I Testimoni di Geova – Indice > La chiesa, i sacramenti, i 144.000 > I 144.000
Nel corso dell’esposizione delle dottrine dei Testimoni di Geova che ho compiuto sin ad ora è emerso diverse volte che i 144.000 sono una classe di credenti a se stante per i Testimoni di Geova. Vediamo ora di parlare di quello che essi dicono a riguardo del destino di questi 144.000 dopo la loro morte e di come fa un Testimone di Geova a dire di farne parte.
I Testimoni di Geova affermano che in cielo andranno solo i centoquarantaquattromila che sono menzionati nel libro dell’Apocalisse, mentre tutti gli altri credenti regneranno sulla terra. ‘QUANTI VANNO IN CIELO? (….) Anni dopo il suo ritorno in cielo, in una visione Gesù fece conoscere il numero esatto all’apostolo Giovanni, che scrisse: ‘Vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila…che sono stati comprati dalla terra (…..) Comunque, ‘il piccolo gregge’ che va in cielo non è il solo a ricevere la salvezza. Come abbiamo visto, avranno felici sudditi terreni. Gesù si riferì a questi come alle sue ‘altre pecore’, di cui ‘una grande folla’ anche ora presta fedelmente servizio a Dio..’.[1] Loro dicono che di questi centoquarantaquattromila solo un piccolo numero rimane ancora in vita sulla terra, e si trova esclusivamente tra loro. Si tenga presente però riguardo a questo andare in cielo dei 144.000, che i Testimoni di Geova negando che costoro hanno un anima immortale che vive dopo la loro morte fisica, li fanno andare in cielo mediante la ‘risurrezione’. In altre parole essi affermano che quando uno di questi 144.000 muore, viene subito ‘risuscitato’ spiritualmente (quindi questa loro ‘risurrezione’ non si può vedere con questi occhi perché invisibile) ‘al suon dell’ultima tromba’ (perché per loro l’ultima tromba suona ogni qual volta muore uno di costoro) e assunto in cielo per regnare con Cristo.[2] Un’altra cosa però va detta; come vedremo meglio in appresso i 144.000 hanno potuto cominciare ad andare in cielo solo a partire dal 1918, data in cui Cristo per loro assunse il Regno, e ci fu la prima risurrezione a cui parteciparono il grosso dei 144.000 formato dagli apostoli e dai discepoli morti dopo la Pentecoste. ‘Sebbene gli apostoli e gli altri eletti fossero accolti nel patto per il Regno ossia nella chiesa celeste, essi non vennero immediatamente assunti in cielo ed ivi uniti col Capo della ‘chiesa’. Ma dormirono nei sepolcri fino alla prima risurrezione, alla venuta di Cristo Gesù nel tempio di Geova nel 1918, e allora furono elevati alla gloria…’.[3] Quindi, fra di essi non ci sono Abramo, Isacco e Giacobbe, tutti i profeti e tutti gli altri giusti dell’Antico Patto; perché vissero e morirono prima del giorno della Pentecoste, di cui si parla negli Atti degli apostoli al secondo capitolo.
A riguardo di questa dottrina che solo i centoquarantaquattromila sono destinati ad andare in cielo occorre dire che all’inizio non veniva insegnata dai Testimoni di Geova perché per loro anche la gran moltitudine andava in cielo con essi: ‘Per molto tempo essi avevano considerato ‘la grande moltitudine’ come una classe spirituale secondaria che si sarebbe associata in cielo agli unti 144.000 come damigelle d’onore o ‘compagne’ di questa Sposa di Cristo’[4] ma con l’avvento di Rutherford il destino della grande folla cambiò direzione perché costui, nel 1935, disse prima a voce e poi scrisse che la grande moltitudine era destinata a vivere sulla terra e non in cielo. Per quanto riguarda l’annuncio orale di questa ‘rivelazione’ si legge nell’Annuario dei Testimoni di Geova del 1976: ‘Le incertezze sulla ‘grande moltitudine’ furono eliminate quando il fratello Rutherford considerò questo soggetto durante l’assemblea che i testimoni di Geova tennero dal 30 maggio al 3 giugno a Washington, nel Distretto di Columbia. In quel discorso fu scritturalmente mostrato che la ‘grande moltitudine’ era sinonimo delle ‘altre pecore’ del tempo della fine. Webster L. Roe ricorda che in un momento culminante J. F. Rutherford chiese: ‘Tutti quelli che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra sono pregati di alzarsi in piedi’. Secondo il fratello Roe, ‘si alzò più di una metà dell’uditorio’, e l’oratore allora disse: ‘GUARDATE! LA GRANDE MOLTITUDINE!’ ‘In principio ci fu un silenzio’, ricorda Mildred H. Cobb, ‘quindi una gioiosa acclamazione e l’applauso fu lungo e scrosciante’[5]. Rutherford scriverà poi nel suo libro Ricchezze: ‘I 144.000 sono membri spirituali dell’organizzazione divina che vivranno in eterno in cielo, mentre la ‘grande moltitudine’ comprende le ‘altre pecore’, la classe dei Gionadab, gli uomini di buona volontà che otterranno le ricchezze terrestri e vivranno per sempre sulla terra in una pace e in una gioia senza fine’.
Ma come fa un Testimone di Geova ad affermare di fare parte di questa classe dei 144.000? Ecco come risponde a questa domanda un libro della Torre di Guardia. ‘COME PUÒ SAPERE UNA PERSONA SE APPARTIENE AL ‘PICCOLO GREGGE’. I membri del ‘piccolo gregge’ sanno che Dio li ha chiamati alla vita celeste. Come? Per mezzo dell’opera dello spirito di Dio, che pone in loro e coltiva la speranza della vita celeste. L’apostolo Paolo, come uno ‘del piccolo gregge’ scrisse: ‘Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati… L’opera dello spirito di Dio cambia l’intera prospettiva di tale persona, così che i suoi pensieri e le sue preghiere si volgono al servizio di Dio in vista della speranza celeste. Essere con Cristo in cielo è per lei più importante di qualsiasi legame terreno’.[6] Come si può ben vedere la questione è interamente soggettiva.
[1] La verità che conduce alla vita eterna, pag. 77-78.↩
[2] Fra non molti anni si verrà a creare un problema tra i Testimoni di Geova, perché da quello che si sa la maggior parte dei componenti del rimanente dei 144.000 che si trova tra di loro è composto da persone che hanno più di settanta anni e quindi non molto lontani dalla morte. Quando tutti moriranno quindi, verrà a mancare nella Società ‘lo schiavo fedele e discreto’ che nutre spiritualmente i Testimoni di Geova per tutto il mondo. Conoscendo però la furbizia di questa classe dirigente che sta a Brooklyn, c’è da aspettarsi un altra loro astuta mossa per cercare di risolvere quest’altro inconveniente molto imbarazzante. Sicuramente ci stanno già pensando nelle loro camere segrete a come affrontare la situazione.↩
[3] Sia Dio riconosciuto verace, pag. 112. Alcune domande sorgono nel sentir dire ai Testimoni di Geova che tra di loro attualmente un certo preciso numero di persone sono parte dei 144.000. Per esempio viene da domandare ai Testimoni di Geova: ‘Se la maggior parte dei 144.000 è ‘andata in cielo’ nel 1918, sotto la presidenza di Rutherford, si deve concludere che solo da quell’anno si è potuto cominciare a dire quanti posti vuoti rimanevano in cielo; ma in base a quale criterio fu stabilito che sulla terra rimanevano solo quel preciso numero di persone appartenenti a questa classe? Chi disse quanti erano stati i ‘risorti’ tra tutti i cristiani morti dopo la Pentecoste del 33 d.C? Mettiamo il caso che fu detto che il numero dei ‘risorti’ in quell’anno era stato di 100.000; come si giunse a stabilire con precisione questa cifra? E poi: se la loro ‘risurrezione’ fu invisibile come si poté sapere chi erano stati coloro che erano ‘risorti’ e coloro che invece non erano ‘risorti’? Forse la risposta sarà che la cifra dei ‘risorti’ fu rivelata da Dio a Rutherford. In questo caso però sarebbe da dirgli: Come fate a fidarvi di questa ‘rivelazione’ quando altre ‘rivelazioni’ di Dio a Rutherford si sono palesate poi col tempo degli errori, e quindi delle imposture? Per esempio quella sulla risurrezione dei patriarchi che era stata fissata con la consueta precisione per il 1925. Se Rutherford si sbagliò grandemente nel dire che nel 1925 si sarebbe verificata la risurrezione visibile dei patriarchi, come fate a credere che egli disse la verità quando disse che nel 1918 si era verificata la ‘risurrezione invisibile’ del grosso dei 144.000?↩
[4] Annuario dei Testimoni di Geova del 1976, pag. 155. Russell infatti aveva insegnato che anche loro sarebbero andati in cielo: ‘… il Signor Gesù, nostro Avvocato, il Capo della nostra Salvezza che porta i veri eletti alla gloria per mezzo del sacrificio volontario, porterà anche i membri della grande moltitudine ad una benedizione spirituale – alla perfezione su un piano inferiore di essere-spirito – perché hanno avuto fiducia in lui e non hanno rinnegato né il suo nome né la sua opera’ (Studi sulle Scritture, vol. VI).↩
[5] Ibid., pag. 155↩
[6] La verità che conduce alla vita eterna, pag. 78↩