La difesa

I Testimoni di Geova – Indice  > Altri loro insegnamenti, falsificazioni apportate alla Bibbia, Interpretazioni peculiari  > Altri loro insegnamenti  >  La difesa

La dottrina dei Testimoni di Geova.

Abbiamo visto che i Testimoni di Geova quando parlano del loro rifiuto di fare il servizio militare dicono che i Cristiani essendo per la pace e non per la guerra non possono imparare la guerra, ma abbiamo anche visto che essi sono chiamati ad odiare i loro nemici. A riguardo di questo odio però ci tengono a dire che ‘questo non vuol dire che approfitteremo per fare loro male materialmente in uno spirito di cattiveria o di disprezzo, quali­tà caratteristiche del maligno’. Ma è proprio vero che questo odio che devono nutrire verso i loro nemici non gli farà far loro materialmente del male? Affatto, perché in caso di persecuzione essi sono chiamati ad opporsi ai loro nemici con la violenza. Ecco che cosa si legge in un articolo su Svegliatevi! intitolato: ‘Difesa personale. Sin dove può arrivare il cristiano?’: La Bibbia pertanto non incoraggia a tentare impulsivamente di difendere se stessi. Tuttavia non sostiene il pacifismo, poiché indica che ci sono casi in cui difendersi. I cristiani possono sventare le aggressioni fisiche contro se stessi, le loro famiglie o altri che hanno veramente bisogno di essere difesi’.[1] Ma siccome questa loro dichiarazione non rende molto bene l’idea di quale è il loro insegnamento sulla difesa citerò alcune parole di Rutherford prese dal suo libro Religione: ‘Quando i testimoni di Geova vanno nel servizio del Signore, e mediante la distribuzione della letteratura relativa alla sua Parola o mentre che adempiono altro simile ed appropriato servizio, essi vengono assaliti da una turba, e se appare necessario che tali testimoni adoperano la forza per respingere o deviare tale assalto, allora essi possono appropriatamente usare tale forza che a loro sembra sia convenevole per la loro protezione o difesa personale e la loro proprietà. Essi debbono adoperare la forza fisica soltanto quale ultimo ricorso per la loro propria protezione contro i malfattori. Ma nessuno, per ragione ch’egli sia un Cristiano, è obbligato di sottomettersi volontariamente e senza resistenza all’attacco di un brutale od altri che tentano di impedirlo di procedere legalmente nella sua inestimabile opera di predicare la buona novella’.[2]

Confutazione.

Questo insegnamento è falso perché Gesù ha detto: “Non contrastate al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti vuol costringere a far seco un miglio, fanne con lui due”.[3] L’apostolo Paolo ha confermato questo insegnamento dicendo: “Non rendete ad alcuno male per male”.[4]

Nessuna violenza fisica è dunque permessa al discepolo di Cristo contro il suo nemico; anche quando questo cerca di impedirgli di predicare la Buona Novella del Regno di Dio in un determinato luogo. In questo caso egli è chiamato ad andarsene in un altro luogo. Gli apostoli Paolo e Barnaba ci hanno lasciato l’esempio infatti ad Antiochia di Pisidia quando i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i principali uomini della città e suscitarono una persecuzione contro loro e li scacciarono dai loro confini, essi ‘scossa la polvere de’ lor piedi contro loro, se ne vennero ad Iconio”.[5]

 


[1] Svegliatevi!, 8 luglio 1991, pag. 13

[2] J. F. Rutherford, Religione, Brooklyn 1940, pag. 279-280

[3] Matt. 5:39-41

[4] Rom. 12:17

[5] Atti 13:51