I sette sigilli come li ‘rivelò’ Branham alla luce della Parola di Dio

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Che dire della ‘rivelazione’ dei sette suggelli proferita da Branham? Essa è falsa. Le ragioni sono svariate. Spiegherò le principali ragioni per cui essa non può essere vera.

Innanzi tutto va detto che in base all’insegnamento biblico la venuta di Cristo e il nostro adunamento con lui avrà luogo dopo che sarà manifestato l’anticristo, ossia l’uomo del peccato. L’apostolo Paolo questo lo spiega chiaramente ai Tessalonicesi quando dice: “Or, fratelli, circa la venuta del Signor nostro Gesù Cristo e il nostro adunamento con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra, quasi che il giorno del Signore fosse imminente. Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio. Non vi ricordate che quand’ero ancora presso di voi io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete quel che lo ritiene ond’egli sia manifestato a suo tempo. Poiché il mistero dell’empietà è già all’opra: soltanto v’è chi ora lo ritiene e lo riterrà finché sia tolto di mezzo”.[1] Non c’è dubbio; Paolo dice che l’empio sarà manifestato mentre i santi saranno ancora sulla terra. Questo lo si deduce dal fatto che lui dice che “quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario…”. Dunque prima deve venire sia l’apostasia che l’uomo del peccato, e poi verrà il giorno del Signore che includerà la risurrezione dei morti in Cristo e la traslazione dei santi viventi.

Inoltre dire che il cavaliere visto sul cavallo bianco, quello visto sul cavallo rosso, quello visto sul cavallo nero ed infine quello visto sul cavallo giallastro sia lo stesso cavaliere è arbitrario perché non si evince nella maniera più assoluta da una lettura sia pur superficiale delle parole di Giovanni.

Altra cosa da dire è che dire che quelle anime uccise a motivo della Parola e che Giovanni vide in cielo sotto l’altare siano i milioni di Ebrei uccisi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale è qualcosa che non può corrispondere al vero. Non si capisce infatti come degli Ebrei che rifiutavano di chiamare Gesù Cristo ‘nostro Signore’ sulla terra, lo possano chiamare in questa maniera in cielo. Branham non conosceva le Scritture per affermare simili cose. No, quelle anime viste da Giovanni sotto l’altare erano anime di credenti in Gesù Cristo che sulla terra lo avevano accettato come loro personale Salvatore e Signore. E poi, come si fa a dire che essi morirono a motivo della Parola e della testimonianza che resero? Ma essi intoppavano nella Parola, come fecero dunque a morire per essa? E quale testimonianza essi resero di Gesù che Branham li colloca in cielo, li mette tra i martiri? A me non pare che essi resero testimonianza di Gesù Cristo; semmai resero testimonianza contro Cristo ma non a suo favore. Qualcuno forse dirà: ‘Ma quelle anime non furono forse sentite chiedere a Dio vendetta?’ Certo, ma non si può dire in base a ciò che essi fossero Ebrei non credenti. Ma ditemi: ‘Dei credenti di fra i Gentili, come anche di fra gli Ebrei, non potevano in cielo chiedere vendetta a Dio?’

Come si fa poi ad affermare che Mosè morì e risuscitò? Non si può. Mosè fu seppellito da Dio nella valle, nel paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor e nessuno ha mai saputo dove fosse la sua tomba. E quando egli apparve sul monte santo assieme ad Elia apparve con la sua anima, senza il suo corpo che aspetta ancora la resurrezione. Questo insegna la Scrittura. Per questo non crediamo che sia lui l’altro profeta che deve venire con Elia. E’ più logico supporre che a fianco di Elia (che realmente non vide la morte) ci sarà Enoc che non vide la morte come Elia. Ma sull’identità di quest’altro testimone la certezza non l’abbiamo.

Passiamo adesso al settimo suggello che Branham disse – in quel giorno in cui predicò sul settimo suggello – che ancora Dio non l’aveva rivelato ma che l’avrebbe rivelato a suo tempo, naturalmente tramite lui che era il settimo angelo, perché se alla voce del settimo angelo, che è Branham, tutti i misteri sarebbero terminati, per forza di cose anche il mistero circa la data del suo ritorno doveva per forza essere rivelato. Branham lo disse chiaramente: ‘Nei giorni del suonare del Messaggio del settimo angelo, tutti i misteri di Dio devono essere terminati’. E così infatti è successo; anche questo mistero fu ‘rivelato’ a Branham, perché lui disse che per il 1977 Cristo sarebbe tornato. E da quale fonte provenga questa ‘rivelazione’ lo dice il fatto che essa non si è adempiuta. Ma il mancato adempimento di questa importante rivelazione viene naturalmente tenuto nascosto dai suoi seguaci (ammesso che tutti la conoscano questa ‘rivelazione’) e il motivo è evidente, esso scredita nella maniera più chiara possibile il ministerio profetico di Branham. Ora, io con questo non voglio dire che tutte le rivelazioni di Branham fossero false, perché riconosco che alcune si adempirono e risultarono veraci, ma solo che in questo caso come anche in molti altri casi, Branham ha parlato per presunzione. Si badi che anche sotto l’Antico Patto, ci furono uomini che erano stati stabiliti da Dio profeti che ad un certo punto si misero a fare false predizioni o per un motivo o per un altro; per cui non c’è nulla da meravigliarsi se Branham dopo avere avuto all’inizio delle vere rivelazioni concernenti il futuro si è poi sviato dietro la menzogna dicendo cose che Dio non gli comandava di dire.

E qui vorrei dire qualche cosa che quando si sente parlare di Branham non viene mai fatto notare e cioè che Branham morì poco tempo dopo avere detto che Dio gli aveva ‘rivelato’ i sette suggelli tra cui come abbiamo visto lui ci riuscì a mettere pure la data del ritorno di Cristo. Che dice la legge a riguardo del profeta che ha la presunzione di dire in nome di Dio cose che Dio non gli ha comandato di dire? Ecco cosa dice: “Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome qualcosa ch’io non gli abbia comandato di dire o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta sarà punito di morte”.[2] Notate che chi parla usando il nome di Dio per dire cose sue merita la stessa punizione di colui che parla in nome di altri dèi. Ecco perché ogni volta che penso alla morte improvvisa di Branham (nessuno si aspettava che morisse a quell’età) mi vengono alla mente le parole del Deuteronomio sulla fine che aspetta i profeti che parlano per presunzione.

Dio non ha riguardi personali; non ne ha mai mostrato e non ne mostrerà giammai verso nessuno dei suoi servi, non importa che ministerio abbiano essi ricevuto da lui. Siamo chiamati quindi a temerlo tutti i giorni del nostro pellegrinaggio come dice l’apostolo Pietro.[3] Qualcuno quindi dirà: ‘Tu credi allora che Dio tolse di mezzo Branham perché si era sviato da lui cominciando a dire cose che Dio non gli diceva e a traviare il popolo?’ Sì, lo credo e a questo pensiero temo e tremo.

Un’ultima parola fratelli; siccome so che in seno alla fratellanza possono sempre sorgere persone che dicono che Dio gli ha rivelato le cose proferite dai sette tuoni, vi metto in guardia, perché non è affatto scritto che quelle cose un giorno saranno rivelate a qualcuno; è scritto solo che una voce dal cielo disse a Giovanni di non scriverle ma di suggellarle. Qualcuno potrebbe prendere queste parole per persuadervi che in futuro sorgerà un profeta a cui Dio rivelerà la data del ritorno di Cristo (che sarebbe tra le cose proferite dai sette tuoni), o che magari lui è quel profeta. Non dategli retta nella maniera più assoluta perché la data del ritorno di Cristo rimarrà nascosta fino a quando non sarà manifestata l’apparizione di Cristo, cioè sarà solo quando Cristo sarà tornato che sapremo quella data. Vegliate e pregate, per non cadere nelle reti di qualche seduttore.

 


[1] 2 Tess. 2:1-7

[2] Deut. 18:20

[3] Cfr. 1 Piet. 1:17