1. Cosa pensi delle Chiese dell’Apocalisse?
Sono Chiese che esistevano ai giorni degli apostoli a cui Dio volle fare pervenire un messaggio particolare, infatti ad ognuna di esse Giovanni scrisse delle specifiche parole dettategli dal Signore Gesù Cristo. Va tuttavia detto, per essere precisi, che il messaggio fu indirizzato agli angeli delle sette chiese, dove per angelo si deve intendere il pastore di ognuna di esse. L’introduzione ad ogni lettera è chiara: ‘E all’angelo della chiesa di …. scrivi’. Ci sono comunque delle parole all’interno di ogni lettera come ‘A chi vince…’, che sono rivolte a tutti i membri di quella chiesa (e ovviamente anche a noi che siamo chiamati a vincere). Ci sono anche queste parole: “Ma agli altri di voi in Tiatiri che non professate questa dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana (come le chiaman loro), io dico: Io non v’impongo altro peso. Soltanto, quel che avete tenetelo fermamente finché io venga” (Apoc. 2:24-25) che sono state rivolte dal Signore ad alcuni membri della chiesa di Tiatiri.
Per ciò che concerne le cose che Giovanni vide che dovevano avvenire in breve esse naturalmente sono anche per noi.
Quantunque però quelle sette chiese dell’Asia oggi non esistano più, ci sono ancora oggi chiese locali che hanno delle caratteristiche simili o uguali a quelle di quelle antiche chiese. Con questo voglio dire che ancora oggi ci sono chiese dove ci sono donne che si dicono profetesse che insegnano cose perverse come Jezabel e che vengono tollerate dall’angelo della chiesa; ancora oggi ci sono angeli di chiese che sono diventati tiepidi e che quindi si devon ravvedere; che ancora oggi ci sono quelli che professano la dottrina di Balaam, ecc. ecc.
Alcuni pensano che queste sette chiese stiano ad indicare sette periodi della storia della Chiesa Universale; rigetto questa interpretazione che per altro era sostenuta anche da William Marrion Branham che ha scritto un libro sulle Sette Epoche della Chiesa, in cui per sostenere questa sua tesi dice non poche cose strane (oltre alle eresie che insegnava); stabilisce le date di ogni epoca della Chiesa e chi è l’angelo o il messaggero per ognuna di queste epoche.
2. Che cosa intende dire Paolo quando afferma che chi aspira all’ufficio di vescovo bisogna che sia irreprensibile e abbia una buona testimonianza da quelli di fuori? Ossia, che significa, secondo la Parola di Dio, ‘irreprensibile’ e ‘buona testimonianza’?…..
2. Che cosa intende dire Paolo quando afferma che chi aspira all’ufficio di vescovo bisogna che sia irreprensibile e abbia una buona testimonianza da quelli di fuori? Ossia, che significa, secondo la Parola di Dio, ‘irreprensibile’ e ‘buona testimonianza’? Ti chiederei infine di aiutarmi a capire quando effettivamente un Cristiano perde la sua irreprensibilità o la sua buona testimonianza e cosa dice la Parola di Dio a coloro che, chiamati al ministero, prima o dopo avere iniziato ad esercitare il ministero, perdono la loro irreprensibilità o la loro buona testimonianza.
Risposta
Quando Paolo afferma che chi aspira all’ufficio di vescovo bisogna che sia irreprensibile intende dire che chi vuole essere eletto nella Chiesa a questo ufficio particolare, che è l’ufficio di anziano, non deve essere riprensibile da parte delle pecore che lui aspira a pascere. Se infatti questo credente è da riprendere lui medesimo perchè per esempio usa un linguaggio scurrile, volgare, o magari è violento, litigioso, amante di alcuni piaceri della vita, è evidente che lui non potrà mettersi a pascere le pecore perchè nel pascerle deve esortarle ad essere miti, ad avere un linguaggio sano, a non amare il mondo e le pecore non sopporterebbero che chi le esorta è lui stesso da riprendere in queste cose. In altre parole, se l’aspirante vescovo non è temperato, giusto, pio, come potrà esortare ad essere temperati, giusti e pii? A me pare che non potrà. E’ insomma come il fatto che egli deve sapere governare la propria famiglia altrimenti non potrà governare la chiesa di Dio. Come fa un aspirante vescovo che non riprende i propri figli, che non sa farsi ubbidire dai figli, nel caso venisse eletto alla carica di vescovo, a riprendere e farsi ubbidire dalla chiesa?
L’avere una buona testimonianza di quelli di fuori significa che quelli del mondo che lo conoscono non devono avere nulla di che biasimarlo circa la sua condotta, ossia non devono dire che è un adultero o un fornicatore, un ladro, un disonesto, un oltraggiatore, un rapace, un avaro, ecc. Vorrei farti notare il motivo per cui Paolo dice che il vescovo deve avere questa buona testimonianza “affinché non cada in vituperio e nel laccio del diavolo” (1 Tim. 3:7). Dunque un anziano che aspira all’ufficio di vescovo non può essere qualcuno di cui la gente del paese dice che è un fornicatore, un ladro, un ubriaco, un disonesto, ecc.
Ma mettiamo il caso adesso che un credente dopo essere stato eletto all’ufficio di vescovo – perchè ha i requisiti necessari – sia accusato di un misfatto. Che dice la Parola di Dio? Paolo dice a Timoteo: “Non ricevere accusa contro un anziano, se non sulla deposizione di due o tre testimoni” (1 Tim. 5:19). Quindi un accusa contro un anziano fondata su due o tre testimonianze è da accettare. E una volta che l’accusa viene accettata? Dice sempre Paolo: “Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, onde anche gli altri abbian timore” (1 Tim. 5:20). Un anziano quindi deve essere ripreso pubblicamente affinché anche gli altri abbiano timore. Ti voglio ricordare che Pietro (Cefa) che era un anziano (cfr. 1 Piet. 5:1), quando ad Antiochia si mise a costringere i Gentili a giudaizzare fu pubblicamente ripreso da Paolo; Pietro era da condannare (nota bene la gravità del suo misfatto) e Paolo lo ammonì “in presenza di tutti” (Gal. 2:14).
Dunque chi è posto a condurre un gregge deve essere ripreso nel caso si comporti in maniera sbagliata. Non può essere altrimenti. Consideriamo anche gli angeli (i pastori) delle sette chiese dell’apocalisse. Prenderò l’esempio dell’angelo della chiesa di Efeso, quello della chiesa di Sardi, e di quello della chiesa di Laodicea. Il primo aveva lasciato il suo primo amore, e il Signore gli disse di ravvedersi e di fare le opere di prima, altrimenti avrebbe rimosso il suo candelabro dal suo posto (cfr. Apoc. 2:5). Il secondo benchè avesse nome di vivere era morto e il Signore gli disse di ravvedersi altrimenti sarebbe arrivato come un ladro e lui non avrebbe saputo a quale ora sarebbe venuto su di lui (cfr. Apoc. 3:3). Il terzo infine era diventato tiepido e il Signore lo ammonì severamente con le parole che tu sai e gli disse di avere zelo e di ravvedersi (cfr. Apoc. 3:19). Quindi, il Signore nella sua misericordia dà ai suoi ministri, dopo che essi hanno compiuto qualche misfatto il tempo per ravvedersi. Ma se essi non si ravvedono allora il suo giudizio piomberà loro addosso; può essere una malattia grave, o anche la morte, comunque sia un giudizio arriverà su di loro. La stessa cosa vale per quei credenti che non hanno ricevuto un ministerio da Dio e cadono in qualche misfatto. Anche loro sono da riprendere e devono essere ripresi, e se non si ravvedono saranno giudicati da Dio come meritano.
Che succede a chi chiamato al ministero perde la sua irreprensibilità? Prendiamo l’esempio di Pietro. Certamente Pietro con quel suo modo di agire che era da condannare perse la sua irreprensibilità in seno alla fratellanza come anziano, tuttavia non mi pare che lui smise di fare l’anziano e l’apostolo. Occorre per altro dire che l’apostolo Pietro accettò la riprensione di Paolo per cui smise di costringere i Gentili a giudaizzare (quindi lui perse la sua irreprensibilità dottrinale solo per un certo tempo). Prendiamo anche l’esempio del pastore di Efeso, di quello di Sardi, e di quello di Laodicea; certamente persero anche loro la loro irreprensibilità in seno alla fratellanza, tuttavia non smisero di fare i pastori mentre si trovavano in quella condizione spirituale che non piaceva al Signore. Dio li riprese e gli diede tempo per ravvedersi. Si ravvidero? Non lo sappiamo.
Sono tuttavia persuaso che se un anziano o un pastore persista nel suo errore, o nel suo misfatto, di certo non prospererà e andrà di male in peggio perchè Dio lo punirà come merita. Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia (cfr. Prov. 28:13), dice la Sapienza; ed anche: “Ma chi indura il suo cuore cadrà nella sfortuna” (Prov. 28:14). Naturalmente se un anziano o un pastore diventa un operatore di scandali, comincia a insegnare eresie di perdizione, e si getta alle spalle ogni riprensione, le pecore che gli sono state affidate non devono rimanere indifferenti, ma devono ritirarsi da lui (cfr. Rom. 16:17-18).
Dio giudica i suoi servitori; Lui non ha riguardi personali, non importa quale ministerio abbiano ricevuto da Lui.
3. Un anziano di chiesa che rimane vedovo, se si risposa può continuare a fare l’anziano?
Certo, perchè la Parola di Dio insegna che il vincolo matrimoniale con la propria moglie si scioglie con la morte di quest’ultima. Per cui egli, nel caso si sia risposato, non può essere accusato di essere marito contemporaneamente di due mogli come invece può esserlo chi è divorziato dalla propria moglie (ancora vivente) e risposato con un altra donna ragione per la quale egli non può essere eletto all’ufficio di vescovo nella Chiesa di Dio perché è scritto “sia marito di una sola moglie” (1 Tim. 3:2).
4. Si fa sempre più insistente in Italia il bisogno di affermare il ministerio femminile come segno di emancipazione: tu cosa ne pensi?
Io giudico il fatto che anche qui in Italia in sempre più Chiese Evangeliche (comprese alcune Chiese Pentecostali) alla donna viene permesso di ricoprire nella Chiesa uffici come quello di pastore o di insegnante della Parola una cosa sbagliata perché contrasta quello che è il sano insegnamento della Parola di Dio. Che cosa dice infatti la Parola di Dio? Essa dice molto chiaramente: “La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio. Perché Adamo fu formato il primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; nondimeno sarà salvata partorendo figliuoli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia” (1 Tim. 2:11-15). Queste parole di Paolo – come si può vedere – non lasciano intravedere nella maniera più assoluta che la donna possa ricoprire l’ufficio di pastore o di insegnante. Ella infatti deve imparare in silenzio con ogni sottomissione perché non le è permesso di insegnare. Ma perché non le è permesso di insegnare? Perché non fu Adamo ad essere sedotto ma la donna, la quale così cadde in trasgressione. Dicendo questo Paolo non ha voluto dire che Adamo non disubbidì a Dio, ma soltanto che non fu lui a rimanere sedotto per opera del diavolo ma la donna, e difatti il serpente non si accostò all’uomo ma alla donna perché sapeva che sarebbe stato molto più facile sedurre la donna.
A conferma che non si addice alla donna mettersi a predicare o insegnare la Parola di Dio ricordiamo che secondo la legge di Mosè coloro che per ordine di Dio dovevano insegnare al popolo la legge erano degli uomini infatti Dio si scelse i Leviti per affidargli questo compito secondo che è scritto: “I tuoi Thummim e i tuoi Urim appartengono all’uomo pio che ti sei scelto, che tu provasti a Massa, e col quale contendesti alle acque di Meriba. Egli dice di suo padre e di sua madre: ‘Io non li ho visti!’ non riconosce i suoi fratelli, e nulla sa de’ propri figliuoli; perché i Leviti osservano la tua parola e sono i custodi del tuo patto. Essi insegnano i tuoi statuti a Giacobbe e la tua legge a Israele; metton l’incenso sotto le tue nari, e l’olocausto sopra il tuo altare” (Deut. 33:8-10). Quindi anche la legge conferma che non è la donna ma l’uomo a dovere insegnare la Parola di Dio.
Ma voglio anche ricordare a conferma di questo divieto di predicare e insegnare per la donna che Gesù scelse prima dodici uomini e poi altri settanta sempre uomini per mandarli a predicare il Vangelo del Regno di Dio (cfr. Matt. 10:1-4; Luca 10:1-12). Le donne non ebbero nessun mandato da parte di Cristo per ciò che concerne la predicazione del Vangelo. Le donne che seguivano Gesù tuttavia avevano dei compiti importanti infatti assistevano Gesù e i suoi discepoli con i loro beni secondo che è scritto: “Ed avvenne in appresso che egli andava attorno di città in città e di villaggio in villaggio, predicando ed annunziando la buona novella del regno di Dio; e con lui erano i dodici e certe donne che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demonî, e Giovanna, moglie di Cuza, amministratore d’Erode, e Susanna ed altre molte che assistevano Gesù ed i suoi coi loro beni” (Luca 8:1-3). Anche dopo che Gesù fu assunto in cielo le donne in seno alla Chiesa non erano date alla predicazione e all’insegnamento della Parola di Dio infatti è scritto che i credenti antichi “erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli” (Atti 2:42). L’unica donna di cui nel Nuovo Testamento si dice che insegnava era Jezabel che a Tiatiri si diceva profetessa e insegnava a fornicare e a mangiare cose sacrificate agli idoli quindi insegnava delle eresie. Questo caso dovrebbe fare seriamente riflettere tutti coloro che permettono alla donna di insegnare.
Per ricapitolare dunque, nella Chiesa dell’Iddio vivente, colonna e base della verità, non deve essere fatta pastore nessuna donna, come non deve essere eletta all’ufficio di anziano nessuna donna; siano questi posti ricoperti solo da uomini. La donna tuttavia può ricoprire l’ufficio di diacono nella chiesa – ovviamente se ha i requisiti biblici – e questo perché tra le caratteristiche che deve avere il diacono per essere eletto non c’è quello di essere atto ad insegnare (cfr. 1 Tim. 3:8-13), e questo perché il diacono svolge esclusivamente servizi assistenziali. La Scrittura parla di una diaconessa, della sorella Febe che era diaconessa della Chiesa di Cencrea (cfr. Rom. 16:1-2).
Una parola adesso sull’emancipazione femminile che è alla radice di questa sfrenata corsa e di questa ambizione della donna verso l’ufficio di pastore o di insegnante nella Chiesa. Basta considerare che questa emancipazione si propone di portare la donna credente a volere ricoprire i ruoli che nella Chiesa di Dio si addicono – per ordine di Dio – solo agli uomini, per capire come l’emancipazione femminile non è qualcosa che viene da Dio ma dal diavolo che è il seduttore di tutto il mondo. Questa cosiddetta emancipazione femminile non si propone altro che portare confusione anche in seno alla Chiesa; dico anche perché la confusione e il disordine questa emancipazione – quando riesce ad entrare nella donna – comincia a portarli prima di tutto nella famiglia, dove il marito deve cominciare se non proprio ad essere sottomesso alla donna certamente ubbidire alla donna in non poche cose. ‘Siamo uguali, abbiamo gli stessi diritti, perché tu devi signoreggiarmi?’, dice la donna. ‘Le tue sono pretese che affondano le radici nell’antichità ormai sorpassata’, prosegue lei. ‘Quindi, io non devo stare sottomessa a te’, prosegue ancora la donna ‘emancipata’. ‘E se io non devo stare sottomessa a te come a nessun altro uomo, posso anch’io fare il pastore o l’anziano nella chiesa’, conclude la donna. No, donna, tu sbagli grandemente, ti sei ribellata a Dio cominciando a ragionare in questa maniera perversa che non si addice a una donna che fa professione di pietà. Tu devi ravvederti di questi pensieri malvagi e tornare ad essere sottomessa a tuo marito che è il tuo capo e in generale all’uomo, e come segno di questa sottomissione all’uomo devi portare sul capo il velo quando preghi o profetizzi. Smetti di usare autorità su tuo marito, egli è il tuo capo; e smetti pure di cercare di diventare pastore o anziano nella chiesa. Mettiti a imparare in silenzio, con uno spirito di sottomissione e di riverenza verso l’uomo. Solo così potrai dirti una donna veramente emancipata; sì, perché sarai liberata dal laccio del diavolo che ti ha catturata affinché tu facessi la sua volontà.
A quei fratelli invece che permettono alla donna di mettersi a predicare o insegnare nella Chiesa voglio dire questo: ‘Smettete di concedere alla donna tutto ciò perché così facendo state portando confusione nella Chiesa, state incoraggiando la donna ad usare autorità sia sul marito che sull’uomo in generale cosa questa che come ho sopra detto contrasta la verità’.
5. ……. Come si può nell’anno 2000 sostenere che la donna debba tacere ed essere sottomessa perché più facilmente sedotta dal diavolo?
5. Alla seguente pagina (www.lanuovavia.org/faq_chiesa_04.html) lei affronta la questione dei ministeri alle donne, e mi conceda, mi sembra che lei liquidi il problema in modo molto sommario e che sostenga tesi offensive nei confronti delle donne. Se crediamo nell’uguale dignità di uomo e donna, come si può affermare che la donna debba essere sottomessa e che non possa ricoprire le stesse cariche che ricopre l’uomo? Non è molto più sensato instaurare dei rapporti paritari fra uomini e donne, nel rispetto e nella stima reciproca? Come si può nell’anno 2000 sostenere che la donna debba tacere ed essere sottomessa perché più facilmente sedotta dal diavolo?
Risposta
Egregio signore, il mio discorso (fondato sulla Parola di Dio) riguarda il ruolo della donna nella Chiesa di Dio. Credo di averlo spiegato bene in tutto il sito (perché diverse volte torno su questo argomento in punti diversi) che cosa è che la donna può fare e che cosa invece non può mettersi a fare nella Chiesa, comunque glielo ripeto brevemente. La donna nella Chiesa può pregare, e profetizzare (se ha il dono di profezia), ovviamente con il capo coperto da un velo come segno dell’autorità da cui dipende (autorità che è l’uomo), ma non può insegnare. La ragione la spiega l’apostolo Paolo, ed è perché non fu l’uomo ad essere sedotto ma la donna nel giardino d’Eden. Ovviamente anche l’uomo fu sedotto nel giardino dell’Eden, ma non dal diavolo, e qui è la differenza tra l’uomo e la donna. Non è una cosa da poco questa. L’apostolo Paolo lo dice chiaramente che non fu l’uomo a rimanere sedotto dal diavolo bensì la donna. Io non credo affatto di sostenere delle tesi offensive nei confronti delle donne; ovviamente molte donne saranno d’accordo con lei che io le abbia offese, ma ciò che dico è sostenuto dalla Parola di Dio che dura in eterno. Vede, alla donna non solo è vietato di insegnare nella chiesa ma non le è permesso neppure di usare autorità sul marito. E’ contro natura vedere una donna dominare sul proprio marito; è qualcosa di vergognoso, che purtroppo oggi si vede spesso in questa società. La donna fu creata a motivo dell’uomo, cioè perché Dio decise di fornire all’uomo un aiuto convenevole; non è l’uomo che fu creato per la donna. Questa è la ragione per cui la donna deve stare sottomessa al proprio marito ed ubbidirgli. L’uomo è il suo capo, lei deve stargli sottomessa.
Guardi che la donna cristiana non è considerata dalla Parola di Dio una sorta di schiava a cui il marito può ordinare qualsiasi cosa e verso cui si può comportare come vuole. Non vorrei che da quello che dico lei intendesse questo. Infatti nel Nuovo Testamento ci sono anche degli ordini per i mariti a cui viene espressamente ordinato di convivere con la moglie con la discrezione DOVUTA al vaso più debole che è il femminile (cfr. 1 Pietro 3:7), viene loro ordinato di portare loro onore altrimenti le loro preghiere rimarranno senza risposta da parte di Dio. Questo dimostra che Dio è senza riguardi personali, infatti se non esaudisce un marito che sprezza la moglie o la tratta male, questo sta a dimostrare che davanti a lui non c’è nè maschio nè femmina. Quindi, sì l’uomo è il capo della donna, sì il marito è il capo della moglie, ma se lui disobbedisce a Dio sarà punito in base alla sua disobbedienza. Vorrei farle notare a proposito delle parole di Pietro a cui ho fatto prima riferimento che Pietro definisce la moglie il vaso più debole il che significa che anche il marito è un vaso debole, solo che la donna E’ PIÙ DEBOLE. Ma non si vede questo? Io lo vedo chiaramente e non solo tra le donne cristiane. Quindi per riassumere, nella Chiesa di Dio c’è un ordine stabilito da Dio, e questo ordine prevede tra le altre cose che la donna debba stare sottomessa al proprio marito e all’uomo in generale per le ragioni prima citate. E le posso assicurare che ciò che la Parola di Dio ordina è sempre per il nostro bene, anche se non ci piace e non lo comprendiamo talvolta subito. Molti matrimoni vanno a pezzi proprio perché la donna rifiuta di essere sottomessa al marito e di ubbidirgli, volendo raggiungere la cosiddetta parità ricercata così tanto dal movimento femminista. Se i matrimoni falliti sono aumentati in maniera spaventosa in questi ultimi anni è proprio A MOTIVO dell’emancipazione femminile così tanto osannata da più parti. Mi si spezza il cuore nel vedere donne che in virtù di queste idee perverse si comportano verso i mariti come se fossero delle marionette nelle loro mani.
Ma ne stanno portando la pena di questa loro ribellione. Ovviamente molti matrimoni si spezzano anche per colpa di mariti che pensano di potere maltrattare la moglie e di usarla a loro piacimento; ma anche questi uomini porteranno la pena della loro ribellione. Io potrò pure essere odiato da tante donne, potrò pure essere sprezzato da tanti uomini, per questa mia posizione così radicale e così ‘retrograda’, ma a me non importa, DIO MI HA CHIAMATO A PREDICARE LA SUA PAROLA E IO DEVO ANNUNCIARE IL SUO CONSIGLIO E NON QUELLO CHE MI SUGGERISCE IL MONDO. Piaccia o non piaccia, questo è quello che Dio ha ordinato nella sua Chiesa.
6. E’ giusto chiamare il locale di culto ‘Casa di Dio’ e ‘Chiesa’?
No, non è giusto chiamare il locale di culto ‘casa di Dio’ perché la casa di Dio non è un edificio fatto di mattoni o di pietre o di legno (come è un locale di culto) ma un edificio spirituale fatto da persone nate di nuovo il quale serve da dimora a Dio per lo Spirito Santo. Lo scrittore agli Ebrei infatti dice: “La sua casa siamo noi” (Ebr. 3:6), Paolo dice agli Efesini: “Ed in lui voi pure entrate a far parte dell’edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito” (Ef. 2:22), e Pietro dice nella sua prima epistola: “Accostandovi a lui, pietra vivente, riprovata bensì dagli uomini ma innanzi a Dio eletta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale, per essere un sacerdozio santo per offrire sacrificî spirituali, accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (1 Piet. 2:4-5).
Non è giusto neppure chiamare il locale di culto ‘chiesa’ perché la parola greca ekklesia significa ‘assemblea’ [dei tirati fuori]; per cui questa parola va usata solo in riferimento all’assemblea dei fratelli in Cristo a prescindere dove si riuniscono per rendere il loro culto a Dio. E che sia così è attestato dalle seguenti Scritture. Paolo scrivendo ai santi di Colosse dice: “Salutate i fratelli che sono in Laodicea, e Ninfa e la chiesa che è in casa sua” (Col. 4:15), e a quelli di Roma dice di salutare la chiesa che era in casa di Aquila e Priscilla (cfr. Rom. 16:5). Quando Pietro fu messo in prigione la Scrittura dice che “fervide preghiere erano fatte dalla chiesa a Dio per lui” (Atti 12:5). Dopo che Saulo si convertì al Signore la Scrittura dice: “Così la Chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria avea pace, essendo edificata; e camminando nel timor del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava” (Atti 9:31). Per citare solo alcuni dei tanti versetti dove in una maniera o nell’altra la chiesa si riferisce all’assemblea dei riscattati.
E’ bene dunque che coloro che hanno l’abitudine di chiamare il locale di culto ‘Casa di Dio’ o ‘Chiesa’ smettano di farlo.
7. E’ giusto che il pastore non lavori ma sia sostenuto finanziariamente e materialmente dalla Chiesa che pastura?
Sì, è giusto perché il pastore ha questo diritto nel Signore, cioè ha il diritto di non lavorare per essere dato a pieno tempo alla cura delle pecore che gli sono toccate in sorte per cui ha il diritto di essere sostenuto finanziariamente dalla Chiesa di cui si prende cura. Quando si dice che egli ha questo diritto si vuole implicitamente dire che la Chiesa ha il dovere di supplire a tutti i suoi bisogni siccome è scritto ai Galati: “Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra” (Gal. 6:6).
La mercede che la Chiesa gli dà non è altro che la mercede di cui è degno l’operaio del Signore secondo che ebbe a dire Gesù Cristo: “L’operaio è degno della sua mercede” (Luca 10:7). L’apostolo Paolo conferma questo diritto che ha l’operaio del Signore nel dire: “Chi è mai che fa il soldato a sue proprie spese? Chi è che pianta una vigna e non ne mangia del frutto? O chi è che pasce un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico io queste cose secondo l’uomo? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: Non metter la musoliera al bue che trebbia il grano. Forse che Dio si dà pensiero de’ buoi? O non dice Egli così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza; e chi trebbia il grano deve trebbiarlo colla speranza d’averne la sua parte…. Non sapete voi che quelli i quali fanno il servigio sacro mangiano di quel che è offerto nel tempio? e che coloro i quali attendono all’altare, hanno parte all’altare? Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’Evangelo” (1 Cor. 9:7-10,13-14). Come si può vedere l’apostolo prende a sostegno di questo diritto, che hanno i ministri di Dio, la legge sia quando dice che non si deve mettere la museruola al bue che trebbia il grano (cfr. Deut. 25:4) e sia quando dice che i sacerdoti vivevano di quello che era offerto sull’altare e che quelli che facevano il servigio sacro nel tempio mangiavano di quello che era offerto nel tempio che consisteva nelle decime e nelle offerte che gli Ebrei dovevano portare nella casa di Dio affinché ci fosse del cibo in essa (cfr. Mal. 3:10) per coloro che svolgevano i vari servizi nel tempio. Ovviamente, dato che adesso siamo sotto la grazia e non più sotto la legge, e i ministri del Signore devono vivere del Vangelo e non della legge di Mosè, il principio della decima non è più valido. Rimane tuttavia valido il principio di base che è quello di far parte dei propri beni materiali a chi è stato appartato da Dio per la predicazione del Vangelo e l’ammaestramento del popolo di Dio. Quindi il proprio pastore deve essere messo in grado, se ancora non lo è, di adempiere il ministerio che Dio gli ha affidato nella maniera che prescrive la Scrittura cioè a pieno tempo. Sia lui che la Chiesa ne avranno del bene.
8. Come mai molti credenti non vogliono contraccambiare il servizio che viene loro rivolto dai ministri del Vangelo?
Questa è una domanda che ha una sola risposta, e cioè perché sono avari, amanti del denaro, e pensano che far parte dei loro beni materiali a coloro che li ammaestrano sia dannoso, sia l’equivalente di buttare i soldi dalla finestra. Purtroppo oggi in seno alla fratellanza c’è molto amore per il denaro, sono molti quelli che cercano di arricchire materialmente, di accumulare il più possibile su questa terra, e che rifiutano di aprire la loro mano per sostenere materialmente coloro che annunziano il Vangelo e li ammaestrano, cosa questa che è espressamente ordinata dalla Scrittura quando dice: “Colui che viene ammaestrato nella Parola, faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra” (Gal. 6:6). Ma costoro invece hanno dimenticato questo ordine di Dio, se lo sono gettato alle loro spalle. Nel loro cuore non c’è il minimo desiderio di far parte del loro denaro a chi li ammaestra, per costoro i ministri del Vangelo hanno solo il dovere di predicare il Vangelo come si conviene e di insegnare la Parola di Dio, loro invece hanno solo il diritto di essere serviti e bene! Per la Parola di Dio invece coloro che annunciano il Vangelo e s’affaticano nella predicazione e nell’insegnamento hanno anche il diritto di vivere del Vangelo, per cui hanno il diritto di non lavorare per essere dati a tempo pieno alla predicazione e all’insegnamento della Parola, e chi invece riceve il beneficio del loro ministerio ha il dovere di aiutarlo economicamente. Non diceva forse l’apostolo Paolo ai Corinzi: “Chi è mai che fa il soldato a sue proprie spese? Chi è che pianta una vigna e non ne mangia del frutto? O chi è che pasce un gregge e non si ciba del latte del gregge? Dico io queste cose secondo l’uomo? Non le dice anche la legge? Difatti, nella legge di Mosè è scritto: Non metter la musoliera al bue che trebbia il grano. Forse che Dio si dà pensiero de’ buoi? O non dice Egli così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza; e chi trebbia il grano deve trebbiarlo colla speranza d’averne la sua parte. Se abbiam seminato per voi i beni spirituali, è egli gran che se mietiamo i vostri beni materiali? (…) Non sapete voi che quelli i quali fanno il servigio sacro mangiano di quel che è offerto nel tempio? e che coloro i quali attendono all’altare, hanno parte all’altare? Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’Evangelo” (1 Cor. 9:7-14)? Si badi che questo vivere del Vangelo è un diritto che i ministri hanno nel Vangelo infatti così Paolo lo definisce poco più avanti (cfr. 1 Cor. 9:18).
Ma gli avari calpestano il diritto nell’Evangelo che hanno i ministri del Vangelo, se ne fanno beffe. Il denaro lo hanno in abbondanza, non gli manca, ma rifiutano di darne una parte e in maniera regolare ai servi di Dio (e se fanno vedere che danno anche loro, danno le loro briciole e pure mormorando, di mala voglia). Loro pensano che sia meglio investirlo in vestiti di lusso, in bigiotteria, in case, in macchine di lusso, in televisioni, in divertimenti, in vacanze, che utilizzarlo per supplire ai bisogni di coloro che li ammaestrano. ‘Dio provvederà, fratello’, sono capaci di dirti; dimenticando che Dio si usa proprio dei suoi figliuoli per sostenere materialmente i suoi collaboratori. Certo, perché no? Talvolta Dio si usa pure di persone del mondo e di angeli ma rimane il fatto che nella maggior parte dei casi si userà dei credenti per supplire ai bisogni dei suoi ministri. Costoro sono anche capaci di dirti: ‘Tu devi dare gratuitamente fratello, quello che hai ricevuto da Dio’, ben detto, dico io; ma voglio ricordarvi che Gesù dopo avere detto ai suoi apostoli: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matt. 10:8), gli disse pure: “L’operaio è degno del suo nutrimento” (Matt. 10:10), e ai settanta disse che “l’operaio è degno della sua mercede” (Luca 10:7). Dunque il fatto che il servitore del Signore debba offrirvi gratuitamente la sapienza e la potenza ricevute da Dio, e di mettere gratuitamente al vostro servizio i suoi doni, non vi dà nessun diritto, e ripeto nessuno, di non reputarlo degno del vostro concreto aiuto materiale e finanziario. Il servo di Dio non deve dunque chiedere compensi e stabilire tariffe per le prestazioni spirituali a vostro favore, ma egli ha il diritto di ricevere le vostre offerte in denaro per vivere lui e la sua famiglia. Ma è qui il punto che vi duole, avari, che non sopportate: voi non amate che si dica che l’operaio del Signore è degno della sua mercede. Ma ditemi un po’, voi ostinati di cuore: ‘Se uno di voi lavorasse una mesata intera per qualcuno nella sua vigna e per questo suo lavoro non venisse reputato degno né del suo nutrimento come neppure della sua paga, che direste voi?’ vi piacerebbe? Non è che forse prendereste tutti quei passi biblici dove si condannano coloro che fanno lavorar i propri servi per nulla, frodandoli del loro salario? Sono sicuro che sareste i primi a dire che avevate il diritto alla vostra paga mensile e che questo diritto è stato invece calpestato!’ Sappiate che con coloro che vi servono ammaestrandovi è la stessa cosa: se voi non li reputate degni di una paga voi calpestate il loro diritto.
Vi avverto però che Dio non vi terrà per innocenti, perché meritate il suo castigo. Non vi illudete, Dio a suo tempo vi farà mietere i frutti amari della vostra avarizia. Continuate, continuate pure a fare finta di niente; Dio vi prenderà il vostro denaro e ve lo farà perdere come se aveste le tasche bucate. A suo tempo perderete quello che avreste dovuto dare ai suoi servi; anzi molto di più. Chi non raccoglie con me disperde, disse Gesù (cfr. Luca 11:23).
9. Una donna può ricoprire l’ufficio di diacono?
Sì, ella può ricoprirlo infatti nel Nuovo Testamento, e precisamente nella lettera di Paolo ai Romani, è menzionata una diaconessa. Ecco cosa dice Paolo: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno de’ santi, e le prestiate assistenza, in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me stesso” (Rom. 16:1-2).
Voglio però precisare che il diacono non è preposto all’insegnamento infatti tra le caratteristiche che deve avere un credente per essere assunto in questo ufficio non c’è quella di “atto ad insegnare” che invece deve avere il vescovo (cfr. 1 Tim. 3:2).
10. E’ possibile ricevere più di un ministerio dal Signore?
Sì, è possibile infatti Paolo non era solo apostolo ma anche dottore, ecco quello che lui stesso dice: “In vista del quale [l’Evangelo] io sono stato costituito banditore e apostolo e dottore” (2 Tim. 1:11).
11. La donna può insegnare la Parola di Dio?
No, non può farlo perché è scritto: “La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio. Perché Adamo fu formato il primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; nondimeno sarà salvata partorendo figliuoli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia” (1 Tim. 2:11-15). Questo significa che la donna non può essere pastore e neppure anziano di una Chiesa.
12. E’ lecito usare gli strumenti musicali durante il culto per accompagnare i cantici?
Sì, è lecito, non c’è un solo passo biblico e nessun motivo fondato sulle Sacre Scritture per dichiarare il loro uso una cosa illecita. E’ vero che sia nel libro degli Atti che nelle epistole non c’è nessun accenno ad un uso di strumenti musicali durante le riunioni dei santi antichi, tuttavia è anche vero che in cielo vengono usati degli strumenti musicali nella lode che viene rivolta a Dio e all’Agnello che sta alla sua destra. Giovanni vide le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani che erano attorno al trono di Dio con una cetra ciascuno (cfr. Apoc. 5:8), egli in cielo vide anche “come un mare di vetro e di fuoco e quelli che aveano ottenuta vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome, i quali stavano in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio. E cantavano il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: Grandi e maravigliose sono le tue opere, o Signore Iddio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto, poiché i tuoi giudicî sono stati manifestati” (Apoc. 15:2-4). Se dunque in cielo, dove c’è il trono di Dio e quello dell’Agnello, è permesso l’uso di strumenti musicali non vedo proprio perché non dovrebbe essere permesso sulla terra nell’assemblea dei santi in mezzo ai quali dimora sia il Padre che il Figliuolo.
13. Da poco mi sono affacciato alla fede evangelica, vorrei informazioni sulle ‘benedizioni di Toronto’. I fenomeni che si verificano in quella comunità vengono da Dio?
Le manifestazioni che si verificano presso quei locali di culto che hanno accettato il cosiddetto Toronto Blessing non vengono da Dio. Mi riferisco al loro cadere a terra (prodotto dalla suggestione dei predicatori e da vere e proprie spinte; e non dalla potenza di Dio), al riso fragoroso e incontrollato, ai segni di apparenza ubriachezza, e ai versi di animali (leoni, cani e anche asini). Stai attento e tieniti lontano da quelli che vorrebbero trascinarti dietro queste manifestazioni carnali e diaboliche che non trovano nessun riscontro nella parola di Dio.
Dio volendo, tra qualche tempo, sarà pronto il mio articolo confutatorio del ‘Toronto Blessing’, leggilo.
14. Chi non è battezzato in Spirito Santo può predicare in una chiesa?
A questa tua domanda rispondo ricordandoti che Apollo che era un uomo eloquente e potente nelle Scritture e parlava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, fu di grande aiuto ai santi di Corinto perché con grande vigore confutava pubblicamente i Giudei dimostrando per le Scritture che Gesù era il Cristo, e tutto ciò benchè avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni, quindi Apollo in quel tempo non era ancora nè battezzato nel nome del Signore Gesù e neppure battezzato con lo Spirito Santo (cfr. Atti 18:24-28).
Io ti posso dire che ci sono alcuni fratelli non ancora battezzati con lo Spirito Santo, che quando predicano rallegrano, edificano, parlano con franchezza, e scuotono tanti credenti dal torpore in cui sono, e portano i peccatori a ravvedersi, mentre ci sono alcuni predicatori che si dicono battezzati con lo Spirito Santo, che non edificano affatto, ma annoiano solo, gli addormentati continuano a dormire quando li sentono, e i peccatori non sono presi da spavento e non sono portati a ravvedersi, perché la loro predicazione non è fatta con franchezza e con pienezza di convinzione, e questo perché i primi sono stati chiamati da Dio a predicare mentre i secondi no. Non è infatti dal fatto che si è battezzati con lo Spirito Santo che si capisce che uno è stato chiamato da Dio a predicare. Uno può essere stato battezzato con lo Spirito Santo e non essere stato chiamato da Dio a predicare; invece oggi pare che in certe comunità quando un credente viene battezzato con lo Spirito Santo riceve automaticamente la chiamata a predicare il Vangelo, non solo, verrebbe pure dotato di doni di guarigioni e di altri doni!!
Bada bene, con questo non voglio dire che questo non possa accadere o che non sia accaduto alcune volte, ma il fatto è che quando ciò accade è manifesto come lo è la luce del sole come anche è manifesto il contrario quando con il battesimo con lo Spirito, il Signore non concede altri doni. E ti posso dire che nella maggior parte dei casi quando un credente viene battezzato con lo Spirito non riceve né la chiamata a predicare e neppure dei doni dello Spirito Santo! Certo è comunque che chi è stato chiamato da Dio a predicare deve desiderare di essere battezzato con lo Spirito Santo e di certo sarà battezzato con lo Spirito. Se dunque è manifesto che un credente è stato chiamato da Dio a predicare, che ha questa capacità che viene da Dio, non gli si può vietare di predicare o insegnare, nell’attesa che venga battezzato con lo Spirito Santo. Io almeno non me la sento di vietarglielo.
15. Caro fratello Butindaro, io ho letto domande e risposte del suo sito e c’era una parte che diceva che non possiamo chiamare la Chiesa “Casa di Dio”. Io ho sempre detto: ‘La Chiesa è la casa di Dio” perchè io ho letto nella Bibbia in Matteo 21:12 che Gesù entrò nel tempio, e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano; rovesciò dei tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditore di colombi. E disse loro: La mia casa sara chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate un covo di ladri. Anche in Isaia 56:7. Allora io le chiedo: ‘Io devo dire che la Chiesa è la casa di Dio e la casa di Gesù (dato che Dio è Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo)?
Stai attenta, perchè io non ho detto che la Chiesa non si può chiamare ‘Casa di Dio’ perchè la Chiesa è la Casa di Dio ossia il tempio in cui abita Dio; ma ho detto un’altra cosa e cioè che non si può chiamare il locale di culto ‘Casa di Dio’. Perchè questo? Perchè la casa in cui dimora Dio, sotto la grazia, non è fatta di mattoni ma di pietre viventi che sono tutti coloro che sono stati rigenerati dalla Parola di Dio (cfr. 1 Pietro 2:4-5). Ma queste sono tutte cose che nella mia risposta a quella specifica domanda sono spiegate molto bene. Ora, tu mi menzioni le parole di Gesù a riguardo del tempio di Gerusalemme che fu da lui chiamato “Casa del Padre mio” (Giovanni 2:16), ed egli disse il vero perchè sotto l’Antico Patto Dio aveva detto a Salomone a proposito del tempio che aveva fatto costruire: “Io ho esaudita la tua preghiera e la supplicazione che hai fatta dinanzi a me; ho santificata questa casa che tu hai edificata per mettervi il mio nome in perpetuo; e gli occhi miei ed il mio cuore saran quivi sempre” (1 Re 9:3). Devi tuttavia tenere ben presente che sotto l’Antico Patto il tempio che Salomone fece costruire a Gerusalemme era solo un’ombra del futuro tempio che il Messia avrebbe costruito nella pienezza dei tempi e mi riferisco all’edificio spirituale che è la Chiesa che a differenza di quell’edificio materiale costruito sotto l’Antico Patto e che rappresentava la Chiesa di Dio non potrà mai essere distrutto come invece fu distrutto quel tempio. Infatti il tempio che ai giorni di Gesù era in Gerusalemme (tempio che non era più quello costruito da Salomone perché quello era stato distrutto nel VI secolo avanti Cristo dai Babilonesi, ma era quello ricostruito dagli esuli che erano ritornati dopo 70 anni dalla cattività babilonese che poi era stato ingrandito e abbellito da Erode il Grande) fu distrutto nel 70 dopo Cristo dall’esercito romano che era stato mandato in Galilea e poi in Giudea a sedare una rivolta, e da quell’anno non è stato mai più ricostruito. Questo evento ci insegna che quell’edificio a Gerusalemme, certamente santo, NON POTEVA ESSERE LA VERA CASA DI DIO. E poi, già sotto l’Antico Patto Dio aveva detto che l’uomo non avrebbe potuto costruirgli una casa infatti dice il profeta: “Così parla l’Eterno: Il cielo è il mio trono, e la terra è lo sgabello de’ miei piedi; qual casa mi potreste voi edificare? e qual potrebb’essere il luogo del mio riposo?” (Isaia 66:1). Lo vedi? Ecco perchè Stefano disse che Salomone fu quello che gli edificò una casa “l’Altissimo però non abita in templi fatti da mano d’uomo” (Atti 7:48). Con la venuta di Cristo quindi, Dio ha fatto costruire una nuova casa, una casa santificata mediante lo Spirito di Dio e mediante il sangue di Cristo, una casa eterna che non sarà mai distrutta che è la “casa di Dio, che è la Chiesa dell’Iddio vivente” (1 Timoteo 3:15), e questa “sua casa siamo noi se riteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza” (Ebrei 3:6). Ora, “noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” (2 Corinzi 6:16). Stando così le cose, la Chiesa di Dio – ossia l’assemblea dei riscattati – puoi chiamarla tranquillamente ‘Casa di Dio’ o ‘Tempio di Dio’. Ma non chiamare il locale di culto né Chiesa di Dio, né Casa di Dio e neppure Tempio di Dio; non è corretto. Chiamalo ‘locale di culto’ o ‘sala di riunione’.
16. …. Il problema è che quando inizia il culto la moglie parla parla sempre il che a me questo da fastidio, e subito è scattato in me un senso di ribellione e così ho parlato col marito e lui mi ha detto che la moglie esorta l’adunanza, solo Dio sa come non vorrei perdere questo fratello. Mi potresti consigliare tu cosa fare? ….
16. Ho trovato qui (USA) una buona comunità e in particolare un fratello che è un anziano di questa comunità che io ho sentito di amare subito. Però c’è un problema. Mi spiego, io sono entrato a fare parte del gruppo suonatori di questa Chiesa dove questo fratello canta e la moglie pure, io suono la chitarra con loro. Il problema è che quando inizia il culto la moglie parla parla sempre il che a me dà fastidio, e subito è scattato in me un senso di ribellione e così ho parlato col marito e lui mi ha detto che la moglie esorta l’adunanza. Solo Dio sa come non vorrei perdere questo fratello. Mi potresti consigliare tu cosa fare? Spero che hai capito la situazione. Io non so se tu la leggerai questa lettera, spero di sì, se vuoi posso essere più chiaro se non hai capito bene. Grazie e Dio ti benedica.
Risposta
Ho capito la tua situazione e capisco perfettamente il tuo turbamento nel sentire quella sorella esortare ed insegnare perchè l’ho provato pure io quando anni addietro in una comunità dove il pastore permette alle donne di insegnare, dovetti sentirmi una predicazione di una donna piuttosto arrogante per altro. Alla donna non è permesso di insegnare, deve piuttosto imparare in silenzio, questo dice la Scrittura; e siccome ogni Scrittura è ispirata da Dio perchè degli uomini hanno parlato da parte di Dio perchè sospinti dallo Spirito Santo, e questo stesso Spirito abita nei nostri cuori, è evidente che lo Spirito è contristato quando viene permesso ad una donna di insegnare. Da qui il turbamento che provi tu, e tutti coloro che hanno lo Spirito e camminano per lo Spirito.
Che devi fare allora? Vai dal pastore della Chiesa e fargli presente che la Scrittura non permette alla donna di insegnare (cfr. 1 Timoteo 2:11-12) e quindi egli deve impedire a quella sorella di insegnare ed esortare la comunità. Non so quale sarà la sua reazione, ma devi farlo.
17. Caro fratello pace del Signore! Ti volevo chiedere se sai se Giovanni Rostagno il pastore valdese che ha scritto il libro ‘Più presso a te Signor’ insegnasse le medesime eresie del Luzzi …..
17. Caro fratello pace del Signore! Ti volevo chiedere se sai se Giovanni Rostagno, il pastore valdese che ha scritto il libro “Più presso a te Signor”, insegnasse le medesime eresie del Luzzi dato che ho comprato codesto libro e a mio avviso sembra un buon libro di edificazione. Grazie.
Risposta
Non so cosa risponderti, nel senso che non so se il Rostagno insegnasse tutte le eresie di Luzzi o solo alcune o nessuna di esse. Comunque tra i Valdesi ti puoi aspettare eresie un pò da tutti; basta pensare come eminenti teologi della chiesa valdese (Paolo Ricca e altri) siano a favore dei matrimoni tra omosessuali, non definendo più l’omosessualità ‘peccato contro natura’, per capire ciò.
Comunque tu ritieni sempre il bene e astieniti da ogni male. Nel caso un giorno dovessi scoprire che il Rostagno insegnava delle eresie te lo comunicherò.
18. Se in una comunità il conduttore o pastore viene accusato di aver commesso adulterio, ma non si hanno prove evidenti, come si deve comportare la Chiesa nei confronti del pastore, che da premettere si è comportato sempre bene e che secondo i fedeli è stata solo diffamazione nei suoi confronti?
La Scrittura dice di non ricevere accusa contro un anziano se non sulla deposizione di due o tre testimoni (cfr. 1 Timoteo 5:19). Se le prove non sono evidenti perché ci sono solo delle voci bisogna fare delle indagini approfondite per accertare se il misfatto sia stato fatto o meno. Innanzi tutto si prendono i testimoni o accusatori e li si interroga per vedere in base a quali cose formulano le loro accuse contro il pastore. E poi si prendono la donna e il pastore e si sottopongono ad un interrogatorio affinché si accerti la verità. I magistrati fanno così sia con i testimoni che con i presunti colpevoli per accertare se quello che è stato detto contro gli imputati è vero o falso; sappi che quando l’accusa è una calunnia viene smascherata, ma se è verace allora in qualche maniera sarà confermata.
19. …. le chiese non crescono forse diminuiscono, poco timor di Dio, poco amore, poco servizio, poca santificazione, preghiamo per un risveglio ma lo desideriamo veramente? Non vedo opere potenti, segni e miracoli che hanno caratterizzato i grandi risvegli del passato. Mi sembra che nessuno creda più veramente, c’è stanchezza spirituale, nessuno vuole aspettare, c’è fretta in ogni cosa. Abbiamo pregato per tanti fratelli gravemente ammalati, non mi ricordo molti guariti. Che sta succedendo alla chiesa del Signore? Forse che siamo nel raffreddamento degli ultimi tempi? Il Signor Gesù è sempre ineffabilmente lo stesso e allora di chi è la colpa? Che si deve fare? Perdonami per lo sfogo, se hai parole di consolazione ti ringrazio anticipatamente.
19. …. sono un credente nato di nuovo dal 1990 faccio parte di una comunità evangelica pentecostale vicino Roma. Il Signore ha fatto una grande opera in me e nella mia famiglia, adesso i miei desideri sono rivolti al Regno di Dio e al progresso del Vangelo, tuttavia da quando ho creduto e anche ascoltando le testimonianze degli anziani nella fede, sono un pò sconsolato per la situazione attuale della chiesa, parlo in generale e parlo prima per me, spero di sbagliarmi ma vedo tanta tiepidezza, pochi convertiti, le Chiese non crescono forse diminuiscono, poco timor di Dio, poco amore, poco servizio, poca santificazione, preghiamo per un risveglio ma lo desideriamo veramente? Non vedo opere potenti, segni e miracoli che hanno caratterizzato i grandi risvegli del passato. Mi sembra che nessuno creda più veramente, c’è stanchezza spirituale, nessuno vuole aspettare, c’è fretta in ogni cosa. Abbiamo pregato per tanti fratelli gravemente ammalati, non mi ricordo molti guariti. Che sta succedendo alla Chiesa del Signore? Forse che siamo nel raffreddamento degli ultimi tempi? Il Signor Gesù è sempre ineffabilmente lo stesso e allora di chi è la colpa? Che si deve fare? Perdonami per lo sfogo, se hai parole di consolazione ti ringrazio anticipatamente.
Risposta
Fratello nel Signore, pace. Sì molti si sono raffreddati, o meglio sono diventati tiepidi, ecco perché c’è poco amore, poca consacrazione, poco desiderio di santificarsi in mezzo al popolo di Dio. Il timore di Dio si trova solo in pochi, quasi tutti pensano di avere il diritto di peccare e di fare quello che vogliono La colpa dunque è dell’uomo; se oggi in mezzo a tante chiese non c’è quello che c’era nella chiesa primitiva è colpa dell’uomo.
Che fare dunque? Dobbiamo vivere una vita santa, pia e giusta, perché questa è la volontà di Dio, ed essere così un esempio ai credenti. Pregare e aspettare che il Signore si manifesti potentemente perché Lui è sempre lo stesso. E nel frattempo farsi animo perché non siamo i primi che si trovano a vivere tempi difficili. Ti incoraggio dunque a perseverare nel timore di Dio, onoralo a fatti e in verità, e non con la bocca soltanto come fanno tanti, e vedrai che il Signore ti onorerà. Cerca la sua faccia, cerca i suoi doni, cerca le sue rivelazioni, Egli è fedele. Non farti trascinare dai tiepidi per i sentieri tortuosi dove non c’è pace e dove non c’è vera gioia. E ricordati di riprovare le opere infruttuose delle tenebre a cui tanti credenti si abbandonano, di denunciarle in mezzo al popolo di Dio senza paura di niente e di nessuno.
Levati in favore della verità e soffri anche tu per l’Evangelo. Tieniti attaccato alla Parola di Dio perché il diavolo con la sua astuzia cerca di staccarci da essa.
20. E’ necessario che io frequenti un Seminario Teologico per servire Dio?
La mia risposta alla tua domanda è la seguente. No, non è necessario che tu frequenti una Scuola Biblica o un Seminario Teologico per servire Dio. Se Dio ti ha chiamato a predicare il Vangelo e ad insegnare la sua Parola, Egli sicuramente ti metterà in grado di compiere queste cose perché esse sono la Sua volontà per te. Ovviamente, tu devi studiare la Bibbia, pregare molto e vivere una vita santa. Io stesso sono stato chiamato da Dio a predicare il Vangelo, ma non ho frequentato nessuna Scuola Biblica. Molti anni fa, circa due anni dopo la mia conversione, ero nel dubbio se frequentare o meno una Scuola Biblica, così pregai Dio a proposito di ciò, e Lui mi rivelò (in un sogno) che Egli non voleva che io andassi alla Scuola Biblica. Poi il Signore operò potentemente in me per mettermi in grado di capire in maniera corretta le dottrine della Bibbia e di insegnarle. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen. Stai fermo nella fede, prega del continuo e temi Dio.
21. Perché noi siamo il tempio di Dio?
Noi siamo il tempio di Dio perché in noi abita Iddio, secondo che disse Iddio: “Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” (2 Cor. 6:16), e lo siamo diventati questo tempio nel giorno che abbiamo creduto nel Figliuolo di Dio.
22. Un anziano ha l’obbligo di astenersi dal vino?
No, un anziano non ha l’obbligo di astenersi dal bere vino perché il vino non è vietato berlo a nessun credente. L’anziano ha l’obbligo di non darsi al vino secondo che è scritto che bisogna che egli sia “non dedito al vino” (1 Tim. 3:3), il che è un’altra cosa, infatti essere dati al vino significa essere degli ubriaconi o persone che abusano del vino, cosa che tutti i Cristiani e non solo gli anziani non devono essere perché è scritto: “Non v’inebriate di vino, esso porta alla dissolutezza” (Ef. 5:18). Gli ubriaconi non erediteranno il Regno di Dio (cfr. 1 Cor. 6:10).
23. Pace del Signore fratello, spesso tra credenti si dice che un Cristiano non debba mettersi in intimità con un altro fratello. Bibbia alla mano si può dimostrare ciò? Un Cristiano con il proprio fratello deve mantenere un rapporto freddo e scostante?
Non so cosa intendi o cosa alcuni intendono per “non mettersi in intimità con un altro fratello”, comunque se con questa espressione si intende “mantenere un rapporto freddo e scostante” con il proprio fratello nel Signore, la Scrittura non insegna a tenere un simile comportamento verso i fratelli, anzi essa ci ordina di amarci intensamente secondo che è scritto: “Avendo purificate le anime vostre coll’ubbidienza alla verità per arrivare a un amor fraterno non finto, amatevi l’un l’altro di cuore, intensamente” (1 Piet. 1:22), e ad essere pieni di affezione gli uni per gli altri (cfr. Rom. 12:10).
Ma rifletti, noi che siamo membri del corpo di Cristo e che ci dobbiamo amare come Cristo ha amato noi, come potremmo essere chiamati ad avere un rapporto freddo e incostante tra di noi? Che rapporti intratteneva Gesù con i suoi discepoli? Un rapporto freddo? Incostante? Non mi pare di vedere questo quando leggo la storia di Gesù di Nazareth. E che dire poi dei rapporti che avevano tra loro i primi discepoli a Gerusalemme? Non è forse vero che essi erano rapporti stretti e assidui? Basta leggere queste parole: “E tutti quelli che credevano erano insieme, ed aveano ogni cosa in comune; e vendevano le possessioni ed i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore” (Atti 2:44-46) per rendersi conto di ciò.
Purtroppo però bisogna dire che oggi nella maggioranza dei casi, i rapporti tra i credenti di una stessa comunità sono freddi e incostanti e questo perché manca l’amore, quello vero. I rapporti tra fratelli si limitano alle riunioni di culto e talvolta solo ad una riunione di culto alla settimana, e poi a qualche agape organizzata di tanto in tanto o a qualche altra riunione. L’incontrarsi al di fuori delle riunioni di culto è una cosa rarefatta e tanto è vera la cosa che spesso i fratelli di una Chiesa non sanno neppure dove abita il fratello e quali sono le sue condizioni di vita, i suoi problemi, ecc. Tutto questo non è altro che la conseguenza del poco amore che esiste nel cuore di tanti.
24. Gradiremmo ricevere informazioni alla luce della Parola di Dio in merito a queste due domande, grazie. 1) L’Ecumenismo è scritturale oppure no? 2) La facoltà delle organizzazioni religiose di raccogliere soldi attraverso la dichiarazione dei redditi, vedi l’8 x 1000, è scritturale oppure no?
No, non sono scritturali né l’ecumenismo e neppure la facoltà di ricevere dallo Stato l’8 per mille.
L’ecumenismo non è scritturale perché il suo scopo è una falsa unità a livello mondiale fra tutti coloro che si dichiarano Cristiani (quindi sia Cattolici Romani, che Protestanti, che Ortodossi e altro) e perno di questa unità dovrebbe essere il Capo della Chiesa Cattolica Romana, ossia il papa, perché lui si ritiene il Capo visibile della Chiesa di Cristo sulla terra. Attorno a lui e sotto di lui dovrebbero riunirsi tutti i Cristiani. Definisco questa unità falsa perché essa non si fonda sulla verità ma su un miscuglio di verità e menzogne che vengono intrecciate abilmente (le cose vere sono per citarne alcune, la Trinità, la divinità di Cristo, la sua morte e la sua resurrezione e la sua seconda venuta, mentre le cose false sono per esempio la salvezza per opere, il primato del vescovo di Roma, il culto alle cosiddette immagini e statue sacre, la confessione al prete, il pedobattesimo, la dottrina della rigenerazione battesimale, la messa, l’imposizione del celibato, il purgatorio, e moltissime altre). Per cui essere a favore dell’ecumenismo significa dovere essere a favore di varie menzogne (o comunque dover tollerare varie menzogne) di cui il padre è il diavolo. In altre parole, se uno si vuole schierare a favore dell’ecumenismo deve schierarsi contro la Parola di Dio, e deve di conseguenza cambiare parecchi suoi atteggiamenti: da intollerante verso i seduttori deve diventare tollerante, deve diventare insomma come l’angelo della chiesa di Tiatiri che tollerava Jezabel che insegnava e seduceva i servitori di Gesù perché commettessero fornicazione e mangiassero cose sacrificate agli idoli (cfr. Apoc. 2:20), comportamento che ti ricordo fece indignare il Signore che riprese quell’angelo. Ti faccio un esempio pratico con me stesso: se io mi schierassi a favore dell’ecumenismo dovrei mettermi a chiamare fratelli persone che non sono ancora affatto salvate, ma ancora morte nei loro peccati e cercano di guadagnarsi la vita eterna e il perdono dei loro peccati tramite opere buone, mortificazioni ecc., il che equivale a chiamare fratelli coloro che ancora sono dei figli del diavolo, nemici della croce perché ritengono che la salvezza si possa ottenere con le opere buone. Questo naturalmente significherebbe che a costoro non dovrei più predicare il ravvedimento e la remissione dei peccati mediante la fede in Gesù, e questo perché essi anche se non sono sicuri della loro salvezza (i Cattolici Romani infatti non possiedono questa sicurezza) non vanno turbati con discorsi quali; ‘Se non siete sicuri di essere salvati e perdonati, vuol dire che ancora non siete nati di nuovo, ancora non siete dei figli di Dio’. No, essi devono essere lasciati in pace, per amore di unità!! Come si può fare una simile cosa se si ama la verità? Non si può. Ma ti faccio un altro esempio; se io mi schierassi a favore dell’ecumenismo dovrei anche mettermi a chiamare fratelli tanti che adorano degli idoli, tanti che adorano e pregano Maria, i santi in cielo e pure gli angeli (mi riferisco ai Cattolici Romani dediti all’idolatria e a varie superstizioni), e questo sarebbe sbagliato perché gli idolatri non sono dei figli di Dio ma dei nemici di Dio la cui fine è il fuoco eterno, la perdizione. E non solo dovrei mettermi a chiamarli fratelli ma anche a stare con loro, a frequentarli, a pregare con loro, a evangelizzare con loro, ecc. cose queste espressamente vietate dalla Scrittura che dice di non mischiarsi con alcuno che chiamandosi fratello sia un idolatra (cfr. 1 Cor. 5:11). E quel comportamento io dovrei tenerlo sempre per amore di unità!!! E poi che dire del fatto che dovrei smettere di chiamare il culto a Maria, ai santi e agli angeli, IDOLATRIA, e mettermi a chiamarlo invece una usanza? E che dire poi che non dovrei definire la dottrina del purgatorio UNA ERESIA perché secondo i teologi romani non fa per niente a pugni con la dottrina della salvezza per grazia mediante la fede in Gesù? E che dire poi del fatto che dovrei in una maniera o nell’altra riconoscere il primato del vescovo di Roma, il cosiddetto ministerio petrino perché viene detto che viene ministrato da colui che è il successore di Pietro? E che dire poi del fatto che dovrei tacere contro quell’abominazione papista chiamata messa che è considerata la ripetizione del sacrificio di Cristo e una offerta propiziatoria per i peccati dei vivi e dei morti (che sarebbero in purgatorio)? Non sono anche questi tutti comportamenti che dovrei tenere per amore dell’unità sbandierata dagli ecumenici? Come si può dunque chiamare vera unità un’unione che tende a fare chiudere gli occhi ai credenti e a far loro trasgredire la Parola di Dio? Non si può, si deve quindi chiamare questa unità falsa unità o meglio ancora confusione. Ho parlato molto contro l’ecumenismo nel mio libro confutatorio sulla Chiesa Cattolica Romana; io lo giudico una macchinazione di Satana, una trappola per i credenti, e questo perché so che cosa realmente si prefigge cioè il ritorno dei Protestanti nel grembo della Chiesa Cattolica Romana, il ritorno degli Evangelici alle eresie e alle superstizioni della Chiesa romana, in una sola parola lo sviamento dei Cristiani, di tutti coloro che hanno conosciuto la verità. E’ una trappola perché apparentemente sembra, e ripeto sembra, che si prefigga di procacciare l’unità dei Cristiani, ma nella realtà si prefigge di intrappolare i credenti in un sistema religioso perverso che ha alla sua testa un anticristo, sì un anticristo, e non si può chiamare in altra maniera un uomo che si proclama il vicario di Cristo in terra, che oltre a non vivere come Cristo, cosa questa che uno che ha gli occhi aperti può benissimo vedere, incita i Cristiani all’idolatria perché li invita a pregare e adorare Maria, a raccomandarsi a lei ecc. Un simile invito equivale a volere che essi si sviino e vadano in perdizione perché là vanno gli idolatri. Dunque, massima attenzione, e si continui a riprovare questa macchinazione di Satana che è l’ecumenismo papista.
Ricevere l’8 per mille dallo Stato non è scritturale perché equivale a ricevere dallo Stato un finanziamento (o un aiuto finanziario che dir si voglia) per portare avanti attività che si devono compiere solo con le offerte date direttamente ai conduttori. Inoltre perché sia il pagamento dei salari dei pastori, che il pagamento dell’affitto di locali di culto, che l’acquisto di materiale utile al culto o all’evangelizzazione, va fatto solo con denaro raccolto nell’ambito della Chiesa. Anche le offerte agli orfani, ai malati, alle vedove, ai poveri in generale, vanno fatte con denaro raccolto in ambito della fratellanza in maniera diretta. E’ vero che in alcuni casi l’8 per mille che si riceve dallo Stato serve solo a scopi sociali ed umanitari, come nel caso delle ADI (l’articolo 23, comma 1, dell’intesa Stato-ADI del 22 novembre 1988 dice infatti: ‘A decorrere dall’anno finanziario 1990 le ADI concorrono alla ripartizione della quota, pari all’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali, destinando le somme devolute a tale titolo dallo Stato ad interventi sociali ed umanitari anche a favore di Paesi del terzo mondo’), ma non importa proprio nulla, è lo stesso sbagliato. Ma d’altronde quando la Chiesa si allea con lo Stato, o si rifugia all’ombra dello Stato – lo so che chi riceve l’8 per mille detesta queste espressioni ma esse corrispondono perfettamente a verità – essa finisce con il ricevere dei privilegi da parte dello Stato, delle agevolazioni di svariato genere, tutte cose che la Chiesa non deve ricercare. Nel caso specifico, l’8 per mille costituisce un finanziamento indiretto dello Stato alla Chiesa, e si badi che questo lo riconoscono persino eminenti giuristi e politici che di leggi dello Stato se ne intendono. E proprio perché si tratta di un finanziamento che lo Stato fa verso certe organizzazioni religiose ci sono in Italia delle forze politiche che sono fortemente contrarie a questo finanziamento (vedi per esempio il Partito Radicale) le quali vorrebbero che l’8 per mille fosse abolito e che le varie Chiese che lo ricevono si autofinanziassero in tutto e per tutto direttamente solo con i soldi dei loro membri. Naturalmente questo finanziamento dello Stato (cioè l’8 per mille) non è facile da ottenere perché per ottenerlo bisogna avere molti requisiti e presentare agli organi competenti tutti i documenti necessari; ma una volta che lo Stato vede che hai le carte in regola te lo concede. Tutto ciò naturalmente per la gioia di quegli uomini corrotti e arroganti che si trovano a capo e non solo a capo in queste organizzazioni religiose, i quali vedono riempirsi le loro casse di ulteriori soldi, vedono la loro organizzazione religiosa raggiungere un elevato grado di notorietà, e possono fregiarsi di avere anche l’8 per mille assieme allo Stato e alla Chiesa Cattolica Romana!
A chi deve dunque dare un credente l’8 per mille? Allo Stato, sono soldi che appartengono allo Stato, si devono quindi dare ad esso: ‘Date a Cesare quello che è di Cesare’ (cfr. Luca 20:25). Esso poi provvederà ad usare il denaro per scopi umanitari quando si presenteranno le occasioni.
Fratelli, destinate il vostro 8 per mille allo Stato. Opponetevi strenuamente a questa intensa pubblicità fatta in seno alle chiese che ricevono l’8 per mille anche tramite radio e volantini periodicamente con l’avvicinarsi di certe date.
25. ….. hanno mandato in onda uno spezzone del programma di Benny Hinn dagli Stati Uniti. In questo programma, credo che siate già a conoscenza di questo fatto, secondo me avviene una cosa strana, e cioè in un clima di grande euforia, in uno stadio con migliaia di persone radunate, Benny Hinn fa salire sul palco tutti coloro che hanno ricevuto una guarigione in quella speciale giornata e toccandole o sfiorandole con le mani tutte cadono a terra, che si presuppone per la potenza dello Spirito Santo. Ma!? Io rimango perplesso. Mi sembra solo qualcosa di spettacolare. Non credo che lo Spirito Santo operi in questa maniera. Cosa ne pensate? ….
25. Caro Giacinto, pace. Ho voluto scriverti questo mio personale pensiero, con il semplice proposito di sapere cosa ne pensi e quale sia l’opinione tua e di tuo fratello Renato a riguardo della trasmissione cristiana “Chuck e Nora” (credo che la conosciate) che sabato scorso ho avuto modo di seguire per alcuni minuti sull’emittente locale Teletevere, anche se sono pienamente consapevole della vostra completa avversione verso la televisione. Come è avvenuto altre volte che ho avuto l’occasione di assistere ad alcuni momenti di questa trasmissione (che credo sia da tanti anni in onda), francamente non sono rimasto molto edificato per il fatto che si svolge in uno studio molto appariscente e che alcuni brani musicali proposti sono presentati da cantanti che si muovono (quasi danzano) e con una coreografia molto mondana. Inoltre, come altre volte mi è capitato di vedere, hanno mandato in onda uno spezzone del programma di Benny Hinn dagli Stati Uniti. In questo programma, credo che siate già a conoscenza di questo fatto, secondo me avviene una cosa strana, e cioè in un clima di grande euforia, in uno stadio con migliaia di persone radunate, Benny Hinn fa salire sul palco tutti coloro che hanno ricevuto una guarigione in quella speciale giornata e toccandole o sfiorandole con le mani tutte cadono a terra, che si presuppone per la potenza dello Spirito Santo. Ma!? Io rimango perplesso. Mi sembra solo qualcosa di spettacolare. Non credo che lo Spirito Santo operi in questa maniera. Cosa ne pensate? Visto che trasmettono da Marnate, provincia di Varese, se non ricordo male, che è vicino alla vostra città di provenienza, che mi sapete dire sul loro conto? Appartengono a qualche denominazione di fede pentecostale? A mio parere, come avviene da quello che ne so nelle comunità ADI, bisognerebbe mettere in guardia tutti i credenti che guardano la TV da queste trasmissioni che possono portare confusione o addirittura scandalizzare qualche giovane credente. Per esempio ti dico che un giovane credente tempo fa, parlando con un suo amico di scuola, non ha saputo rispondere alla domanda: ma voi Evangelici non dite che non bisogna farsi immagini? Purtroppo aveva visto la trasmissione e la sua attenzione era caduta su alcune immagini che vengono utilizzate come coreografia nella trasmissione. Credo che c’è qualche messaggio genuino in quello che dicono, ma in tanta sfarzosità contornata da un pizzico di mondanità (e mi risulta anche che richiedano spesso dei contributi in denaro allo scopo di avere una televisione cristiana che trasmetta 24 ore su 24 solo programmazione cristiana come già avviene negli Stati Uniti), l’opera dello Spirito Santo è limitata, non può operare liberamente, se non addirittura in alcuni casi ostacolarne l’efficacia.
Risposta
Ascolta, fratello, conosco questa trasmissione tenuta da Chuck e Nora, perché mi capitò di seguirla diverse volte quando ancora vedevo la televisione perché come sai è arrivato il giorno che ho smesso di guardarla per i motivi che anche tu sai molto bene.
A quel tempo però i due non erano ancora a capo della TBN in Italia. Comunque a me non piaceva la loro trasmissione già a quel tempo (che non so però nei particolari quanto sia diversa adesso) perché cercava già di assomigliare a certi programmi americani che non mi piace come venivano condotti; uno per tutti PRAISE THE LORD condotto da Paul Crouch e da sua moglie Jan che da come si veste e si adorna pare un’attrice hollywoodiana più che una Cristiana. Ma d’altronde mi pare che Chuck e Nora vengano dall’America per cui non mi meraviglia di questa loro conduzione all’americana, chiamiamola così. Sì, lo so della presenza di alcune immagini di Gesù in questi programmi; ricordo infatti che c’era un grosso quadro che rappresentava Gesù negli studi americani dove si teneva il programma PRAISE THE LORD di Paul Crouch, ma non so se negli studi dove Chuck e Nora fanno il loro programma ci siano quadri simili o di che tipo siano le immagini presenti. Certo, nel caso ci fosse un’immagine di Gesù anche negli studi qui in Italia, la cosa sarebbe da biasimare.
Per ciò che riguarda la mondanità tu sai che la condanno perché è dal diavolo e non da Dio: la sfarzosità poi non si addice ai santi perché noi dobbiamo essere conosciuti per la nostra modestia e semplicità. Comunque io sono persuaso che Dio si può usare per salvare delle anime anche di predicatori del Vangelo che vivono nella mondanità e nella sfarzosità.
Per ciò che concerne Benny Hinn si tratta di un seduttore di menti che insegna cose strane, di un predicatore che butta giù le persone e fa credere che lo Spirito Santo sia l’autore della loro caduta. Io esorto i credenti a guardarsi da questo uomo.
Per ciò che concerne la denominazione pentecostale a cui appartengono Chuck e Nora ho saputo da un fratello che li ha conosciuti anni addietro quanto segue: ‘Chuck e Nora vengono da chiese libere e non sono appartenuti ad alcuna denominazione per quanto mi ricordo. In Italia, hanno continuato con le chiese libere, ….. Non avevano una chiesa fissa, ma giravano continuamente……’
Un’ultima cosa, la TBN in Italia, permette ad un certo Maurizio Bua che è apertamente antitrinitario di tenere un proprio programma televisivo; questa è una cosa grave perché Chuck e Nora così facendo dimostrano di non conoscere od amare la Parola di Dio.
Quindi in questa televisione di confusione ne regna parecchia. Sì, è vero che nelle ADI mettono in guardia da questo tipo di trasmissioni e fanno bene, nulla da ridire. Ma credo che le ADI dovrebbero mettere in guardia in primo luogo dalla televisione dicendo ai credenti di buttarla via come facciamo noi, ma questo non lo fanno come invece lo facevano molti e molti anni fa. E non solo, se qualche credente viene sentito parlare in termini come ‘alla televisione è meglio rinunciarvi perché è uno strumento tramite cui è impossibile non contaminarsi, ruba tempo prezioso e getta discordie a non finire in casa dei santi’ subito gli danno addosso, dandogli del fanatico, del religioso, dell’esagerato, del bigotto, ecc. ecc. Ma sai qui, il discorso potrebbe allungarsi di molto; per esempio ti faccio un altro esempio. Nelle ADI viene confutata la messa cattolica romana, ossia viene dimostrato che la messa non è la cena del Signore istituita da Cristo ma un rito pagano camuffato da Cena del Signore. Ma paradosso dei paradossi, nelle ADI se un credente ha dei genitori cattolici romani che muoiono egli viene autorizzato (o meglio gli viene permesso) di andare alla messa funebre in onore dei suoi genitori defunti! Sembra incredibile, ma è così! A quei credenti che vanno alla messa per i loro genitori non viene detto nulla; non gli viene fatta nessuna riprensione!! E’ una vergogna tutto ciò! E’ uno scandalo!! Basta considerare che la messa non solo pretende di essere la ripetizione del sacrificio di Cristo ma anche un sacrificio propiziatorio a pro dei vivi e dei morti, per rabbrividire al solo pensiero che un credente possa tranquillamente andare ad una messa senza che il pastore, pur sapendo la cosa, dica una parola ma dia il suo silenzioso assenso. Ripeto, fratello, questo è uno scandalo. Forse sono uscito un po’ fuori dalla risposta, ma ho voluto cogliere l’occasione per farti notare quali gravi contraddizioni comportamentali si trovano in alcuni credenti, nel caso specifico delle ADI, ma lo stesso ed identico discorso vale anche per i credenti di tante comunità pentecostali che non sono delle ADI.
26. Può la donna evangelizzare o avere un programma in una radio/evangelica dove viene diffusa la parola del Signore? Il presentarsi davanti alla Chiesa per dare una testimonianza o leggere una parola della Bibbia é considerato pregare?
La donna può evangelizzare, se per evangelizzare si intende raccontare la propria conversione (o anche una guarigione sperimentata), sì ella può testimoniare agli altri quello che il Signore ha fatto per lei, anzi lo deve fare perché ciascuno di noi, a prescindere che sia un uomo o una donna, ha il dovere di raccontare quella che è stata l’opera di Dio in lui o in lei. Per esempio, quando la donna dal flusso di sangue fu guarita dal suo flagello dopo avere toccato il lembo della veste di Gesù è scritto: “E la donna, vedendo che non era rimasta inosservata, venne tutta tremante, e gittatasi a’ suoi piedi, dichiarò, in presenza di tutto il popolo, per qual motivo l’avea toccato e com’era stata guarita in un istante” (Luca 8:47). Come puoi vedere Gesù non vietò a quella donna di raccontare pubblicamente l’opera di Dio avvenuta in lei. Se però per evangelizzare, nel caso della donna, si intende andare per le strade o per le piazze a predicare il Vangelo, allora ti dico che questo io non lo permetto, non lo ritengo una mansione per donne. Gesù scelse dodici uomini che mandò ad evangelizzare, e nessuna delle donne che lo seguivano e lo servivano. Le donne rimasero a servirlo con i loro beni (cfr. Luca 8:1-3). E non sono neppure d’accordo con l’affidare alla radio un programma di evangelizzazione ad una donna perché anche in questo caso non la ritengo una cosa conveniente. Qui a Roma per esempio, a RadioEvangelo che è una radio delle Assemblee di Dio in Italia, ci sono alcuni programmi in cui pure delle donne leggono dei messaggi per gli increduli o degli insegnamenti biblici, e la cosa non la ritengo decorosa, sarebbe molto meglio che ci fossero degli uomini al loro posto.
Testimoniare dinnanzi alla Chiesa o leggere delle parole dalla Bibbia non equivale a pregare, potrebbe però succedere che durante la testimonianza la donna lodi Dio o lo ringrazi e qui allora le cose cambiano perché comincia a rivolgersi a Dio, come anche può succedere che la donna legga dalla Bibbia delle parole rivolte a Dio, cioè una preghiera o una lode a Dio, e allora anche qui le cose cambiano; in questi due casi quindi, sia il testimoniare che il leggere dalla Bibbia includerebbero anche un ringraziamento o delle preghiere rivolte a Dio.
In merito però al leggere parti della Bibbia pubblicamente da parte di una donna, ti dico che non condivido la cosa perché la donna solitamente prende la Bibbia per mettersi ad insegnare e questo le è espressamente vietato dalla Scrittura (cfr. 1 Tim. 2:11-12). Ho assistito personalmente a queste cose in comunità pentecostali dove alla donna viene permesso di predicare e insegnare, e ti posso assicurare che si tratta di qualcosa di indecoroso. Ma quand’anche la donna non prendesse la Bibbia per leggere, commentare e insegnare, ma solo per leggere, io ritengo che la lettura pubblica della Parola di Dio debba essere fatta solo dagli uomini.
27. ….. ma nei Doni Ministeriali non sono forse tutti uguali? non era forse meglio se si fosse restati con le comunità curate solo dal collegio degli Anziani evitando forme di papismo che purtroppo si verificano sempre più frequentemente? E’ vero che il Signore cita L’Angelo della chiesa e parla del suo ministerio però la domanda è anche questa: secondo te il Signore ha parlato così perché vi era già un Pastore che governava la chiesa o perché Egli sapeva già in anticipo che si sarebbe messo in mezzo questa figura Principale nella Comunità? e poi gli Anziani non sono da Paolo chiamati anche loro Vescovi? …..
27. Caro Fratello Giacinto, pace nel Signore. Scusami se Ti ho scritto, ma ho bisogno di un informazione riguardo al Dono di Pastore. Come Tu hai giustamente detto, è classificato nei Doni di Ministerio (Ef. 4:11), ma Tu hai altresì detto che la (se ho capito bene) Primitiva Chiesa era pasturata da “anziani” e che non v’era un uomo chiamato Pastore che da solo Pasturasse il Gregge di DIO, però Hai detto anche che le 7 stelle sono gli angeli delle sette chiese, e che sono i Pastori; ma nei Doni Ministeriali non sono forse tutti uguali? Non era forse meglio se si fosse restati con le comunità curate solo dal collegio degli Anziani evitando forme di papismo che purtroppo si verificano sempre più frequentemente? E’ vero che il Signore cita l’Angelo della chiesa e parla del suo ministerio però la domanda è anche questa: secondo te il Signore ha parlato così perché vi era già un Pastore che governava la Chiesa o perché Egli sapeva già in anticipo che si sarebbe messo in mezzo questa figura Principale nella Comunità? E poi, gli Anziani non sono da Paolo chiamati anche loro Vescovi? (Atti 20:28) e Paolo non dice egli a loro che devono “Pascere la Chiesa di Dio? Allora cosa abbiamo, un pastore (cioè un Anziano Vescovo) che è maggiore degli altri Anziani o Vescovi chiamati a loro volta Pastori? Non sembra anche a Te che ci siamo allontanati dal modello di Conduzione Biblica della Chiesa?
Risposta
Fratello, ribadisco che in base a quanto è scritto negli Atti degli apostoli le Chiese erano governate da un collegio di anziani e non si può dire che a capo di ogni comunità ci fosse un pastore coordinato da un collegio di anziani. Io mi attengo a quanto è scritto e a quanto si evince da una lettura globale del libro degli Atti. Ma ribadisco pure che da quello che è scritto nell’Apocalisse a capo di ognuna delle sette chiese c’era un pastore che è chiamato “l’angelo della Chiesa”. La posizione ministeriale di questo ‘angelo’ si evince anche da alcune cose che vengono dette specificatamente all’angelo. Per esempio all’angelo della Chiesa d’Efeso il Signore dice che lui aveva messo alla prova quelli che si chiamavano apostoli e non lo erano e li aveva trovati mendaci (cfr. Apoc. 2:2), a quello di Pergamo rimproverò di avere nella comunità di quelli che professavano la dottrina di Balaam e anche quella dei Nicolaiti (Apoc. 2:14-15), e a quello di Tiatiri che egli tollerava Jezabel che insegnava cose false e seduceva i servi del Signore (Apoc. 2:20); a quello di Sardi, il Signore ordinò di essere vigilante e di raffermare il resto che stava per morire (cfr. Apoc. 3:2), e di ricordarsi di quanto aveva ricevuto (cfr. Apoc. 3:3), poi gli dice di avere alcuni pochi in Sardi che non avevano contaminato le loro vesti (cfr. Apoc. 3:4).
Queste sono espressioni che come puoi vedere erano rivolte a qualche credente autorevole che aveva la responsabilità di vegliare e di pascere la Chiesa e dato che questa responsabilità ce l’ha il pastore si deduce che quelle comunità avevano un pastore a condurle, questo naturalmente non significa che il pastore non avesse degli anziani o dei diaconi ad assisterlo.
Guarda, le forme di papismo a livello di Chiesa locale si possono verificare sia se la Chiesa ha un pastore e un collegio degli anziani, e sia se la Chiesa ha solo un collegio di anziani (come nel caso di certe Chiese Evangeliche).
Il papismo infatti si verifica ogni qual volta qualcuno che pasce il gregge di Dio invece che pascere vuole signoreggiare il gregge del Signore. Quindi il fatto che una Chiesa ha un pastore, non equivale a dire che quel pastore è un ‘papa’ o un ‘dittatore’, perché quel pastore se è un uomo mansueto come Mosè non signoreggerà affatto il popolo di Dio. Ho detto come Mosè perché quest’uomo fu costituito da Dio “il pastore del suo gregge” (Is. 63:11) cioè del popolo d’Israele, ma non per questo Mosè fu un dittatore. Rimase mansueto senza inorgoglirsi e riuscì a pascere il gregge di Dio nel deserto. Perché mai un credente non potrebbe pascere un gregge se costituito pastore sopra di esso da Dio come nel caso di Mosè? Certo a Mosè furono associati degli anziani, ma il pastore rimase lui.
Dunque, quando fu scritta l’Apocalisse le sette chiese dell’Asia erano già condotte ciascuna da un pastore.
Per quanto riguarda il nome da dare a questo credente io lo chiamo pastore e vescovo; un po’ come nel caso di Gesù che è chiamato “il Pastore e Vescovo delle anime nostre” (1 Piet. 2:25); Pastore perché pasce; Vescovo perché sorveglia infatti il termine greco per vescovo cioè episcopos significa ‘sorvegliante’. Gli anziani invece solo vescovi, anche se comunque devono anch’essi pascere il gregge di Dio (1 Piet. 5:2 e Atti 20:28).
No, non mi pare che ci siamo allontanati dal modello di conduzione biblica della Chiesa. Ripeto se Dio dona il ministerio di pastore ad un credente e questo adempie il ministerio datogli dal Signore con ogni umiltà non ci saranno rischi che egli diventi un ‘papa’, come anche credo che se ogni anziano eletto dalla Chiesa adempie il suo ufficio ubbidendo al Signore in quella comunità dove ci sono solo anziani non ci saranno casi di ‘papismo’.
E poi non dimenticarti che non perché un credente sia stato costituito pastore sopra una comunità questo significa che egli possa insegnare o fare quello che vuole; egli deve infatti rimanere pur sempre sottomesso alla Parola di Dio. E se dovesse sviarsi insegnando cose perverse o compiendo scandali, il Signore per certo lo castigherà e lo rimuoverà se non si ravvede. In alcuni casi la rimozione consiste nel farlo morire; ci sono stati dei casi in cui dei pastori dopo essersi sviati, non avendo accettato la correzione del Signore, sono stati da lui messi a morte. Quindi, occorre stare tranquilli, sapendo che il Signore vigila pure sui pastori e non solo sulle pecore affidategli. Riconosco che nella sua posizione egli sarà tentato di signoreggiare il popolo di Dio; ma comunque sia alla fine se dovesse mettersi a signoreggiare i credenti il Signore penserà lui a come punirlo per il suo orgoglio.
28. I falsi dottori di cui parla l’apostolo Pietro nella sua seconda epistola sono delle persone che un giorno avevano conosciuto il Signore, o delle persone che non hanno mai conosciuto il Signore?
Sono delle persone che in passato avevano conosciuto pure loro la verità che è in Cristo Gesù ma poi l’hanno abbandonata per volgersi ad eresie di perdizione. Questo lo si apprende da queste espressioni dell’apostolo che riguardano i falsi dottori: “Lasciata la diritta strada, si sono smarriti, seguendo la via di Balaam, figliuolo di Beor, che amò il salario d’iniquità” (2 Piet. 2:15) e: “Poiché, se dopo esser fuggiti dalle contaminazioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lascian di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima. Perché meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuta la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento ch’era loro stato dato. È avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: Il cane è tornato al suo vomito, e: La troia lavata è tornata a voltolarsi nel fango” (2 Piet. 2:20-22).
Dunque questi falsi dottori erano sulla strada giusta un giorno, ma poi l’hanno lasciata per prendere la via di Balaam che come sappiamo all’inizio quando gli fu chiesto da Balak di maledire Israele, lo benedisse perché Dio gli ordinò di benedirlo, ma in seguito si mise ad insegnare a Balak a porre un intoppo davanti ai figli d’Israele inducendoli a mangiare delle cose sacrificate agli idoli e a fornicare (cfr. Apoc. 2:14), per la qual cosa poi Balaam fu ucciso dagli Israeliti.
Questi falsi dottori un giorno fuggirono dalle contaminazioni del mondo mediante la conoscenza di Gesù Cristo, per cui furono affrancati dal peccato e riscossi dalla potestà delle tenebre mediante la fede nel Signore Gesù; ma in seguito si sono lasciati avvolgere e vincere da quegli stessi peccati diventandone di nuovo schiavi.
Questi falsi dottori un giorno conobbero “la via della giustizia”, quella stessa via per la quale venne Giovanni Battista (cfr. Matt. 21:32) che poi è la via santa nella quale camminano i redenti del Signore, ma in seguito hanno voltato le spalle al santo comandamento che avevano ricevuto e che è questo “Che crediamo nel nome del suo Figliuolo Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri, com’Egli ce ne ha dato il comandamento” (1 Giov. 3:23).
Questi falsi dottori un giorno erano stati salvati dal Signore, ma poi hanno rinnegato il Signore che li aveva riscattati (cfr. 2 Piet. 2:1), attirandosi per questo l’ira di Dio perché chi rinnega il Signore sarà da Lui rinnegato, secondo che è scritto: “Se lo rinnegheremo, anch’egli ci rinnegherà” (2 Tim. 2:13) ed anche: “Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli” (Matt. 10:33).
29. Ma alla donna è vietato anche pregare in assemblea, dato che è scritto che le donne si devono tacere nelle assemblee (cfr. 1 Cor. 14:34)?
No, alla donna è permesso sia di pregare che di profetizzare quando la Chiesa è radunata tanto è vero che Paolo dice che “ogni donna che prega o profetizza senz’avere il capo coperto da un velo, fa disonore al suo capo” (1 Cor. 11:5). Paolo non avrebbe detto una simile cosa se la donna non avesse potuto né pregare e neppure profetizzare.
Le cose che alla donna non è permesso fare quando la chiesa è radunata sono insegnare, mettersi a chiacchierare con donne o uomini e fare domande. Queste sono infatti cose indecorose per una donna in assemblea.
30. Qual è la maniera scritturale per raccogliere denaro dai credenti per l’opera di Dio?
Ci sono due maniere scritturali per raccogliere le offerte dai credenti per l’opera di Dio.
La prima è quella di porre una cassa o una scatola all’interno del locale di culto (vicino alla porta per esempio) dove i credenti metteranno le loro offerte volontarie. Questa è la maniera di raccogliere denaro che fu usata ai giorni di Joas, re di Giuda, quando questo re decise di restaurare la casa dell’Eterno che prima che lui diventasse re era stata saccheggiata e profanata. Ecco quello che si legge: “Il re dunque comandò che si facesse una cassa e che la si mettesse fuori, alla porta della casa dell’Eterno. Poi fu intimato in Giuda e in Gerusalemme che si portasse all’Eterno la tassa che Mosè, servo di Dio, aveva imposta ad Israele nel deserto. E tutti i capi e tutto il popolo se ne rallegrarono e portarono il danaro e lo gettarono nella cassa finché tutti ebbero pagato. Or quand’era il momento che i Leviti doveano portar la cassa agl’ispettori reali, perché vedevano che v’era molto danaro, il segretario del re e il commissario del sommo sacerdote venivano a vuotare la cassa; la prendevano, poi la riportavano al suo posto; facevan così ogni giorno, e raccolsero danaro in abbondanza. E il re e Jehoiada lo davano a quelli incaricati d’eseguire i lavori della casa dell’Eterno; e questi pagavano degli scalpellini e de’ legnaiuoli per restaurare la casa dell’Eterno, e anche de’ lavoratori di ferro e di rame per restaurare la casa dell’Eterno. Così gl’incaricati dei lavori si misero all’opera, e per le loro mani furon compiute le riparazioni; essi rimisero la casa di Dio in buono stato, e la consolidarono. E, quand’ebbero finito, portarono davanti al re e davanti a Jehoiada il rimanente del danaro, col quale si fecero degli utensili per la casa dell’Eterno: degli utensili per il servizio e per gli olocausti, delle coppe, e altri utensili d’oro e d’argento. E durante tutta la vita di Jehoiada, si offrirono del continuo olocausti nella casa dell’Eterno” (2 Cron. 24:8-14). Nel tempio di Gerusalemme ai giorni di Gesù era in questa maniera che si raccoglievano le offerte dei Giudei infatti Marco dice che un giorno Gesù “postosi a sedere dirimpetto alla cassa delle offerte, stava guardando come la gente gettava danaro nella cassa; e molti ricchi ne gettavano assai” (Mar. 12:41).
Un’altra maniera è quella di fare mettere da parte ai credenti a casa ogni primo giorno della settimana quello che il loro cuore spinge di offrire, e poi dei fratelli preposti passano a raccogliere il denaro. Questa fu la maniera che usò Paolo quando si trattò di raccogliere una colletta per i poveri fra i santi di Gerusalemme. Ecco quello che l’apostolo dice ai Corinzi: “Or quanto alla colletta per i santi, come ho ordinato alle chiese di Galazia, così fate anche voi. Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci sian più collette da fare” (1 Cor. 16:1-2).
31. In tutto questo tempo la donna ha cercato di raggiungere la parità dei sessi dimostrando di avere un cervello pensante tale e quale a quello maschile, mentre se dovessimo dar seguito alle interpretazioni bibliche la donna dovrebbe essere sottomessa all’uomo e stare in silenzio. Non crede che le Sacre Scritture andrebbero seguite e interpretate in base alla società odierna? L’uomo ha la ragione che lo contraddistingue dalle bestie e, secondo me dovrebbe essere usata per ragionare e discernere quello che è giusto da quello che è sbagliato. Che la donna non è una peccatrice maggiore dell’uomo si vede lontano un miglio. Che ne dice?
No, non credo che le Scritture dovrebbero essere seguite e interpretate in base alla società moderna, perchè esse, quantunque siano state scritte molti secoli addietro, sono verità, e la verità dimora in eterno. La verità non cambia con il passare del tempo, se Gesù era la sola via che mena al Padre ai giorni di Tiberio Cesare, lo è anche oggi. Se il diavolo era bugiardo ai giorni di Gesù, lo è pure oggi, quantunque i tempi sono moderni. E qualsiasi comportamento sconveniente da parte dell’uomo, che era considerato tale ai giorni degli apostoli, non ha cessato di essere tale dopo tutti questi secoli che sono passati dai giorni degli apostoli. Come per esempio erano sconvenienti ai giorni degli apostoli, le buffonerie, le facezie scurrili, le fornicazioni, ed altre cose, tutte cose che non si addicono ai santi, così lo sono ancora oggi, nella stessa misura, per cui occorre astenerci da queste cose. Riguardo alla donna, saranno pure cambiate certe cose, nel senso che adesso i governi degli Stati occidentali le riconoscono certi diritti che anticamente non aveva; potrà pure essere detto da taluni che la donna ha raggiunto la parità (cosa che comunque non corrisponde al vero perché persino nella nostra società moderna la parità tra uomo e donna non è affatto una cosa che si è raggiunta perchè praticamente in molti casi la donna non è considerata alla pari dell’uomo come non lo era nell’antichità), ma la volontà di Dio non è cambiata nei suoi confronti per cui ella deve tuttora astenersi da quei comportamenti che secondo la Scrittura sono per lei indecorosi e sconvenienti.
Ma veniamo a quello che ordina la Parola di Dio alla donna; essa le ordina di essere sottomessa a suo marito, e non le permette di insegnare la dottrina di Dio. Ora, questi ordini risalgono a molto tempo fa, è vero, ma perché mai non dovrebbero essere osservati dalla donna, e fatti osservare alla donna, ancora oggi? Annullano la sua dignità forse? Non mi pare. Sono per il suo male e non per il suo bene? Non mi pare neppure questo. Portano disordine nella famiglia e nella Chiesa dell’Iddio vivente? Non mi pare proprio, anzi credo fermamente che l’osservanza di questi ordini contribuiscano a mantenere l’ordine e l’armonia sia nella famiglia che nella Chiesa. Mentre la loro non osservanza non fa altro che danneggiare sia la famiglia che la Chiesa. I fatti parlano chiaro, molto chiaro. E da questo si evince come questi ordini hanno ragione ad essere osservati ancora oggi. I buoni frutti che porta la loro osservanza sono una conferma che quegli ordini hanno valore ancora oggi, sono buoni e utili ancora oggi, dopo tanti secoli. Non possiamo adeguare le Scritture ai tempi, è un grave sbaglio farlo, così facendo si finisce con l’annullare la Parola di Dio e attirarsi l’ira di Dio. E chi teme Dio questo non lo vuole fare. Ma purtroppo molti si fanno beffe della Parola di Dio, e se la sono gettata alle loro spalle, difatti hanno sconvolto ciò che Dio aveva fatto diritto. E così vediamo che oggi molti vogliono che il matrimonio tra omosessuali sia riconosciuto alla pari del matrimonio tra uomo e donna, che l’adozione di bambini sia permessa anche alle coppie omosessuali oltre che a quelle eterosessuali. Perché questo? Perché le Scritture vanno adeguate alla società moderna!! Ma ti rendi conto di quello a cui porta il voler interpretare le Scritture seguendo il pensiero della moderna società? Esso porta a riconoscere come lecito il peccato che Dio odia e detesta. Ho citato questo esempio, ma ne potrei citare molti altri. E tra questi potrei mettere pure il fatto che oggi molti sbandierano che la donna non deve essere sottomessa al suo marito come dice la Scrittura perché dopo tante lotte ha raggiunto l’emancipazione. ‘E’ ora di finirla con questo fatto della sottomissione all’uomo!’, dicono costoro. ‘Si tratta di qualcosa che era retaggio delle popolazioni antiche!’, proseguono costoro. Ma quali sono le conseguenze di questo modo di pensare? Che molte donne ingiuriano i loro mariti, non gli portano nessun rispetto, li tradiscono, si rifiutano di avere dei figli e di allevarli, si rifiutano di essere date ai lavori domestici come dovrebbero, per cui la casa è sempre in disordine, il marito torna a casa e deve cucinarsi il cibo, deve lavarsi lui la camicia, deve fare tutto o quasi tutto lui. I litigi sono all’ordine del giorno, e potrei proseguire parlandoti delle separazioni e dei divorzi che molte donne chiedono dopo essersi sposate perché vogliono essere libere. E chi soffre da tutto ciò? Soprattutto i bambini. Hai mai visto un bambino piangere perché sua mamma non vuole più essere sottomessa a suo marito e lascia la casa per fare la vita che vuole? Eccoli i frutti di questa emancipazione femminile! Ecco i frutti che sono scaturiti dall’aver cercato di interpretare le Scritture in base al pensiero moderno!!
Quindi, ti esorto a non lasciarti sedurre da vani ragionamenti, l’ordine per la donna di stare sottomessa al proprio marito, il divieto per una donna di usare autorità sul marito, il divieto per una donna di insegnare, sono tutte cose buone e utili ancora oggi. Potranno pure sembrare delle cose sorpassate, antiquate, fuori di moda, ma rimane il fatto che sono buone e utili. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti perché chi ha prescritto queste cose è Iddio, cioè Colui che ha creato tutte le cose e la cui benignità riempie la terra. Pensi tu che l’Iddio che ha fatto l’uomo e la donna, che ha cercato sin dalla loro creazione il loro bene, pensi tu che avrebbe mai ordinato di fare alla donna qualcosa di non buono e di non utile? L’Iddio che ha tanto amato il mondo da dare il suo Unigenito Figliuolo affinchè chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna, pensi tu che avrebbe mai prescritto alla donna di fare qualcosa di inutile? No, affatto. Semmai è il dio di questo secolo, cioè il diavolo, che cerca di far fare alla donna delle cose cattive e dannose, sia per lei che per gli altri. Che fece infatti il serpente antico con la prima donna? Non le mentì forse per cercare di farle fare qualcosa di sbagliato per danneggiare sia lei che suo marito Adamo? Certo, che è così e difatti i guai dell’umanità iniziarono quando Eva credette al serpente antico. Ancora oggi è la stessa cosa, sia nella società che nella famiglia e nella Chiesa, i problemi spesso iniziano quando le donne vogliono dare retta al diavolo anziché a Dio. Ubbidisci dunque a Dio, e vedrai che ne avrai del bene. Stai sottomessa a tuo marito, rispettalo, amalo, aiutalo, e non ti mettere ad insegnare la dottrina ma rimani in silenzio ad imparare. Ed oltre a ciò, vestiti con verecondia e modestia, astenendoti da vesti attillate, provocanti, sfarzose e da gioielli di ogni genere. Sarai lodata per tutto questo, non sprezzata, perché mostrerai con la tua condotta di temere Dio.
Butindaro Giacinto, Domande e Risposte (Volume 1). Roma 2006. Pagine 471. Vedi l’indice del libro