1. Dio esiste?
Sì, Dio esiste. E come si fa a dimostrare che Egli esiste? Facendo osservare le sue opere che ci circondano perché è Lui che ha fatto i cieli, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi secondo che è scritto: “Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi” (Atti 4:24).
Tutte queste opere attestano da loro stesse di non essere venute all’esistenza da sole, ma di avere un Creatore. Il come sono fatte, la loro perfezione, la loro bellezza, ecc., attestano che esse sono venute all’esistenza per mano di Qualcuno, e questo Qualcuno è Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per la gloria sua. Ecco perché l’apostolo Paolo dice ai Romani: “Quel che si può conoscer di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedon chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue…” (Rom. 1:19-20). Perché le sue opere attestano la sua esistenza, come anche la sua potenza, la sua perfezione e la sua divinità.
Come nel guardare e nel fare uso di un computer, a nessuno di noi verrebbe in mente di dire che il computer che usiamo è venuto all’esistenza da solo senza che qualcuno lo abbia progettato e costruito, così è del creato che ci circonda. Esso ha un Qualcuno che lo ha prima ‘progettato’ e poi creato, ma dal nulla; a differenza di tutto ciò che progetta e fa l’uomo che invece è fatto con una materia già disponibile. Le opere stesse che ci circondano sanno di avere un Creatore; Giobbe infatti dice: “Ma interroga un po’ gli animali, e te lo insegneranno; gli uccelli del cielo, e te lo mostreranno; o parla alla terra ed essa te lo insegnerà, e i pesci del mare te lo racconteranno. Chi non sa, fra tutte queste creature, che la mano dell’Eterno ha fatto ogni cosa, ch’egli tiene in mano l’anima di tutto quel che vive, e lo spirito di ogni essere umano?” (Giob. 12:7-10).
Sembrerà incredibile, ma se interroghiamo gli animali o la terra per sapere come essi sono venuti all’esistenza essi ci diranno che esistono perchè Dio li ha creati, ma se facciamo la stessa domanda ad alcuni esseri umani essi ci diranno che esistono perché miliardi di anni fa ci fu un esplosione nell’universo da cui scaturì il sole, la luna, la terra, il mare ecc., da cui con il passare del tempo in seguito ad un processo evolutivo è uscito fuori pure l’uomo!! In verità costoro, dicendosi savi sono divenuti stolti, la loro intelligenza è ottenebrata. Non sanno nulla, non capiscono nulla.
Chi non crede che Dio esiste è uno stolto perché è scritto: “Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c’è Dio” (Sal. 14:1).
Per piacere a Dio è necessario credere che Egli esiste e che è il remuneratore di quelli che lo cercano (cfr. Ebr. 11:6).
Fratelli nel Signore, continuiamo dunque a credere che Egli esiste.
A voi che invece non credete nella sua esistenza dico: ‘Ravvedetevi di questo vostro pensiero malvagio e credeteci’.
2. Chi ha creato Dio?
La risposta è: nessuno, perché Dio esiste ab eterno, cioè da ogni eternità per cui non ha mai avuto un inizio. Egli stesso dice nella sua Parola: “Io sono il primo e sono l’ultimo, e fuori di me non v’è Dio” (Is. 44:6). E Mosè dice in una preghiera: “Avanti che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi, ab eterno in eterno, tu sei Dio” (Sal. 90:2).
Lui è il Creatore e noi esseri umani siamo sue creature. La sua esistenza da ogni eternità si deve accettare per fede; è una cosa vera comunque anche se non la si comprende. Noi siamo abituati a parlare in termini di nascita e morte a riguardo delle persone e degli animali, di inizio e fine a riguardo di tante cose, ma riguardo a Dio non si può parlare in questi termini; Egli abita l’eternità, Egli è l’Iddio di ogni eternità. Egli era, è, e sarà per sempre. Amen.
La Bibbia dice che senza fede è impossibile piacere a Dio, perché chi si avvicina a Lui deve credere che Egli esiste (o che Egli è) e che è il remuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11:6). Dunque fratelli continuiamo a credere che Dio esiste da ogni eternità e che esisterà per l’eternità, perché ciò piace a Dio.
3. Qual’è il nome di Dio?
Il suo nome è YHWH che si pronuncia ‘Yahweh’. Nel libro dell’Esodo leggiamo infatti che quando Dio si rivelò a Mosè presso il monte Sinai apparendogli nella fiamma di un pruno ardente e ordinandogli di andare in Egitto a liberare il suo popolo, Mosè chiese a Dio: “Ecco, quando sarò andato dai figliuoli d’Israele e avrò detto loro: L’Iddio de’ vostri padri m’ha mandato da voi, se essi mi dicono: Qual è il suo nome? che risponderò loro?” e Iddio gli rispose: “Io sono quegli che sono. Poi disse: ‘Dirai così ai figliuoli d’Israele: L’Io sono m’ha mandato da voi”. Iddio disse ancora a Mosè: Dirai così ai figliuoli d’Israele: L’Eterno, l’Iddio de’ vostri padri, l’Iddio d’Abrahamo, l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe mi ha mandato da voi. Tale è il mio nome in perpetuo, tale la mia designazione per tutte le generazioni” (Es. 3:13-15). Il termine tradotto in italiano con l’Eterno in ebraico è Yahweh, che significa ‘Colui che è’. Più precisamente l’ebraico è YHWH, ossia il Tetragramma (dal greco tetra ‘quattro’, e gramma ‘lettera’), perché le vocali furono aggiunte in seguito dai copisti ebrei al fine di facilitare la sua pronuncia. Come però si può leggere, Dio si definì pure l’Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe (e questo perché Egli è l’Iddio dei viventi e non dei morti, dato che per lui vivono tutti) e disse che questa è la sua designazione in perpetuo.
Dunque, quando noi ci rivolgiamo a Dio possiamo chiamarlo sia Yahweh che ‘Colui che è’, che ‘Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe’.
Dico possiamo e non che dobbiamo perché siccome ora noi siamo dei figli di Dio essendo stati adottati come suoi figliuoli, lo possiamo chiamare semplicemente ‘Padre’ sapendo che Lui ci ascolterà. In altre parole, nella stessa maniera che chiamiamo il nostro padre terreno con l’appellativo di padre (senza che egli si arrabbi con noi perché non lo chiamiamo con il suo nome di anagrafe), così possiamo chiamare Dio con l’appellativo di ‘Padre’. E dato che Egli ha il suo trono nei cieli da dove guarda tutto e tutti, lo chiamiamo pure ‘Padre nostro celeste’ o ‘Padre nostro che sei nei cieli’. Evitiamo di dire ‘Padre mio’, essendo questo un modo di rivolgersi a Dio caratteristico di Gesù Cristo solo. L’apostolo Paolo nelle sue epistole non chiama mai Dio ‘Padre mio’; lo chiama “Dio mio” ma mai Padre mio. Un’altra maniera in cui chiamiamo Dio è ‘Padre del nostro Signore Gesù Cristo’ e questo perché così lo chiama Paolo nelle sue epistole (cfr. Col. 1:3). Ma lo possiamo chiamare anche Signore, Signore del cielo e della terra, Creatore di tutte le cose, Onnipotente. Quello che è importante però non è come chiamiamo Dio, ma che ci accostiamo a lui con fede, con un cuore puro, e con mani pure; perché Dio ha promesso di esaudire coloro che lo invocano con fede e in verità.
4. Si può conoscere Dio?
La risposta è sì, Dio si può conoscere. E l’unica maniera per conoscerlo è tramite Gesù Cristo, il suo Figliuolo diletto, infatti nel Vangelo scritto da Giovanni è scritto che l’unigenito Figliuolo è quel che l’ha fatto conoscere (cfr. Giovanni 1:18). Solo tramite lui si può conoscere Dio, tramite nessun altro. Io l’ho conosciuto tramite il suo Figliuolo nell’estate del 1983 quando mentre mi trovavo in Gran Bretagna dopo avere sentito parlare di Gesù Cristo sotto una tenda di evangelizzazione mi sono pentito e ho creduto in Lui ottenendo così la remissione dei miei peccati e la vita eterna; fu allora che conobbi Dio, il suo amore, la sua bontà. Ecco dunque quel che l’uomo deve fare per conoscere Dio, pentirsi dei suoi peccati e credere in Gesù Cristo, cioè che Lui è morto sulla croce per i nostri peccati e risuscitato il terzo giorno. Facendo così giungerà alla conoscenza del solo e vero Dio e del suo Figliuolo Gesù Cristo che ora siede alla sua destra nei luoghi altissimi.
A chi dunque non conosce ancora Dio, dico da parte di Dio: ‘Umiliati davanti a Dio, riconosci i tuoi peccati davanti a Lui e prova dispiacere per essi proponendoti di non commetterli più, e credi in Gesù Cristo’. Ti assicuro che all’istante ti sentirai una nuova creatura, una creatura che finalmente conoscerà il suo Creatore, il suo amore e la sua bontà.
5. C’è stato qualcuno che ha visto Dio?
No, perché l’apostolo Paolo dice che Dio “nessun uomo ha veduto né può vedere” (1 Tim. 6:16). Anche Giovanni conferma ciò quando dice: “Nessuno ha mai veduto Iddio” (Giov. 1:18), ed anche: “Nessuno vide giammai Iddio” (1 Giov. 4:12). Se un vivente vedesse Dio morirebbe perché quando Mosè chiese a Dio di fargli vedere la sua gloria, Dio gli rispose: “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, e proclamerò il nome dell’Eterno davanti a te; e farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà’. Disse ancora: ‘Tu non puoi veder la mia faccia, perché l’uomo non mi può vedere e vivere’. E l’Eterno disse: ‘Ecco qui un luogo presso a me; tu starai su quel masso; e mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano, finché io sia passato; poi ritirerò la mano, e mi vedrai per di dietro; ma la mia faccia non si può vedere’ (Es. 33: 19-23).
Solo Gesù ha veduto Dio Padre infatti un giorno disse ai Giudei: “Non che alcuno abbia veduto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha veduto il Padre” (Giov. 6:46). Tuttavia, da altre parole di Gesù, si apprende che anche gli angeli hanno veduto e vedono Dio; ecco le parole di Gesù: “Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccoli; perché io vi dico che gli angeli loro, ne’ cieli, vedono del continuo la faccia del Padre mio che è ne’ cieli” (Matt. 18:10).
6. Ma Dio parla ancora come faceva anticamente, cioè tramite visioni, sogni o facendo udire la sua voce?
Sì, Dio ancora oggi parla agli uomini come faceva anticamente. Se così non fosse potremmo dire che le sue vie non sono più quelle di un tempo, e perciò che Lui sarebbe mutato; ma proprio perché egli ancora oggi rivela la sua volontà in alcuni casi sia in visione che in sogno che con una voce possiamo dire che le sue vie sono quelle di un tempo e che lui non è cambiato. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.
Per confermarti ciò con le Scritture ti ricordo quello che disse il profeta Gioele a proposito degli ultimi giorni, nei quali siamo tuttora. Egli disse: “E, dopo questo, avverrà che io spanderò il mio spirito sopra ogni carne, e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profetizzeranno, i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni” (Gioele 2:28), ed anche quello che disse Elihu: “Iddio parla, bensì, una volta ed anche due, ma l’uomo non ci bada; parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia; per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale” (Giob. 33:14-18).
In seno alla fratellanza sparsa per tutto il mondo ci sono innumerevoli testimonianze di visioni e sogni e rivelazioni concesse da Dio sia a credenti e sia a persone che al tempo non erano ancora dei credenti ma che lo sono diventate in seguito.
Non lasciarti dunque ingannare da coloro che dicono che Dio ha smesso di parlare tramite visioni, sogni e rivelazioni. Le loro parole sono ingannevoli.
7. I terremoti, gli alluvioni, i fulmini che si abbattono contro le persone, la grossa grandine, e altri fenomeni naturali che causano disastri (e spesso anche tante vittime) sono giudizi di Dio?
Sì, sono giudizi di Dio.
Per quanto riguarda i terremoti la Scrittura dice che per l’ira di Dio trema la terra (cfr. Ger. 10:10), e difatti sempre la Scrittura dice che ai giorni di Uzzia ci fu un forte terremoto (cfr. Zac. 14:5), che era stato predetto da Dio tramite il profeta Amos contro Israele a motivo della malvagità che imperava tra il popolo: “Ascoltate questo, o voi che vorreste trangugiare il povero e distruggere gli umili del paese; voi che dite: ‘Quando finirà il novilunio, perché possiam vendere il grano? Quando finirà il sabato, perché possiamo aprire i granai, scemando l’efa, aumentando il siclo, falsificando le bilance per frodare, comprando il misero per danaro, e il povero se deve un paio di sandali? E venderemo anche la vagliatura del grano!’ L’Eterno l’ha giurato per colui ch’è la gloria di Giacobbe: Mai dimenticherò alcuna delle vostre opere. Il paese non tremerà esso a motivo di questo? Ogni suo abitante non ne farà egli cordoglio? Il paese si solleverà tutto quanto come il fiume, ondeggerà, e s’abbasserà come il fiume d’Egitto” (Amos 8:4-8). Ricordiamo pure che prima della venuta del Signore ci sarà un forte terremoto che Dio manderà contro questo malvagio mondo, il più forte terremoto della storia dell’umanità, secondo che è scritto: “Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria; e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: È fatto. E si fecero lampi e voci e tuoni; e ci fu un gran terremoto, tale, che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte. E la gran città fu divisa in tre parti, e le città delle nazioni caddero; e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del furor dell’ira sua” (Apoc. 16:17-19).
Per ciò che concerne gli alluvioni ricordiamo che ai giorni di Noè Dio mandò sul mondo degli empi di allora così tanta acqua da coprire tutte le più alte cime dei monti; tutti gli esseri umani perirono, tranne che Noè e sette altri; anche gli animali perirono tutti, eccezion fatta che quelli che erano nell’arca di Noè. Come dunque quel diluvio fu un giudizio di Dio contro gli empi di allora, così anche oggi i diluvi locali che causano danni e spesso vittime sono anch’essi dei giudizi di Dio. In Giobbe è scritto che Dio “trattiene le acque, e tutto inaridisce; le lascia andare, ed esse sconvolgono la terra” (Giob. 12:15), ed anche: “Egli carica pure le nubi d’umidità, disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi ed esse, da lui guidate, vanno vagando nei lor giri per eseguir quanto ei loro comanda sopra la faccia di tutta la terra; e le manda o come flagello, o come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà” (Giob. 37:11-13). Naturalmente, dato che le nuvole vanno a riversare l’acqua dove vuole Dio e nella misura da lui decretata, anche la siccità – cioè il fatto che in un luogo non piova – è un giudizio di Dio. Ricordiamo che ai giorni di Elia, Dio non fece piovere per tre anni e mezzo per punire Israele per la sua malvagità.
Sono giudizi di Dio anche i fulmini che colpiscono le persone secondo che è scritto che Dio si riempie le mani di fulmini e “li lancia contro gli avversari” (Giob. 36:32).
Anche la grossa grandine che talvolta cade sugli uomini è un giudizio di Dio, ricordiamoci infatti che una delle piaghe mandate da Dio contro gli Egiziani fu appunto la grandine secondo che è scritto: “Ecco, domani, verso quest’ora, io farò cadere una grandine così forte, che non ce ne fu mai di simile in Egitto, da che fu fondato, fino al dì d’oggi. Or dunque manda a far mettere al sicuro il tuo bestiame e tutto quello che hai per i campi. La grandine cadrà su tutta la gente e su tutti gli animali che si troveranno per i campi e non saranno stati raccolti in casa, e morranno’ (Esodo 9:18-19). A proposito di grandine, mesi fa in vari luoghi della terra sono caduti dei grossi massi di ghiaccio che hanno impaurito molto le persone e molti si sono domandati cosa fossero; alcuni arrivarono persino a dire che si trattava di uno scherzo! Noi sappiamo però che è stato Dio a mandarli. E’ interessante a questo proposito fare notare che tra le domande che Dio fece a Giobbe quando lo riprese c’è pure questa: “Li hai visti i depositi della grandine ch’io tengo in serbo per i tempi della distretta, pel giorno della battaglia e della guerra?” (Giob. 38:22-23).
8. In un tuo scritto ho letto prendendo spunto da Ebrei 12:6 che “Dio corregge i suoi figliuoli perchè li ama”, cosa intendi per ‘correzione e flagellare’? In molte Chiese si argomenta che in queste correzioni è prevista anche la malattia ritenendo quindi Dio come il mandante del male!!! al fine di educare i suoi figliuoli.
Quando dico che Dio ci corregge e ci flagella perchè ci ama intendo dire che lui ci colpisce ANCHE con la malattia quando noi ci ostiniamo a non ubbidirgli. Che Dio corregge o punisce i suoi figliuoli con la malattia è una cosa confermata dalle Scritture del Nuovo Patto. Per esempio molti dei credenti di Corinto per essersi accostati in maniera indegna alla cena del Signore furono colpiti da Dio con la malattia; ecco le parole di Paolo: “Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo ed il sangue del Signore. Or provi l’uomo se stesso, e così mangi del pane e beva del calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio su se stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo” (1 Cor. 11:27-32). Come puoi vedere molti dei santi di quella Chiesa furono giudicati dal Signore con la malattia perchè quando mangiavano la cena del Signore non discernevano il corpo del Signore. Quel giudizio era una correzione di Dio datagli affinché essi non fossero condannati con il mondo. Non è forse scritto che “è giunto il tempo in cui il giudicio ha da cominciare dalla casa di Dio” (1 Piet. 4:17)?
Il fatto che Dio mandi le malattie su quelli del suo popolo che si rifiutano di ubbidirgli è anche confermato dalle Scritture dell’Antico Patto. Ecco alcune Scritture che lo insegnano in maniera eloquente: Dio disse agli Israeliti: “L’Eterno dette al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, e disse: ‘Se ascolti attentamente la voce dell’Eterno, ch’è il tuo Dio, e fai ciò ch’è giusto agli occhi suoi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandate addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco’ (Es. 15:25-26). Come puoi vedere gli Israeliti non avrebbero avuto su di essi nessuna malattia a condizione che avrebbero dato ascolto alla voce di Dio, in caso contrario Dio avrebbe mandato su di essi le malattie che aveva mandato sugli Egiziani, anzi ancora di più: “Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, se non temi questo nome glorioso e tremendo dell’Eterno, dell’Iddio tuo, l’Eterno renderà straordinarie le piaghe con le quali colpirà te e la tua progenie: piaghe grandi e persistenti e malattie maligne e persistenti, e farà tornare su te tutte le malattie d’Egitto, dinanzi alle quali tu tremavi, e s’attaccheranno a te. Ed anche le molte malattie e le molte piaghe non menzionate nel libro di questa legge, l’Eterno le farà venir su te, finché tu sia distrutto” (Deut. 28:58-61).
Quindi è Dio che manda le malattie sui credenti? Non sempre perchè ci sono casi infatti in cui il credente viene colpito con la malattia da Satana con il permesso di Dio per essere provato, come nel caso di Giobbe, un uomo retto e integro che temeva Dio ma che fu, col permesso di Dio, colpito da Satana con un ulcera maligna (cfr. Giob. 2:7) da cui per altro Dio alla fine lo guarì. Occorre dunque discernere quando la malattia è un giudizio di Dio e quando invece è una prova. Purtroppo però in mezzo al popolo di Dio in molti casi manca il discernimento e tanti giudizi di Dio vengono presi per delle prove, e viceversa cioè delle prove vengono prese per dei giudizi di Dio. Tanti Diotrefe, tanti Alessandro il ramaio, tanti ribelli fra i ribelli, che della parola di Dio si fanno beffe e la calpestano a più non posso, sono considerati dei Giobbe, cioè degli uomini giusti e integri, per cui i giudizi di Dio contro di loro sono considerati degli attacchi del diavolo!! Viceversa ci sono casi di credenti timorati di Dio che si studiano di avere una buona coscienza davanti a Dio e davanti agli uomini, che provati da Dio con una malattia vengono considerati dei nemici di Dio!!
Che fare quando Dio ci corregge con una malattia? Riconoscere le proprie disubbidienze da cui non ci si è voluto pentire e abbandonarle implorando il perdono dell’Iddio delle misericordie. Di certo il Signore porgerà il suo orecchio al nostro grido sincero e ci ristabilirà. E invece quando Dio ci prova con una malattia? Pregarlo del continuo affinché allontani da noi la malattia.
9. Si sente spesso dire che Dio odia il peccato ma non il peccatore: corrisponde al vero?
No, non corrisponde al vero infatti la Scrittura non dice soltanto che Dio odia il peccato secondo che Dio stesso dice: “Io, l’Eterno, …. odio la rapina, frutto d’iniquità” (Is. 61:8), ed anche: “Queste son le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, alle vostre porte, secondo verità e per la pace; nessuno macchini in cuor suo alcun male contro il suo prossimo, e non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio, dice l’Eterno’ (Zacc. 8:16-17), ma dice anche che Dio odia il malvagio secondo che è scritto che “l’anima sua odia l’empio e colui che ama la violenza” (Sal. 11:5), che “l’Eterno aborrisce l’uomo di sangue e di frode” (Sal. 5:6), ed anche: “Sei cose odia l’Eterno, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corron frettolosi al male, il falso testimonio che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli” (Prov. 6:16-19).
Va tuttavia detto che è altresì scritto che mentre noi eravamo ancora peccatori Dio ci ha amati: dice Paolo agli Efesini: “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quand’eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (egli è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne’ luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età a venire l’immensa ricchezza della sua grazia, nella benignità ch’Egli ha avuta per noi in Cristo Gesù” (Ef. 2:4-7), ed ai santi di Roma: “Poiché a mala pena uno muore per un giusto; ma forse per un uomo dabbene qualcuno ardirebbe morire; ma Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom. 5:7-8).
10. Ma Dio qualche volta commette degli errori?
No, Dio non commette mai nessun tipo di errore. “Quanto alla Ròcca, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità; egli è giusto e retto” (Deut. 32:4), dice la Scrittura. Sia dunque Dio riconosciuto giusto in tutto quello che ha detto e fatto, che dice e fa, e che dirà e farà. Guai a coloro che contendono con Dio, che gli attribuiscono qualcosa di mal fatto e che gli suggeriscono come parlare ed agire. Porteranno la pena della loro follia!
11. Ma Dio si prende realmente cura di ogni particolare della nostra vita?
Sì, Dio si prende realmente cura di ogni particolare della nostra vita. Gesù fece chiaramente capire questo quando ebbe a dire ai suoi discepoli: “Due passeri non si vendon essi per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza del Padre vostro. Ma quant’è a voi, perfino i capelli del vostro capo son tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri” (Matt. 10:29-30). Non è chiaro l’insegnamento di Cristo? Se Dio si prende cura dei passeri tanto da impedirne la caduta a terra di uno solo di essi quando ciò non corrisponde alla sua volontà, per certo Egli si prenderà cura pure di noi che siamo più importanti degli uccelli del cielo ai suoi occhi essendo suoi figliuoli. E difatti persino i capelli del nostro capo sono tutti contati! Che dirò a ciò? Dirò che ogni qualvolta leggo queste parole di Gesù rifletto al fatto che quello che noi non ci permetteremmo mai di fare su di noi stessi, cioè contare i nostri capelli, cosa per altro che umanamente sarebbe anche possibile, lo ha fatto Iddio. Ma Dio non conta solo i nostri capelli, ma anche tutti i nostri passi secondo che dice Giobbe: “Iddio … non conti tutti i miei passi?” (Giob. 31:4).
Sempre Gesù fece capire che Dio si prende cura di noi quando disse: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce. Non siete voi assai più di loro? E chi di voi può con la sua sollecitudine aggiungere alla sua statura pure un cubito? E intorno al vestire, perché siete con ansietà solleciti? Considerate come crescono i gigli della campagna; essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Or se Iddio riveste in questa maniera l’erba de’ campi che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà Egli molto più voi, o gente di poca fede?” (Matt. 6:26-30).
Pietro, ha confermato questo insegnamento del Maestro quando dice: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli v’innalzi a suo tempo, gettando su lui ogni vostra sollecitudine, perch’Egli ha cura di voi” (1 Piet. 5:6-7). Si noti in particolare quel ‘ogni vostra sollecitudine’. E lo ha confermato pure Paolo quando dice ai santi di Filippi: “Il Signore è vicino. Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie” (Fil. 4:5-6), è evidente infatti che un Dio a cui si può notificare ogni nostro bisogno, dal più piccolo al più grande, si prende realmente cura di ogni aspetto della nostra vita, sia esso materiale che spirituale. E sempre ai Filippesi Paolo dice che Dio supplirà ad ogni nostro bisogno secondo le sue ricchezze e con gloria in Cristo Gesù (cfr. Fil. 4:19).
Dio quindi è interessato ed occupato a darci da mangiare, da bere, da vestire, ed è interessato ed occupato a provvederci una moglie o un marito, dei figli, una casa, un lavoro, il denaro di cui abbiamo bisogno, per citare solo alcuni dei bisogni fisici e materiali di noi esseri umani. Sempre Dio è interessato ed occupato a liberarci dagli uomini malvagi e molesti, a proteggerci da ogni male, a guidare i nostri passi affinché incontriamo le persone che Lui vuole e andiamo nel posto da lui voluto nel tempo da lui voluto; a farci giustizia dei torti che riceviamo.
Ma naturalmente Dio è interessato anche a farci crescere spiritualmente e quindi a supplire ad ogni nostro bisogno spirituale. Egli infatti ci ammaestra, ci fortifica, ci dà sapienza e intelligenza spirituale, ci rende fermi nella fede, ci libera dal maligno, ci sostiene, ci consola, ci dona lo Spirito Santo, i ministeri, i doni spirituali. Egli compie in noi il volere e l’operare per la sua benevolenza (cfr. Fil. 2:13).
Il prendersi cura di noi in questa maniera così scrupolosa da parte di Dio non comporta nessuno sforzo particolare, Egli infatti è Onnipotente, Onnisciente e Onnipresente. Non c’è niente di troppo difficile per il Signore. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.
12. Se Dio è amore come può condannare delle sue creature ad una eternità piena di tormenti?
Egli può farlo, e questo è quello che farà verso i peccatori, perché Egli è un giudice giusto. E che fa un giudice giusto se non assolvere il giusto e condannare l’empio? Dio ha detto che “non terrà il colpevole per innocente” (Es. 34:7; cfr. Nah. 1:3), e che ha “gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male” (Hab. 1:13). E difatti Egli punì sia il mondo antico facendo venire il diluvio delle acque che sterminò tutti gli empi, che le città di Sodoma e Gomorra a motivo della loro empietà facendo cadere su di esse fuoco e zolfo; per citare solo alcuni dei suoi giusti giudizi antichi. E sempre Dio, in quel giorno, punirà secondo la sua giustizia i peccatori per la loro malvagità secondo che Egli ha detto: “Io punirò il mondo per la sua malvagità, e gli empi per la loro iniquità” (Is. 13:11).
Dio ha detto che la parte che assegnerà ai peccatori è lo stagno ardente di fuoco e di zolfo; ecco le sue parole: “Ma quanto ai codardi, agl’increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda” (Apoc. 21:8), infatti in quel giorno quando si leverà per giudicare gli uomini secondo le loro opere tutti quelli che non saranno trovati scritti nel libro della vita saranno gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo (cfr. Apoc. 20:15), ossia il fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli (cfr. Matt. 25:41). In questo luogo gli empi saranno tormentati per l’eternità (assieme al diavolo loro padre e gli angeli di Satana) secondo che è scritto: “E questi se ne andranno a punizione eterna” (Matt. 25:46) ed anche: “Saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli” (Apoc. 20:10).
Questo giudizio di Dio sarà pienamente conforme a verità, sarà ineccepibile, e noi lo vedremo eseguito. A Lui sia la gloria ora e in eterno per la sua eccelsa giustizia. Amen.
13. Se Dio esiste ed è così potente come dite, come mai non interviene per mettere a posto questo mondo così corrotto e depravato, per porre termine ad ogni iniquità ed ingiustizia?
Perchè non è ancora arrivato il tempo di porre fine ad ogni sorta di malvagità, e di ingiustizia esistente in questo mondo. Potrei limitarmi a dirti solo questo in risposta a questa tua domanda. Voglio però dirti qualcosa d’altro.
Ora, che questo mondo sia pieno di malvagità è una cosa che è sotto gli occhi di tutti, ma quando e come ha avuto origine la malvagità sulla terra? Essa ebbe origine migliaia di anni fa nel Giardino d’Eden (che era situato in Oriente presso il fiume Eufrate), e la maniera fu questa. Dio, il Creatore dei cieli e della terra e di tutte le cose che sono in essi, dopo avere creato l’uomo e averlo posto nel Giardino d’Eden per lavorarlo e custodirlo, gli disse: “Mangia pure liberamente del frutto d’ogni albero del giardino; ma del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai” (Gen. 2:16-17), dopodiché Dio formò la donna e la diede come aiuto all’uomo. Ma ecco che il serpente antico ad un certo punto si accostò alla donna e con le sue lusinghe riuscì a sedurla e a farle mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, ed ella ne diede anche a suo marito che ne mangiò pure lui. Quindi il primo uomo disubbidì a Dio, si ribellò al suo ordine, e la conseguenza fu che da allora in avanti tutti gli uomini nacquero peccatori, cioè inclini a compiere il male e dati al male sin dalla loro fanciullezza. Questo è confermato da quanto disse Dio in cuor suo dopo aver punito il mondo degli empi con il diluvio ai giorni di Noè: “‘Io non maledirò più la terra a cagione dell’uomo, poiché i disegni del cuor dell’uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza; e non colpirò più ogni cosa vivente, come ho fatto. Finché la terra durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai” (Gen. 8:21-22).
Alla luce dunque di come sono andate le cose nel Giardino d’Eden bisogna dire che Dio permise che il peccato entrasse nel mondo. Anzi è meglio dire che il peccato entrò nel mondo per volere di Dio; ovviamente noi sappiamo che ciò rientrava nel volere di Dio perché Dio ancora prima di fondare il mondo aveva decretato di mandare il suo Figliuolo a redimere l’uomo dal peccato (cfr. 1 Piet. 1:20). Come avrebbe potuto infatti preordinarlo ad essere offerto per la propiziazione dei nostri peccati, se non avesse avuto in mente di fare entrare nel mondo il peccato? Ma la buona notizia è che Dio nella pienezza dei tempi ha mandato il suo Figliuolo a redimere l’uomo dal peccato e a riconciliarlo con Dio. Il fatto è però che nonostante il Figliuolo di Dio sia venuto nel mondo per annullare il peccato, il peccato continua ad esistere nel mondo e di esso se ne vedono dappertutto i suoi frutti amari. Ma la sua esistenza avrà termine, e precisamente quando Dio deciderà di eliminarlo totalmente dalla faccia della terra. Solo in quel giorno la malvagità cesserà di esistere, non prima. Ma quando sarà questo tempo? Secondo quanto ci viene dato di capire, ciò avverrà dopo che Cristo avrà regnato sulla terra per mille anni con i suoi santi. Non prima del termine di questi mille anni, perché anche se è vero che durante questi mille anni Satana sarà legato e gettato nell’abisso e sarà nell’impossibilità di sedurre le nazioni che vivranno in pace sulla terra, pure alla fine di questi mille anni il diavolo sarà messo in grado di sedurre di nuovo le persone infatti è detto: “E quando i mille anni saranno compiti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro canti della terra, Gog e Magog, per adunarle per la battaglia: il loro numero è come la rena del mare. E salirono sulla distesa della terra e attorniarono il campo dei santi e la città diletta; ma dal cielo discese del fuoco e le divorò. E il diavolo che le avea sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli” (Apoc. 20:7-10). Se dunque il diavolo sedurrà le nazioni che cercheranno di distruggere i santi che saranno sulla terra, ciò vuol dire che la malvagità non sarà ancora terminata. Ma ecco che quelle nazioni saranno sterminate e il diavolo sarà gettato nel fuoco eterno, e poi si terrà il giudizio degli uomini (cfr. Apoc. 20:11-15). Dopodiché Dio creerà un nuovo cielo e una nuova terra, in cui abiterà la giustizia per l’eternità (cfr. 2 Piet. 3:13). Su questa nuova terra, in cui non ci sarà il mare, discenderà la Nuova Gerusalemme, “il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate” (Apoc. 21:3-4); “e non ci sarà più alcuna cosa maledetta; e in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servitori gli serviranno ed essi vedranno la sua faccia e avranno in fronte il suo nome. E non ci sarà più notte; ed essi non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché li illuminerà il Signore Iddio, ed essi regneranno nei secoli dei secoli” (Apoc. 22:3-5).
Ecco dunque quando Dio porrà definitivamente termine ad ogni forma di malvagità. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.
14. Perché Dio deve essere adorato?
Perché Egli è degno di ricevere la nostra adorazione, il nostro culto; Egli – come dice Davide – “è degno di ogni lode” (Sal. 18:3), e di sovrana e somma lode (cfr. Sal. 96:4; 145:3). Ma io ti domando: ‘Come si può non adorar colui che ha creato tutte le cose compresi noi esseri umani? Che ci da il respiro, la vita ed ogni cosa? Che inoltre ha tanto amato il mondo da dare il suo Unigenito Figliuolo per la propiziazione dei nostri peccati affinché per mezzo di lui noi vivessimo? Vogliamo dunque – anzi dobbiamo – dire assieme ai ventiquattro anziani che sono davanti al trono di Dio: “Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricever la gloria e l’onore e la potenza: poiché tu creasti tutte le cose, e per la tua volontà esistettero e furon create” (Apoc. 4:11). Lungi da noi il metterci ad adorare la creatura anziché il Creatore; questo è in abominazione a Dio. “Adora il Signore Iddio tuo, e a Lui solo rendi il tuo culto” (Luca 4:8).
15. Se Dio è onnipotente come mai non ha impedito che il peccato entrasse nel mondo e producesse questi danni?
Non lo ha impedito perché Egli aveva formato ancora prima che creasse il mondo un piano che prevedeva la venuta in questo mondo del suo Figliuolo Gesù Cristo, in altre parole un piano che prevedeva la morte propiziatoria del suo Figliuolo, e quindi la sua morte per i peccati degli uomini. Ecco perché Gesù è chiamato da Pietro l’agnello senza macchia e difetto “ben preordinato prima della fondazione del mondo” (1 Piet. 1:20), preordinato ovviamente ad annullare con il suo sacrificio il peccato (cfr. Ebr. 9:26). Il che significa che coloro che credono in Lui – mediante il suo sacrificio – vengono non solo perdonati di tutti i loro peccati ma anche liberati dalla schiavitù del peccato. E’ chiaro quindi che affinché potesse avvenire tutto questo, cioè affinché Cristo potesse morire per i nostri peccati e liberarci da essi, era necessario che il peccato entrasse nel mondo e passasse su tutti gli uomini.
Perciò, noi proclamiamo che Dio ha trasformato il male arrecatoci dal peccato in bene perché tramite Cristo abbiamo potuto gustare la sua bontà che Egli ha manifestato verso di noi cancellando tutti i nostri peccati e riconciliandoci con Lui.
Se Dio non avesse potuto trasformare il male in bene, non avrebbe giammai permesso al peccato di entrare nel mondo, ma proprio perché Lui è capace di compiere questa trasformazione non ha avuto nessun problema a farlo entrare. Che dire? Dobbiamo riconoscere che Dio è potente e savio.
16. …… La perfezione ancora non mi si addice e non so se mai la raggiungerò! Ma da qui la prima domanda: In quanti raggiungono questa perfezione? e per gli altri? subito l’inferno? si parla di colui che pecca come di una brutta bestia maledetta!!.. ora non per questo dico: pecchiamo. Ma le sembra davvero tanto grave passare una serata un po’ sbronzi con degli amici? o parlare di ragazze facendo degli apprezzamenti? o ancora non riuscire a resistere ad una bella donna e farci l’amore? potrà non essere una cosa apprezzata da tutti, ma da qui a dire che per questo si merita di BRUCIARE NELLE FIAMME ETERNE (!!!!) penso ci sia una differenza INFINITA!!!!! ….
16. Sono uno studente universitario. Ho poco fa letto la vostra pagina web, dove si afferma che l’inferno esiste. Avrei delle domande e dei dubbi da chiarire a riguardo, e spero che lei lo faccia con il dovuto rispetto e serietà, vista la serietà dell’argomento; la ringrazio anticipatamente. Sicuramente leggere certe cose non fa piacere, sopratutto ad un tipo come me che ha già dei problemi da risolvere in vita. Anzi, da quando l’ho letta sono entrato come si suol dire, un po’ “in paranoia”. Sono cresciuto in un ambiente cattolico e seppur pieno di domande esistenziali e su Dio, a cui la Chiesa non sa rispondere, e dalle quali mi deriva una fede a volte un po’ ballerina, mi considero un Cristiano e da Novembre ho accettato di insegnare Catechismo ai bambini della cresima. Premesso questo, mi considero un peccatore. Me ne dolgo, ma a volte cado in errore. La perfezione ancora non mi si addice e non so se mai la raggiungerò! Ma da qui la prima domanda: In quanti raggiungono questa perfezione? e per gli altri? subito l’inferno? si parla di colui che pecca come di una brutta bestia maledetta!!.. ora non per questo dico: pecchiamo. Ma le sembra davvero tanto grave passare una serata un po’ sbronzi con degli amici? o parlare di ragazze facendo degli apprezzamenti? o ancora non riuscire a resistere ad una bella donna e farci l’amore? potrà non essere una cosa apprezzata da tutti, ma da qui a dire che per questo si merita di BRUCIARE NELLE FIAMME ETERNE (!!!!) penso ci sia una differenza INFINITA!!!!! Quello che vorrei porre all’attenzione è il fatto che c’è un’IMMENSA SPROPORZIONE tra la COLPA che si ha e la PENA da scontare!!! Lei mi dirà: ma Gesù ci aveva avvertito! Sì, ma la facilità di entrare in un incubo infinito simile rimane, ed è troppa!!! perché rimane la natura debole dell’uomo ma non per questo diabolica e meritevole di tanto strazio. Veniamo catapultati in questo fragile mondo senza un evidente perché, ognuno con i propri problemi da risolvere, ognuno con i propri mezzi, e sopratutto ognuno con i propri apprendimenti ed esperienze che segnano mi creda, a volte per tutta la vita.. Possiamo scegliere? Sì, glielo dica ad uno a cui la vita ha dato sempre molto filo da torcere e che magari per questo ha imparato ormai a sopravvivere in maniera disfunzionale .. e non mi riferisco solo ai drogati, o a quelli che vivono ai margini della società, ma anche a quelle persone che ad es. hanno imparato a essere egoisti, o ad essere diffidenti. Non sono/siamo poveri Cristi? senza voler a questo punto discolpare totalmente, ma era solo per farle quanto per me il discorso sia ben più complesso di un: “cattivello!.. non hai creduto in Gesù e mo te ne vai ad arrostire giustamente all’inferno per tutta l’eternità!”… Mi creda, è con la morte nel cuore che glielo dico, ma questa storia dell’inferno mi disgusta e quasi mi allontana dal Signore invece di farmelo amare… DOV’E’ la sua misericordia se permette a me ed ai miei fratelli di finire per sempre all’inferno con questa facilità?? Dov’è il Suo Amore? non è facile per tutti accettare la storia di Gesù, lo vedo nei miei amici, ma non è perché la vita ti ha presentato altre realtà, che meriti di bruciare all’inferno, non so se mi spiego. Per chiudere pensavo: le anime in paradiso si distinguerebbero per il loro amore e la loro dedizione verso il prossimo: ma se sono così caritatevoli, come possono essere piene di gioia seppur tanto vicino al Signore, se poi molti dei loro parenti, amici, fratelli in quanto esseri umani comunque, bruciano all’inferno eternamente tra disperazione e lacrime??? Io glielo dico, non sarei contento, se, benché dall’alto del paradiso, anche un solo conoscente si bruciasse laggiù!! Le pare una domanda sciocca? P.S. e il purgatorio che ruolo avrebbe? Spero vivamente mi possa dare qualche chiarimento e qualche parola di conforto, con la stessa serietà con la quale io mi sono aperto a lei. La ringrazio molto e la saluto.
Risposta
Ascolta, per andare in cielo non bisogna essere PERFETTI ma SALVATI, il che è differente e per essere salvati occorre ravvedersi dei propri peccati e credere nel Signore Gesù Cristo. Quindi quello che tu devi fare per scampare all’inferno è pentirti dei tuoi peccati, confessarli a Dio (e non ad un prete che non può in niuna maniera rimetterteli) e credere che Gesù Cristo è morto sulla croce per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione. Io questo passo lo feci all’età di circa 19 anni, e ti posso assicurare che quando lo feci mi sentii perdonato, salvato, riconciliato con Dio all’istante. In quel giorno per me iniziò una nuova vita, una vita felice, una vita con un senso, una vita con una speranza. Ciò che l’uomo deve fare per essere salvato dai suoi peccati e scampare all’inferno lo ha stabilito Dio e non io, io annuncio solo la sua Parola. Se Gesù ha detto che chi crede in Lui ha vita eterna, mentre chi non avrà creduto in Lui sarà condannato, è così e devi crederlo perché Lui ha parlato da parte del Padre. Certo, che è grave ubriacarsi e commettere fornicazione, infatti gli ubriaconi e i fornicatori non erediteranno il regno di Dio. Lo dice Dio nella sua Parola, e io gli credo. Tu domandi dove sia la misericordia di Dio e il suo amore dato che Egli manda all’inferno i peccatori. Ma non ti sei domandato dove sarebbe invece la sua giustizia se Egli non punisse i peccatori come meritano? Ascolta, Dio non è solo amore ma è anche giusto e santo, ecco perché i peccatori vanno all’inferno.
Per quanto riguarda i santi che sono in paradiso, essi sono in uno stato di così grande beatitudine che niente può rattristarli, neppure il pensiero che alcuni dei loro parenti siano all’inferno. Il purgatorio non esiste, è una menzogna. La Bibbia non ne parla, i preti ingannano le persone insegnando la sua esistenza e tutte le dottrine collegate ad esso. Io ho scritto un grosso libro confutatorio in cui confuto le eresie della Chiesa cattolica romana, leggilo perché ti sarà molto utile. Lo puoi trovare sul sito ‘La nuova Via’ alla seguente pagina
http://www.lanuovavia.org/indiccr.html
Un’ultima cosa, capisco che il mio messaggio sull’inferno ti ha sconvolto, avrebbe sconvolto pure me se mi fossi trovato nella tua stessa situazione, te lo assicuro, ma io non ti ho parlato solo dell’esistenza dell’inferno ma anche della maniera per scampare ad esso. Io ti ho annunciato la buona notizia del Regno di Dio, per cui tu sai quello che devi fare per essere salvato. Fà quello che la Bibbia dice quindi e il Signore ti salverà, perdonerà i tuoi peccati, ti libererà dalla schiavitù del peccato, ti darà una pace e una gioia che tu non hai mai conosciuto e un giorno ti porterà in cielo. Non è questa una buona notizia? Che indugi dunque, ravvediti e credi nell’Evangelo della grazia di Dio e in un attimo svaniranno dalla tua mente e dal tuo cuore paure, paranoie, e quant’altro affligge la tua esistenza.
Dio ti benedica
17. Dio ci prova?
Sì, Dio ci prova, ossia Egli ci mette alla prova per vedere se noi lo temiamo e osserviamo i suoi comandamenti. Un pò come fanno certi padroni verso i loro servi per accertarsi se sono affidabili o meno, fedeli o infedeli. Nella Scrittura abbiamo vari esempi di esseri umani messi alla prova da Dio.
Il primo esempio che mi viene in mente è quello di Abrahamo; ecco quello che leggiamo: “Dopo queste cose, avvenne che Iddio provò Abrahamo, e gli disse: ‘Abrahamo!’ Ed egli rispose: ‘Eccomi’. E Dio disse: ‘Prendi ora il tuo figliuolo, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e vattene nel paese di Moriah, e offrilo quivi in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò’. E Abrahamo, levatosi la mattina di buon’ora, mise il basto al suo asino, prese con sé due de’ suoi servitori e Isacco suo figliuolo, spaccò delle legna per l’olocausto, poi partì per andare al luogo che Dio gli avea detto. Il terzo giorno, Abrahamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo. E Abrahamo disse ai suoi servitori: ‘Rimanete qui con l’asino; io ed il ragazzo andremo fin colà e adoreremo; poi torneremo a voi’. E Abrahamo prese le legna per l’olocausto e le pose addosso a Isacco suo figliuolo; poi prese in mano sua il fuoco e il coltello, e tutti e due s’incamminarono assieme. E Isacco parlò ad Abrahamo suo padre e disse: ‘Padre mio!’ Abrahamo rispose: ‘Eccomi qui, figlio mio’. E Isacco: ‘Ecco il fuoco e le legna; ma dov’è l’agnello per l’olocausto?’ Abrahamo rispose: ‘Figliuol mio, Iddio se lo provvederà l’agnello per l’olocausto’. E camminarono ambedue assieme. E giunsero al luogo che Dio gli avea detto, e Abrahamo edificò quivi l’altare, e vi accomodò le legna; legò Isacco suo figliuolo, e lo mise sull’altare, sopra le legna. E Abrahamo stese la mano e prese il coltello per scannare il suo figliuolo. Ma l’angelo dell’Eterno gli gridò dal cielo e disse: ‘Abrahamo, Abrahamo’. E quegli rispose: ‘Eccomi’. E l’angelo: ‘Non metter la mano addosso al ragazzo, e non gli fare alcun male; poiché ora so che tu temi Iddio, giacché non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo’. E Abrahamo alzò gli occhi, guardò, ed ecco dietro a sé un montone, preso per le corna in un cespuglio. E Abrahamo andò, prese il montone, e l’offerse in olocausto invece del suo figliuolo” (Gen. 22:1-13).
Il secondo esempio è quello degli Israeliti dopo che essi uscirono dall’Egitto secondo che è scritto: “Ricordati di tutto il cammino che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti ha fatto fare questi quarant’anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, e se tu osserveresti o no i suoi comandamenti. Egli dunque t’ha umiliato, t’ha fatto provar la fame, poi t’ha nutrito di manna che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avean mai conosciuta, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma vive di tutto quello che la bocca dell’Eterno avrà ordinato” (Deut. 8:2-3).
Il terzo esempio riguarda sempre gli Israeliti, ma dopo che essi presero possesso del paese di Canaan, secondo che è scritto: “Or queste son le nazioni che l’Eterno lasciò stare affin di mettere per mezzo d’esse alla prova Israele, cioè tutti quelli che non avean visto le guerre di Canaan. (Egli volea soltanto che le nuove generazioni de’ figliuoli d’Israele conoscessero e imparassero la guerra: quelli, per lo meno, che prima non l’avean mai vista): i cinque principi dei Filistei, tutti i Cananei, i Sidonî, e gli Hivvei, che abitavano la montagna del Libano, dal monte Baal-Hermon fino all’ingresso di Hamath. Queste nazioni servirono a mettere Israele alla prova, per vedere se Israele ubbidirebbe ai comandamenti che l’Eterno avea dati ai loro padri per mezzo di Mosè. Così i figliuoli d’Israele abitarono in mezzo ai Cananei, agli Hittei, agli Amorei, ai Ferezei, agli Hivvei ed ai Gebusei; sposarono le loro figliuole, maritaron le proprie figliuole coi loro figliuoli, e servirono ai loro dèi” (Giud. 3:1-6).
Il quarto esempio è quello del re Ezechia di cui viene detto: “Nondimeno, quando i capi di Babilonia gl’inviarono de’ messi per informarsi del prodigio ch’era avvenuto nel paese, Iddio lo abbandonò, per metterlo alla prova, affin di conoscere tutto quello ch’egli aveva in cuore” (2 Cron. 32:31).
L’altro esempio che vorrei citare è quello di alcuni credenti della Chiesa di Smirne secondo che è scritto: “Non temere quel che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, perché siate provati; e avrete una tribolazione di dieci giorni. Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita” (Apoc. 2:10), e del fratello Apelle di cui Paolo dice che ha fatto le sue prove in Cristo (cfr. Rom. 16:10).
Per noi Cristiani la prova è qualcosa che non può mancare nella nostra vita perché sia Gesù che gli apostoli ne hanno parlato come qualcosa che è normale che ci sia. Per esempio Gesù parlando di coloro che ricevono il seme in luoghi rocciosi dice che “son coloro i quali, quando hanno udito la Parola, la ricevono con allegrezza; ma costoro non hanno radice, credono per un tempo, e quando viene la prova, si traggono indietro” (Luca 8:13), quindi la prova viene per forza nel corso della vita di uno che crede, tanto è vero che Paolo dice a Timoteo che “se abbiam costanza nella prova, con lui altresì regneremo” (2 Tim. 2:12), e Giacomo dice: “Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le prove svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia appieno l’opera sua in voi, onde siate perfetti e completi, di nulla mancanti” (Giac. 1:2-4) ed anche: “Beato l’uomo che sostiene la prova; perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che l’amano” (Giac. 1:12) e Pietro dice: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ad una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile, conservata ne’ cieli per voi, che dalla potenza di Dio, mediante la fede, siete custoditi per la salvazione che sta per esser rivelata negli ultimi tempi. Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po’ di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più preziosa dell’oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo” (1 Piet. 1:3-7).
Dunque essere provati da Dio è una cosa che ci deve fare rallegrare perché non solo la prova della nostra fede produce in noi costanza, ma se la passiamo otterremo dal Signore la corona della vita e regneremo con lui. La nostra fede provata è più preziosa dell’oro e risulterà a nostra lode e gloria in quel giorno glorioso quando Gesù ritornerà dal cielo.
Nelle prove dunque si soffre, ma ci si deve rallegrare nel Signore perché in questa maniera partecipiamo alle sofferenze di Cristo (cfr. 1 Piet. 4:12-13). Non importa di che tipo siano le prove che Dio ci manda, egli lo fa per farci alla fine del bene. Perché i suoi pensieri verso di noi sono pensieri buoni e non cattivi. Dio non ci prova mai perché ci vuole fare del male. Dio ci prova nel crogiuolo dell’afflizione (cfr. Is. 48:10), per purificarci da tutte quelle scorie di cui è bene che ci sbarazziamo perché non glorificano il suo nome. Egli ci prova come si prova l’oro (cfr. Zac. 13:9) per renderci conformi all’immagine di Cristo.
Non tiriamoci indietro quindi nella prova, ma andiamo avanti rimanendo attaccati al Signore. Non ce ne pentiremo affatto ma avremo solo di che glorificare il suo santo nome. A Lui, l’Iddio giusto che prova i cuori e le reni, sia la gloria ora e in eterno. Amen
Un’ultima cosa, ma non meno importante, Dio ci prova anche tramite i falsi profeti. Nel libro della legge troviamo infatti scritto quanto segue: “Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti mostri un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui t’avrà parlato succeda, ed egli ti dica: ‘Andiamo dietro a dèi stranieri (che tu non hai mai conosciuto) e ad essi serviamo’, tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore; perché l’Eterno, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate l’Eterno, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra. Seguirete l’Eterno, l’Iddio vostro, temerete lui, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, a lui servirete e vi terrete stretti” (Deut. 13:1-4). Quindi, anche i falsi profeti (e questo discorso vale anche per i falsi dottori) che sorgono in mezzo al popolo di Dio contribuiscono a provare i santi perché tramite di essi Dio verifica il loro amore verso di Lui. Per esempio Dio può provarci mediante un credente che sviatosi dalla verità un giorno ci dica che noi dobbiamo pregare Maria perché lei intercede per noi presso Gesù, e per confermare questa sua dottrina opera dei segni e dei prodigi. Che dobbiamo fare in questo caso? Rigettare quel messaggio, anche se viene confermato con dei portenti, perché quel messaggio ci porterebbe lontano dal Signore, all’idolatria; e togliere il malvagio di mezzo a noi stessi. Ovviamente Dio può provarci anche tramite dei credenti che ci incitano alla fornicazione, a mangiare cose sacrificate agli idoli, cose soffocate, sangue, a ubriacarci, a rubare e così via. Quindi, massima attenzione, e si rigettino tutti quegli insegnamenti che inducono il credente a corrompere i suoi buoni costumi, a contaminarsi, come anche tutti quegli insegnamenti che in una maniera o nell’altra annullano la Trinità, la divinità di Cristo, la sua umanità, il suo sacrificio, la sua resurrezione, il suo ritorno visibile dal cielo, la personalità e divinità dello Spirito Santo, la vita dopo la morte, la resurrezione dei corpi, e così via. Perché anche questi falsi insegnamenti servono a Dio per provarci e verificare se noi amiamo la sua Parola.
18. Prima della venuta di Cristo, Dio veniva chiamato ‘Padre’?
Sì, ne abbiamo la conferma nel libro di Isaia in cui il popolo rivolge questa preghiera a Dio: “Guarda dal cielo, e mira, dalla tua dimora santa e gloriosa: Dove sono il tuo zelo, i tuoi atti potenti? Il fremito delle tue viscere e le tue compassioni non si fan più sentire verso di me. Nondimeno, tu sei nostro padre; poiché Abrahamo non sa chi siamo, e Israele non ci riconosce; tu, o Eterno, sei nostro padre, il tuo nome, in ogni tempo, è ‘Redentor nostro’. O Eterno, perché ci fai errare lungi dalle tue vie, e induri il nostro cuore perché non ti tema? Ritorna, per amor dei tuoi servi, delle tribù della tua eredità! Per ben poco tempo il tuo popolo santo ha posseduto il paese; i nostri nemici han calpestato il tuo santuario. Noi siam diventati come quelli che tu non hai mai governati, come quelli che non portano il tuo nome!” (Is. 63:15-19) e nel libro di Geremia dove Dio nel biasimare Israele dice: “E ora, non è egli vero? tu gridi a me: ‘Padre mio, tu sei stato l’amico della mia giovanezza! Sarà egli adirato in perpetuo? Serberà egli la sua ira sino alla fine?’ Ecco, tu parli così, ma intanto commetti a tutto potere delle male azioni!” (Ger. 3:4-5).
19. Leggendo l’Antico Testamento mi pare che Dio fosse più pronto a fare le sue vendette di quanto lo sia adesso sotto la grazia; cosa ne pensi di questa mia impressione?
E’ una impressione sbagliata perché l’Iddio che si vendicava dei suoi nemici sotto l’Antico Patto, è lo stesso Dio che si vendica sotto la grazia. Egli non è cambiato per nulla, ripeto per nulla. L’Iddio che chiamò Saulo da Tarso a servirlo predicando il Vangelo ai Gentili, è lo stesso ed identico Dio che chiamò Abramo fuori da Ur dei Caldei e lo menò in Canaan; l’Iddio che fece morire molti Israeliti nel deserto a motivo dei loro peccati, è lo stesso Dio che fece morire Erode, Anania e Saffira, e molti dei credenti di Corinto. Probabilmente questa tua impressione deriva dal fatto che Dio ha voluto che le Scritture dell’Antico Patto contenessero più suoi giudizi di quanti ne contengano le Scritture del Nuovo Patto. E’ manifesto infatti che se si devono menzionare le punizioni di Dio contro singoli o nazioni, se ne trovano molte di più nell’Antico Testamento, anche perché poi quest’ultime concernono un periodo di tempo molto più lungo, ed anche parlano di storie che non si ritrovano nelle Scritture del Nuovo Patto. Ma anche sotto la grazia, Dio è un vendicatore, e compie le sue vendette; né più né meno di quanto facesse prima della venuta di Cristo. Ho già parlato dei casi di Anania e Saffira, e di alcuni credenti della Chiesa di Corinto, ma a questi ti posso aggiungere tutti i giudizi di Dio contro gli uomini che devono ancora adempiersi e che sono trascritti nel libro dell’Apocalisse. Giudizi che sono veramente tanti e terribili.
Ma ti dirò pure questo, lo stesso Iddio pronto a vendicare i suoi nemici e a fare mietere all’empio il salario della sua condotta, nel modo e nel tempo da lui stabilito, sia sotto l’Antico che il Nuovo Patto; è anche un Dio d’amore, che manifestava il suo amore verso gli uomini anche sotto l’Antico Patto. Dico anche sotto l’Antico Patto, perché talvolta leggendo il Nuovo Testamento si può avere l’impressione che Dio ha cominciato ad amare gli uomini dalla venuta di Cristo in avanti; questo non è vero perché anche sotto l’Antico Patto, Dio manifestò la sua misericordia e la sua bontà verso gli uomini. Noè fu salvato assieme a sette altri, Lot fu salvato assieme a sua moglie e alle sue figlie, Giuseppe fu da Dio liberato da ogni sua distretta, il popolo d’Israele fu liberato dalle mani di Faraone dopo secoli di schiavitù, fu poi aiutato e sostentato miracolosamente in mezzo ad un deserto pieno di scorpioni e serpenti, fu perdonato tante volte per le sue iniquità, e potrei proseguire con tanti altri esempi che mostrano l’amore di Dio, la sua misericordia, la sua bontà e la sua pietà. Certamente però, nel sacrificio di Cristo abbiamo la più alta manifestazione d’amore di Dio verso gli uomini, perché come disse Gesù, Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Unigenito Figliuolo affinchè chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna.
Quindi sia per quanto riguarda l’aspetto vendicativo di Dio che quello amorevole, ti esorto a non farti ingannare dall’apparenza.
Butindaro Giacinto, Domande e Risposte (Volume 1). Roma 2006. Pagine 471. Vedi l’indice del libro