La Massoneria smascherata – Indice > L’ombra della massoneria sulle Assemblee di Dio in Italia (ADI) > Tre storici che ci fanno indignare > Daniele Di Iorio – Massoni ed ideali massonici esaltati
In un articolo su Cristiani Oggi dal titolo ‘150 anni dall’Unità d’Italia: Nei nostri giorni predichiamo Tutto l’Evangelo!’ scritto da Daniele Di Iorio, che è un pastore ADI, leggiamo:
A 150 anni dall’Unità d’Italia, è giusto riflettere insieme sul contributo che la fede diede a questo processo politico e sociale.
L’Evangelo ha da sempre forgiato uomini amanti della libertà, delle pari opportunità, motivati da visioni e progetti nuovi. Può essere sorprendente scoprire quanto l’impulso della verità abbia inciso profondamente nella vita di noti personaggi storici come Carlo Pisacane, tradito ed ucciso perché promotore di moti rivoluzionari, ma soprattutto per l’innovativo messaggio di fede proposto, o i fratelli Bandiera che, condotti alla suprema pena, rifiutarono il conforto religioso clericale, affermando il loro credo evangelico.
Fin dal 1849, con perseveranza, diversi padri risorgimentali sosterranno la stampa di due edizioni del Nuovo Testamento, a Pisa e a Roma, in lingua italiana.
L’edizione romana fu promossa da Mazzini, che insieme ad Armellini e Saffi, guidava la Repubblica Romana, nata dai moti del 1848-49; egli stesso in un pubblico discorso ai romani indicò “il Vangelo come fonte d’ogni liberazione”.
La stampa del Nuovo Testamento, versione Diodati, da lui ordinata, precedette di undici anni l’edizione torinese della Claudiana e di ben ventitré anni la successiva edizione romana, stampata nel 1872.
Singolare fu il primo ingresso non clandestino di Bibbie a Roma, attraverso la Breccia di Porta Pia: il 20 settembre 1870 preceduti dai bersaglieri, guidati dal Generale Cadorna, vi erano dei colportori, che conducevano un carretto di copie della Parola di Dio gridando: «Il libro! Il libro!».
Anche Garibaldi sentenziò: «Non sarà il cannone a liberare Roma dal Papa, ma l’Evangelo» e fu proprio Garibaldi che il 23 ottobre 1861, appena arrivato a Napoli, concesse l’autorizzazione per la costruzione di una Chiesa Anglicana, facendo dono del suolo necessario.
Sino ad allora, i culti non cattolici, vietati nel Regno Borbonico, si celebravano nelle legazioni extraterritoriali, ad esempio il culto anglicano si svolgeva nella legazione britannica di Palazzo Calabritto.
Il generale sollecitato dai residenti inglesi non esitò a concedere loro lo spazio richiesto ed una incisione monumentale sulla facciata della chiesa anglicana napoletana ne commemora tutt’oggi l’avvenimento. Il popolo inglese fu determinante per il sostegno diplomatico e militare offerto ai moti risorgimentali e non meno l’aiuto economico: i Presbiteriani Scozzesi elargirono, in favore della Spedizione dei Mille, una cifra, in piastre d’oro, equivalente a circa tre milioni degli attuali euro. In quel tempo diversi personaggi del clero accettarono la fede evangelica, alcuni fra loro deposero la tunica per indossare la “camicia rossa”, dedicandosi alla cura delle anime arruolate fra i garibaldini; si ricorda, tra essi, Alessandro Gavazzi, cappellano evangelico della Spedizione dei Mille a cui fu affidata da Garibaldi, in favore della propaganda evangelica, la chiesa Gesuita di San Sebastianello a Napoli ed è anche noto per aver organizzato, nella Roma libera dalle oppressioni papaline, le prime riunioni evangelistiche all’aperto, ai piedi del Colosseo.
Ci ricordiamo anche dell’ex frate francescano Francesco Sciarelli, che convertito alla fede evangelica si mise al seguito di Garibaldi per offrire il proprio sostegno spirituale ai soldati. Successivamente fu impegnato in una vasta opera evangelistica, in un regno dove ormai la verità evangelica poteva essere annunciata liberamente. Una menzione particolare merita l’impegno da lui dedicato nell’evangelizzazione di Pozzuoli (Na).
È doveroso, in tempi di delicati equilibri sociali e politici, ricordare quanto impegno e quanta costanza, quanta fede e speranza furono promossi da nostri fratelli in vista dell’Unità della nostra “Bella Italia”!
Il Signore ci ha chiaramente insegnato a vivere per un regno che non è di questo mondo, eppure allo stesso tempo Egli ha spronato il Suo popolo a conoscere ed annunziare quella verità che rende liberi! Lo slancio con cui si è data la vita per consentire la diffusione dell’Evangelo è andato di pari passo con l’ideale di una nazione coesa ed affrancata dall’ignoranza, che garantiva le libertà religiose. Ciò che va sottolineato non è tanto la buona riuscita del progetto risorgimentale, che, come ogni tentativo umano, ha raccolto e raccoglie i suoi successi e i suoi fallimenti.
Piuttosto, sia per noi tutti di edificazione la certezza che non è fallito il piano glorioso della conquista delle anime: nell’Italia dei nostri giorni predichiamo in libertà l’Evangelo!
La conoscenza della verità ha spezzato i legami della morte e la luce della saggezza contrasta l’ombra dell’intolleranza; numerosi locali di culto sono stati inaugurati e migliaia di testi sacri diffusi su tutto il territorio sono tra le mani degli italiani! A Dio vada tutta la gloria!’ (Cristiani Oggi, Anno XXX, n°3, marzo 2011, pag. 1-3).
Questo articolo è a dir poco inquietante, in quanto non fa altro che esaltare il ruolo dei massoni nell’unità d’Italia – che praticamente vengono fatti passare per uomini forgiati dall’Evangelo perchè amavano la libertà – cosa che sicuramente avrà fatto piacere a quei massoni che avranno letto questo suo messaggio, che in realtà più che un messaggio per la Chiesa mi pare infatti un chiaro messaggio rivolto ai Massoni col dirgli ‘Apprezziamo il vostro ideale di libertà che avete, e vi siamo riconoscenti per il vostro determinante contribuito che avete dato alla libertà religiosa in Italia!’ D’altronde, ‘non si sa mai – pensano in cuore loro i dirigenti delle ADI – potrebbe un giorno ripetersi la storia in Italia, e dovremmo di nuovo ricominciare a lottare per ottenere la libertà religiosa come hanno fatto i nostri predecessori nel dopoguerra, e quindi la Massoneria ci farebbe sicuramente comodo, come è successo nel dopoguerra con Frank B. Gigliotti e Charles Fama e così via’. E tutto ciò perchè la Massoneria è per sua natura schierata contro quelle leggi che violano anche la cosiddetta libertà religiosa e incita i massoni a farle abrogare, infatti Albert Pike, sommo pontefice della Massoneria universale, ha scritto: ‘A editti che vengano dal solo arbitrio di una forza dispotica, contrastanti con la legge di Dio o con la grande legge della natura, contrari ai veri diritti dell’uomo, che violano il diritto del libero pensiero, libera parola, libere coscienze, è legittimo ribellarsi, e sforzarsi di abrogarli’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione italiana, Vol. 2, pag. 8 – 4° Maestro Segreto).
I massoni infatti ebbero un ruolo nell’unificazione dell’Italia, e rivendicano di avere avuto un ruolo fondamentale in essa, come ha detto Gustavo Raffi il 20 settembre 2000 durante una manifestazione tenutasi a Porta Pia: ‘Noi Massoni festeggiamo questa ricorrenza da oltre un secolo con il cuore e la passione di quanti sono consapevoli di aver svolto un ruolo determinante nel processo di fondazione dello stato unitario’ (http://www.radioradicale.it/). Peraltro va ricordato a tal proposito che la Massoneria inglese finanziò la spedizione dei Mille, finanziamento che fu determinante perchè si trattò di un finanziamento di alcuni milioni di franchi che servirono a Garibaldi (massone, e così anticlericale che affermò: «il grido di ogni italiano, dalle fasce alla vecchiezza deve essere: guerra al prete») per comprare a Genova i fucili di precisione, senza i quali non avrebbe potuto affrontare l’esercito borbonico, e poi oltre a ciò la massoneria inglese monitorò costantemente la spedizione. Quando dunque Di Iorio afferma che ‘il popolo inglese fu determinante per il sostegno diplomatico e militare offerto ai moti risorgimentali e non meno l’aiuto economico: i Presbiteriani Scozzesi elargirono, in favore della Spedizione dei Mille, una cifra, in piastre d’oro, equivalente a circa tre milioni degli attuali euro’, nasconde in questa maniera che l’aiuto economico venne dai Massoni inglesi. Ma Daniele Di Iorio si può permettere di dire queste cose, perchè nelle ADI pochissimi sanno cosa è la Massoneria, e forse nessuno sa che sia quella Italiana che quella Inglese hanno avuto un ruolo fondamentale nell’unità d’Italia. E i sopra citati Carlo Pisacane, i fratelli Emilio e Attilio Bandiera, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Alessandro Gavazzi, e Francesco Sciarelli, erano massoni.
A questo punto è bene fare queste precisazioni. Il risorgimento è un periodo che andò in gran parte dal 1815 al 1859, e in quel tempo la Massoneria non c’era in Italia, in quanto la prima loggia italiana chiamata ‘Ausonia’ si costituì a Torino a ottobre del 1859 – la qual cosa segnerà la rifondazione della Massoneria che dopo il Congresso di Vienna del 1815 era stata messa al bando dai governi di tutti gli Stati preunitari – e costituirà l’embrione del GOI che sarà fondato a dicembre 1859. Va tuttavia detto che quando si dice che in quel periodo la Massoneria non c’era, ciò significa che non esisteva una presenza organizzata di logge, perchè alcune logge qua e là c’erano; poi va detto che molti di coloro che parteciparono al Risorgimento erano affiliati a logge straniere, e poi che in Italia c’erano altre società segrete, tra cui spiccava la carboneria, che avevano molte cose in comune con la massoneria e molti massoni infatti erano iscritti alla carboneria. Anzi, ci sono storici massoni che arrivano a dire che la carboneria non fu altro che un’emanazione o creazione della Massoneria. Achille Pontevia afferma infatti che ‘tutti i movimenti insurrezionali d’Italia, tutti gli uomini che con la parola, con l’esempio e spesso col sangue cooperarono a rendere l’Italia una e libera, furono tutti massoni’, e che la stessa Carboneria era ‘un’emanazione puramente massonica’ (cfr. A. Pontevia, Cattolicesimo e Massoneria, Atanor, Roma 1948, pag. 133, e nota 6 a pag. 122; in Viglione Massimo, Libera chiesa in libero stato?, Editore Città Nuova, 2005, pag. 56). E questi storici sostengono questo basandosi anche sulle parole del massone David Levi, che fu segretario del GOI, il quale alla Costituente massonica del 1861 ebbe ad affermare: ‘Nel 1815, malgrado le molte sconfitte, tutti i FF. sentivano che i tempi erano maturi. [….] La Mass. abbandonò allora il campo religioso e filosofico, per entrare nel campo politico e dell’azione. Essa si ordinò in Vendite, e fondò la Società dei Carbonari’ (citato in Fulvio Conti e Marco Novarino, Massoneria e Unità d’Italia, pag. 39).
In particolare, faccio presente che Giuseppe Garibaldi era un massone molto importante, in quanto nel dicembre 1861, Garibaldi (che era entrato nella Massoneria nel 1844 in una loggia in Uruguay) ricevette dal GOI il titolo onorifico di ‘Primo Massone d’ltalia, con gli onori di “Gran Maestro di tutte le Logge”. E l’anno dopo gli furono conferiti i gradi da 4 a 33. Garibaldi era fierissimo di essere un massone, in quanto ebbe a dire: ‘Io sono superbo d’appartenere alla Massoneria e ringrazio tutti i buoni ed amati Fratelli di avermi nominato Gran Maestro dell’Ordine. La mia riconoscenza aumenta da che considero che la dignità che mi si è voluta conferire, è al di là delle mie forze e dei miei meriti. Tuttavia vi assicuro che il mio cuore è cuore veramente massonico. Io vi raccomando l’unione e la concordia. Io vi raccomando poi la bella Italia nostra tuttavia calpestata dallo straniero e insozzata da falsi sacerdoti. Pensate che molti dei nostri ffr:. gemono ancora nel più duro e vile servaggio. Io ho fede, che fra non guari l’Italia tutta sarà degli Italiani, e che formeranno unica famiglia dalle Alpi agli estremi della Sicilia, di questa terra delle grandi iniziative. Io sono avanzato in età, ma il resto degli anni lo consacrerò all’Italia; ed io vi dico che noi andremo a Roma a presto’. E ovviamente i massoni del GOI sono fierissimi di avere avuto nei loro ranghi Giuseppe Garibaldi, infatti in un messaggio spedito dal GOI al Presidente della Repubblica il 13 Aprile 2007 si legge: ‘I Massoni del Grande Oriente d’Italia […..]. Ricordano oggi, infine, a duecento anni dalla nascita il loro Gran Maestro Giuseppe Garibaldi, modello esemplare e massimo artefice della Nazione finalmente liberata dal giogo delle tirannie straniere’ (http://www.grandeoriente.it/). Nel 1863 Garibaldi accetta la presidenza onoraria di una società spiritica veneziana, già proprio così perchè Garibaldi era uno spiritista, e di quell’evento ne dettero notizia gli Annali dello Spiritismo in Italia. Inoltre Garibaldi nel 1881 riunificò i Riti di Memphis e Misraïm e divenne il Gran Hierophante di ambedue, e questi riti sono pieni di esoterismo ed occultismo. Quindi Garibaldi era anche un occultista. Quando dunque si legge che Garibaldi sentenziò «Non sarà il cannone a liberare Roma dal Papa, ma l’Evangelo», evidentemente si riferiva al ‘Vangelo’ della Massoneria, che è un altro vangelo. Quale inganno dunque si nasconde dietro questa affermazione.
Per ciò che concerne Giuseppe Mazzini, anche se a quanto pare non ricevette alcuna iniziazione rituale ‘regolare’, di fatto era anche lui un massone, e potremmo chiamarlo oggi ‘un massone senza grembiule’ rifacendoci alla seguente dichiarazione di un esponente massonico: ‘Un uomo che, pur non essendo massone, condivide ed appoggia i nostri principi, è già un massone senza grembiule’. Molti siti di logge massoniche lo mettono comunque tra i massoni, in quanto ricevette una iniziazione massonica mentre era in carcere: ‘Mazzini viene iniziato in carcere a Savona (novembre 1830-gennaio 1831) da Francesco Passano, alto dignitario massone e capo della Carboneria’ (Fulvio Conti & Marco Novarino, Massoneria e Unità d’Italia, pag. 37), e poi era membro onorario del Grande Oriente di Palermo, che gli accordò il 33° grado, proclamato Venerabile perpetuo ad honorem della loggia ”Lincoln” di Lodi, con proposta alla carica di “Gran Maestro”, Membro onorario della loggia “La Stella d’Italia“ di Genova, e della “Loggia La Ragione” dello stesso Oriente. Mazzini era così amato e onorato dalla Massoneria Italiana che quando morì, il Grande Oriente d’Italia emise un annuncio a firma del Gran Maestro del GOI Giuseppe Mazzoni che affermava quanto segue: ‘Carissimi Fratelli, un’immensa sventura ha colpito la Patria e l’istituzione. GIUSEPPE MAZZINI ha cessato di vivere. L’Italia nostra piange sul feretro del più grande, del più amoroso dei suoi cittadini. L’Ordine massonico è immerso nel cordoglio per la perdita del più ardente suo Apostolo, del più prode e del più santo dei suoi figlioli. In ogni cuore italiano è lutto e desolazione, e tutte le anime sinceramente affezionate al pieno trionfo dei santi principii del vero e del bene, sentono la grandezza della sciagura che ci incolse e con pietoso affetto al caro Estinto mandano l’ultimo vale. Noi, figli della Vedova, più che tutti proviamo l’amaro vuoto che questa subita morte ha lasciato fra noi. La mestizia che occupa i nostri cuori deve con segno esterno manifestarsi, laonde tutte le Officine della Comunione nazionale italiana prenderanno il lutto per sette sedute consecutive. E vi salutiamo col mesto amplesso di pace. Il Gran Maestro Giuseppe Mazzoni’. Anche Mazzini era uno spiritista e un occultista, infatti in un articolo dal titolo ‘Italia, la patria del pendolino’ scritto da Gianni Santamaria e apparso su Avvenire dell’8 Settembre 2001, leggiamo: ‘Una nazione fondata sui pendolini? No, non stiamo parlando del treno superveloce, ma dell’attrezzo principe di medium e sedute spiritiche. È poco noto che insigni padri della Patria, come Garibaldi e Mazzini, furono dediti a spiritismo e a occultismo. E non solo loro. Lo fu molta parte della politica e cultura risorgimentale e del Novecento: Capuana, Carducci e Leopardi, D’Annunzio, Giovanni Amendola… Un vero e proprio filo rosso che lega gli ultimi due secoli, come documenta il volume di Cecilia Gatto Trocchi Storia esoterica d’Italia (Piemme, pp. 264, £. 30 mila). […] I rapporti tra Mazzini e l’esoterismo furono espliciti: conobbe la teosofa madame Blavatsky e fu «Gran Jerofante» di Memphis e Misraim, rito massonico esoterico a cui apparteneva anche Garibaldi. Ma ci sono altri elementi che, secondo la ricostruzione della Gatto Trocchi, fanno di Mazzini un vero e proprio precursore della New Age. Innanzitutto la credenza nella reincarnazione. La vita come progresso ininterrotto e verso forme morali sempre più elevate. Senza escludere il resto dell’universo. Questo mix di panteismo e teismo, unito alla possibilità di riconoscere vita anche negli altri pianeti, fanno di lui, secondo la Gatto Trocchi, un precursore di quello che oggi viene chiamato «channeling», e consiste in una tecnica di contatto con spiriti ed entità cosmiche’ (http://christusveritas.altervista.org/), e in un articolo apparso sul Corriere della Sera il 5 aprile 2007 dal titolo ‘L’ Occidente conquistato dai fantasmi. Da Marx a Mazzini: i figli insospettabili dello spiritismo’ leggiamo: ‘Il padre della Giovine Italia sarebbe stato sicuro (al pari di Terenzio Mamiani autore dei sei tomi Della religione positiva e perpetua del genere umano) che lo spiritismo era «la religione del futuro». Mazzini, oltretutto, durante il suo esilio londinese era entrato in contatto con numerosi esoteristi (tra questi la stessa Madame Blavatsky che a sua volta si era iscritta alla Giovine Europa). Tanto che a lui «tra gli occultisti dell’ Italia postunitaria si guarderà spesso come ad un santo o ad un iniziato»’ (http://archiviostorico.corriere.it/).
Di Iorio cita un’affermazione di Mazzini nella quale indicò ‘il Vangelo come fonte d’ogni liberazione’: ma quale Vangelo quindi? Certamente non quello di Cristo, ma quello della Massoneria, e difatti Mazzini rigettava il Vangelo di Cristo in quanto disse: ‘Non sono Cristiano; non credo alla religione cristiana, alla divinità di Cristo, al dogma della caduta, ecc., credo alla morale del Cristo, ma credo che essa sia insufficiente all’adempimento dei destini sociali dell’umanità’ (Lettres intimes de Mazzini [Lettere intime di Mazzini], pubblicate da D. Melegari, Parigi 1895, pag. 57).
Qualcuno dirà: ‘Ma Garibaldi e Mazzini hanno promosso la libertà religiosa in Italia!’ E che significa ciò? Che avevano la fede? Lungi da noi il pensare una cosa del genere, in quanto erano dei peccatori, sotto la potestà del diavolo, come tutti i massoni, spiritisti e occultisti di allora e di oggi. Certo, Dio si è usato anche di loro per portare a compimento questo Suo disegno di unificare l’Italia, ma ricordiamo che Dio si usa anche dei malvagi per adempiere i Suoi disegni.
E’ quindi inquietante che all’inizio di questo articolo il Di Iorio parli di ‘contributo che la fede diede a questo processo politico e sociale’, e dica che ‘l’Evangelo ha da sempre forgiato uomini amanti della libertà, delle pari opportunità, motivati da visioni e progetti nuovi. Può essere sorprendente scoprire quanto l’impulso della verità abbia inciso profondamente nella vita di noti personaggi storici ….’, perchè in questa maniera fa capire che i massoni che lui cita nell’articolo avevano la fede, furono forgiati dal Vangelo, e su di loro incise profondamente l’impulso della verità, quando invece non è così.
Il Di Iorio afferma pure che tanta ‘fede e speranza furono promossi da nostri fratelli in vista dell’Unità della nostra Bella Italia’. E quali sarebbero questi nostri fratelli? I massoni? No, i massoni non sono nostri fratelli in Cristo, ma sono nemici di Cristo Gesù, in quanto fanno la volontà del diavolo.
A me pare che basta avere l’appellativo di ‘protestante’ o di ‘reverendo’ o ‘pastore’, e poi se si è massoni non importa proprio niente alle ADI. Anzi i massoni ‘protestanti’ che hanno combattuto per la libertà religiosa in Italia, godono di tutti gli onori nelle ADI! Ravvedetevi e convertitevi, guide cieche che state conducendo altri ciechi nella fossa! La massoneria è una istituzione diabolica fino alle midolle, in quanto il diavolo è suo padre. Non importa proprio niente se dei massoni si definiscono ‘protestanti’, perchè chiunque entra nella Massoneria deve sprezzare il Vangelo di Cristo per poterci entrare. Basta considerare che per essere iniziati alla Massoneria ci si deve presentare nella loggia massonica come persone che brancolano nelle tenebre in cerca della luce massonica, per capire in quale istituzione diabolica entra un ‘protestante’ che si definisce Cristiano.
Questo messaggio di Daniele Di Iorio pare proprio una ‘strizzata d’occhio’ alla Massoneria, e quindi è a dir poco inquietante. Non ci meravigliamo però di questo, per niente, direi, visto che le ADI devono molto alla Massoneria, perchè nel secondo dopoguerra sono stati aiutati in maniera determinante dai massoni per ottenere la cosiddetta libertà religiosa che Benito Mussolini gli aveva tolto nel 1935 mediante la Buffarini-Guidi. E badate che nell’ambiente evangelico Italiano, il Di Iorio non è il solo che fa discorsi simili, perchè anche nelle altre denominazioni vengono tenuti discorsi molto simili, il che mostra come l’ambiente evangelico è pregno di spirito massonico e – come è già successo – non disdegna di mettersi a fianco della Massoneria in caso di bisogno. E come potrebbe non mettersi al suo fianco quando la Massoneria è per sua natura schierata a favore della libertà di religione, di pensiero e di parola e quindi è contro quelle leggi che violano i cosiddetti diritti dell’uomo e incita i massoni a farle abrogare, infatti Albert Pike ha scritto: ‘A editti che vengano dal solo arbitrio di una forza dispotica, contrastanti con la legge di Dio o con la grande legge della natura, contrari ai veri diritti dell’uomo, che violano il diritto del libero pensiero, libera parola, libere coscienze, è legittimo ribellarsi, e sforzarsi di abrogarli’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione italiana, Vol. 2, pag. 8 – 4° Maestro Segreto)? Non può quindi l’ambiente evangelico in Italia condannare la Massoneria e la doppia appartenenza, perchè la Massoneria costituisce un potente alleato per le Chiese Evangeliche in tema di diritti delle minoranze religiose, e quindi in un paese a maggioranza cattolico come l’Italia fa molto, ripeto molto, comodo averla dalla propria parte!
E poi il discorso del Di Iorio non fa altro che in qualche modo giustificare ed approvare l’uso della violenza verso il prossimo, perchè le guerre risorgimentali che portarono all’unità d’Italia furono costellate da tanti morti e feriti prodotti dalle truppe ‘unitarie’ (alcuni storici parlano di crimini commessi). Ma io dico, soffermiamoci solo sui morti e i feriti che i garibaldini fecero tra le truppe nemiche nel conquistare il Regno delle Due Sicilie: ma come possiamo noi Cristiani attribuire queste cose alla fede, o all’impulso della verità, o al Vangelo di Cristo? Domando: la fede, la verità che è in Cristo, e il Vangelo, spingono le persone ad andare ad ammazzare il loro prossimo? E dobbiamo pure sentire elogiare Francesco Sciarelli per avere offerto sostegno spirituale ai soldati? Ma quando mai un Cristiano si mette al seguito di soldati che vanno ad ammazzare il prossimo per sostenerli spiritualmente? E poi lo Sciarelli quando si unì all’esercito di Garibaldi a Napoli nel 1860 non era ancora convertito, in quanto si era solo tolto l’abito talare per indossare la camicia rossa unendosi alle fila dei rivoluzionari. Si sarebbe convertito poi nel 1863.
A proposito della violenza e della malvagità manifestate dalle truppe ‘unitarie’ durante il risorgimento – cose peraltro documentate ma poche conosciute -, ecco una parte dell’interpellanza parlamentare del deputato Angelo Manna del 4 marzo 1991: ‘Sì! Certo: l’ufficio storico dello stato maggiore dell’esercito italiano è l’armadio nel quale la setta tricolore conserva e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; conserva e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette nel Regno di Napoli; conserva e protegge le prove che nel 1860 l’esercito italiano calò a tradimento nel Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e carabinieri, da orda barbarica; conserva e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore ed assassino – e perciò galantuomo – nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di Stato – e perciò statista sommo – ordinarono ai propri sadici macellai di mettere a ferro e a fuoco l’invaso reame libero, indipendente e sovrano e di annetterlo al Piemonte grazie ad un plebiscito che fu una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, soldataglia allobrogica e camorra napoletana. L’ufficio dello stato maggiore dell’esercito italiano è l’armadio nel quale l’unificazione tiene sotto chiave il proprio fetore storico: quello dei massacri bestiali, delle profanazioni e dei furti sacrileghi, degli incendi dolosi, delle torture, delle confische abusive, delle collusioni con Tore e Crescienzo (all’anagrafe Salvatore De Crescenzo) e della sua camorra, degli stupri di fanciulle, delle giustizie sommarie, delle prebende e dei privilegi dispensati a traditori, assassini e prostitute, come la Sangiovannara. Quali studiosi hanno potuto aprire questi armadi infami, signor sottosegretario? I crociati postumi, gli scribacchini diventati cattedratici per aver saputo rinnegare la propria origine e per aver saputo rinunciare alla ricerca della verità storica, per aver dimostrato di saper essere i sacerdoti del sacro fuoco del mendacio’ (cfr. video su Youtube: http://youtu.be/IPo18d7KltI). Questo giusto per avere un quadro storico obbiettivo delle lotte risorgimentali in vista dell’Unità d’Italia. Domando quindi ancora una volta: ma come possiamo noi Cristiani attribuire queste cose alla fede, o all’impulso della verità, o al Vangelo di Cristo? Domando: la fede, la verità che è in Cristo, e il Vangelo, spingono le persone ad andare a fare queste cose?
E poi su Carlo Pisacane (1818-1857) va detto che non è vero che fu ucciso per l’innovativo messaggio di fede proposto, in quanto nell’Enciclopedia Treccani viene detto che morì suicida: ‘Recatosi a Napoli per avvertire del contrattempo il comitato, nonostante le perplessità espresse da Fanelli, Pisacane rientrò a Genova deciso a ritentare l’azione e il 25 giugno con una ventina di uomini s’impossessò del Cagliari. Anche questa volta Pisacane non poté ricevere le armi da Pilo, le cui barche, a causa della nebbia, non riuscirono a incontrare il vapore, ma proseguì ugualmente facendo rotta su Ponza. Conquistato il castello e liberati i prigionieri ivi reclusi, con circa trecento di essi Pisacane sbarcò a Sapri il 28 giugno. Non avendo trovato traccia della sperata insurrezione, cui avrebbe dovuto lavorare il comitato napoletano, Pisacane e i suoi cercarono invano di far sollevare le popolazioni di Torraca e Casalnuovo (30 giugno); circondati e decimati dai soldati borbonici nei pressi di Padula, si aprirono un varco verso Buonabitacolo, quindi verso Sanza, ove furono attaccati dai contadini, chiamati a raccolta dal parroco (2 luglio). Pisacane, ferito in combattimento, si uccise’ (http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-pisacane/). Come non è vero che proponeva un messaggio di fede, infatti ascoltate cosa ebbe a dire questo rivoluzionario nel suo libro La Rivoluzione: ‘Ma quale sarà la religione della società rigenerata? È questa l’ultima domanda a cui ci faremo a rispondere. La religione è fondata su di un’idea di potestà suprema, di dipendenza, senza della quale non potrebbe esistere. Senza preghiere, senza credenze, senza culto, senza autorità non v’è religione. Dunque sono indispensabili i sacerdoti, che parlano in nome degli dei, che predicano la virtú che gli dei richieggono. È egli mai possibile che ciò avvenga? In una società la quale tende verso la libera associazione e l’uguaglianza, ove ogni gerarchia sarà abolita, potrà mai allignare fra essa l’idea di dipendenza da una somma sapienza? chi oserà dirsi delegato da Dio a predicare la virtú? chi, eziandio, nelle presenti condizioni, può farlo senza esser deriso? Il popolo, dice Mazzini, sarà il solo interprete di Dio; ma in simile caso Dio che cosa diverrà? I suoi voleri saranno quelli del popolo né potranno esser differenti, imperocché per esprimerli sarebbe d’uopo d’interpreti che non fossero popolo, quindi Dio diventa un vano nome, e non altro. Se poi, come soggiunge lo stesso Mazzini, Dio è la legge, allora fa d’uopo dichiarare di quale legge parlasi; se di una legge naturale, allora essa deve assolutamente esistere nel popolo, quindi Dio sparisce, Dio è il popolo. Se poi questa legge è differente da quella di Natura, sarà indispensabile un rivelatore, ma chi l’oserà? Ognuno, al giorno d’oggi, potrebbe dire: Italiani! ascoltatemi! io vi darò le migliori leggi possibili, ma niuno avrà tanto ardire, o sarà cosí stolto d’aggiungervi: esse mi sono state rivelate da Dio! La religione non è, come asseriscono alcuni, il desiderio, il bisogno di venire alla conoscenza dell’assoluto; la religione è un sentimento di debolezza che rendeci creatori ed adoratori di potenze sovrumane, e quando la ragione dimostra che queste forze non esistono, o almeno non impongono doveri, né accordano premî, né infliggono castighi, né havvi mezzo come placarle e renderle a noi propizie, la religione piú non esiste. Dicono alcuni: il simbolo della nuova religione sarà l’Umanità, la Ragione, la Libertà. Ma coteste idee non essendo né mistiche, né sovrumane, non hanno in sé alcun sentimento religioso. Ma, senza andarci ravvolgendo in inutile giro di parole, domandiamo a costoro, se nella nuova società a cui eglino medesimi accennano, vi potrà essere un’idea mistica che ne modifichi la costituzione ed i costumi degli uomini. La risposta non può essere che negativa, quindi la società rigenerata dovrà essere indubitatamente irreligiosa. Chiamare religione e deismo l’aspirazione alla conoscenza dell’infinito, è un’improprietà di linguaggio, è oscurare le nuove idee con voci antiche destinate ad esprimere tutt’altro sentimento. Non ammettere che queste aspirazioni, dichiarare ogni simbolo di Dio assurdo, negargli ogni ingerenza nella vita dell’uomo, altro non è che irreligione ed ateismo. In tutte le religioni sino ad ora esistite la fede ha creduto alla certezza e verità obbiettiva della parte sovrumana. La ragione altro non aveva fatto che distruggere un simbolo e sostituirne un altro accettato come verissimo. Ma oggi siamo trascorsi piú innanzi: studiando sul passato e scorgendo una successione di simboli religiosi, ognuno a sua volta dichiarato falso, si è dedotto che tutti erano egualmente bugiardi, che tale è il presente, che tale sarebbe un nuovo simbolo che ad esso si sostituisse. Dunque la nuova fede quale è? Il non aver fede in nessun simbolo perché chimere della nostra immaginazione: ovvero la nuova fede è l’irreligione. Tutti i riformatori, tutti gli apostoli del progresso sono irreligiosi ed atei, ma tutti non vogliono accettare questa conseguenza della loro dialettica e si dichiarano, con enfasi, religiosi e deisti. Per contro, non tutti sono socialisti, ma tutti, comeché professando dottrine opposte al socialismo, si compiacciono dirsi tali, e perché. La ragione è evidente: l’irreligione è già sentimento, quindi tutti la professano, ma sono riluttanti a confessarlo; il socialismo riguardasi ancora dottrina, e tutti cercano farne pompa, senza comprenderlo o approvarlo. Un’altra ragione per cui la religione si dichiara indispensabile è che la storia la registra come un fatto universale e costante. Ma questa ragione non dovrebbe avere alcun peso per coloro che credono al progresso indefinito, imperocché tale credenza non può ammettere che una qualsiasi istituzione debba esistere per la sola ragione che ha sempre esistito, anzi la dottrina del progresso indefinito stabilisce il contrario. La religione ha sempre esistito imperocché tutti i popoli della terra hanno percorso sino ad ora la medesima orbita, son soggiaciuti alle medesime vicende. Gli Orientali, gli Etruschi, i Magno-Greci, i Romani, i moderni, tutti partendo o dallo stato selvaggio, o dalla barbarie ricorsa, hanno raggiunto il medesimo grado di civiltà, e sonosi trovati nelle medesime condizioni. Al termine poi di questo ciclo sociale percorso da tutti i popoli del mondo, si è accennato ad una legge di fraternità ed eguaglianza quasi sintesi dell’idea sociale: vi accennarono le dottrine di Zoroastro e di Confucio, vi accennò Platone, vi accennò il cristianesmo, vi aspirano piú recisamente i moderni. Quei popoli decaddero né poterono raggiungere questo nuovo stato; noi, raggiungendolo, varcheremo un punto che nessun popolo ha varcato, quindi niuna delle istituzioni passate o presenti ci può esser norma da indovinare le future. L’irreligione sarà nuova, come è nuovo il socialismo. Faremo fine a questo capitolo richiamando l’attenzione del lettore su di un fatto, da cui moltissimi son stati tratti in un grossolano errore. Quell’aspirazione alla fratellanza, che abbiamo scorto in tutte le società che cominciavano a dissolversi, la comunità de’ beni predicata nel vangelo, ha lasciato credere quasi a tutti che quelle antiche idee fussero i rudimenti del moderno socialismo, ma quest’aspirazione ad un migliore avvenire, che sentiva un popolo avvilito, un popolo in cui era spenta ogni energia, era conseguenza delle condizioni di quella società che doveva o progredire o decadere. Ma essa non fu che una semplice aspirazione, le massime che prevalsero furono quelle dell’umiltà, dell’indifferenza alle cose terrene de’ cristiani, effetto di loro degradazione e causa che ne accelerò la caduta; una tale aspirazione fu il crepuscolo d’un tramonto tolto quale l’alba di nuovo giorno. L’avvenire immaginato da’ cristiani in tale aspirazione sarebbe stato la trasformazione del mondo in un convento. Il fanatismo condusse que’ popoli al martirio, ma non potette elevarli alla battaglia. Per contro, fra le dottrine de moderni socialisti, fra le massime ricevute, non havvene alcuna che dissolve od avvilisce: gli uomini oggi si associano non già per pregare e soffrire, ma per prestarsi vicendevole aiuto, lavorando, per acquistare maggior prosperità, e per combattere; l’aspirazione del socialismo non è quella di ascendere in cielo, ma godere sulla terra. La differenza che passa fra esso ed il vangelo è la stessa che si riscontra fra la rigogliosa vita d’un giovine corpo ed il rantolo d’un moribondo’ (http://www.carboneria.it/pisacaneriv.htm). Ecco dunque qual’era il messaggio di Pisacane: un messaggio che procedeva dal diavolo, padre della menzogna!
‘I fratelli Bandiera, condotti alla suprema pena, rifiutarono il conforto religioso clericale, affermando il loro credo evangelico’? Il loro credo era quello di Giuseppe Mazzini, altro che credo evangelico. Erano infatti dei rivoluzionari, ferventi seguaci di Giuseppe Mazzini, che avevano fondato una società segreta che si chiamava l’Esperia, ed erano pronti ad ammazzare le persone, pur di liberare l’Italia, e furono catturati dai Borboni durante una spedizione in Calabria dove si erano recati per combattere il governo borbonico. Il loro credo si vede dal loro comportamento, e quindi non poteva essere un credo evangelico. E difatti le ultime parole di Attilio ed Emilio Bandiera, gridate mentre cadevano sotto i colpi dei fucili borbonici, furono: ‘Viva l’Italia’. E il loro proclama del 1844 affermava: ‘Gridiamoci liberi e padroni di noi stessi e delle contrade in cui Dio ci ha collocati’.
Ma c’è un’altra cosa che fa indignare leggendo questo discorso di Di Iorio, e cioè che nelle ADI trovano il tempo e la voglia per ricordare ed elogiare dei massoni che hanno combattuto per la libertà religiosa, ma non trovano il tempo e neppure la voglia per confutare pubblicamente le eresie e le superstizioni della Chiesa Cattolica Romana, e riprendere i prelati di questa Chiesa che stanno menando all’inferno tante anime, nella speranza che delle anime siano liberate da questa fossa di perdizione; come non trovano il tempo per confutare e riprendere pubblicamente tutti quegli impostori ‘evangelici’ che hanno ridotto in schiavitù tante anime con le loro false dottrine ed estorcono loro del continuo tanto denaro per costruirsi la loro ‘torre di babele’, nella speranza che queste anime siano liberate dal laccio di questi uccellatori. Non parliamo poi della Massoneria, che ormai si è impadronita di tante denominazioni e dal cui spirito devono essere liberati tanti ‘evangelici’: nelle ADI c’è un silenzio di tomba, che però grida fortissimo: anche la Massoneria come il Cattolicesimo è come se non esistesse a sentire parlare i pastori ADI dal pulpito, eppure queste diaboliche istituzioni esistono in Italia. E non solo non fiatano contro le diavolerie papiste e massoniche, ma a suo tempo lanciano le loro parole velenose – non da dietro il pulpito, ma nei loro ‘salotti’ o magari dietro nomi falsi su Internet – contro quelli che parlano con ogni franchezza contro le false dottrine e quelli che le diffondono: perchè questi sono ‘maleducati’ e ‘scostumati’. Sì avete capito molto bene, questo è quello che nelle ADI pensano di noi. E vi pare una cosa da niente questa? Questa secondo me è la prova che nelle ADI ormai il diavolo fa dire e fare quello che vuole lui, perchè gli hanno aperto le porte e lo hanno fatto salire dietro il pulpito.
Quello che voglio dire è che nelle ADI sono pronti a parlare della libertà religiosa, a difendere la libertà religiosa, e a cercare la libertà religiosa in caso gli venisse a mancare, ma non sono disposti a parlare come si conviene affinchè i Cattolici Romani siano liberati dal dominio del diavolo, e affinchè tanti credenti siano liberati dal laccio degli impostori ‘evangelici’. Perchè in questo caso, questi ipocriti ripetono il ritornello ‘Non facciamo polemica’! Che vergogna, che vergogna! Hanno un comportamento che è proprio l’opposto di quello degli apostoli, ai quali non interessava se c’era o non c’era la libertà religiosa in una nazione, in quanto loro erano stati mandati da Dio per far ottenere agli uomini la vera libertà, quella che dura in eterno, che è costata il sangue prezioso di Gesù Cristo. E poi gli apostoli confutavano e riprendevano pubblicamente quelli che nelle Chiese introducevano le eresie, affinchè le anime non rimanessero sedotte, e quelle che erano state già sedotte affinchè fossero liberate dall’inganno. Ma gli apostoli erano uomini di Dio, ma questi ‘pastori’ ADI che si comportano così non sono uomini di Dio, non servono Dio, o meglio non servono l’Iddio della Bibbia. E perchè le ADI fanno questo? Perchè di fatto si sono ‘alleate’ con le Chiese Protestanti storiche che abbondano di massoni, con il Vaticano dove regna la massoneria, con la Massoneria stessa, e con lo Stato che è pieno di massoni in tutte le sue istituzioni (ricordatevi che ci sono circa 4.500 politici massoni in Italia), e quindi non possono rinnegare questa alleanza che tanti benefici e privilegi gli ha portato. Ecco perchè si sente parlare in questa maniera nelle ADI a proposito della libertà religiosa, e c’è silenzio assoluto contro la Chiesa Cattolica Romana e la Massoneria; è molto semplice. E poi, le ADI nel difendere questa cosiddetta libertà religiosa, come fanno i massoni, non fanno altro che difendere il diritto a credere in un falso Dio, in un falso Gesù, in un falso vangelo, e quindi il diritto ad andare all’inferno. Certo, perchè questo cosiddetto diritto chiamato ‘libertà religiosa’ nella pratica poi significa proprio questo, e ciò in nome del cosiddetto libero arbitrio, per cui gli uomini sono liberi di credere e fare quello che vogliono. E quindi le ADI non fanno altro che sostenere la libertà secondo la carne, che è condannata da Dio. Dio è proprio tenuto fuori dal loro discorso, volutamente, perchè non ci può essere spazio per Dio in un discorso del genere, perchè Dio comanda che gli uomini per ogni dove si devono ravvedere e credere in Gesù Cristo, per essere salvati dal peccato e dalla perdizione eterna, e quindi noi siamo chiamati a predicare i comandamenti di Dio per gli uomini, il che fa capire che essi non hanno la libertà di disubbidire a Dio, cioè non hanno questo diritto di disubbidirgli, ma hanno l’obbligo di ubbidirgli. E che faremo quindi? Ci metteremo a dire agli uomini che essi hanno il diritto di adorare le statue, o i serpenti, o di credere che Buddha o Maometto è il loro salvatore, o che si viene salvati per opere? Così non sia, perchè gli uomini hanno il dovere di ravvedersi e credere nella verità, e noi dobbiamo dirglielo con ogni franchezza, affinché siano liberati dal dominio del peccato e di Satana, e quindi diventare veramente liberi.