1. L’adulterio della moglie permette al marito di passare a nuove nozze?
No, non lo permette. L’adulterio permette al marito solo di mandare via la propria moglie ma non di sposarsi di nuovo. Gesù infatti disse: “Fu detto: Chiunque ripudia sua moglie, le dia l’atto del divorzio. Ma io vi dico: Chiunque manda via la moglie, salvo che per cagion di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa colei ch’è mandata via, commette adulterio” (Matt. 5:31-32), ed anche: “Ed io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per cagion di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Matt. 19:9). Qualcuno probabilmente nel leggere queste parole di Gesù farà notare che Gesù non ha detto che se uno manda via la propria moglie per cagione di fornicazione e ne sposa un’altra commette adulterio, ma solo che egli commette adulterio solo se manda via la moglie per una ragione che non sia la fornicazione. A costui però voglio dire che non può essere così perché in un altro luogo è scritto che Gesù ha detto: “Chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio” (Luca 16:18), il che significa che non importa quale sia la ragione per cui il marito manda via la moglie (cioè se sia una ragione che giustifica o meno la sua cacciata), perché se egli ne sposa un’altra commette adulterio.
L’unica ragione che permette all’uomo di passare a nuove nozze è la morte della moglie; nessun’altro fatto lo scioglie dalla legge che lo lega alla moglie.
Ovviamente questo principio si applica anche nel caso sia il marito a commettere fornicazione; anche in questo caso la moglie se si separa da lui non può risposarsi ma deve rimanere com’è secondo che è scritto: “e se mai si separa, rimanga senza maritarsi o si riconcilî col marito” (1 Cor. 7:11).
2. Perché non mi posso sposare una ragazza del mondo?
Perché così facendo ti metteresti sotto un giogo che non fa per te a danno dell’anima tua infatti Paolo dice ai santi di Corinto: “Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo; ed io v’accoglierò, e vi sarò per Padre e voi mi sarete per figliuoli e per figliuole, dice il Signore onnipotente” (2 Cor. 6:14-18). In altre parole, se tu come credente ti sposi con una non credente succederà che ti riempirai di guai e di afflizioni perché lei farà di tutto per distoglierti dall’amare e dal servire il Signore e tu ingaggerai una dura lotta con lei che col passare del tempo sfocerà o nella separazione – perché tu decideresti di rimanere fedele al Signore a tutti i costi e lei deciderebbe di lasciarti per mettersi con un altro che non ha l’animo alle cose di lassù, o – come avviene nella stragrande maggioranza dei casi – tu sarai portato lontano dal Signore per cui tornerai a voltolarti nelle immonde concupiscenze di questo mondo da cui un giorno sei uscito per la grazia di Dio. Vorrei soffermarmi su questa eventualità perché come ho detto è quella che più di frequente si verifica. Tu devi tenere presente che per un uomo che ha creduto nel Signore ed è un figliuolo di Dio non avere al suo fianco una donna che crede nel Signore e lo ama, ma che lo disprezza o mostra solo con la bocca di servirlo ma il suo cuore è lontano da lui, è molto pericoloso perché la donna essendo ancora sotto la potestà del diavolo ha l’animo alle cose del mondo, e siccome che il diavolo è il suo padrone e la seduce con le sue lusinghe lei a sua volta, anche se magari inconsapevolmente, sarà portata a cercare di sedurre anche suo marito per farlo cadere nel peccato e l’esperienza ci insegna che ci riesce. La donna sa come fare per sedurre l’uomo, è un qualcosa che fa da millenni oramai. Cominciò a farlo nel Giardino dell’Eden, dove dopo essere stata sedotta dal diavolo cadde in trasgressione e poi fece cadere nel peccato Adamo, ed ha continuato a farlo con successo in innumerevoli casi. E quanto sia capace di traviare un uomo lo dimostra l’esempio di Salomone, che ai suoi giorni aveva più sapienza di qualsiasi altro uomo, ma per essersi messo nei suoi amori con delle donne straniere che adoravano gli idoli, verso la fine della sua vita il suo cuore non fu più tutto per il Signore, fino al punto che si mise lui stesso a seguire gli idoli delle nazioni circonvicine, al che Dio si adirò contro di lui (cfr. 1 Re 11:1-13). Dunque, non illuderti, pensando che alla fin fine poi riuscirai a guadagnarla a Cristo la tua moglie, perché avverrà proprio il contrario e cioè che tu sarai portato lontano dal Signore a tua perdizione.
Se dunque ancora non sei fidanzato e cerchi mogli ti esorto a cercarla solo fra le figliuole di Dio, pregando il Signore (e anche accompagnando la preghiera con il digiuno) affinché ti faccia incontrare la tua sposa. Se invece sei fidanzato con una ragazza del mondo, e stai ancora aspettando affinché si converta ma vedi che del Signore non ne vuole proprio sapere perché ti ha detto o ti ha fatto chiaramente capire che devi scegliere o lei o il Signore, allora lasciala immediatamente senza pensarci due volte. Di questa decisione non ti pentirai mai; sarà doloroso, certo, ma alla fine Dio muterà questo duolo in danza quando ti farà incontrare colei che lui ti ha destinato.
3. Cosa devo fare per sapere qual è la donna che Dio ha destinato ad essere mia moglie?
Ora, fratello, prima di rispondere a questa specifica domanda, voglio fare una importante premessa che è la seguente. Tu, diletto nel Signore, devi innanzi tutto sapere e tenere bene a mente che Dio ti ama di un grande amore che ha manifestato anche verso di te mandando il suo Figliuolo nel mondo affinché tu vivessi per mezzo di lui, che Dio si cura di te, che Egli è interessato al tuo bene in altre parole che lui pensa soltanto a farti del bene. Altra cosa che tu devi sapere e che devi tenere bene a mente è che Lui ti conosce appieno, conosce i tuoi più intimi desideri, che nulla gli sfugge delle tue necessità. Nessun altro conosce il tuo cuore e le tue vie quanto Lui e come Lui. Altra cosa ancora che devi sapere è che Lui può fare ogni cosa, nulla gli è impossibile; i cuori degli uomini sono tutti nella sua mano e lui li volge dalla parte che desidera per adempiere i suoi disegni su di loro. E poi che i passi degli uomini li guida Dio, sì il nostro Dio; sì noi camminiamo ma non è in potere nostro la nostra via perché i nostri passi li guida Dio. Lui ci fa incontrare le persone che vuole e nella maniera che vuole e nel tempo da Lui decretato.
Stando dunque così le cose, la cosa che devi fare per sapere o scoprire chi Dio vuole che ti sposi (ovviamente il presupposto è che tu abbia ricevuto da Dio il dono di sposarti), è stare perfettamente tranquillo e fiducioso nel Signore. “Nella calma e nella fiducia starà la vostra forza” (Is. 30:15), dice la Scrittura. Non puoi non startene tranquillo e fiducioso nel Signore nel sapere che il nostro Dio, così grande e così potente e saggio, ci ama tanto e ha in serbo per noi il meglio.
Questa fiducia incrollabile in Dio ti porterà alla preghiera, difatti se tu credi che Dio ti ama, ti conosce appieno, ti vuole e ti può dare quello che il tuo cuore desidera in accordo con la sua volontà, di certo lo invocherai pure affinché supplisca anche a questo tuo particolare bisogno. Dice l’apostolo Paolo: “Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie. E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, guarderà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fil. 4:6-7). Come puoi vedere questo rivolgersi in preghiera a Dio avrà dei risvolti benefici su di te perché Dio proteggerà il tuo cuore e la tua mente facendo regnare in te la sua pace che sorpassa ogni intelligenza. Il profeta Isaia disse questo in altri termini ancora prima di Paolo infatti disse: “A colui ch’è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida” (Is. 26:3). Anche se dunque passeranno degli anni e ancora non vedrai la tua richiesta esaudita sappi che se tu continuerai ad avere fiducia in Dio, senza per nulla dubitare, la grande pace di Dio che sperimenterai nel tuo cuore sarà il segno attestante che Dio prende piacere nel vederti confidare nel suo nome con tutto il tuo cuore. Sì, perché Dio prende piacere in coloro che manifestano fede in Lui, che sperano nella sua fedeltà e benignità, e li ricompensa durante la loro attesa con la sua grande e preziosa pace. Non ti stancare di pregarlo; sappi che lui ti ascolta attentamente quando lo preghi, egli vede le tue lacrime, ascolta persino i tuoi sospiri. E a suo tempo ti risponderà.
La fiducia in Dio però non ti porterà solo a pregare Dio affinché supplisca a questo tuo bisogno ma anche a tenere un comportamento serio nei rapporti con le sorelle nubili che incontrerai. In altre parole tu non prenderai piacere – come fanno alcuni – nel corteggiare tutte le sorelle nubili che incontrerai, e questo perché desidererai corteggiare solo colei che deve diventare tua moglie per volontà di Dio. Per dirlo in altre parole, tu non amerai le avventure, i flirt, ecc. per non correre il rischio di illuderti e di fare illudere. Vorrai andare a ‘colpo sicuro’. Tu forse mi dirai: ‘Come è possibile andare a colpo sicuro?’ E’ possibile per il semplice fatto che quando si possiede una fiducia incrollabile in Dio e lo si prega del continuo, si ha la certezza nel proprio cuore che quando si incontrerà la donna scelta da Dio succederà qualcosa di grande e meraviglioso nel cuore di entrambi. Voglio dire che succederà che Dio desterà entrambi gli spiriti e dirigerà i cuori di entrambi l’uno verso l’altro. Per dirlo con altre parole, Dio farà scoppiare l’innamoramento necessario. La scintilla che farà scoppiare questo fuoco nel cuore di entrambi potrà pure sembrare ad alcuni la più strana e la più inconsueta ma ti assicuro che scoppierà. Una cosa è certa, a insaputa di tutti nel cuore di entrambi nascerà per decreto di Dio un vero e grande amore fra te e la donna destinatati da Dio che Dio ti metterà sulla tua strada nel momento e nella maniera che tu non ti aspetti. Tu potrai allora dire, prima in cuore tuo e poi a lei medesima: “Tu m’hai rapito il cuore, o mia sorella, o sposa mia! Tu m’hai rapito il cuore con un solo de’ tuoi sguardi…” (Cant. 4:9), e lei invece potrà dire di te, a suo tempo, alle sue amiche e ai suoi genitori e ai suoi fratelli: “Io sono del mio amico, e verso me va il suo desiderio” (Cant. 7:11). I vostri cuori saranno dunque uniti da Dio che vi vuole assieme fin che morte non vi separi.
Una cosa ci tengo a dirti infine, e cioè che Dio ancora prima che tu incontri tua moglie, può darti una rivelazione sia in visione o in sogno che con una voce udibile in cui ti mostra chiaramente chi ti sposerai. Ovviamente può succedere anche che egli dia una rivelazione in tal senso a colei che Dio ha destinato ad essere tua moglie, per cui quando vi incontrerete per la prima volta saprete di già ambedue che siete stati destinati a sposarvi. La rivelazione Dio te la può dare anche dopo che hai incontrato e hai conosciuto di persona la donna che deve diventare tua moglie (questo per esempio nel caso la donna frequenti da tempo la tua stessa comunità o un’altra comunità dove qualche volta vai in visita).
Talvolta Dio opera anche in questa maniera; non sempre. Una cosa comunque deve essere chiara, che in qualsiasi maniera Dio vi farà incontrare, Dio vi farà innamorare, e non solo, vi appianerà tutte le vie affinché possiate sposarvi e vivere assieme.
Per concludere dunque fratello, ti esorto ad avere fede in Dio; Lui non ti illuderà e non ti renderà confuso nella tua speranza, perché ti darà quello che il tuo cuore desidera e che tu gli chiedi con fede. “Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo” (Eccl. 3:11), dice la Sapienza. Sappi dunque aspettarlo con fede e pazienza. Amen.
4. Se un uomo si converte al Signore mentre è divorziato, può in seguito sposarsi?
No, non può perché lui dinnanzi alla legge di Dio è ancora legato alla moglie da cui si è separato prima di convertirsi. Bisogna infatti tenere presente che secondo la Parola di Dio solo la morte scioglie il matrimonio. Se quindi la sua moglie muore egli può sposarsi, altrimenti deve rimanere senza sposarsi. In questo caso si devono applicare le parole di Paolo: “Ognuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato” (1 Cor. 7:20). Ovviamente questo principio si deve applicare anche alla donna che si converte mentre è divorziata da suo marito.
5. Quando Gesù disse: “Ed io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per cagion di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Matteo 19:9), volle dire che per questa ragione un uomo si può risposare senza commettere adulterio?
No, Egli ha voluto solo dire che l’unica valida ragione per mandare via la propria moglie, senza farla adultera, è la fornicazione cioè la sua infedeltà. Che questo sia il significato di queste sue parole è confermato da queste altre parole di Gesù: “Chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio … “ (Luca 16:18) infatti in base a queste parole non importa per quale ragione viene mandata via la moglie (cioè non importa se viene mandata via a cagione di fornicazione e quindi giustamente, o per qualche altra ragione e perciò ingiustamente), se il marito si risposa commette adulterio.
6. Dio vuole che tutti gli uomini si sposino o in alcuni casi permette il celibato?
No, Dio non vuole che tutti gli uomini si sposino, il matrimonio in altre parole non rientra nella sua volontà per tutti gli uomini. Quello di sposarsi è un dono che procede da Dio e non tutti hanno questo dono, dice infatti Paolo: ‘Io vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in un modo, l’altro in un altro‘ (1 Cor. 7:7). Il suo desiderio quindi era che tutti gli uomini rimanessero celibi, ma egli riconosceva pure che ciò non era possibile.
Se dunque un credente ha il dono di non sposarsi non si sposi, non ci sono problemi, il celibato quando non è imposto dall’uomo ma è una scelta volontaria dell’uomo (naturalmente una scelta fatta in vista di ciò che è decoroso), è una cosa lecita, consigliata. Paolo ai Corinzi lo consiglia quando dice: “Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io” (1 Cor. 7:8), ed anche: “Sei tu sciolto da moglie? Non cercar moglie” (1 Cor. 7:27-28). Il motivo? Perché tali uomini avranno tribolazione nella carne e lui vorrebbe risparmiargliela (cfr. 1 Cor. 7:28).
7. Nel matrimonio ci deve essere continenza sessuale?
Sì, ci deve essere, perchè il frutto dello Spirito è temperanza (cfr. Gal. 5:22). Non c’è dubbio che troppo sesso fa male, lo dicono persino i medici. Ovviamente Dio guida marito e moglie affinché distribuiscano saggiamente le loro energie anche nei rapporti sessuali.
Una parola adesso a proposito del rapporto sessuale tra marito e moglie. Esso è un obbligo nel matrimonio e non una cosa facoltativa perché Paolo dice ai Corinzi: ‘Il marito renda alla moglie quel che le è dovuto; e lo stesso faccia la moglie verso il marito. La moglie non ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie” (1 Cor. 7:3-4). Se un uomo quindi non vuole avere rapporti sessuali con nessuna donna non si deve sposare. Perché sposarsi e poi rifiutare alla moglie quello che le è dovuto con tutte le nefaste conseguenze che ne seguiranno perché ciò frustrerà la moglie a cui verrà imposta una situazione da lei non scelta? Altra cosa è se marito e moglie decidono per un tempo di non avere rapporti sessuali, questo è lecito infatti Paolo dice: “Non vi private l’un dell’altro, se non di comun consenso, per un tempo, affin di darvi alla preghiera; e poi ritornate assieme, onde Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza’ (1 Cor. 7:5).
8. Il passo ‘l’uomo si unirà a sua moglie, e i due diventeranno una sola carne’ è da intendersi in chiave letterale ….. o in maniera allegorica? …
8. Il passo ‘l’uomo si unirà con la sua moglie, e i due saranno una sola carne’ (Matt. 19:5; Gen. 2:24) è da intendersi in chiave letterale (nel senso di una relazione carnale) o in maniera allegorica (nel senso che l’uomo deve realizzare con la moglie una tale consonanza di intenti, e di comportamenti, tali che non risultino più due ma un’unica persona che in Cristo si realizza?
Risposta
Per quanto riguarda il passo ‘l’uomo si unirà con la sua moglie e i due saranno una sola carne’ va inteso letteralmente nel senso di unione carnale perché quando Paolo ai Corinzi dice: ‘Non sapete voi che chi si unisce a una meretrice è un corpo solo con lei?’, subito dopo dice: ‘Poiché, dice Iddio, i due diventeranno una sola carne‘ (1 Cor. 6:16). Che unione si può realizzare con una meretrice se non una unione carnale? Certamente non si può realizzare una unione in Cristo. Se Paolo dunque prende proprio quel passo della Genesi per significare che tra il credente e una meretrice avviene una unione carnale, nel senso che diventa una sola carne con la meretrice, non vediamo proprio la ragione per non intenderlo letteralmente nel caso del matrimonio tra uomo e donna, dove il rapporto carnale è lecito.
9. Una vedova può maritarsi, o questo le è espressamente vietato dalla Scrittura?
La vedova può maritarsi perché il vincolo matrimoniale tra uomo e donna si scioglie con la morte, e difatti Paolo dà il permesso alla vedova di maritarsi, purché nel Signore. Ecco le sue parole: “La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di maritarsi a chi vuole, purché sia nel Signore” (1 Cor. 7:39). Quel ‘ma se il marito muore’ non lascia dubbi di nessun genere, e non consente di dire che la vedova che si risposa pecca o che deve essere schivata dalla chiesa. Certo Paolo dice anche ‘Nondimeno ella è più felice, a parer mio, se rimane com’è; e credo d’aver anch’io lo Spirito di Dio’ (1 Cor. 7:40), ma con questo non ha affatto vietato alla vedova di risposarsi. Tanto è vero che poco prima aveva detto: ‘Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io. Ma se non si contengono, sposino; perché è meglio sposarsi che ardere‘ (1 Cor. 7:8-9). Se è meglio sposarsi che ardere dunque, una vedova farà bene a maritarsi nel caso non ce la fa a rimanere sola.
Il fatto che la vedova deve essere iscritta nel catalogo quando (oltre ad altre caratteristiche) deve essere stata moglie di un solo marito (cfr. 1 Tim. 5:9), non invalida affatto il matrimonio di una vedova, lo ripeto non lo invalida affatto; e non deve portare nessuno a sprezzarlo. Il fatto è però che se una vedova si marita e le muore anche quest’altro marito, ella quand’anche avesse tutte le altre caratteristiche per essere iscritta nel catalogo, non avrebbe il diritto di essere iscritta nel catalogo per essere sostenuta dalla chiesa.
E’ un pò come il fatto di colui che aspira all’ufficio di vescovo, se è marito di due mogli (uno sceicco arabo per esempio, o un credente chiamato dal Signore quando era già divorziato e risposato), allora non può ambire all’ufficio di vescovo, ma rimane pur sempre un credente da accogliere in Cristo. Nota però che mentre nel caso della vedova da essere sostenuta è scritto che deve essere STATA moglie di un marito solo, nel caso dell’aspirante vescovo è detto che DEVE ESSERE marito di una sola moglie e non DEVE ESSERE STATO. Se infatti fosse così ciò vorrebbe dire che l’ufficio di vescovo è solo per gli uomini credenti rimasti vedovi di una sola moglie il che è assurdo!
10. Ma non è forse scritto di schivare quelle vedove che vogliono maritarsi? …
10. Ma non è forse scritto di schivare quelle vedove che vogliono maritarsi? Dunque la Scrittura manifesta l’espressa volontà di Dio di accettare nella sua Chiesa solo le vedove in grado di non rompere il primo legame, e condanna chi ha rotto quel legame indissolubile che neanche la morte di uno dei coniugi può rompere.
Risposta
No, non è affatto così. Vediamo innanzi tutto quali sono queste vedove che la Scrittura ordina di schivare: “Ma rifiuta le vedove più giovani, perché, dopo aver lussureggiato contro Cristo, vogliono maritarsi, e sono colpevoli perché hanno rotta la prima fede; ed oltre a ciò imparano anche ad essere oziose, andando attorno per le case; e non soltanto ad esser oziose, ma anche cianciatrici e curiose, parlando di cose delle quali non si deve parlare” (1 Tim. 5:11-13). Queste parole di Paolo seguono quelle in cui lui ordina di iscrivere nel catalogo (affinchè sia sostenuta dalla Chiesa) la vedova quando ha delle particolari caratteristiche; ecco queste parole: “Sia la vedova iscritta nel catalogo quando non abbia meno di sessant’anni: quando sia stata moglie d’un marito solo, quando sia conosciuta per le sue buone opere: per avere allevato figliuoli, esercitato l’ospitalità, lavato i piedi ai santi, soccorso gli afflitti, concorso ad ogni opera buona” (1 Tim. 5:9-10).
Dunque quando Paolo biasima le vedove biasima quelle che dopo avere lussureggiato contro Cristo vogliono maritarsi (cfr. 1 Tim. 5:11), e non quelle che vogliono maritarsi perchè ciò è lecito tanto è vero che egli dopo dice che lui vuole che le vedove giovani si maritino secondo che è scritto: “Io voglio dunque che le vedove giovani si maritino, abbiano figliuoli, governino la casa, non diano agli avversari alcuna occasione di maldicenza, poiché già alcune si sono sviate per andar dietro a Satana” (1 Tim. 5:14-15). Quelle vedove che lui dunque biasima e dice a Timoteo di schivare e di rifiutare sono dunque quelle che dopo essersi abbandonate alla dissolutezza vogliono maritarsi. Pur tuttavia, Paolo – come si può bene vedere – anche quando biasima queste vedove per la loro lussuria non vieta loro di maritarsi, non nega loro il diritto di maritarsi che rimane un diritto naturale.
Quindi, ancora una volta, emerge che il matrimonio una volta che uno dei due coniugi è morto, è a tutti gli effetti sciolto, e nel caso della vedova è lecito maritarsi.
11. La Bibbia vieta i matrimoni interrazziali?
No, la Bibbia non vieta ad un credente con la pelle bianca di sposarsi con una donna che ha la pelle nera, PURCHÉ LA DONNA SIA NEL SIGNORE perché la Bibbia vieta ad un credente di sposarsi una non credente secondo che è scritto: “Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” (2 Cor. 6:14-16). Colei che si vuole sposare dunque deve avere un cuore nuovo, un cuore circonciso da Cristo, un cuore asperso di quell’aspersione che lo purifica dalla mala coscienza (cfr. Ebr. 10:22).
12. ….. So che nell’antichità il padre poteva liberamente disporre della sorte della figlia, gode ancora di questo potere?
12. Pace fratello …. vorrei chiederti un chiarimento riguardo un versetto biblico. Nella prima lettera ai Corinzi, Paolo sostiene che il padre che non dà la propria figlia a marito fa una cosa buona (7.38). So che nell’antichità il padre poteva liberamente disporre della sorte della figlia, gode ancora di questo potere? Sposandosi senza il consenso del padre si disubbidisce al comandamento “Onora tuo padre e tua madre”? Paolo, nella lettera ai Colossesi, afferma anche: “Figliuoli ubbidite ai vostri genitori in ogni cosa, poichè questo é accettevole al Signore ” (3.20). Ti faccio questa domanda perché io sono fidanzata da 4 anni (da 2 all’insaputa dei miei genitori) e da circa quattro mesi frequentiamo insieme la Chiesa Evangelica Pentecostale. I nostri genitori si definiscono cattolici (anche se non frequentano regolarmente) e, soprattutto i miei, che sono molto legati all’apparenza, al parere della gente… , non accetteranno facilmente questa scelta. Ti parlavo del parere della gente perché vivo in un paese dove si riserva un culto particolare a Maria.
Risposta
Rispondo alle tue domande trascrivendo innanzi tutto questi passi biblici che riguardano la questione del potere che ha il padre di non dare la propria figlia a marito compreso quello da te citato nella lettera: “E v’è anche una differenza tra la donna maritata e la vergine: la non maritata ha cura delle cose del Signore, affin d’esser santa di corpo e di spirito; ma la maritata ha cura delle cose del mondo, del come potrebbe piacere al marito. Or questo dico per l’utile vostro proprio; non per tendervi un laccio, ma in vista di ciò che è decoroso e affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazione. Ma se alcuno crede far cosa indecorosa verso la propria figliuola nubile s’ella passi il fior dell’età, e se così bisogna fare, faccia quello che vuole; egli non pecca; la dia a marito. Ma chi sta fermo in cuor suo, e non è stretto da necessità ma è padrone della sua volontà, e ha determinato in cuor suo di serbar vergine la sua figliuola, fa bene. Perciò, chi dà la sua figliuola a marito fa bene, e chi non la dà a marito fa meglio” (1 Cor. 7:34-38).
Ora, sorella, come puoi ben vedere Paolo sta parlando di un padre credente che decide di serbare nubile la propria figlia anche lei credente infatti poco prima parla della differenza che c’è tra la donna vergine e la maritata dicendo che la non maritata ha cura delle cose del Signore al fine d’essere santa di corpo e di spirito, mentre la maritata ha cura delle cose del mondo. Quindi la ragione per cui Paolo dice che un padre che non dà la propria figlia a marito fa meglio di colui che invece la dà a marito (il che significa che quest’ultimo fa comunque una cosa buona e non da biasimare), è perchè in questa maniera la propria figlia credente rimanendo non maritata potrà consacrarsi al Signore meglio di quanto possa fare una donna maritata che avrà invece parecchie distrazioni. E’ un fine nobile quindi quello che si propone il padre che decide di non dare la propria figlia a marito. Dicendo queste cose è evidente che la risposta alla tua prima domanda è che anche oggi un padre credente ha questa autorità sulla propria figlia nubile. Ribadisco però con forza che Paolo sta parlando di un padre credente e di una figlia credente, il che non si può dire sia il tuo caso perchè da quello che mi hai detto, tuo papà non è ancora un credente. E poi da come tu parli, non mi pare che tuo papà ti vieterebbe di sposarti questo credente se venisse a conoscenza di questa tua scelta, perché tu dici in riferimento ai tuoi e ai genitori del tuo fidanzato ‘…non accetteranno facilmente questa scelta’ il che significa che alla fine l’accetterebbero comunque, magari anche di malavoglia. Forse tuo papà ti farebbe una qualche opposizione all’inizio, ma poi si lascerebbe persuadere, il che non sarebbe la prima volta che succede. Ovviamente questa è soltanto una deduzione che sono indotto a fare basandomi sulle tue parole.
Mancheresti di onore verso tuo padre nel caso ti sposassi con un credente SENZA il consenso di tuo padre? No, perchè se è Dio che vuole che tu ti sposi questo giovane, ciò rientra nella sua volontà verso di te e la volontà di Dio ha la priorità su quella dell’uomo anche se questo è tuo papà. Tu citi le parole di Paolo che ordinano ai figli di ubbidire ai genitori in ogni cosa, vorrei farti notare però che lo stesso Paolo in un altro luogo dice quanto segue: “Figliuoli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, poiché ciò è giusto” (Ef. 6:1), il che significa che l’ubbidienza deve essere sempre NEL Signore e mai FUORI dal Signore. Ti faccio un esempio; una figlia non può ubbidire al proprio padre se questo le ordina di andare a prostituirsi per portare i soldi a casa, perchè in questo caso l’ubbidienza non è nel Signore. E così una ragazza che ha conosciuto Dio, se Dio vuole che lei si sposa un certo credente (perché è la donna da Lui destinata ad essere sua moglie), non può ubbidire al padre incredulo che glielo vuole vietare e disubbidire a Dio perché la sua ubbidienza non è nel Signore. Hai compreso? Spero di sì.
Comunque, io spero tanto che tu ti sposi nel Signore senza l’opposizione di tuo padre, che spero si converta pure lui, e che tu possa vivere felicemente con l’uomo che Dio ha destinato ad essere tuo marito.
13. ….. Il primo quesito riguarda una sorella che conosco, battezzata anche nello Spirito Santo, la quale, è innamorata di un fratello che però è separato dalla moglie non convertita. Questo fratello, pure lui battezzato ora nello Spirito Santo, si è sposato ancor prima di conoscere il Signore. In seguito alla sua conversione, la moglie non condividendo la sua scelta, ha deciso di lasciarlo anche per il fatto che aveva già un amante segreto. Questo giovane ha compreso l’errore che ha commesso nello sposarsi questa donna ed ha chiesto ovviamente perdono al Signore. Ora lui ha 30 anni e, chiaramente, visto che la moglie è decisa nel chiedere legalmente il divorzio che avrà luogo tra un anno, intende risposarsi sebbene lui abbia insistito e pregato per impedire questo scatafascio familiare, premettendo pure che i due ex-coniugi non hanno figli. …. Ora io le chiedo che cosa ne pensa lei tenendo conto di tutta la situazione creatasi e di rispondere con opportuni riferimenti biblici nel modo più chiaro ed esauriente possibile. E’ di estrema urgenza!!!
13. Gentile fratello Butindaro, pace! Avrei da proporle due quesiti dei quali uno è però di estrema urgenza. Vi chiedo di rispondermi ad entrambi con calma, ovviamente. Il primo quesito riguarda una sorella che conosco, battezzata anche nello Spirito Santo, la quale è innamorata di un fratello che però è separato dalla moglie non convertita. Questo fratello, pure lui battezzato ora nello Spirito Santo, si è sposato ancor prima di conoscere il Signore. In seguito alla sua conversione, la moglie non condividendo la sua scelta, ha deciso di lasciarlo anche per il fatto che aveva già un amante segreto. questo giovane ha compreso l’errore che ha commesso nello sposarsi questa donna ed ha chiesto ovviamente perdono al Signore. Ora lui ha 30 anni e, chiaramente, visto che la moglie è decisa nel chiedere legalmente il divorzio che avrà luogo tra un anno, intende risposarsi, sebbene lui abbia insistito e pregato per impedire questo scatafascio familiare, premettendo pure che i due ex-coniugi non hanno figli. La cosa strana, però, è che sia questa sorella che questo giovane fratello sentono interiormente una pace (come se fossero approvati dal Signore) per capirci! E la sorella stessa pur sapendo che una cosa del genere può essere sbagliata dice che al solo pensiero di perderlo per sempre si sente smarrita. Io le ho detto di attendere fiduciosa nella preghiera, ma lei afferma che nello stato spirituale in cui si trova a causa di questa situazione, difficilmente sarà in grado di “sentire” la risposta del Signore. Si sa che se questo fratello si sposerà, agirà in modo antibiblico innanzitutto, e poi sarà costretto a rinunciare a tutti i diritti riservatigli nella Chiesa. Ora io le chiedo che cosa ne pensa lei tenendo conto di tutta la situazione creatasi e di rispondere con opportuni riferimenti biblici nel modo più chiaro ed esauriente possibile. E’ di estrema urgenza!!!
Risposta
Nel caso da te riferitomi, abbiamo un credente che si è convertito quando era già sposato, e a motivo della sua fede è stato in seguito lasciato dalla propria moglie incredula la quale tu mi dici aveva anche un amante segreto, la quale moglie adesso vuole il divorzio. E lui vorrebbe darglielo per poi risposarsi con questa sorella che tu mi dici è tanto innamorata di lui. Bene ecco quello che la Parola di Dio dice che deve e può fare il credente: “Se un fratello ha una moglie non credente ed ella è contenta di abitar con lui, non la lasci; e la donna che ha un marito non credente, s’egli consente ad abitar con lei, non lasci il marito; perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figliuoli sarebbero impuri, mentre ora sono santi. Però, se il non credente si separa, si separi pure; in tali casi, il fratello o la sorella non sono vincolati; ma Dio ci ha chiamati a vivere in pace; perché, o moglie, che sai tu se salverai il marito? Ovvero tu, marito, che sai tu se salverai la moglie?” (1 Cor. 7:12-16). Dunque il fratello ha fatto bene in questo caso a lasciare andare via sua moglie perchè lei non era più contenta di abitare con lui, lei si è separata e lui non era obbligato a continuare a vivere con lei che non era affatto contenta di stare con lui. Egli – lo ripeto – ha fatto bene a lasciarla andare via sua moglie perché era dannoso forzare la donna a continuare a vivere con lui. A che sarebbe servito? Sarebbe stato un continuo contendere, litigare, ecc, sarebbe stato veramente impossibile continuare a vivere in pace. Ecco perché Paolo dice che in questi casi il fratello o la sorella non sono vincolati (cfr. 1 Cor. 7:15). Ma questo fatto, cioè quello di essere stato lasciato dalla moglie non credente, NON GLI PERMETTE di passare a nuove nozze, perchè lui dinnanzi a Dio risulta essere sempre sposato con questa donna che rimane a tutti gli effetti sua moglie. “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre e s’unirà con la sua moglie e i due saranno una sola carne? Talché non son più due, ma una sola carne; quello dunque che Iddio ha congiunto, l’uomo nol separi” (Matt. 19:5-6).
Qualcuno dirà: ‘Come mai Dio non permette ad un credente di risposarsi nemmeno quando viene lasciato dalla propria moglie non credente (a prescindere che ella abbia commesso o commetterà o meno fornicazione)? Non è questa un ingiustizia perché lo condanna a vivere in una situazione da lui non scelta, a cui è stato costretto dalla propria moglie incredula?’ Questa è una domanda che mi è stata fatta svariate volte ed ogni volta ho risposto in questa maniera. In base a quanto insegna la Sacra Scrittura il vincolo matrimoniale si può sciogliere solo a causa della morte di uno dei due coniugi, per cui è solo in questo caso che l’uomo o la donna può passare a nuove nozze in maniera lecita. Paolo dice infatti che “la moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di maritarsi a chi vuole, purché sia nel Signore” (1 Cor. 7:39), ed anche: “Infatti la donna maritata è per la legge legata al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge che la lega al marito. Ond’è che se mentre vive il marito ella passa ad un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma se il marito muore, ella è libera di fronte a quella legge; in guisa che non è adultera se divien moglie d’un altro uomo” (Rom. 7:2-3). Probabilmente mi si dirà adesso: ‘Ma qui si parla della donna e non dell’uomo!’ E’ vero, ma perché mai questo principio non dovrebbe esser valido per l’uomo? Non è forse vero che anche lui è legato alla moglie dalla legge di Dio? Certo, infatti Gesù un giorno disse: “Chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Luca 16:18), intendendo dire che non importa per quale ragione l’uomo manda via sua moglie, quand’anche fosse perché lei lo ha tradito (questo è il solo caso in cui all’uomo è permesso mandare via la propria moglie), se ne sposa un’altra egli commette adulterio.
Quindi, alla luce della Parola di Dio, in ogni altro caso oltre quello della morte, come per esempio nel caso la moglie non credente commetta fornicazione, nel caso lei lasci il marito credente a motivo della sua fede, e per qualsiasi altro motivo, non è lecito a nessuno dei due passare a nuove nozze perchè ciò significa commettere adulterio. Capisco che apparentemente questo può sembrare crudele o ingiusto da parte di Dio, ma si tratta solo di una vana apparenza, la realtà è che Dio ordinando al credente di non passare a nuove nozze mentre la sua moglie non credente è ancora in vita vuole il suo bene e non il suo male. Stando così le cose è evidente che anche la sorella che si sente attirata a questo fratello la cui moglie è ancora in vita non può prendersi questo uomo come suo marito. Le sarebbe lecito questo SOLO nel caso la moglie di questo fratello morisse. Allora non ci sarebbero problemi di nessun genere (fermo restando che questa sorella non sia separata o divorziata).
In merito al fatto che sia lui che lei dicono di sentire al loro interno pace, non ci credo affatto perché non si può sentire pace quando ci si sta accingendo a fare qualcosa di sbagliato agli occhi di Dio, e questo a prescindere che si è credenti o non credenti. Non c’è pace per coloro che vogliono fare il male. Immagina se uno che sta per andare a rubare o uccidere qualcuno ti venisse a dire che lui è tranquillo interiormente; tu ci crederesti? Non credo perché tu sai che è scritto che “non c’è pace per gli empi” (cfr. Is. 57:21). Non ti lasciare dunque ingannare dalle loro parole. In realtà, questo loro sentire pace non è altro che una lusinga che il peccato gli fa nel loro interno per cui loro pensano di avere pace ma in realtà non hanno pace. D’altronde se hanno già deciso di sposarsi non ti verrebbero a dire che interiormente non sentono pace. Ma il peccato ripaga sempre con la morte, e mai con la vita. E sono sicuro che se questo fratello e questa sorella si sposeranno in maniera illecita, non avranno pace, non avranno l’approvazione di Dio.
Guarda, sorella, ti voglio raccontare una cosa che mi è accaduta parecchi anni fa e di cui sono stato diretto testimone. Seppi che un fratello celibe italiano aveva intenzione di sposarsi una sorella di una nazione straniera che però era separata dal marito. Questa sorella nella sua nazione si era sposata nella caparbietà del suo cuore un incredulo, il pastore l’aveva fortemente scoraggiata di farlo, ma lei non ne aveva voluto saperne e se lo era sposato. Dopo un po’ di tempo si separarono, e lei venne qui in Italia. Ed ecco che qui in Italia si innamorò di questo fratello, e lui si innamorò di lei, e decisero di sposarsi. Ora, dato che in quel tempo questo fratello veniva talvolta ad evangelizzare all’aperto con noi, io decisi di prenderlo da parte un giorno e dirgli che quello che lui stava per fare era sbagliato e lo scoraggiai a fare quel passo. La mia riprensione fu fatta con dolcezza ma nello stesso tempo anche con fermezza. La sua reazione però fu molto brutta perché si arrabbiò tanto. Lui mi disse che amava questa giovane, si volevano bene, e poi mi disse che Dio – eventualmente loro stessero facendo qualcosa di sbagliato – non avrebbe rifiutato loro il perdono. Questo fratello, non volendomi per nulla ascoltare, decise di sposarsi questa giovane. Per molto tempo non seppi più nulla di loro, poi un giorno mi fu detto che lei lo aveva lasciato e se ne era tornata nella sua nazione!! Una vita rovinata per non avere dato retta alla parola di Dio. E quanti fratelli e sorelle hanno fatto la fine di questo fratello!
Dunque, ecco quello che penso in merito a questa situazione da te riferitami.
14. Se si ha un rapporto sessuale prima del matrimonio, si è sposati davanti a Dio o il matrimonio vero è quello celebrato in Chiesa?
No, nel caso due credenti fidanzati si uniscano carnalmente prima del matrimonio, davanti a Dio non risultano ancora uniti in matrimonio e questo la coscienza glielo continua ad attestare per lo Spirito Santo (come naturalmente gli comincerà ad attestare che essi hanno peccato). Perché questo? Perché non è il rapporto sessuale che unisce due persone in matrimonio, ma Dio infatti è detto “quello dunque che Dio ha congiunto l’uomo nol separi” (Matt. 19:6), e questo Egli lo fa usandosi dell’autorità preposta, in Italia il sindaco o chi per lui. Ovviamente nel caso chi celebra il matrimonio sia un pastore che ha questa autorità in virtù di una intesa esistente tra lo Stato e la denominazione evangelica a cui egli appartiene, sarà lui che farà le veci dell’autorità civile per cui in questo caso Dio si userà di lui per unire in matrimonio i due fidanzati, sarà lui a pronunciare le parole ‘vi dichiaro marito e moglie’.
Vorrei cogliere l’occasione per dire pure che due credenti per sposarsi non è indispensabile che lo facciano davanti ad un pastore con questa autorità, perché il matrimonio celebrato dal sindaco o chi per lui, è a tutti gli effetti un matrimonio con la PIENA approvazione di Dio, di nulla mancante, e ripeto di nulla mancante.
15. Come ci si deve comportare nel caso di un credente (che prima era mussulmano) che viene salvato dopo che si era regolarmente sposato con più mogli? Occorre ordinargli di tenersi solo una moglie e mandare via le altre?
No, affatto. Egli, dato che quando fu chiamato da Dio era regolarmente sposato con più mogli secondo la legge della sua nazione mussulmana, non deve mandare via nessuna delle sue mogli. In questa circostanza si devono applicare queste parole di Paolo: “Ognuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato … Fratelli, ognuno rimanga dinanzi a Dio nella condizione nella quale si trovava quando fu chiamato” (1 Cor. 7:21,24).
Questo credente però non potrà ambire all’ufficio di vescovo perché il vescovo deve essere marito di una sola moglie (cfr. 1 Tim. 3:2).
16. Pace, fratelli, …. ho una domanda del fatto di risposarsi dopo il divorzio…..
16. Pace, fratelli, …. ho una domanda sul fatto di risposarsi dopo il divorzio. Non si tratta di me, ma di mia madre, dato che i miei hanno divorziato quando avevo circa 16 anni. Mio padre conobbe un’altra donna e lasciò mia madre e poco dopo il divorzio lui si risposò. In quel periodo nessuno della mia famiglia era credente. Io mi sono convertita 7 anni fa, e mia madre poco dopo. Mia madre è sempre rimasta sola dopo il divorzio. (Mio padre non è ancora credente). Io ho letto in uno dei vostri articoli (gli avventisti del 7 giorno) che voi siete assolutamente contro il fatto di risposarsi. Io capisco bene quello che Paolo ha scritto su questo fatto. Però il suo messaggio era rivolto agli Ebrei-Cristiani, dunque a quelli che erano già credenti. Quando successe il divorzio nessuno nella mia famiglia era convertito. Io non credo che mia madre commetterebbe un peccato, se, diciamo, lei incontrasse un uomo Cristiano e si risposasse. Non credo che Dio vuole che rimanga da sola per tutta la vita. Dato che mio padre l’ha lasciata e lui adesso è felice con la sua seconda moglie; mia madre, che ha 54 anni ed è ancora una bellissima donna, se dovesse rimanere da sola per il resto della sua vita, non sarebbe tanto giusto da parte di Dio, o no? Se volete rispondermi su questo fatto, sarei tanto contenta! …. grazie!
Risposta
Ascolta, sul fatto di risposarsi per una credente anche se la donna è stata lasciata da suo marito quando ella non era una credente la Scrittura è chiara: “La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di maritarsi a chi vuole, purché sia nel Signore” (1 Cor. 7:39). Quindi tua madre è libera di sposarsi un credente solo se suo marito muore. Un suo eventuale matrimonio, mentre suo marito è ancora vivo, alla luce della Scrittura è adulterio (cfr. Romani 7:3).
Ella deve dunque rimanere nella condizione in cui era quando fu chiamata dal Signore, cioè sola. Lo so che questo può apparire crudele, ingiusto, ecc., ma si tratta solo di una apparenza. Dio ci ama e cerca sempre il nostro bene, non lo dimenticare, anche se talvolta può sembrare ingiusto nei nostri riguardi. Del resto, stai salda nella fede e santificati nel timore di Dio.
17. Caro fratello, ….. è da poco che uso internet – ho trovato il tuo sito e se permetti ne voglio approfittare per farti una domanda, per conoscere il tuo parere su 1Cor.7:14: Cosa significa che “il non credente è santificato”? Come può essere santificato se non è credente? Se muore in questo stato, viene salvato?
La santificazione di cui parla Paolo a proposito del coniuge non credente in queste parole ai santi di Corinto non può essere la santificazione che abbiamo ricevuto noi credenti mediante lo Spirito Santo perchè questa si riceve solo quando si crede nel Signore e Paolo, nonostante dica che il coniuge non credente è santificato nel coniuge credente, lo chiama pur sempre NON CREDENTE. E se quindi non è un credente, se morirà incredulo non sarà salvato perchè ‘chi non avrà creduto sarà condannato’ (Marco 16:16).
Io ritengo quindi che questa santificazione sia una santificazione nella carne, perchè i due sono una sola carne. Siccome quindi il corpo del coniuge credente è santo perchè è il tempio dello Spirito Santo, anche il corpo del coniuge non credente viene santificato in quello del credente, anche se egli ancora non è un figliuolo di Dio. E questa santificazione corporale si ripercuote sui figli che infatti Paolo dice che sono santi e non impuri (cfr. 1 Corinzi 7:14), ma anche qui si tratta di una santità e di una impurità carnale, perchè come tu sai i figli di un padre credente e di una madre non credente (come anche i figli di genitori ambedue credenti) devono nascere di nuovo per ereditare il regno di Dio, altrimenti andranno in perdizione.
Certo, le parole di Paolo non sono facili da capire, comunque, bisogna sempre leggerle alla luce di altre parti della Bibbia, per non correre il rischio di pensare che un coniuge non credente si può salvare anche per la fede del coniuge credente, e non necessariamente per la sua fede personale. Credere una cosa del genere sarebbe illusorio, e non conforme a verità. Questo è quello che penso a proposito di queste parole di Paolo.
18. Vorrei sapere se il vincolo matrimoniale è valido anche nel caso che la moglie si ‘rifiuti di dare ciò che deve al marito’ anzi lo manda via mediante il divorzio. Lui rimarrà unito per sempre alla donna? E com’è che i Cattolici annullano il matrimonio quando non è stato consumato?
Sì, il vincolo matrimoniale rimane valido anche nel caso la moglie rifiuta di avere rapporti sessuali con il proprio marito, e anche se lo ripudia. Per cui il marito continua ad essere sposato a quella donna, e non può passare a nuove nozze perchè ha moglie. Tutto questo perchè la Scrittura insegna che solo la morte scioglie il matrimonio. Dunque solo quando uno dei due coniugi morirà, l’altro avrà il diritto di risposarsi. Tutte queste cose le ho ampiamente spiegate nei miei vari scritti.
So perfettamente che la Chiesa Cattolica Romana permette l’annullamento del matrimonio in caso di inconsumazione del matrimonio. Essa dice ‘Il matrimonio non consumato fra battezzati o tra una parte battezzata e una non battezzata, per una giusta causa può essere sciolto dal Romano Pontefice, su richiesta di entrambi le parti o di una delle due, anche se l’altra fosse contraria’ (Codice di diritto canonico, can. 1142). Ma essa sbaglia, come sbaglia in tantissime altre cose. Perché l’annulla per questa ragione e permette le nuove nozze? Perchè non gli importa nulla della Parola di Dio che essa calpesta a più non posso, e perché certamente ha i suoi interessi a farlo. La Chiesa Cattolica Romana infatti ha sempre degli interessi nel permettere certe cose vietate dalla Parola di Dio, ricordatelo. Dio ti benedica.
19. …. Mettiamo caso che sia il marito a commettere adulterio, una donna come dovrebbe comportarsi? Dovrebbe fare finta di niente? ….
19. Gesù stesso dice che un uomo può mandare via la moglie se quest’ultima commette adulterio. Mettiamo caso che sia il marito a commettere adulterio, una donna come dovrebbe comportarsi? Dovrebbe fare finta di nulla? Io non sono nè sposata nè fidanzata, la mia è solo semplice curiosità. La ringrazio in anticipo…..
Risposta
Ascolta, in merito alla tua domanda ti dico che una donna il cui marito si mostra infedele verso di lei non deve per nulla rimanere indifferente dinnanzi al comportamento del marito. I due sono una stessa carne, come potrebbe una donna fare finta di nulla dinnanzi all’infedeltà del marito? Come potrebbe fare finta di niente se cogliesse il proprio marito in flagrante adulterio? Ma che deve fare allora? Può separarsi dal marito, in questo caso però deve tenere bene a mente le parole di Paolo: “E se mai si separa, rimanga senza maritarsi o si riconcilî col marito” (1 Corinzi 7:11). Ella deve quindi rimanere senza maritarsi a nessun altro uomo, fino a che il marito vive, perchè altrimenti ella sarebbe chiamata adultera.
Insomma non deve fare quello che oggi molte donne fanno quando si vedono tradite dal proprio marito, cioè risposarsi; e naturalmente non deve nemmeno mettersi a convivere con un altro uomo o avere rapporti sessuali con altri uomini per vendicarsi del torto fatto dal proprio marito cosa anche questa molto diffusa nella nostra società che si fonda sul ragionamento ‘tu l’hai fatto a me e io lo faccio a te!’ che è un ragionamento sbagliato.
Nel caso poi il marito riconosca il suo misfatto e voglia riconciliarsi con lei allora lei lo deve perdonare. Non è facile, è vero, ma è possibile perdonare anche il proprio coniuge se questo commette adulterio. E naturalmente se i due si riconciliano, ossia se fanno pace, è auspicabile che ritornino a vivere assieme. Dunque, la donna il cui marito commette fornicazione o adulterio ha il diritto di separarsi dal marito per questa ragione, ma non ha il diritto di risposarsi fino a che suo marito vive.
20. …… Posso risposarmi in chiesa e avere finalmente un unione benedetta dal Signore, visto che il primo matrimonio non ha avuto la benedizione dal momento che ci eravamo sposati solo in comune? ….
20. Ho 28 anni e sono cattolica, circa 10 anni fa mi sono sposata con un uomo, ma per ragioni che non vorrei commentare ci siamo separati dopo 4 anni di matrimonio infelice e adesso ho ottenuto il divorzio. Nel frattempo ho conosciuto un altro e adesso conviviamo e siamo entrambi molto felici e stiamo pensando seriamente di sposarci, visto che è anche lui Cattolico e non è mai stato sposato. Quindi la mia domanda è: Posso risposarmi in Chiesa e avere finalmente un’unione benedetta dal Signore, visto che il primo matrimonio non ha avuto la benedizione dal momento che ci eravamo sposati solo in comune? Ringrazio anticipatamente.
Risposta
Ascolta, innanzi tutto premetto che non sono un prete ma un Ministro del Vangelo Pentecostale. Ti dico questo nell’eventualità tu pensassi che fossi un prete.
Vengo alla tua domanda. In base all’insegnamento biblico tu non puoi risposarti con nessun uomo fino a che il tuo marito è ancora in vita altrimenti ti rendi colpevole di adulterio. L’apostolo Paolo infatti ha detto ai Romani quanto segue: “La donna maritata è per la legge legata al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge che la lega al marito. Ond’è che se mentre vive il marito ella passa ad un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma se il marito muore, ella è libera di fronte a quella legge; in guisa che non è adultera se divien moglie d’un altro uomo” (Romani 7:2-3). Le cose come tu puoi vedere sono chiare, dato che tu ancora davanti a Dio hai marito se passi ad un altro uomo commetti adulterio. Ma c’è un’altra cosa che voglio dirti e cioè che tu in base all’insegnamento della Parola di Dio stai già commettendo un peccato convivendo con un altro uomo perché è evidente che questa convivenza implichi dei rapporti carnali che sono espressamente vietati fuori dal matrimonio. Del resto ti saluto cordialmente. Dio ti benedica.
21. Pace. Vorrei chiedere se il rapporto di coppia, anche se uno dei due non è Cristiano può nuocere? Dio cosa pensa? che indicazioni ci da?
Un Cristiano non deve mettersi con una incredula perchè egli è nella luce mentre l’incredula è nelle tenebre e la luce e le tenebre non vanno e non possono andare d’accordo. Non c’è nessuna comunione tra i due. Ascolta quello che dice Paolo ai santi di Corinto: “Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo; ed io v’accoglierò, e vi sarò per Padre e voi mi sarete per figliuoli e per figliuole, dice il Signore onnipotente” (2 Corinzi 6:14-18). Disubbidire a questo comando ha molto spesso delle conseguenze nefaste per il credente, perché egli finisce con lo sviarsi dalla fede. Ricordati dell’esempio di Salomone, che aveva ricevuto da Dio molta sapienza, eppure si sviò da Dio perchè le donne straniere con cui lui si unì nei suoi amori gli pervertirono il cuore. In verità quello che accadde a Salomone conferma che le cattive compagnie corrompono i buoni costumi. So di credenti che si sono fidanzati o sposati con non credenti e poi si sono sviati dalla fede, stai dunque molto attenta perché il mettersi con una persona incredula è molto nocivo per il credente.
Se invece il credente era già sposato con una moglie incredula quando si è convertito, allora se ella è felice di abitare con lui, egli non la deve lasciare (cfr. 1 Corinzi 7:12), deve comunque stare attento a non lasciarsi corrompere da sua moglie perché fino a che ella non si converte rimane pur sempre nelle tenebre.
22. Ho un quesito biblico da porti: ho letto su il mensile di Uomini Nuovi la storia in un paese arabo, di una ragazza 13enne di famiglia cristiana che è stata rapita, costretta con la violenza a contrarre matrimonio con un uomo mussulmano molto più grande di lei, dopo minacce e percosse. Ora, pensi che questo matrimonio possa essere unito da Dio? lei avrebbe il diritto di separarsi o chiedere l’annullamento da questa unione forzata? potrebbe risposarsi con un credente? …..
22. Ho un quesito biblico da porti: ho letto sul mensile di Uomini Nuovi la storia in un paese arabo, di una ragazza 13enne di famiglia cristiana che è stata rapita, costretta con la violenza a contrarre matrimonio con un uomo musulmano molto più grande di lei, dopo minacce e percosse. Ora, pensi che questo matrimonio possa essere unito da Dio? Lei avrebbe il diritto di separarsi o chiedere l’annullamento da questa unione forzata? potrebbe risposarsi con un credente? so cosa dice la Bibbia ma ti chiedo se questo genere di situazione rende una unione così impostata veramente “matrimonio”. La storia in questione ha colpito la mia attenzione. So di molte coppie di credenti che si sfasciano, e questo è molto triste.
Risposta
Ascolta, in merito al tuo quesito su quel matrimonio contratto da quella ragazza cristiana con quel mussulmano, io ritengo che esso sia valido dinnanzi a Dio. Per cui la ragazza credente potrà risposarsi con un credente solo quando suo marito morirà. Certamente, la situazione in cui si trova questa ragazza è difficile, comunque Dio ha per certo il controllo di questa difficile situazione, come per altro ha il controllo di qualsiasi situazione, anche della più difficile che esiste; e di sicuro c’è un suo piano dietro tutto ciò che noi non comprendiamo. Potrebbe per esempio essere che un giorno proprio tramite questa sua moglie, il mussulmano si converta a Cristo. Chi può dire infatti che ciò non succederà? Comunque, ribadisco, in base alla Parola di Dio moglie e marito sono vincolati l’uno all’altro per tutta la loro vita, solo la morte scioglie il matrimonio e permette a chi è rimasto vivo di passare a nuove nozze.
23. Ma io come mi devo comportare con un marito che mi attacca continuamente per la mia fede? Devo sempre stare zitta, non parlargli mai di Gesù? Cosa vuol dire essere sottomesse al marito? Devo essere sottomessa ad un marito che mi deride continuamente per la mia fede, che talvolta bestemmia e offende il mio Signore, cosa devo fare? …
23. Ma io come mi devo comportare con un marito che mi attacca continuamente per la mia fede? Devo sempre stare zitta, non parlargli mai di Gesù? Cosa vuol dire essere sottomesse al marito? Devo essere sottomessa ad un marito che mi deride continuamente per la mia fede, che talvolta bestemmia e offende il mio Signore? Cosa devo fare? Tu non hai idea di quanto sia dura, soprattutto con un bambino da educare, e lui che mi dice che lo sto rovinando, imbottendolo di st….ate (nota mia: la parola è stata scritta così dalla sorella che mi ha mandato la lettera). Ti prego di aiutarmi e di darmi al più presto una risposta.
Risposta
Ti devi comportare come dice la Parola di Dio, cioè stando sottomessa a tuo marito, il che significa che devi avere nei suoi confronti una condotta casta e rispettosa. Certamente puoi parlargli del Signore, questo non ti è vietato. Sì devi stare sottomessa a tuo marito, anche se ti offende e bestemmia il nome del Signore. Questo però non significa fare tutto quello che ti dice, perché se egli ti dice di fare qualche cosa che va contro la Parola di Dio, tu non devi ubbidirgli. La sottomissione è nel Signore, ricordalo sempre questo. Certamente deve essere molto duro per te vivere con lui, ma non ti perdere d’animo, sorella, perché il Signore ti darà la forza di sopportare ogni cosa. Mantieniti attaccata al Signore, a prega del continuo anche per tuo marito affinché il Signore lo salvi. So di sorelle che dopo essersi viste offese e perseguitate a sangue dal proprio marito per molti anni, hanno visto i loro mariti salvati dalla grazia di Dio.
24. Devo sottoporti una domanda per me di grande importanza. Pur non essendo cattolica non ho esonerato mio figlio dall’ora di religione, lui frequenta la seconda elementare, perchè penso che lui possa essere un esempio e una testimonianza soprattutto per la maestra, anzi lei mi ha detto di intervenire se qualcosa da lei insegnato contrasta con ciò in cui noi crediamo. Prescindendo che quasi tutto ciò che lei insegna va in contrasto con la Parola di Dio (ma il mio bimbo è ben ammaestrato nella sua casa), ora mio figlio deve imparare l’Ave Maria per compito! Devo fargliela imparare come fosse una poesia qualunque o parlare con l’insegnante per esonerarlo da questo e da altri compiti che verranno, se saranno in contrasto con la nostra fede? Grazie di cuore.
Sorella nel Signore, devi parlare con l’insegnante affinché esoneri tuo figlio da questo compito e da qualsiasi altro compito che tu sai contrasta la Parola di Dio. Comunque, io al tuo posto esonererei tuo figlio dall’ora di religione per evitare che rimanga contaminato in una maniera o nell’altra dalle eresie della Chiesa Cattolica Romana.
25. Un marito ha il diritto di picchiare la propria moglie se questa lo merita?
No, il marito non ha affatto questo diritto sulla moglie, come naturalmente non ce l’ha neppure la moglie nei confronti del marito.
E questo perché è scritto: “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell’acqua mediante la Parola, affin di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti debbono amare le loro mogli, come i loro proprî corpi. Chi ama sua moglie ama se stesso. Poiché niuno ebbe mai in odio la sua carne; anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la Chiesa, poiché noi siamo membra del suo corpo. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e s’unirà a sua moglie, e i due diverranno una stessa carne. Questo mistero è grande; dico questo, riguardo a Cristo ed alla Chiesa. Ma d’altronde, anche fra voi, ciascuno individualmente così ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito” (Ef. 5:25-33) ed anche: “Parimente, voi, mariti, convivete con esse colla discrezione dovuta al vaso più debole ch’è il femminile. Portate loro onore, poiché sono anch’esse eredi con voi della grazia della vita, onde le vostre preghiere non siano impedite” (1 Piet. 3:7).
Nota bene come è scritto che i mariti debbono amare le loro mogli come i loro propri corpi: chi vuole fare del male al proprio corpo? Chi vuole tumefarlo dandogli dei pugni o degli schiaffi? Nessuno, quindi dato che marito e moglie sono una stessa carne, il marito si comporterebbe da un uomo folle se alzasse le sue mani su sua moglie. Il marito deve portare onore alla donna, in caso contrario le sue preghiere saranno impedite e Dio lo punirà come egli merita.
26. ….. Qualsiasi matrimonio celebrato secondo le leggi vigenti sancisce una unione per conto di Dio? Per esempio, se un uomo brutto e ricco si invaghisce di una bella donna povera e questa acconsente a sposarlo attratta dai soldi, si può dire che siano stati uniti da Dio in matrimonio? …..
26. Gentile Sig. Butindaro …. la questione del matrimonio. Il Nuovo Testamento non ci dà un codice legislativo sul matrimonio ma alcuni principi di base. “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito” dice Gesù e ribadisce San Paolo. Dio permise e permette il divorzio agli Israeliti e a maggior ragione agli altri popoli non Cristiani a causa della durezza del loro cuore ma i seguaci di Cristo devono essere perfetti come il Padre loro e quindi non separarsi per tutta la vita dal loro coniuge. Ora cosa significa “ciò che Dio ha unito”? Qualsiasi matrimonio celebrato secondo le leggi vigenti sancisce una unione per conto di Dio? Per esempio, se un uomo brutto e ricco si invaghisce di una bella donna povera e questa acconsente a sposarlo attratta dai soldi, si può dire che siano stati uniti da Dio in matrimonio? In realtà sono stati uniti dal peccato, l’uomo a causa della passione e la donna a causa dell’avidità. Ella non è diversa da una meretrice che vende il suo corpo per denaro e lui non è diverso da chi si unisce ad una meretrice per soddisfare la sua lussuria. Sappiamo che non si può servire Dio ed il denaro contemporaneamente. Mi sembra palese che certi matrimoni sono tali solo formalmente in base alle leggi umane. L’unione di due persone nel vero matrimonio voluto da Dio si basa invece sull’amore perchè Dio è Amore. Infatti la Scrittura ci dice che il vero matrimonio è simbolo dell’unione tra Cristo e la Chiesa. Dio potrebbe prendere come simbolo un matrimonio come quello poc’anzi riportato nell’esempio? Certo che no. La fedeltà di Cristo alla Chiesa è motivata dall’amore e non da un patto formale. Così la vera Chiesa risponde all’amore di Cristo con l’amore e non come una meretrice. Se qualcuno fosse chiesa solo per avere delle ricompense ma non avesse l’amore sarebbe un poveraccio ed alla fine non otterrebbe niente perchè il comandamento fondamentale è l’amore per Dio e per i fratelli. Ne consegue che il vero matrimonio indissolubile è quello contratto in libertà e consapevolezza sulla base dell’amore. Ogni matrimonio fra Cristiani dovrebbe essere così, ma quelli contratti da non credenti non sempre hanno queste caratteristiche. Se era un vero matrimonio con l’eventuale conversione dei coniugi anche il loro matrimonio viene convertito nel Signore ma non sempre questo accade. Se il matrimonio non viene convertito perchè non era un vero matrimonio, esso agli occhi di Dio non è mai esistito, era solo fornicazione. Ne consegue che queste persone si possono ancora sposare. Questo è il caso di molti che divorziano prima di convertirsi al Signore. Non è corretto costringere queste persone a non sposarsi perchè in realtà non si sono mai veramente sposate. Come dice l’apostolo Paolo “è meglio sposarsi che ardere”. Non dobbiamo fare come i Farisei che con il pretesto di osservare il sabato volevano vietare a Gesù di guarire i malati in quel giorno. Ragionando con le Scritture con amore si può evitare di interpretarle in modo legalistico e farisaico cogliendone lo Spirito. Non mettiamo sulle spalle dei fratelli pesi inutili. Cosa ne pensa?
Risposta
Io penso che lei riguardo al matrimonio fra non Cristiani abbia delle convinzioni che contrastano il sano insegnamento della Scrittura. Lei in sostanza dice che nel caso due non credenti si sposano, si può parlare di vero matrimonio solo nel caso i due si sposano per amore ossia se i due si amano. Se invece i due si sposano per passione o per denaro e tra loro non c’è amore, i due non sono sposati ma sono un po’ come due che convivono. Per cui se i due divorziano, allora possono risposarsi: il loro precedente matrimonio non è mai esistito. Ma dove mai lei legge nella Scrittura simili cose? Io ritengo che lei farebbe bene ad investigare le Scritture perché denoto parecchia ignoranza in materia.
Vengo adesso alle sue domande: certo che ogni matrimonio celebrato secondo le leggi vigenti sancisce una unione per conto di Dio e questo perché le autorità che esistono sono da Dio e quindi quando l’autorità dello Stato dichiara un uomo e una donna marito e moglie allora i due sono sposati. Non importa proprio nulla se i due si amano o meno, se i due si sono sposati per denaro o perché erano semplicemente attratti sessualmente. La Scrittura dice: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Gen. 2:24); essa non dice che saranno una sola carne se si amano davvero o se si amavano davvero. Quindi l’uomo e la donna una volta sposati sono una stessa carne, e la loro unione è sancita da Dio. E nessun uomo ha il diritto di sciogliere questa unione. Questo discorso vale sia per i non Cristiani che per i Cristiani. Sì anche per i Cristiani perché l’eventualità che due si sposano senza amarsi veramente ma solo per interessi o per semplice attrazione sessuale, esiste anche tra Cristiani. Anzi non solo c’è l’eventualità, ma esistono dei matrimoni anche tra Cristiani che purtroppo non sono basati sull’amore. Sì, i coniugi sono Cristiani, ma non si amavano all’atto del matrimonio e non si amano tuttora come la Scrittura ordina.
Ma allora, seguendo il suo discorso, se due si sposano in libertà e consapevolezza sulla base dell’amore, e poi dopo anni di felice matrimonio smettono di amarsi e cominciano ad odiarsi (o uno solo comincia ad odiare l’altro), per svariate ragioni e cause, che cosa dovrebbero fare? Divorziare? Mi pare proprio di sì, perché viene a mancare la base cioè l’amore!!! Lei dice infatti: ‘L’unione di due persone nel vero matrimonio voluto da Dio si basa invece sull’amore perchè Dio è Amore’. Dunque, quello che all’inizio era un vero matrimonio all’improvviso si dissolve e diventa un falso matrimonio, diventa un matrimonio inesistente: le sue idee portano inevitabilmente a simili conclusioni! Forse lei però obbietterà e dirà che in quel caso i due erano stati uniti da Dio perché c’era amore tra loro, quindi non possono risposarsi. Sì, ma stando alle sue parole e alle sue idee, tra i due viene a mancare la base dell’unione, cioè l’amore. Per cui se lei dichiara un matrimonio inesistente quello contratto senza amore dovrebbe dichiarare inesistente anche un matrimonio a cui ad un certo punto viene a mancare l’amore tra i due. Spero che lei capisca a quali conseguenze disastrose porta il suo modo di ragionare.
Io ritengo che il suo discorso tende a giustificare coloro che hanno divorziato prima di convertirsi al Signore e dopo che si sono convertiti si risposano. Ma il suo discorso non regge perché il divorzio, non importa per quale ragione sia occorso, e non importa se sia occorso prima della conversione o dopo di essa, non permette nella maniera più assoluta a nessuno dei due coniugi di risposarsi. Gesù infatti nelle sue parole non ha per nulla fatto capire che il risposarsi sia lecito all’uomo o alla donna mentre ambedue sono ancora in vita. Le sue parole sono chiare: “Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se la moglie, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio” (Mar. 10:11-12).
Ribadisco quindi che è solo la morte che dissolve il matrimonio, per cui solo nel caso uno dei due muore all’altro è permesso di risposarsi.
Io capisco perfettamente quanto duro possa essere per un uomo o per una donna che hanno divorziato prima di convertirsi, rimanere poi una volta convertiti non sposati fino a che il suo coniuge è ancora in vita, hanno tutta la mia comprensione, ma la Parola di Dio ci dice di fare o di non fare qualcosa sempre per il nostro bene e mai per il nostro male. Lei mi cita le parole di Paolo “meglio sposarsi che ardere” in riferimento a coloro che hanno divorziato prima di convertirsi, le ricordo però che Paolo queste parole le ha dette riferendosi ai celibi e alle vedove infatti l’apostolo dice: “Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io. Ma se non si contengono, sposino; perché è meglio sposarsi che ardere” (1 Cor. 7:8-9). Dunque quelle parole sono riferite a persone sciolte dal vincolo matrimoniale, ma i divorziati o separati sono ancora legati al loro coniuge perché esso è ancora in vita, quindi quelle parole non si riferiscono né ai divorziati e neppure ai separati. E che sia così è confermato dal fatto che nel caso una donna ripudia il marito perché questo magari è impotente e non può avere con lei dei normali rapporti sessuali, non si può dire che è meglio che questa donna si sposi anziché ardere, perché in questo caso la si inciterebbe a commettere adulterio perché Gesù ha detto: “Se la moglie, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio”. Dunque, bisogna stare molto attenti a non prendere quelle parole di Paolo per incitare i divorziati a risposarsi e a commettere così ADULTERIO.
27. Pace, fratello. Vorrei avere una chiarificazione su questa cosa: Il matrimonio, celebrato solo con il rito civile, se avviene il divorzio, uno dei due si può risposare? Sto parlando di persone non convertite. Una volta accettato il Signore, com’è la sua condizione davanti a Dio?
No, un divorziato o una divorziata se si converte al Signore non si può risposare cioè passare a nuove nozze fino a che il suo coniuge è ancora in vita. Questo perché la sua conversione a Cristo non scioglie il vincolo matrimoniale con cui è legato all’altro. La cosa che infatti permette ad una persona divorziata di risposarsi è solo la morte del suo coniuge. Per esempio nel caso di una donna Paolo dice: “Infatti la donna maritata è per la legge legata al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge che la lega al marito. Ond’è che se mentre vive il marito ella passa ad un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma se il marito muore, ella è libera di fronte a quella legge; in guisa che non è adultera se divien moglie d’un altro uomo” (Rom. 7:2-3). Non importa proprio nulla quindi se la persona che vuole risposarsi ha divorziato prima di convertirsi al Signore: non può risposarsi se non vuole commettere adulterio. Come non importa proprio nulla se il suo matrimonio era stato celebrato solo con il rito civile senza quindi quello religioso. E questo perché un matrimonio celebrato solo in comune davanti a Dio ha la stessa valenza di un matrimonio celebrato con rito religioso (non importa se con rito Evangelico o Cattolico romano). Non vedo proprio perché bisognerebbe fare una differenza tra i due matrimoni: sono validi alla stessa maniera. La Scrittura non mi fornisce alcuna prova che un matrimonio celebrato solo con rito civile sia in qualche maniera inferiore a quello celebrato con rito religioso. La Scrittura parla di matrimonio e basta.
Dunque, la posizione di un fratello o di una sorella che quando si sono convertiti erano già divorziati dal loro coniuge è quella di persone coniugate impossibilitate a risposarsi finchè il loro coniuge è ancora in vita. Per loro è imperativo rimanere nella condizione in cui erano quando il Signore li ha chiamati (cfr. 1 Cor. 7:20), fino alla morte del loro coniuge; solo allora possono liberamente sposarsi nel Signore.
Butindaro Giacinto, Domande e Risposte (Volume 1). Roma 2006. Pagine 471. Vedi l’indice del libro