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La dottrina mormone.
Quando abbiamo parlato dell’apparizione di Elia e Mosè sul monte della trasfigurazione abbiamo detto che secondo i Mormoni in quell’occasione questi due profeti trasmisero le chiavi del sacerdozio a Pietro, Giacomo e Giovanni. Ora questa apparizione avvenne prima che Cristo fosse crocifisso e risuscitasse, e siccome che per i Mormoni Elia e Mosè dovevano ambedue avere un corpo fatto di carne ed ossa affermano che anche Mosè era stato trasportato senza vedere la morte. ‘Poiché egli aveva bisogno di un corpo di carne ed ossa per compiere questa commissione e poiché la risurrezione era vicina, Mosè fu traslato e portato in cielo, come Enoch ed Elia, senza esperimentare la normale morte…’.[1]
Confutazione.
Prescindendo dal fatto che Elia e Mosè in quell’apparizione avvenuta su quel monte non conferirono nessuna chiave di nessun tipo ai tre apostoli di Cristo ivi presenti, diciamo che Mosè non fu trasportato in cielo come Enoch ed Elia perché egli vide la morte. E’ scritto infatti nel libro del Deuteronomio: “Mosè, servo dell’Eterno, morì quivi, nel paese di Moab, come l’Eterno avea comandato. E l’Eterno lo seppellì nella valle, nel paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor; e nessuno fino a questo giorno ha mai saputo dove fosse la sua tomba. Or Mosè avea centovent’anni quando morì…”.[2] Dio stesso disse a Giosuè il suo successore: “Mosè, mio servo, è morto…”.[3] E per ulteriore conferma citiamo le parole di Giuda che dice: “L’arcangelo Michele quando, contendendo col diavolo, disputava circa il corpo di Mosè, non ardì lanciare contro a lui un giudizio ingiurioso, ma disse: Ti sgridi il Signore”.[4]