La Sacra Scrittura – La sua comprensione

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La dottrina dei teologi papisti

Gli Scritti sacri si possono comprendere rettamente solo tramite il magistero.

Il concilio Ecumenico Vaticano II ha dichiarato: ‘L’ufficio poi di interpretare autenti­camente la parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo magistero vivo della chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo’,[1] cioè ai vescovi in comunione con il capo dello Stato del Vaticano. Il significato di questa affermazione é questo in so­stanza: l’uomo non può comprendere in maniera retta ciò che la Scrittura dice senza la guida del magistero della chiesa romana (per confermarvi ciò vi ricordo quello che il fratello Fumagalli dice nella sua testimonianza: ‘Avevo la Bibbia, ma ero cieco e non la potevo intendere; non la potevo intendere perché mi era stato insegnato che per intendere la Bibbia dovevo fondarmi sul magistero della chiesa cattolica’) perché esso solo ha il potere di interpretare e di fare comprendere rettamente la Parola di Dio. Potere che ha per mandato divino e che esso esplica sotto la guida dello Spirito Santo, per cui le sue spiegazioni sono infallibili, dato che ‘l’infallibilità promessa alla chiesa risiede pure nel corpo episcopale, quando questi esercita il supremo magistero col successore di Pietro’.[2]

 


[1] Concilio Vaticano II, Sess. VIII, cap. II

2[2] Concilio Vaticano II, Sess. V, cap. III