L’interpretazione data dagli Avventisti ai passi del Levitico che parlano dei sacrifici d’espiazione che venivano offerti ogni giorno e il giorno dell’espiazione è errata

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Alla base di questa dottrina del giudizio investigativo c’è la dottrina che afferma che quando i peccati vengono perdonati non vengono cancellati, ma vengono portati nel santuario celeste dove rimarranno fino a quando il giudizio investigativo non sarà concluso. E questo gli Avventisti lo deducono da alcuni passi presi dal libro del Levitico dove si parla dell’espiazione dei peccati che Dio aveva ordinato doversi fare.

Ora, secondo la legge levitica, durante un qualsiasi giorno dell’anno, quando il popolo o uno dei capi del popolo o qualcuno del popolo si rendevano colpevoli dovevano offrire per il loro peccato determinati sacrifici di espiazione. Mediante queste offerte i loro peccati venivano perdonati infatti si legge alla fine della descrizione di quello che ciascuno doveva offrire per il suo peccato e dell’espiazione che doveva compiere il sacerdo­te: “Così il sacerdote farà l’espiazione per la raunanza, e le sarà perdonato”;[1] “Così il sacerdote farà l’espiazione del peccato di lui, e gli sarà perdonato”,[2] (questo nel caso era un capo del popolo a peccare); “Così il sacerdote farà l’espiazione per quel tale, e gli sarà perdonato”[3] (questo nel caso era a peccare uno del popolo). Come potete vedere in tutti questi casi è scritto che il peccato veniva perdonato a chi offriva il sacrificio per il peccato che aveva commesso. E’ da tenere presente che questa espiazione la potevano compiere i sacerdoti perché il sangue dell’offerta non doveva essere portato nel luogo santissimo. Questo è quello che avveniva ogni giorno. Ma vi era un giorno particolare durante l’anno durante il quale il Sommo Sacerdote offriva dei sacrifici per i peccati suoi e di tutto il popolo, e doveva portare il sangue di questi animali nel luogo santissimo per farne l’aspersione davanti al propiziatorio. In quel giorno, che era il decimo giorno del settimo mese, il Sommo Sacerdote faceva oltre l’espiazione dei suoi peccati e di quelli del popolo anche l’espiazione per il santuario, per la tenda di convegno e per l’altare. Cosa dicono gli Avventisti a riguardo del sangue che veniva quotidianamente sparso durante tutto l’anno e di quello che veniva sparso il giorno dell’espiazione? Essi dicono in Questions on Doctrine: ‘Quando il sangue veniva sparso, il peccato veniva registrato nel santuario (…) I peccati degli Israeliti, registrati nel santuario dal sangue versato delle vittime sacrificali, erano rimossi e totalmente sbarazzati nel Giorno dell’Espiazione’.[4] In altre parole mediante il sangue dei sacrifi­ci che venivano offerti continuamente i peccati venivano perdona­ti ma nello stesso tempo registrati nel santuario terreno; mentre media­nte il sangue del giorno dell’espiazione quei peccati non solo venivano perdonati ma anche cancellati. E dato che gli Avventisti affermano che il ministerio quotidiano dei sacerdoti rappresenta il ministerio di Cristo dalla sua ascensione al 1844, e che il giorno delle espiazioni della legge corrisponde al giorno dell’espiazione cominciato il 22 ottobre 1844, essi giungono alla conclusione che prima di quell’anno i peccati venivano perdonati ma non cancellati perché venivano registrati nel santuario celeste che era raffigurato in terra da quello fatto con mano; mentre dal 1844 in poi Cristo, Sommo Sacerdote, essendo entrato nel luogo santissimo ha potuto cominciare la cancellazione dei peccati di quelli che avevano creduto in lui. E come abbiamo visto questa cancellazione non è ancora effettuata neppure per i credenti che sono viventi sulla terra perché si compirà quando sarà terminato il giudizio investigativo.

Cominciamo col dire che l’interpretazione degli Avventisti secon­do la quale il sangue offerto per i peccati ogni giorno registra­va i peccati perdonati al popolo nel santuario, mentre il sangue offerto nel giorno dell’espiazione cancellava quei peccati, non trova nessuna conferma nella legge. In altre parole non si trova nessuna con­ferma nella legge che l’espiazione che veniva fatta il giorno dell’espiazione fosse diversa riguardo all’effetto da quella che veniva compiuta negli altri giorni dell’anno. Sia l’una che le altre erano efficaci in verso coloro che offrivano il sacrificio per il peccato, sia che veniva fatta il giorno dell’espiazione che un’altro giorno. Altrimenti Dio non avrebbe detto – per quel che concerne l’espiazione fatta in altri giorni – : “Così il sacerdo­te farà l’espiazione per la raunanza, e le sarà perdonato”.[5] In verità non si comprende come fosse possibile che il medesimo sangue degli animali quando veniva offerto un qual­siasi giorno trasferiva i peccati del popolo nel santuario, mentre quando veniva offerto il giorno dell’espiazione li toglie­va e li cancellava. Se fosse come dicono gli Avventisti allora, noi dovremmo conclu­dere che il sacrificio per il peccato offerto quotidianamente e quello offerto il giorno dell’espiazione che sono ambedue de­scritti nel libro del Levitico non possono ambedue prefigurare il perfetto sacrificio di Cristo compiuto sulla croce, perché solo quello offerto il giorno dell’espiazione cancellava i peccati del popolo mentre l’altro no. E qui si cadrebbe inevitabilmente nell’errore. Noi diciamo invece che i sacrifici espiatori de­scritti nel libro del Levitico sono ombra di quello perfetto che Cristo doveva offrire nella pienezza dei tempi; a prescindere se venivano offerti in un giorno qualsiasi o nel giorno dell’espiazione. Non dobbiamo infatti dimenticare che tutti i sacrifici espiatori che venivano offerti sotto la legge non potevano cancellare appieno i peccati del popolo perché “è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati”;[6] ivi incluso il sangue che veniva offerto per i peccati del popolo il giorno dell’espiazio­ne. Ma allora, se anche il sangue sparso il giorno dell’espiazio­ne non poteva togliere i peccati come il sangue offerto in un altro giorno, come mai Dio stabilì quel giorno? Certamente per uno scopo ben preciso; noi riteniamo, in base a quello che troviamo scritto nella lettera agli Ebrei, che la distinzione tra l’asper­sione del sangue fatta al di qua del velo e quella fatta al di là del velo sia stata stabilita da Dio sotto la legge per “signifi­care che la via al santuario non era ancora manifestata finché sussisteva ancora il primo tabernacolo”[7] e che un giorno Cri­sto, il futuro Sommo Sacerdote, invece di entrare nel luogo santissimo di un santuario terreno con sangue di animali sarebbe entrato direttamente in cielo con il suo proprio sangue e non ci sarebbe stato più bisogno di offrire continuamente sacrifici per i peccati.

Come potete vedere gli Avventisti facendo una differenza tra l’effetto dello spargimento di sangue che avveniva ogni giorno sotto la legge e quello che avveniva il giorno dell’espiazione e appli­cando questa interpretazione all’opera di mediazione sacerdotale che Cristo ha cominciato a compiere in cielo dalla sua ascensio­ne (opera che è stata suddivisa da loro in due fasi per raffigu­rarla con quella sacerdotale che avveniva sotto la legge e potere così giustificare l’errore dei Milleriti a proposito del ritorno di Cristo il 22 ottobre 1844) hanno prodotto la dottrina del giudizio investigativo che dice che quando uno crede i suoi peccati vengono trasferiti nel santuario celeste in attesa di essere cancellati (ecco perché il santuario celeste ha bisogno ancora di essere purificato perché ci sono i peccati di coloro che hanno creduto)! Hanno veramente errato nell’interpretare le cose in questa maniera. Quindi, nessun Avventista vi tragga in errore fratelli, perché il giudizio investigativo fonda la sua esistenza anche su una interpretazione errata dei sacrifici levitici applicata all’opera di mediazione di Cristo.

 


[1] Lev. 4:20

[2] Lev. 4:26

[3] Lev. 4:31

[4] Questions on Doctrine, pag. 432

[5] Lev. 4:20

[6] Ebr. 10:4

[7] Ebr. 9:8