Alcune considerazioni finali sui cosiddetti padri e sui concili

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Abbiamo visto alcune delle eresie di alcuni di quelli che la chiesa cattolica romana chiama padri della chiesa e di alcuni dei tanti concili tenutisi nel corso dei secoli, ed alcune delle contraddizioni esistenti tra di loro; ma come abbiamo anche potuto vedere nel mezzo di tante eresie e contraddizioni vi sono pure delle affermazioni giuste. E come ho citato solo una parte delle eresie e contraddizioni così ho citato solo una parte delle affermazioni giuste fatte dai cosiddetti padri e dai concili. Voglio dire quindi questo: nessuno pensi o si metta a dire che nulla di giusto o vero si trovi negli scritti degli scrittori ecclesiastici antichi o nei concili antichi perché questo non è affatto vero.

Adduciamo ulteriori prove – oltre a quelle già citate qua e là nel libro – per confermare che quegli antichi scrittori ecclesia­stici non solo fecero delle affermazioni errate introducendo o confermando dottrine o pratiche pagane, ma anche difesero alcuni punti dottrinali fondamentali.

Per ciò che riguarda i cosiddetti padri, questi pochi esempi.

Ignazio mise in guardia i credenti dalle dottrine gnostiche e docetiste; un esempio di ciò lo abbiamo nella sua epistola a Smirne dove scrive ai credenti di quella città di guardarsi dall’eresia dei Doceti.

Ireneo si oppose agli Gnostici; il suo libro Adversus Haereses (Contro le eresie) contiene la confutazione delle dottrine degli Gnostici[1] (ma in esso ci sono alcune sue affermazioni errate).

Atanasio si oppose alla dottrina di Ario che negava l’eternità e divinità di Cristo (dando però alcune interpretazioni sbagliate ad alcuni passi della Scrittura).

Tertulliano si oppose allo gnostico Marcione e ai suoi seguaci scrivendo contro di loro (anche lui però nel difendere la verità disse delle cose sbagliate).

Agostino si oppose con i suoi scritti ai Pelagiani che negavano la dottrina del peccato originale (ma nel confutarli attribuì al battesimo il potere di cancellare i peccati).

Anche per quanto riguarda i concili, bisogna dire che determinate delibere di alcuni di essi furono nettamente in difesa del Vange­lo; anche qui vogliamo citare alcuni esempi per confermarlo.

Il concilio di Nicea del 325 condannò l’eresia di Ario che affer­mava che Cristo non era coeterno con il Padre perché anch’egli fu creato dal nulla.

Il concilio di Costantinopoli del 381 condannò l’eresia di Mace­donio che affermava che lo Spirito Santo era una creatura subor­dinata al Padre ed al Figlio: lo stesso concilio condannò l’ere­sia di Apollinare che sosteneva che Cristo era stato dotato di un vero corpo e di una vera anima, ma che il suo spirito era stato sostituito dal Logos (la Parola).

Il concilio di Efeso del 431 condannò la dottrina di Nestorio (che diceva che Cristo era in effetti solo un uomo perfetto moralmente legato alla divinità); questo stesso concilio condannò le idee di Pelagio che sosteneva che l’uomo nasce non contaminato dal peccato.

Ci è parso giusto e necessario fare questo discorso per evitare che qualcuno si metta erratamente a pensare che nessuno degli antichi scrittori da noi menzionati e dei concili si levarono in favore della verità su nessuna parte del consiglio di Dio.

E’ vero che la chiesa cattolica romana cita i suoi padri e i concili come se essi fossero stati d’accordo con tutto quello che essa insegna oggi, ma ciò non è affatto vero perché come abbiamo potuto vedere nel corso della nostra esposizione essi dissero pure delle cose giuste che si oppongono a lei stessa; e difatti essa si trova in grande imbarazzo nel constatare questo, ed è impossibilitata a dimostrare il contrario.

 


[1] Gli Gnostici negavano, tra le altre cose, che Gesù era il Cristo