La Chiesa Cattolica Romana – Indice > I sacramenti > Confutazione – Cristo ha istituito due ordinamenti che non conferiscono la grazia
Cristo non ha istituito sette sacramenti ma solo due ordinamenti che sono il battesimo e la cena del Signore. E questi ordinamenti non sono la sorgente della grazia[1] perché la grazia procede da Dio e da Cristo Gesù infatti l’apostolo Paolo quando salutava le chiese all’inizio delle sue epistole diceva: “Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo”,[2] il che mostra che lui credeva che la grazia scaturiva da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo e non dagli ordinamenti dati da Cristo. Notate che assieme alla grazia è menzionata pure la pace, quindi come non si può dire che la pace scaturisce dagli ordinamenti così non si può dire che la grazia scaturisca dagli ordinamenti. Anche Giovanni ha confermato che la grazia si riceve da Dio per mezzo di Cristo e non per mezzo degli ordinamenti quando dice: “E’ della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo”.[3]
Come potete vedere, da ciò che insegna la Scrittura si deduce che è errato pensare che la grazia di Dio sia conferita dai sacramenti della chiesa romana. E i fatti confermano ciò, perché tanti nostri fratelli che prima erano Cattolici romani quantunque avevano ricevuto il battesimo cattolico, la cresima, la comunione, e si erano confessati al prete per anni, hanno ricevuto la grazia che procede da Dio quando si sono ravveduti ed hanno creduto nel Vangelo. Per essa sono stati salvati dai loro peccati, per essa sono stati perdonati appieno e purgati da ogni loro peccato. L’hanno dunque ricevuta senza compiere riti di nessun genere ma solo credendo in Cristo; direttamente da Dio per mezzo di Cristo. Si tenga però ben presente a proposito di quanto appena detto che sia il ravvedimento che si è prodotto in essi e la fede mediante cui essi sono stati perdonati e salvati da Dio, sono tutte cose che vengono concesse da Dio secondo il beneplacito della sua volontà a coloro che lui vuole, per cui il fatto che essi hanno potuto pentirsi e credere nel Signore Gesù Cristo sono una manifestazione della grazia di Dio verso di loro. In altre parole si deve dire che essi si sono ravveduti e hanno creduto per la grazia che Dio aveva innanzi i secoli deciso di manifestare verso di loro e che nella pienezza dei tempi ha manifestato dandogli il ravvedimento e la fede indispensabili per essere salvati. Cosicché si deve riconoscere che se è vero che per la sola fede in Cristo abbiamo ricevuto grazia sopra grazia da Dio, è altresì vero che la fede che abbiamo, essendo un dono di Dio e non qualcosa che viene da noi, è essa stessa una grazia, un favore di Dio da lui datoci nella sua grande misericordia perché così Egli aveva deciso a nostra insaputa senza che noi meritassimo alcunché da lui, altrimenti grazia non sarebbe più grazia. Ecco perché dobbiamo dire che non abbiamo nulla, quindi neppure la fede, che non abbiamo ricevuto da Dio nella sua grande misericordia; e perché non abbiamo nulla di che gloriarci davanti a Dio, perché la salvezza ricevuta è stata un opera interamente compiuta da lui in noi senza che noi sapessimo nulla di questo suo glorioso piano verso di noi e indipendentemente dalla nostra volontà. Come ben dice Paolo: “Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia”.[4]
Ho voluto fare questo discorso per dimostrare che se è vero che per mezzo di Cristo “abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia”,[5] come dice Paolo, è altresì vero che abbiamo avuto accesso a questa grazia per la grazia di Dio perché la fede ce l’ha donata Dio. A Dio sia la lode e la gloria. Amen.
Quanto detto qui sopra quindi annulla tutta la dottrina cattolica sull’efficacia dei sacramenti; potremmo perciò fermarci qui, senza proseguire a confutare uno per uno i loro sacramenti. Ma vogliamo lo stesso farlo per dimostrare a tutti con le Scritture come, quantunque i teologi papisti prendono le sacre Scritture per sostenere che i loro sette sacramenti conferiscono la grazia, questi loro sacramenti non conferiscono nessuna grazia. Vogliamo così rendere giustizia alla Parola di Dio da loro male interpretata a danno di tante anime nel mondo.
[1] Il battesimo quindi non rigenera chi lo riceve perché egli è stato già rigenerato dalla Parola di Dio da lui ricevuta per fede prima di sottoporsi al battesimo e siccome ha bisogno di essere preceduto dalla fede del battezzando per essere valido non può essere ministrato a dei neonati. E la cena del Signore non accresce la grazia e non rimette nessun peccato perché con essa si ricorda la morte del Signore e si ha comunione con il suo corpo e il suo sangue. Anche in questo caso occorre la fede per poter partecipare alla cena del Signore e discernere il suo corpo per cui essa non si può dare a dei neonati che non hanno ancora la fede e non possono discernere il corpo del Signore. In tutti e due gli ordinamenti quindi si comprende come il concetto di ex opere operato (cioè che non è necessario l’assenso morale o religioso di chi li riceve) non sussiste perché essi non hanno quelle virtù che dicono i Cattolici e perché se manca l’assenso del ricevente l’ordinamento è nullo. Altra cosa invece è se il ricevente il battesimo o la cena del Signore ha la fede, e chi amministra il battesimo o la cena del Signore è un ministro che non si conduce in maniera degna del Vangelo (per esempio può essere un uomo che all’insaputa del credente commette fornicazione o adulterio o tiene fuori dal locale di culto una condotta riprovevole), perché in questo caso chi è stato battezzato o ha mangiato il pane ed il vino ha ricevuto gli ordinamenti in maniera valida essendo presente la fede in lui che li ha ricevuti. In altre parole la condotta indegna del ministro ministratore degli ordinamenti non invalida gli ordinamenti.↩
[2] 1 Cor. 1:3; 2 Cor. 1:2; Gal. 1:3; Fil. 1:2; 2 Tess. 1:2↩
[3] Giov. 1:16,17↩
[4] Rom. 9:16↩
[5] Rom. 5:2↩