in ubbidienza a queste parole degli apostoli: “Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio” (Rom. 16:16; 1 Cor. 16:20); “Salutatevi gli uni gli altri con un bacio d’amore” (1 Piet. 5:14).
13. …. Come mai se tutti vi ritenete guidati dallo Spirito Santo, la pensate in modo diverso su cose (come la predestinazione) comunque di una certa importanza?
13. ….. Da poco mi sono avvicinata ad una Chiesa Evangelica, ma ho notato che ci sono grandi divergenze di pensiero tra lei ed il pastore della Chiesa Evangelica a cui mi sono avvicinata (si tratta di Pentecostali!). Come mai se tutti vi ritenete guidati dallo Spirito Santo, la pensate in modo diverso su cose (come la predestinazione) comunque di una certa importanza?
Risposta
Perché in seno a noi Pentecostali, nonostante sia giustamente messa enfasi sulla guida dello Spirito Santo, non tutti coloro che predicano e insegnano la Parola di Dio, intendono certe cose scritte nella Bibbia nella maniera giusta, per cui coloro che non le intendono correttamente non le insegnano correttamente. Per usare una espressione biblica, costoro su alcuni punti non tagliano rettamente la Parola di Dio come invece ordina di fare Paolo a Timoteo secondo che è scritto: “Studiati di presentar te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia ad esser confuso, che tagli rettamente la parola della verità” (2 Tim. 2:15), e ovviamente questo torna a loro confusione. La predestinazione per esempio è una delle dottrine bibliche che molti ministri del Vangelo Pentecostali non hanno inteso in maniera retta, da qui la divergenza fra me e loro. Ora, tu forse dirai: ‘Ma come possono costoro intendere certe cose in maniera diversa quando abbiamo tutti il medesimo Spirito che ci guida nella verità?’ Questo avviene perché nonostante lo Spirito Santo ci guidi in ogni verità, e quindi a comprendere rettamente le dottrine bibliche, non tutti vogliono seguire lo Spirito Santo in tutto e per tutto. In altre parole, alcuni preferiscono seguire la guida dello Spirito Santo solo in certe cose, in altre si affidano o si appoggiano sul proprio discernimento, cosa questa che è espressamente vietata di fare (cfr. Prov. 3:5,7; Rom. 12:16), e questo va a danno loro e di quelli che li ascoltano. In taluni casi comunque è successo che alcuni prima su certe cose la pensavano in maniera sbagliata, poi sono rientrati in loro stessi ed hanno cominciato a pensare e ragionare in maniera giusta.
14. ….. Ho assistito più volte a dei culti in una chiesa evangelica pentecostale libera ed ho notato una cosa che non ho ben capito: molti (per non dire tutti) ad un certo punto cominciano a parlare in lingue, ma mai nessuno ha interpretato quello che si è detto. La mia domanda è questa: non è sbagliato questo atteggiamento in relazione a ciò che dice la Bibbia in 1 Corinzi 14,27-28: ……? ……
14. Gentile sig. Butindaro, …. avrei una domanda da farle. Spero che mi darà una risposta esauriente. Ho assistito più volte a dei culti in una Chiesa Evangelica Pentecostale libera ed ho notato una cosa che non ho ben capito: molti (per non dire tutti) ad un certo punto cominciano a parlare in lingue, ma mai nessuno ha interpretato quello che si è detto. La mia domanda è questa: non è sbagliato questo atteggiamento in relazione a ciò che dice la Bibbia in 1 Corinzi 14, 27-28: «… Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete. Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell’assemblea e parli solo a se stesso e a Dio. »? Da considerare inoltre che le persone che ho visto parlare in lingue non sono 2 o 3, ma tutta l’assemblea intera, ovvero 100-150 persone contemporaneamente. Che risposta mi può dare?
Risposta
La risposta che le dono è la seguente. Sì, questo comportamento di cui lei è stato testimone più volte è sbagliato alla luce di quanto ordina di fare la Scrittura in merito al parlare in lingue quando la Chiesa è radunata. La Scrittura infatti afferma quanto segue: “Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al più, a farlo; e l’un dopo l’altro; e uno interpreti; e se non v’è chi interpreti, si tacciano nella chiesa e parlino a se stessi e a Dio” (1 Cor. 14:27-28). Innanzi tutto la prego di notare che nel caso in una comunità ci siano coloro che parlano in altre lingue, non è concesso a tutti di farlo ad alta voce in maniera da attirare l’attenzione dei presenti, nè assieme e neppure uno dopo l’altro, ma questo è concesso solo a due o al massimo a tre, e poi questo parlare deve essere ordinato nel senso che non può avvenire contemporaneamente ma uno dopo l’altro. Quindi anche nel caso fossero solo due o tre a parlare in lingue contemporaneamente ad alta voce, la cosa non può essere accettata. E dopo il parlare in lingue ci deve essere l’interpretazione fatta da uno solo (quindi non ci possono essere due o tre o più persone che interpretano), nel caso però manca chi interpreta allora essi devono tacere e parlare a se stessi e a Dio (quindi questo tacere non è totale perchè possono continuare a parlare – anche in altra lingua magari – ma solo sottovoce).
Alla luce dunque di questi ordini dati dall’apostolo Paolo, il parlare in lingue fatto da una intera assemblea, non importa quanto bello può sembrare, non è corretto, e che sia così lo conferma sempre Paolo ai Corinzi quando domanda loro: “Quando dunque tutta la chiesa si raduna assieme, se tutti parlano in altre lingue, ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno essi che siete pazzi?” (1 Cor. 14:23). Ecco dunque perchè Paolo invita ad evitare questo parlare in lingue assieme, per evitare che nel caso entrano degli estranei o dei non credenti, questi non ci prendano per pazzi. E’ una questione dunque di decoro e di ordine.
Voglio terminare di risponderle facendole presente che purtroppo questo parlare in lingue di tutti o quasi quando la Chiesa è radunata non è presente solo nelle Chiese Pentecostali libere ma anche in quelle che non si definiscono o non sono definite tali. Purtroppo è molto diffuso tra i Pentecostali questo modo di fare sbagliato, modo di fare che a giusta ragione viene biasimato da quei credenti che non sono Pentecostali, alcuni dei quali però arrivano a dire che questo sta a dimostrare che il parlare in lingue presente tra i Pentecostali non è da Dio! Cosa questa che non mi trova affatto d’accordo perchè come dico sempre, Paolo non mise in dubbio la genuinità del parlare in lingue presente tra i santi di Corinto nonostante essi nell’esercizio di questa capacità fossero disordinati. Li riprese, li corresse, ma non cominciò a dire che il loro parlare in lingue era dal diavolo! Dunque la invito a non fare lo stesso errore di costoro.
15. Trovi normale il fatto che il più delle volte in questi raduni [tenuti dai Pentecostali] v’è sempre gente che cade in terra in preda a chissà che cosa, con contorsioni da “indemoniati”? Certo che in tali raduni se vi sono dei non credenti li prendono davvero per tali. Sinceramente non mi sembra di vedere nella Bibbia tali confusioni! forse mi sbaglio?
In molte chiese Pentecostali esiste parecchia confusione, io la denuncio senza mezzi termini. Quel cadere a terra che si verifica in tanti di questi raduni pentecostali per opera di tanti predicatori pentecostali, è frutto della suggestione umana e talvolta anche di vere spinte esercitate su credenti. E il tutto poi viene fatto passare per una manifestazione della potenza di Dio!! Io so e capisco perfettamente che questi comportamenti sconvenienti sono di intoppo a tanti increduli, come anche a tanti credenti. Stai lontano da questo cadere a terra che viene esercitato su credenti e in taluni casi anche su increduli, e guardati da tutti coloro che lo predicano e lo esercitano. Hai ragione nel dire di non vedere nella Bibbia simili manifestazioni; ecco perchè vanno denunciate e riprovate con forza e vanno messi in guardia i credenti dal cosiddetto Toronto Blessing. Il fatto è però che a motivo di questo disordine e di questi comportamenti sconvenienti tanti credenti sono portati a rigettare il movimento pentecostale e a etichettarlo come satanico, il che è sbagliato. E così tra le manifestazioni sataniche oltre che al falso cadere a terra, alle contorsioni che alcuni credenti compiono in terra, le risate incontrollate, i versi degli animali, tanti credenti per mancanza di conoscenza e per imprudenza ci mettono pure il parlare in lingue, le guarigioni, e tante altre manifestazioni dello Spirito Santo. Attenzione dunque a non rigettare – per colpa di alcuni operatori di scandali presenti nel Movimento Pentecostale – anche le cose che vengono dallo Spirito di Dio e che sono verità perchè la Scrittura le conferma pienamente. Del resto, ti saluto nel Signore. Stai saldo nella fede e rimani attaccato alla fedel Parola di Dio che è una guida sicura in mezzo a questo mondo di tenebre.
Butindaro Giacinto, Domande e Risposte (Volume 1). Roma 2006. Pagine 471. Vedi l’indice del libro