Spiegazione di altri passi presi per sostenere il purgatorio

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Nella Scrittura non è rivelata affatto la dottrina del purgato­rio, ma i teologi papisti riescono a fare apparire a moltitudini di persone che la dottrina del purgatorio è nella Bibbia. Come abbiamo visto poco fa, uno dei passi presi dai teologi romani per sostenere il purgatorio è quello di Paolo ai Corinzi; ma questo passo non lascia intravedere il benché minimo purgatorio cattoli­co. Ma vi sono anche altri passi della Scrittura che essi prendo­no per sostenere questa eresia di perdizione.

Uno di questi è questo scritto in Matteo: “Ed a chiunque parli contro il Figliuol dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello avvenire”.[1] Ma io mi domando: ‘Ma dove sta il purgatorio qua?’ Esso non si intravede minimamente. Gesù dice solo che colui che bestemmia contro lo Spirito Santo “non ha remissione in eterno, ma è reo d’un peccato eterno”,[2] e i teologi gli fanno dire che ci sono dei peccati che si debbono espiare nel purgatorio! Questa è astuzia diabolica! Ma poniamo anche il caso che ci siano dei peccati che vengono rimessi nel mondo a venire, innanzi tutto per mondo a venire Gesù non intese il purgatorio, ma poi secondo la dottrina del purgatorio chi muore in grazia va a soffrire delle pene gravi per espiare i suoi debiti, quindi viene condan­nato ad un supplizio e non perdonato!

Un altro passo è questo: “Fà presto amichevole accordo col tuo avversario mentre sei ancora per via con lui; che talora il tuo avversario non ti dia in man del giudice, e il giudice in man delle guardie, e tu sii cacciato in prigione. Io ti dico in verità che di là non uscirai, finché tu non abbia pagato l’ultimo quattrino”.[3] Secondo i teologi romani questo “non uscirai di là finché tu non abbia pagato l’ultimo quattrino”, significa che dalla prigione del purgatorio (che Bartmann preferisce chiamare ‘una casa di cura, dove i malati attendono con pazienza completa guarigione’[4]) dove coloro che muoiono in grazia vengono gettati dal Giudice per ordine dell’avversario che è Dio; essi non usci­ranno finché non abbiano pagato tutti i loro debiti che hanno nei confronti di Dio. Ma questa è l’ennesima interpretazione arbitra­ria data dai teologi romani. Le parole di Gesù si riferiscono innanzi tutto a delle liti fra fratelli perché prima di dire quelle parole egli disse: “Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia quivi la tua offerta dinanzi all’altare, e và prima a riconciliarti col tuo fratello; e poi vieni ad offrir la tua offerta”.[5] Quindi, se un fratello ha qualcosa contro a noi perché noi gli abbiamo fatto un torto, prima di offrire i nostri sacrifici spirituali a Dio dobbiamo andare dal fratello offeso e chiedergli perdono per riconciliarci con lui. Perché se non facciamo così Dio ci punirà per il torto commesso contro di lui e ci farà pagare questo nostro debito che abbiamo contratto con il fratello fino all’ul­timo. Non ce lo rimetterà ma ce lo farà pagare per la nostra ostinazione. Ma questo avverrà sulla terra, e non in qualche luogo di sofferenza che non è l’inferno e che si trova nelle viscere della terra o da qualche altra parte.

Un altro passo preso per sostenere il purgatorio è questo scritto in Zaccaria: “E te pure, Israele, a motivo del sangue del tuo patto, io trarrò i tuoi prigionieri dalla fossa senz’acqua”.[6] Ma anche qui si deve dire che non c’è la benché minima allusione al purgatorio della chiesa cattolica romana. In questo caso il Signore predisse che avrebbe fatto uscire dai paesi stranieri gli Israeliti che erano in cattività per farli tornare nel loro paese; difatti sempre in Zaccaria il Signore dice: “Ecco, io salvo il mio popolo dal paese del levante e dal paese del ponente; e li ricondurrò, ed essi abiteranno in mezzo a Gerusalemme…”.[7] Queste parole possono avere anche il seguente significa­to spirituale; il Signore ha promesso a Israele di liberare i suoi prigionieri dal peccato in virtù del sangue del Nuovo Patto, ossia in virtù del sangue di Cristo. Egli ha promesso di tirarli fuori dalla fossa senz’acqua dove essi si trovano.

 


[1] Matt. 12:32

[2] Mar. 3:29

[3] Matt. 5:25,26

[4] Bernardo Bartmann, Il Purgatorio, Milano 1934, pag. 110

[5] Matt. 5:23,24

[6] Zacc. 9:11

[7] Zacc. 8:7,8