1. Un Cristiano deve osservare il sabato?
No, un Cristiano non deve osservare il sabato perchè l’apostolo Paolo dice ai santi di Colosse: “Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a novilunî o a sabati, che sono l’ombra di cose che doveano avvenire; ma il corpo è di Cristo” (Col. 2:16-17). La ragione dunque perchè noi non siamo chiamati ad osservare il sabato è perchè esso è una delle ombre della legge, si deve infatti sempre tenere a mente che la legge aveva un ombra dei futuri beni e non la realtà stessa delle cose che noi abbiamo invece in Cristo Gesù (cfr. Ebr. 10:1). Il sabato giudaico – o giorno del riposo – è l’ombra del vero riposo nel quale entrano quando muoiono coloro che hanno creduto nel Signore Gesù Cristo secondo che è scritto: “Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo di Lui si riposa anch’egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue” (Ebr. 4:9-10), ed ancora: “Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono” (Apoc. 14:13).
Nessuno dunque vi inganni con vani ragionamenti fratelli.
2. Un Cristiano deve osservare la domenica?
No, un discepolo di Cristo non è chiamato ad osservare la domenica, nel senso che egli non è chiamato ad astenersi da ogni lavoro in quel giorno, cosa che invece erano chiamati a fare gli Ebrei nel giorno del sabato secondo la legge di Mosè. A tale proposito è bene fare questa precisazione, dato che tra i lavori vietati in giorno di sabato c’è pure quello di accendere il fuoco nelle proprie case, sia per cucinare che per riscaldarsi, (cfr. Es. 35:1-3) se si deve osservare la domenica al posto del sabato giudaico occorre astenersi pure dal fare queste cose, con gli inevitabili problemi che sorgerebbero. Il problema non è però quello di astenersi dal fare ogni tipo di lavoro in giorno di domenica, perchè questo è permesso a chi considera la domenica più di altri giorni perchè lo fa per il Signore (e io non mi sento di giudicare chi ha questa convinzione personale ed agisce di conseguenza), ma il fatto che se si comincia ad imporre di osservare la domenica come gli Ebrei osservano il sabato, allora non si agisce più secondo carità perchè si vuole imporre ad altri una propria convinzione personale su un giorno della settimana. Paolo a riguardo delle opinioni sui giorni ha detto: “L’uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente” (Rom. 14:5). Non può dunque un credente nel caso stima la domenica più degli altri giorni – magari anche manifestando questa stima astenendosi sia dal cucinare che dall’accendere il fuoco – cominciare a dire agli altri fratelli che devono osservare la domenica come fa lui per amore del Signore. Anche perchè questo ordine non può essere confermato in nessuna maniera dagli Scritti del Nuovo Testamento; cosa che invece è del tutto diversa riguardo il sabato perchè nella legge ci sono parecchi riferimenti all’ordine di osservare il sabato.
In conclusione, se un credente si sente di onorare il Signore non facendo alcun lavoro o alcuni lavori di domenica, lo faccia pure, ma senza giudicare o sprezzare chi non si comporta esattamente come lui di domenica, magari anche perché fa un lavoro che gli impone di lavorare pure la domenica alcune volte.
3. Noi Cristiani dobbiamo festeggiare la Pasqua?
No, noi Cristiani non siamo affatto obbligati ad osservare la festa della Pasqua. La ragione è perché questa festa, come anche le altre feste giudaiche, è un ombra di qualcosa che doveva avvenire e che noi sappiamo è avvenuta mediante Cristo Gesù. La Pasqua è una festa che adombra il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo perché come in essa – per ordine di Dio – fu immolato un agnello il cui sangue fu messo sugli stipiti (e sull’architrave) della porta delle case degli Israeliti in Egitto per far sì che quando passò l’angelo sterminatore durante la notte gli Israeliti fossero liberati dal giudizio di Dio che consisteva nella messa a morte di tutti i primogeniti d’Egitto, così ora alla fine dei termini dei tempi per ordine di Dio l’Agnello senza macchia e difetto, ben preordinato prima della fondazione del mondo, cioè Gesù Cristo, è stato immolato affinché noi fossimo cosparsi con il suo sangue e messi così al sicuro dal futuro giudizio di condanna che Dio infliggerà contro questo mondo malvagio, ossia liberati dall’ira a venire.
L’apostolo Paolo, grande conoscitore del Giudaismo e apostolo e dottore dei Gentili, dopo averci detto: “E voi, che eravate morti ne’ falli e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Egli ha vivificati con lui, avendoci perdonato tutti i falli, avendo cancellato l’atto accusatore scritto in precetti, il quale ci era contrario; e quell’atto ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; e avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Col. 2:13-15), dice: “Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, o a novilunî o a sabati, che sono l’ombra di cose che doveano avvenire; ma il corpo è di Cristo” (Col..2:16-17).
Se quindi qualcuno, Giudeo o Gentile che sia di nascita, viene a voi e vi obbliga ad osservare la Pasqua, voi sapete quello che gli dovete dire. Nessuno vi inganni con vani ragionamenti.
4. Gli Evangelici osservano il Natale? Perché?
Sì, anche gli Evangelici o meglio una buona parte degli Evangelici osservano la festa di Natale il 25 Dicembre, facendo l’albero di Natale, il pranzo di Natale, facendo e ricevendo regali, ed anche tenendo un culto speciale chiamato ‘culto di Natale’.
La ragione o le ragioni? Alcuni lo fanno perché credono che Gesù Cristo sia nato il 25 Dicembre, come insegna la Chiesa Cattolica Romana (cosa che non può essere assolutamente confermata dalla Scrittura). Altri, pur non accettando il 25 Dicembre come data della nascita di Cristo lo festeggiano lo stesso per adeguarsi alla maggioranza e non apparire diversi e portare le inevitabili conseguenze che consistono in critiche di ogni genere. Molti di quest’ultimi dicono che lo festeggiano a motivo dei loro bambini, cioè per non metterli in imbarazzo a scuola e tra gli amici.
Per ciò che ci riguarda, noi non festeggiamo il Natale, per noi è un giorno come tutti gli altri, anche se fuori di casa l’atmosfera che ci circonda in quel giorno è diversa da quella degli altri giorni. Non facciamo auguri, pranzi speciali, o riunioni speciali. E agli auguri di Natale che ci danno non contraccambiamo.
Le origini del Natale
Originariamente la Chiesa non celebrava la nascita di Gesù. Col passare del tempo, tuttavia, i Cristiani d’Egitto cominciarono a considerare il 6 Gennaio come data della natività. L’usanza di celebrare la nascita di Gesù in quel giorno si andò diffondendo in tutto l’Oriente e risulta come data per acquisita all’inizio del IV secolo. Più o meno nella stessa epoca, la Chiesa d’Occidente, che non aveva mai riconosciuto il 6 Gennaio come il giorno della natività, assunse come data celebrativa il 25 Dicembre.
Essa fu successivamente adottata anche dalla chiesa d’Oriente. Le ragioni che spinsero molti vescovi a spostare la festa di natale dal 6 Gennaio al 25 Dicembre furono le seguenti: in quel giorno secondo una consuetudine pagana del tempo veniva celebrato ‘il dio sole’, o meglio la nascita del sole al quale si accendevano dei fuochi in segno di festa, e siccome molti che si erano convertiti al Cristianesimo prendevano pure loro parte a questa festa perché identificavano il sole con Gesù Cristo perché in Malachia egli é chiamato “il sole della giustizia” (Mal. 4:2), quando essi si resero conto che gli stessi Cristiani avevano una certa inclinazione per questa festa, tennero consiglio e deliberarono che la natività di Cristo fosse solennizzata in quel giorno e la festa dell’epifania il 6 Gennaio. Come si può vedere, il Natale affonda le sue origini nel paganesimo, una ragione in più quindi per non festeggiarlo.
5. Quali sono le origini della festa dell’Epifania?
Innanzi tutto ti dico qualcosa sul significato della parola epifania: il termine italiano epifania deriva dal greco epiphaneia che significa ‘apparizione’; nel Nuovo Testamento questo termine è presente, lo troviamo per esempio in questo passo: “..la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli, ma che è stata ora manifestata coll’apparizione (epiphaneia) del Salvator nostro Cristo Gesù” (2 Tim. 1:9,10).
Adesso invece ti dico in breve come ebbe origine la festa dell’epifania. Inizialmente i seguaci dello gnostico Basilide, vissuto nel II secolo, festeggiavano il battesimo di Cristo il 6 gennaio. Essi però, facendo distinzione tra il Cristo e Gesù, sostenevano che il Cristo fosse apparso per la prima volta sulla terra al battesimo di Gesù, per cui l’epifania (l’apparizione) di Cristo per loro coincideva con il battesimo di Gesù.
Ma perché costoro facevano questa distinzione tra il Cristo e Gesù? Perché per gli Gnostici (da non confondere con gli agnostici che sono quelli che dicono che Dio non si può conoscere), che prendevano il nome dalla parola greca gnosis che significa ‘conoscenza’, la materia si identificava con il male e lo spirito con il bene, e siccome Cristo era assoluto bene spirituale egli non poteva rivestire un corpo umano; in altre parole egli non poteva unirsi alla materia. Per loro quindi il Cristo entrò nel corpo di Gesù solo per il periodo che intercorse tra il suo battesimo e l’inizio della sua sofferenza sulla croce, lasciando morire sulla croce l’uomo Gesù. In altre parole per loro Gesù non era il Cristo. Per loro poi questo Cristo che dimorò in Gesù per un po’ di tempo avrebbe insegnato una speciale gnosi o conoscenza che avrebbe aiutato l’uomo a salvarsi mediante un processo intellettuale. Questa stessa eresia che non riconosce in Gesù il Cristo è insegnata ancora oggi in seno a molte sètte che si rifanno alla teosofia. Poco tempo fa mi ha scritto un teosofo dicendomi: ‘…. In teosofia si afferma che Cristo e Gesù sono due cose diverse. Si dice che Cristo abbia “adombrato” Gesù, che è uno dei tanti salvatori. Ti dico queste cose con il massimo rispetto per la tua fede, che è giusta e che non trova, credimi, oppositori nella Teosofia vera. Cristo è l’espressione dell’amore universale. Si parla di “principio cristico” e del “Cristo cosmico” incarnato. ….’. A queste sue affermazioni ho risposto dicendo: ‘Questa distinzione non esiste perché Gesù e il Cristo sono la medesima persona e non due cose diverse. L’apostolo Giovanni, che ti ricordo vide e toccò la Parola della vita, ebbe a dire in maniera molto chiara: “Io vi ho scritto non perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete, e perché tutto quel ch’è menzogna non ha che fare colla verità. Chi è il mendace se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Esso è l’anticristo, che nega il Padre e il Figliuolo. Chiunque nega il Figliuolo, non ha neppure il Padre; chi confessa il Figliuolo ha anche il Padre” (1 Giov. 2:21-23). Come puoi bene vedere Gesù è il Cristo, e non qualcuno su cui sarebbe disceso o in cui si sarebbe andato ad incarnare una entità di nome Cristo. La parola Cristo significa ‘Unto’ per cui Gesù è l’Unto di Dio. Inoltre la Scrittura insegna che Gesù non è uno dei salvatori, ma il Salvatore e che quindi fuori di lui non c’è salvezza’.
Dopo questa breve ma necessaria parentesi sulla dottrina degli Gnostici, torniamo all’origine della festa dell’epifania; ma perché i seguaci di Basilide scelsero di festeggiare l’Epifania di Cristo proprio il 6 gennaio? Perché in Alessandria (Basilide era alessandrino) si festeggiava in quel giorno la nascita di Eone dalla vergine Kore e quel giorno era anche consacrato a Osiride. Così i seguaci di Basilide scelsero proprio quella data per proclamare davanti ai pagani che Cristo era il vero Essere divino apparso sulla terra. Col passare del tempo però andò a finire che la chiesa d’Oriente assunse dagli eretici, da lei combattuti, l’usanza di celebrare l’epifania, e così troviamo che essa nella prima metà del IV secolo celebrava l’epifania il 6 gennaio, collegando tra loro, in tale festa, il battesimo e la nascita di Cristo, e questo perché per la Chiesa – a differenza degli eretici denominati Gnostici – l’apparizione di Cristo sulla terra aveva avuto luogo alla nascita di Gesù; essendo Gesù il Cristo di Dio.
Quindi anche l’origine dell’Epifania – come quella del Natale – affonda le radici nel paganesimo.
6. …. Ascolta, ho una domanda da farti sul riposo biblico. Se noi non essendo sotto la legge non siamo tenuti a osservare il giorno del riposo, come bisogna comportarsi riguardo a promesse come in Isaia 58:13 (” … se tu non trattieni il piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno ….”)? Come vanno inquadrate queste promesse e prescrizioni rispetto al riposo di cui si parla in Ebrei 4?
6. Fratello Giacinto, pace. Ascolta, ho una domanda da farti sul riposo biblico. Se noi non essendo sotto la legge non siamo tenuti a osservare il giorno del riposo, come bisogna comportarsi riguardo a promesse come quella in Isaia 58:13 (“…se tu trattieni il piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno…”)? Come vanno inquadrate queste promesse e prescrizioni rispetto al riposo di cui si parla in Ebrei 4?
Risposta
Fratello, è evidente che dato che il riposo di cui parla lo scrittore dell’epistola agli Ebrei dicendo: “Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo di Lui si riposa anch’egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue” (Ebrei 4:9-10) non è lo stesso riposo di cui parla la legge di Mosè perché quest’ultimo è solo un ombra di quello vero, le minacce rivolte dai profeti contro coloro che non osservavano il sabato ordinato da Dio, non possono essere rivolte contro di noi che non siamo sotto la legge ma sotto la grazia. Questo discorso ovviamente vale anche per le benedizioni particolari promesse da Dio tramite Isaia a coloro osservavano il sabato secondo che è scritto: “Se tu trattieni il piè per non violare il sabato facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch’è sacro all’Eterno, e se onori quel giorno anziché seguir le tue vie e fare i tuoi affari e discuter le tue cause, allora troverai la tua delizia nell’Eterno; io ti farò passare in cocchio sulle alture del paese, ti nutrirò della eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca dell’Eterno ha parlato” (Isaia 58:13-14). Queste promesse di benedizioni non sono più valide o vincolanti per noi che siamo sotto la grazia e non più sotto la legge di Mosè.
Il riposo di sabato che rimane per il popolo di Dio, di cui parla l’epistola agli Ebrei, infatti non è un giorno di 24 ore che va osservato non facendo alcuna opera in esso, ma uno stato o una condizione di gloriosa beatitudine in cui entrano alla loro morte tutti coloro che muoiono nel Signore. Nell’Apocalisse si legge infatti: “E udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono” (Apocalisse 14:13). Nota molto bene come venga detto in maniera chiara che coloro che muoiono nel Signore si riposano dalle loro fatiche; lo vedi quindi il vero riposo di cui parla lo scrittore agli Ebrei? Ecco perché sempre lo scrittore agli Ebrei dice: “Studiamoci dunque d’entrare in quel riposo, onde nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza” (Ebrei 4:11), per mettere in guardia i credenti dal tirarsi indietro come fecero gli Israeliti nel deserto che a motivo della loro incredulità non poterono entrare nella terra di Canaan. Se dunque c’è un avvertimento che è rivolto a noi che siamo sotto la grazia e non più sotto la legge, e che concerne il riposo di sabato che rimane per noi, è quello che dice che se ci tireremo indietro non entreremo mai nel riposo di Dio, ma ce ne andremo in perdizione. E questo perché il vero riposo che è stato manifestato in Gesù Cristo non è un giorno di 24 ore in cui doversi riposare astenendosi da ogni lavoro, ma una condizione di riposo cosciente in cui si entra automaticamente quando si muore in Cristo e questo perché si va in paradiso con il Signore. Ricordi le anime di quelli che erano stati uccisi a motivo della Parola di Dio e che Giovanni vide in visione? Che cosa fu detto loro? Fu loro detto di riposarsi ancora un po’ di tempo; ecco le parole di Giovanni: “E a ciascun d’essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che hanno ad essere uccisi come loro” (Apocalisse 6:11). Quelle anime quindi si stavano già riposando in cielo!!
Dunque la cosa è semplice, qualsiasi minaccia di punizione rivolta da profeti sotto l’Antico Testamento a coloro che non osservavano il sabato non ci riguarda nella maniera più categorica. Un’ultima cosa, bada bene che il riposo di sabato prescritto dalla legge di Mosè è stato sostituito, uso questo termine per farmi capire meglio, solo da quello eterno in cui entreranno i santi quando muoiono nel Signore. Perché ti dico questo? Perché negli scritti del Nuovo Testamento non si trova nessun comandamento di riposarsi totalmente da ogni opera in qualche altro giorno della settimana, per cui neppure la domenica. Purtroppo però ci sono tanti pastori che insegnano che la domenica ha preso il posto del sabato giudaico, per cui hanno finito con il sostituire un ombra con un’altra ombra. Ovviamente se uno si vuole riposare da ogni lavoro la domenica per il Signore, è libero di farlo ma questo non lo deve imporre ad altri. E’ una sua convinzione da rispettare; come è da rispettare naturalmente la convinzione di un altro credente che decide di riposarsi il lunedì, per il Signore, o il venerdì e così via. Qui si entra nel campo delle opinioni su giorni la cui regola da osservare è la seguente: “L’uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente. Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore” (Romani 14:5-6).
7. Cosa in effetti, in maniera documentabile, esprime la festa di Halloween?
Il termine Halloween deriva dal fatto che il 31 di ottobre è la vigilia di Ognissanti, ovvero la vigilia del giorno in cui la Chiesa Cattolica Romana celebra tutti i santi. Questo giorno, ossia il 1° novembre, è chiamato in inglese All Hallows’ Day. Ora, la vigilia di Ognissanti in inglese è chiamata All Hallows’ Eve (dove “eve” sta per “vigilia”), ma anche All Hallows’ Even (even sta per evening che in inglese significa ‘sera’ ed esprime il concetto di “vigilia”); da questi termini è derivato Halloween.
Le origini di questa festa risalgono all’epoca in cui le isole britanniche erano dominate dalla cultura celtica, prima che l’Europa cadesse sotto il dominio di Roma. Ora, l’anno celtico finiva il 31 Ottobre e in quel giorno i Druidi celebravano una festa in onore del dio sole e del signore dei morti (‘Saman’ che è uno dei nomi dati al diavolo). Il dio sole veniva ringraziato per il raccolto; il signore dei morti invece veniva placato con sacrifici di cavalli e di esseri umani. I sacrifici erano offerti anche per spaventare i cattivi spiriti, infatti i Druidi credevano che la notte del 31 Ottobre gli spiriti cattivi fossero chiamati a raccolta dal signore della morte e vagassero facendo scherzi e spaventando in svariate maniere i vivi. Queste credenze pagane persistettero tra la gente anche dopo che i papi istituirono la festa di Ognissanti. In Irlanda, Scozia, Galles e parti dell’Inghilterra – fino alla fine del diciannovesimo secolo – la gente in quella notte cercava di spaventare i cattivi spiriti con dei falò. Nelle Isole Britanniche erano anche comunemente praticate varie birichinate. Gli Irlandesi diedero nuova vita all’aspetto burlonesco di Halloween dopo che emigrarono negli USA negli anni quaranta del diciannovesimo secolo.
Questa festa, molto diffusa negli Stati Uniti, in questi ultimi anni si è diffusa a macchia d’olio anche qui in Italia. Per l’occasione molti organizzano feste da ballo in maschera (molti si mascherano da morti, o da Frankstein, da diavolo, da strega, da zombie e da vampiro).
I bambini usano dire agli adulti ‘dolcetto o scherzetto’; in altre parole si presentano agli adulti vestiti in maniera bizzarra e spaventosa e minacciano di fargli qualche brutto scherzo se non gli verranno dati dei dolci o dei soldi. E gli adulti naturalmente sono chiamati ad esaudire le loro richieste. I bambini in questa notte hanno il ‘diritto’ di fare qualsiasi scherzo agli adulti, anche il più fastidioso, e gli adulti hanno il ‘dovere’ di mostrarsi tolleranti nei loro confronti. La notte di Halloween molti mettono fuori sul davanzale delle loro finestre una spettrale zucca svuotata della polpa e intagliata in maniera tale da ricordare una testa con un ghigno diabolico, e all’interno di essa viene posta una candela accesa. Questa zucca (che ha tutta una sua storia) è il simbolo di Halloween e viene fatto credere che in quella notte in cui gli spiriti malvagi vagano questi spiriti non potranno entrare in quelle case che hanno esposta la zucca.
Questa festa è anche chiamata ‘La notte degli spiriti’ (si dice infatti che in questa notte gli spiriti dei morti visitano i vivi per prenderne possesso!!) e ‘La notte delle streghe’. E difatti i satanisti in vari luoghi si riuniscono in questa notte per offrire sacrifici finanche umani al loro padrone, satana. In questa notte infatti avvengono i famigerati ‘sabba’ che consistono in speciali riunioni degli adoratori di satana durante i quali vengono compiuti vari rituali occulti e in cui viene detto che il diavolo appare e ha dei rapporti sessuali con le streghe. In verità Halloween è proprio una notte consacrata al culto di Satana! Questa notte per le streghe è la festa più importante dell’anno e viene a volte chiamata ‘il grande sabba’. Nulla di cui meravigliarsi se si considerano le origini diaboliche di questa festa.
Va anche detto che nella notte di Halloween, avviene spesso che gruppi di teppisti e di terroristi si abbandonano a saccheggi, a violenze di ogni genere ed anche a omicidi.
Per la notte di Halloween vengono preparati anche dei piatti speciali che sono ‘La sella del Diavolo’ (Fregula con arselle), La zucca allo zombie, Ululati di lupo mannaro.
Stando dunque così le cose, è evidente, direi molto evidente, che una simile festa è compiuta in onore del diavolo, del principe di questo mondo – anche se apparentemente a molti pare una festa scherzosa e innocente – per cui si tratta di una opera infruttuosa delle tenebre, e quindi noi figliuoli di Dio dobbiamo astenerci in ogni maniera dal partecipare ad essa. Dice infatti la Scrittura: “E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre” (Ef. 5:11) ed anche: “Non siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore” (Ef. 5:7-8). Anzi, come figliuoli di luce noi faremo bene anche a denunciare questa festa sia pubblicamente che privatamente affinché più credenti possibili sappiano cosa è in effetti la festa di Halloween. Nessuno permetta che Halloween si insinui fra la fratellanza; non importa in che misura. Quand’anche il tutto si limitasse a qualche scherzo o a qualche maschera, ciò deve essere subito aborrito e allontanato dai santi perché un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta (cfr. 1 Cor. 5:6). Ricordatevi a proposito degli scherzi che la sapienza dice che: “Come un pazzo che avventa tizzoni, frecce e morte, così è colui che inganna il prossimo, e dice: ‘Ho fatto per ridere!’ (Prov. 26:18-19), e lo scherzo regna in Halloween! Il fatto per altro che ai bambini venga permesso di fare ogni sorta di scherzo anche agli adulti, perché in quella notte è come a Carnevale in cui ‘ogni scherzo vale’ è qualcosa che viene dal diavolo perché in questa maniera ai figli viene permesso di burlarsi dei propri genitori e degli adulti in generale. E’ una forma di irriverenza che non si addice ai figli dei credenti che invece devono essere allevati in ogni disciplina e nel timore di Dio e nel rispetto dei propri genitori e degli adulti in genere. In verità ad Halloween viene esaltata ed incitata la ribellione dei bambini verso gli adulti.
Altra cosa da tenere presente è che come figliuoli di Dio non dobbiamo mangiare quei piatti di cibi in onore di Halloween, sono cose contaminate nei sacrifici a Satana, sì perché anche quei cibi hanno come scopo quello di glorificare Satana. Quindi attenzione fratelli.
Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.
8. Scrivo per avere un’opinione sul tema “compleanno”. Leggendo un opuscolo (“La conoscenza che conduce alla vita eterna”), lasciatomi da alcune Testimoni di Geova ho appreso che gli unici due compleanni menzionati e celebrati nella Bibbia sono 2 (Genesi 40:20-22 e Matteo 14:6-11). Sempre nello stesso opuscolo è successivamente posta la seguente domanda che mi ha fatto molto riflettere: “Dato che le Scritture non rivelano la data di nascita dell’uomo perfetto Gesù Cristo, perché dovremmo prestare particolarmente attenzione al giorno della nascita di esseri umani imperfetti?”. Quindi quello che io chiedo è: è lecito per un Cristiano celebrare il giorno della propria nascita? Grazie in anticipo
Ascolta, io personalmente non celebro il mio compleanno ossia il mio natalizio. Quando arriva il 13 ottobre però mi ricordo che in quel giorno ho un anno in più. La ragione per cui non lo celebro organizzando una festa come fanno tanti, è perché nella Bibbia gli unici conviti natalizi di cui si parla sono quelli di due pagani, ossia quello di Faraone, re d’Egitto, al tempo di Giuseppe figlio di Giacobbe, e quello di Erode tetrarca della Galilea ai giorni di Gesù Cristo.
Di Faraone re d’Egitto viene detto infatti: “E avvenne, il terzo giorno, ch’era il natalizio di Faraone, che questi dette un convito a tutti i suoi servitori ….” (Gen. 40:20), e del re Erode: “Ma venuto un giorno opportuno che Erode, nel suo natalizio, fece un convito ai grandi della sua corte, ai capitani ed ai primi della Galilea, la figliuola della stessa Erodiada, essendo entrata, ballò e piacque ad Erode ed ai commensali. E il re disse alla fanciulla: Chiedimi quello che vuoi e te lo darò” (Mar. 6:21-22).
Non c’è neppure un minimo riferimento ad un convito organizzato da qualche uomo di Dio dell’Antico Testamento o finanche da uno dei re di Giuda che fece ciò che è giusto agli occhi di Dio, o da qualcuno dei primi Cristiani in occasione del suo natalizio. Il che mi lascia pensare che la cosa fosse considerata una usanza pagana.
Come tu sai poi, al giorno del compleanno sono legate varie superstizioni tra cui la prima che mi viene in mente è quella dello spegnimento di tutte le candele accese poste sopra la torta del compleanno. Lo spegnimento di tutte le candele deve avvenire al primo tentativo con un soffio solo per averne del bene, dice la superstizione.
Per cui io ho rinunciato a festeggiare il mio natalizio che considero per altro un giorno come tutti gli altri a cui non attribuisco nessuna importanza.
La mia opinione quindi è che è meglio come Cristiani evitare di celebrare il proprio natalizio.
Butindaro Giacinto, Domande e Risposte (Volume 1). Roma 2006. Pagine 471. Vedi l’indice del libro