1. Un Cristiano deve astenersi dal mangiare i cibi impuri della legge?
No, perché Cristo ha dichiarato puri tutti quanti i cibi; questo egli lo ha fatto quando disse: “Siete anche voi così privi d’intendimento? Non capite voi che tutto ciò che dal di fuori entra nell’uomo non lo può contaminare, perché gli entra non nel cuore ma nel ventre e se ne va nella latrina?” (Mar. 7:18-19). L’apostolo Paolo, Ebreo secondo la carne, anzi come ebbe a dire lui ‘Ebreo d’Ebrei’, ha confermato le parole di Cristo dicendo che: “Io so e son persuaso nel Signor Gesù che nessuna cosa è impura in se stessa” (Rom. 14:14).
Se dunque qualcuno viene a voi e vi ordina di astenervi dal mangiare i cibi impuri della legge egli cerca di riportarvi sotto la legge, fate attenzione a non cadere vittime delle sue seducenti parole. Ammonitelo affinché rientri in se stesso e riconosca la verità. L’ordine di non mangiare certi cibi è una dottrina di demoni (cfr. 1 Tim. 4:1-5) che in questi ultimi giorni molti hanno accettato.
Se invece incontrate un fratello che è dell’opinione che un certo cibo è impuro e si astiene da esso senza imporvi affatto la sua opinione allora il comportamento da tenere è diverso, nel senso che occorre accoglierlo, sopportare questa sua debolezza studiandovi di non contristarlo in nessuna maniera per questa sua opinione, nè con le parole e neppure con le opere. L’apostolo Paolo ha detto infatti: “Quanto a colui che è debole nella fede, accoglietelo, ma non per discutere opinioni. L’uno crede di poter mangiare di tutto, mentre l’altro, che è debole, mangia legumi. Colui che mangia di tutto, non sprezzi colui che non mangia di tutto; e colui che non mangia di tutto, non giudichi colui che mangia di tutto; perché Dio l’ha accolto. Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piè, perché il Signore è potente da farlo stare in piè…… Non ci giudichiamo dunque più gli uni gli altri, ma giudicate piuttosto che non dovete porre pietra d’inciampo sulla via del fratello, né essergli occasion di caduta. Io so e son persuaso nel Signor Gesù che nessuna cosa è impura in se stessa; però se uno stima che una cosa è impura, per lui è impura. Ora, se a motivo di un cibo il tuo fratello è contristato, tu non procedi più secondo carità. Non perdere, col tuo cibo, colui per il quale Cristo è morto! Il privilegio che avete, non sia dunque oggetto di biasimo; perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace ed allegrezza nello Spirito Santo. Poiché chi serve in questo a Cristo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini. Cerchiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla mutua edificazione. Non disfare, per un cibo, l’opera di Dio. Certo, tutte le cose son pure; ma è male quand’uno mangia dando intoppo. È bene non mangiar carne, né bever vino, né far cosa alcuna che possa esser d’intoppo al fratello. Tu, la convinzione che hai, serbala per te stesso dinanzi a Dio. Beato colui che non condanna se stesso in quello che approva” (Rom. 14:1-4,13-22).
2. In che consistono le cose sacrificate agli idoli da cui ci dobbiamo astenere?
Consistono in tutte quelle vivande e bevande che la gente che non conosce Dio consacra o dedica o offre in sacrificio appunto a degli idoli, che possono essere statue o immagini, rappresentazioni di bestie, alberi, esseri umani, ed esseri celesti. Gli Hare Krishna – movimento orientale di matrice induista molto conosciuto qui in Occidente perché si incontrano i suoi aderenti vestiti di arancione per le piazze e le strade – per esempio, prima di mangiare hanno la consuetudine di offrire il cibo al loro dio Krishna con amore e devozione per riceverlo in dono da lui stesso; e questa consuetudine la seguono anche con il cibo che loro offrono gratuitamente alle persone che li vanno a trovare dietro loro invito.
Quei loro cibi dunque sono un esempio di cose contaminate nei sacrifici agli idoli. In certe parti remote della terra ci sono delle popolazioni che offrono degli animali in sacrificio ai loro dii; anche da queste cose i Cristiani si devono astenere. In Italia poi ci sono dei Cattolici romani che in particolari circostanze fanno delle particolari vivande (in special modo dei dolci) in onore del loro idolo preferito; pure queste sono un esempio di cose contaminate nei sacrifici agli idoli da cui ci dobbiamo astenere.
Da queste cose ci dobbiamo astenere perché esse nella realtà sono consacrate e offerte ai demoni e non a Dio; e la Scrittura non vuole che noi abbiamo comunione coi demoni (cfr. 1 Cor. 10:20) per non provocare a gelosia il Signore nostro Dio e attirarci la sua giusta punizione, come se l’attirarono gli Israeliti nel deserto quando dietro le lusinghe delle figlie di Moab, si misero a mangiare i sacrifici offerti agli dèi di quelle e a prostrarsi dinnanzi ad essi (cfr. Num. 25:1-5).
3. In che cosa consistono le cose soffocate da cui noi ci dobbiamo astenere?
Consistono in tutte quelle carni di animali che non sono stati uccisi per scannamento ma per soffocamento una tecnica di uccisione degli animali tuttora diffusa nel mondo.
Dio nella legge di Mosè ha prescritto che gli animali devono essere scannati o sgozzati (cfr. Deut. 12:15 e Lev. 3:2,8,13) e il loro sangue fatto fuoriuscire tutto perché non ci è permesso mangiare la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue (cfr. Gen. 9:4). Gli Ebrei (quelli Ortodossi) ancora oggi si attengono a questo precetto perché mangiano solo carne di animali puri scannati e sgozzati astenendosi dalle carni soffocate. Ma come spiegherò in altra occasione l’uccisione degli animali che essi devono mangiare deve seguire particolari e meticolose regole per essere conforme all’halakah (cioè alla loro regola di vita). Ecco perché gli Ebrei Ortodossi hanno delle loro macellerie per poter adempiere tutte queste loro regole riguardanti la macellazione degli animali.
4. Che cosa significa che noi dobbiamo astenerci dal sangue?
Significa che ci dobbiamo astenere dal mangiare la carne con il suo sangue (cfr. Gen. 9:4). Quando dunque si scannano gli animali è bene fare uscire da essi tutto il sangue che hanno; e prima di cucinare la carne è necessario far uscire dalla carne tutto il sangue che vi si può ancora trovare, questo lo si può fare mettendo la carne per un po’ di tempo in acqua fredda. Nel caso si metta la carne ad arrostire è bene farla arrostire bene in maniera che l’eventuale sangue presente in essa scoli fuori.
Inoltre ci dobbiamo astenere dal mangiare qualsiasi prodotto fatto con sangue, tra tutti spicca il cosiddetto sanguinaccio fatto con il sangue di maiale che in molte parti d’Italia viene fatto e mangiato, purtroppo anche da certi credenti. Come anche ci dobbiamo astenere dal bere il sangue.
La ragione di questo divieto è scritta nella legge ed è la seguente: “Perché la vita d’ogni carne è il sangue; nel sangue suo sta la vita; perciò ho detto ai figliuoli d’Israele: Non mangerete sangue d’alcuna specie di carne, poiché il sangue è la vita d’ogni carne” (Lev. 17:14).
5. Se tutto il Creato è un’opera di Dio, come può Dio permettere che tutti gli animali che sono esseri viventi con cervello e sentimenti siano a nostra completa disposizione e subire le crudeltà che l’uomo impone loro? L’uomo ha la ragione che lo contraddistingue dalle bestie e, secondo me dovrebbe essere usata per ragionare e discernere quello che è giusto da quello che è sbagliato. Che gli animali trasportati verso il macello o quelli che vengono vivisezionati vivi soffrano si vede lontano un miglio… Che ne dice?
Se Dio permette che gli uomini scannino gli animali per cibarsi della loro carne, è perché questa è la sua volontà. Così disse Dio a Noè secondo che è scritto: “Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde” (Genesi 9:3). Quindi, è per il nostro bene che Dio ha stabilito che noi ci cibiamo della carne degli animali. Non è però la sua volontà che gli animali si usino per fare degli esperimenti su di essi, non importa di che genere: noi siamo contrari a questo comportamento umano, perché infligge agli animali una ingiusta sofferenza. Quindi lungi da noi l’usare gli animali per esperimenti.
Butindaro Giacinto, Domande e Risposte (Volume 1). Roma 2006. Pagine 471. Vedi l’indice del libro