I Testimoni di Geova – Indice > La venuta del Signore, Armaghedon, il Millennio e la prova finale, la sorte dei malvagi alla risurrezione, i nuovi cieli e la nuova terra > Conclusione
Alla fine di questo capitolo ritengo opportuno riassumere per sommi capi qual è l’insegnamento della Scrittura a riguardo degli avvenimenti trattati in esso; faccio questo per facilitarne la sua comprensione dato che nel confutare le strane dottrine escatologiche della Torre di Guardia ho toccato diversi argomenti e qualcuno potrebbe non riuscire a collegarli tra di loro.
Quando Gesù tornerà dal cielo con gloria e con potenza, suonerà la tromba di Dio, ed i morti in Cristo risorgeranno i primi, poi noi viventi che saremo rimasti fino a quel giorno saremo trasformati in un batter d’occhio, cioè otterremo un corpo immortale, glorioso e incorruttibile (lo stesso che otterranno i risorti), senza vedere così la morte fisica, e con questo nuovo corpo saremo rapiti sulle nuvole del cielo assieme ai morti in Cristo risorti. Sulla terra intanto la bestia e i re della terra si saranno radunati per muovere guerra all’Agnello e a coloro che saranno con Lui. Il Signore allora li distruggerà; essi non potranno vincere. Inizierà così il regno millenario, un regno di pace e di giustizia, durante il quale Cristo regnerà sulla terra con tutti coloro che hanno partecipato alla prima risurrezione (che è la risurrezione di vita), i quali sono sacerdoti e re. Durante questo periodo di tempo (mille anni) Satana sarà legato, per cui egli non potrà sedurre le nazioni. Alla fine di questo periodo di mille anni, avverrà che Satana sarà sciolto e sedurrà le nazioni, le quali assaliranno i santi ma dal cielo il Signore farà scendere il fuoco che le divorerà. Quanto a Satana, egli sarà gettato nello stagno ardente di fuoco e di zolfo dove lo hanno preceduto (questo all’inizio del millennio) la bestia e il falso profeta che vi erano stati gettati vivi. Dopo la punizione del diavolo, ci sarà la risurrezione degli empi, cioè la risurrezione di giudicio nella quale tutti gli uomini compariranno davanti al trono di Dio per essere giudicati secondo le loro opere e condannati ad una eterna infamia e punizione nel fuoco eterno, o morte seconda. I santi invece regneranno per l’eternità nei nuovi cieli e nella nuova terra che Dio creerà dopo avere distrutto questi cieli e questa terra alla fine del millennio. E qui è bene dire queste cose. Secondo quello che vide Giovanni sull’isola di Patmos, quando Dio creerà i nuovi cieli e la nuova terra scenderà dal cielo la Nuova Gerusalemme, ossia la città che ha i veri fondamenti il cui architetto e costruttore è Dio. Questa gloriosa città che scenderà d’appresso a Dio con la gloria di Dio si poserà sulla nuova terra, in cui non ci sarà più mare, ed in essa abiteranno per l’eternità coloro i cui nomi sono scritti nel libro della vita dell’Agnello. E siccome “in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello”,[1] è implicito che in questa città abiteranno pure i 144.000 di cui viene detto “che seguono l’Agnello dovunque vada”.[2] Quindi nella santa città che dimorerà per sempre sulla nuova terra, abiteranno tutti coloro che quando morirono andarono ad abitare in cielo con il Signore, in attesa della loro risurrezione. Quindi è bene sempre tenere presente che a coloro che muoiono in Cristo li aspetta da subito il cielo, in attesa di regnare nei secoli dei secoli sulla nuova terra, dopo che si saranno compiuti la risurrezione, il millennio e il giudizio di tutti gli uomini. “Beati i mansueti, perché essi erederanno la terra”,[3] la nuova naturalmente.
Sapendo dunque fratelli che ci aspetta la gloria eterna, vi esorto a ritenere ferma sino alla fine la speranza che Dio vi ha dato nella sua grande misericordia. Tenetela stretta; non vi lasciate trarre in inganno dalle passioni ingannatrici del vecchio uomo che vi porterebbero a rinunciare a questa speranza per andare dietro alla vanità, ai piaceri di questo mondo che nulla giovano a coloro che gli vanno dietro e che alla fine li remunerano sulla terra con guai e dolori di ogni genere e dopo la morte con il pianto e lo stridor dei denti, prima nell’Ades e poi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Ah, quanti un giorno avevano creduto, si erano rallegrati per avere conosciuto la verità e la speranza della gloria eterna, avevano per un certo tempo dato ascolto alla voce del Pastore e Vescovo delle anime nostre, ma poi hanno abbandonato la retta via perché hanno preferito la gloria degli uomini anziché quella che viene da Dio, i piaceri del peccato anziché il premio celeste. E dove sono ora? Coloro che sono vivi fisicamente sono pieni di guai, di dolori, che non sono altro che la condegna mercede del loro traviamento; mentre coloro che sono morti sono all’inferno, in mezzo al fuoco ad urlare, a piangere, a stridere i loro denti, aspettando solo quel giorno in cui Dio li giudicherà secondo le loro opere condannandoli allo stagno ardente di fuoco e di zolfo.