Le prescrizioni dell’assemblea di Gerusalemme

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La dottrina dei teologi papisti

Le decisioni prese dall’assemblea di Gerusalemme sono cadute da sé e perciò non sono più valide.

La chiesa cattolica romana insegna che la delibera dell’assemblea di Gerusalemme di doversi astenere dal sangue, dalle cose soffo­cate e dalle cose sacrificate agli idoli oggi non è più valida.

Nel 1442 il concilio di Firenze ha infatti deliberato quanto segue: ‘Anche la proibizione degli apostoli delle cose immolate ai simulacri, del sangue e delle carni soffocate era adatta al tempo in cui dai giudei e gentili, che prima vivevano praticando diversi riti e secondo diversi costumi, sorgeva una sola chiesa. In tale modo giudei e gentili avevano osservanze in comune e l’occasione di trovarsi d’accordo in un solo culto e in una sola fede in Dio, e veniva tolta materia di dissenso (…) Ma quando la religione cristiana si fu talmente affermata da non esservi più in essa alcun Giudeo carnale, ma anzi tutti d’accordo erano passati alla chiesa, condividendo gli stessi riti e cerimonie del Vangelo, persuasi che per quelli che sono puri ogni cosa è pura, allora venne meno la causa di quella proibizione, e perciò anche l’effetto’.[1]

A questa dichiarazione aggiungiamo le seguenti conferme.

Nel periodico Alleluja Francis A. Sullivan (teologo del movimento carismatico cattolico) dopo avere esposto gli articoli di fede della Chiesa Cristiana Evangelica Penteco­stale così come sono esposti nel periodico Risveglio Pentecosta­le del Novembre 1953, tra i cui articoli vi è il seguente: ‘Noi crediamo che è necessario astenersi dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione, in ossequio a quanto decretato dallo Spirito santo nel primo Concilio di Geru­salemme’, facendo notare le divergenze più importanti che esisto­no tra la fede pentecostale e quella cattolica afferma: ‘L’insi­stenza dei pentecostali sulla obbligatorietà permanente dei ‘decreti’ del Concilio di Gerusalemme è un esempio di interpreta­zione ‘fondamentalistica’ della Sacra Scrittura. Tali prescrizio­ni hanno avuto ragione nella situazione della chiesa primitiva, quando c’erano molti cristiani convertiti dal giudaismo che ancora osservavano la Legge Mosaica. Cambiata la situazione, non hanno più ragione o forza per quanto riguarda le prescrizioni dietetiche’.[2]

Nella Bibbia cattolica (Ediz. Paoline del 1971) in una nota che parla dell’assemblea di Gerusalemme si legge: ‘Giacomo, dopo avere confermato le parole di Pietro con la Scrittura (Am. 9,11-12), propone delle prudenziali misure disciplinari che, avendo il fine provvisorio di rendere più facili le relazioni fra i Gentili e i Giudei, caddero da sé, quando la fusione fu completa’. Notate che in questo caso anche l’astensione dalla fornicazione è inclusa tra le misure disciplinari che caddero da sé; mentre nelle parole di Sullivan sopra esposte la fornicazione resta tuttora valida.

Nella New Catholic Encyclopedia (1967) alla voce ‘Gerusalemme, Concilio di’ si legge a riguardo delle ingiunzioni date a quel Concilio quanto segue: ‘Fuori dagli Atti nessuna menzione di esse è fatta; Paolo non si riferisce mai ad esse (cf. 1 Cor 8.1-10.30) nelle sue Epistole, un indicazione che esse erano solo di impor­tanza locale e temporanea’.

Quindi, per ricapitolare; quello che parve bene allo Spirito Santo e agli apostoli e agli anziani di imporre a noi Gentili per il nostro bene non è più valido oggi perché le circostanze sono cambiate.

 


[1] Concilio di Firenze, Sess. XI del 4 Febbraio 1442

[2] Alleluja, Marzo-Aprile 1976, pag. 4-5