I morti non hanno bisogno delle nostre preghiere

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Non ritengo superfluo dirvi di riprovare e confutare questa dottrina diabolica che fa credere a milioni di persone che i viventi possano in qualche modo contribuire alla salvezza delle anime di coloro che sono morti nei loro falli pregando per loro. La Scrittura afferma che quando muore un peccatore egli se ne va nel soggiorno dei morti dove c’é un fuoco non attizzato da mano d’uomo e dove c’é il pianto e lo stridore dei denti. Per lui non c’é più nessuna possibilità di essere salvato; gli rimarrà solo di aspettare il giudizio del gran giorno e la relativa condanna. Per chi invece muore nel Signore, cioè muore riconciliato con Dio, c’é la gloria, perché l’anima sua si diparte dal corpo e va ad abitare con il Signore lassù nel cielo. Quindi se l’uomo muore perduto, perduto rimarrà in attesa del giudizio e anche dopo che sarà giudicato, cioè per l’eternità; se invece muore salvato, sarà salvo sia nell’attesa della risurre­zione che anche dopo che Dio giudicherà il suo popolo.

Secondo l’insegnamento della Parola di Dio non esistono vie alternative a quella che mena alla perdizione ed a quella che mena alla vita; ma non secondo il catechismo cattolico, infatti per esso esiste, ed é il purgatorio dove secondo loro le anime dei defunti con l’aiuto delle preghiere dei viventi ricevono l’alleviamento delle loro pene e la liberazione da esse per potere accedere al paradiso di Dio. Che inganno che è questo purgatorio!