Conclusione

Le Chiese Pentecostali Antitrinitarie (I ‘Gesù solo’) e i Branhamiti – Indice > I Branhamiti >  Conclusione

Molti che hanno conosciuto William Branham e furono presenti alle sue riunioni hanno asserito che Dio operava potentemente tramite di lui; esortava i peccatori ad accettare Cristo come loro personale Salvatore e Signore e molti lo accettarono, prega­va sugli ammalati nel nome di Gesù e molti furono realmente guariti, talvolta rivelava a persone presenti nelle sue riunioni la loro identità e fatti particolari della loro vita senza che egli le conoscesse.[1] Nell’insieme furono centinaia di migliaia le persone che assistettero alle sue riunioni in America, in Europa e in Afri­ca. Come si spiega dunque il fatto che lui da un lato si era unito alle chiese pentecostali unitariane che negano la Trinità e molte persone venivano guarite nel nome di Gesù Cristo in maniera così evidente che nessuno lo poteva negare?[2] E’ possibile che benché lui negasse la Trinità di persone nella Divinità quelle opere potenti procedessero da Cristo? E’ possibile perché lui in effetti predicava nel nome di Cristo Gesù e guariva nel nome di Cristo Gesù, anche se non accettava il concetto di un Dio trino. Vogliamo dire con questo che in fondo in fondo lui predicava la divinità di Cristo, il suo sacrificio espiatorio e la fede in Cristo, quantunque la posizio­ne dei ‘Gesù solo’ implica l’affermazione eretica che Gesù è sia il Padre che lo Spirito Santo e che per nascere di nuovo bisogna ricevere il battesimo con lo Spirito Santo (di cui però per Branham le lingue non erano il segno che attestava l’avvenuta ricezione). Perciò se le persone credevano in Gesù che c’è da meravigliarsi se ottenevano la salvezza e delle guarigioni mediante la fede nel suo nome? E che dire delle rivelazioni che aveva che lui attri­buiva allo Spirito Santo (che però per lui era Gesù tornato a Pentecoste nei suoi discepoli e non la terza persona della Trini­tà distinta dal Figliuolo) e che facevano meravigliare i presenti sia quando si trattava della rivelazione di cose avvenute o che avvenivano nella vita delle persone (parola di conoscen­za)[3] e sia quando si trattava di predizioni del futuro (parola di sapienza) che poi si avveravano? Anche in questo caso dobbiamo dire che non possiamo fare nulla contro la verità; le rivelazioni di Dio si manifestano come tali e non si possono confutare. Ma si possono confutare le false predizioni, e di queste Branham ne fece anche. In questo caso si usò del nome dell’Eterno per predi­re eventi immaginati da lui; e per questo un giorno dovrà rendere conto a Dio.[4]

Ma veniamo ora alla lezione che si impara dall’esempio di Bran­ham: innanzi tutto non è da escludersi che un predicatore del Vangelo che comincia a negare la Trinità (mantenendo che Gesù è Dio e che la salvezza è per grazia) e anche altre dottrine bibli­che (come quella delle pene eterne per esempio che anche Branham negava) faccia delle guarigioni nel nome di Gesù, e nemmeno che riceva delle rivelazioni vere. Ricordiamo che Branham cominciò a predicare come ministro Battista (quindi deduciamo che inizial­mente credeva nella Trinità e nelle pene eterne) per poi passare con i ‘Gesù solo’ (che negano la Trinità). Ma è proprio qui che bisogna stare attenti; perché il fatto che egli predichi la morte e la risurrezione di Cristo e la fede nel suo nome per ottenere salvezza e guarigione, e neghi la Trinità e qualche altra dottri­na biblica, non significa che si è tenuti a credere anche nelle eresie che egli insegna solo perché compie guarigioni e ha delle rivelazioni. Anzi le sue eresie devono essere riprovate con forza e con ogni franchezza. Per questo noi riteniamo che Dio si usi di persone come Branham per mettere alla prova i suoi figliuoli, per vedere se essi lo amano con tutto il cuore e tutta l’anima. Non è forse scritto nella legge: “Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti mostri un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui t’avrà parlato succeda, ed egli ti dica: ‘Andiamo dietro a dèi stranieri (che tu non hai mai conosciuto) e ad essi serviamo’, tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore; perché l’Eterno, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate l’Eterno, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra. Seguirete l’Eterno, l’Iddio vostro, temerete lui, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, a lui servirete e vi terrete stretti”.[5]

Per concludere: coloro che predicano il Vangelo possono anche apparire umili, semplici, potenti in parole e opere, ma se negano la Trinità, se negano le pene eterne, se affermano che si nasce di nuovo quando si viene battezzati in acqua o quando si viene bat­tezzati con lo Spirito Santo, ed altre dottrine perverse, ed affermano di avere ricevuto un ministerio unico da Dio per la sua Chiesa come fece Branham ed esortano ad uscire dalle Chiese per andare dietro a loro, da essi bisogna guardarsi. Fratelli, non lasciatevi ingannare dalle guarigioni che essi prendono a sostegno del loro ministerio; riprovate le loro eresie e stateci lontano per non corrompervi.

A coloro che invece son seguaci di Branham, dico invece di rigettare tutto ciò che di non biblico Branham ha affermato e di lasciare i Branhamiti per unirsi ad una Chiesa che crede nella Trinità, nella salvezza e nella nuova nascita come esperienze che si fanno soltanto per fede.

 


[1] Voglio citare a tale proposito parti di un articolo scritto da Sara Gorietti su Risveglio Pentecostale (periodico delle Assemblee di Dio in Italia) dal titolo ‘La visita del fratello Branham’ dopo la visita di Branham alla comunità di Roma nel 1954: ‘….E tutti furono presi da stupore e glorificavano Iddio; e pieni di spavento, dicevano: Oggi abbiamo visto cose strane. Con queste stesse parole dell’Evangelo di Luca il Past. Roberto Bracco chiudeva la riunione tenuta dal fratello Branham nella chiesa di Roma. Veramente avevo visto cose strane! Mentre il ricordo di quel culto è ancora vivo nella mia memoria, desidero trascrivere alcune impressioni personali, affinché altri vengano a conoscenza del singolare ministerio che il fratello Branham ha ricevuto da Dio. (…) Il fratello Branham ha introdotto il suo messaggio con le semplici parole: – Di passaggio per Roma ho avuto gran desiderio di vedervi. (…) Il suo messaggio è stato anche molto semplice e strettamente evangelico. Ma prima ancora, egli ci ha raccontato alcune testimonianze personali. Ciò che più mi ha colpito è stata l’impronta del soprannaturale che ha caratterizzato tutta la sua vita ed anche la riunione di quella domenica nella nostra chiesa di Roma. (…) Non ho mai visto un uomo parlare con tanta autorità della parola di Dio.(…) La prima persona che gli si presentò davanti fu una sorella di mezza età. Il fratello Branham parlò sempre con dolcezza, mantenendosi calmo; non si agitò mai, né mai alzò la voce. Egli è proprio un uomo umile nel più vasto senso della parola, nonostante il fragoroso successo del suo ministerio. Trattenevo il respiro mentre aspettavo che il fratello Branham avesse continuato a procedere con quella sorella che gli stava di fronte. Temporeggiò alcuni istanti, dimostrando di non avere fretta, poi dolcemente le parlò, come aspettando l’ispirazione divina: – Noi non ci conosciamo, non ci siamo mai incontrati prima d’ora. Se ti dirò alcune cose della tua vita e qual è la malattia che ti affligge, dovrai pure ammettere che è stato il Signore a rivelarmele, perché nessun uomo possiede la facoltà di far questo da se stesso. Tutta l’atmosfera era carica di aspettativa. Egli proseguì: – Tre giorni fa hai pregato il Signore perché mi mandasse in questa chiesa e pregassi per la tua guarigione. Hai pregato in una stanza nella quale alla tua destra era una sedia ed alla tua sinistra la finestra. Il tuo male è che hai disturbi di stomaco e di fegato causati dalla condizione scossa del tuo sistema nervoso. A questo punto fu impossibile mantenere calma l’assemblea: da ogni parte si alzarono esclamazioni di meraviglia e di giubilo nello stesso tempo, perché realmente le cose che il fratello aveva detto venivano confermate da quella sorella stessa e da quanti altri ne erano a conoscenza. Poi il fratello pregò per lei e la lasciò andare esortandola a porre tutta la sua fiducia nell’Iddio Onnipotente. Per alcuni degli altri ammalati che gli si presentarono, egli continuò a procedere nello stesso modo: a tutti dichiarò con estrema esattezza il male che li affliggeva. La mia meraviglia e la mia sorpresa aumentavano continuamente. Improvvisamente, mentre stava parlando ad un malato, si voltò verso l’assemblea e puntando l’indice dalla parte delle sorelle, disse: – Tu sorella che hai il velo grigio in testa e che siedi a metà della sala, terzultima della tua fila… Quando la sorella indicata si alzò, il fratello Branham proseguì: – Proprio in questo momento stai pregando per tuo marito che è a casa malato di artrite; egli non è convertito. Stai di buon cuore che il Signore opererà. Cari fratelli, la mancanza di spazio mi obbliga a concludere. Ho voluto citare soltanto due esempi della manifestazione gloriosa del dono che il Signore ha largito al fratello Branham; ma potrei raccontarne degli altri, molti altri. (…) Non dimenticherò mai quella riunione che ha apportato un profondo cambiamento nella mia vita interiore ed ha corretto molte mie idee errate intorno al grande ministerio della guarigione divina’. (Risveglio Pentecostale, anno 1954, n° 10, pag. 5,6,7). Faccio notare però che nel manuale Culti e Sette. pubblicato dalle ADI alcuni anni fa, il giudizio dato su Branham dall’autore del manuale è del tutto diverso da quello di Sara Gorietti, infatti vi si legge: ‘Da dove provenivano i suoi doni? (…) O provengono da capacità medianiche? E’ proprio questa la sola spiegazione; egli era un potente medium. Branham possedeva capacità medianiche eccezionali già prima della sua conversione. La sua conversione probabilmente fu autentica, ma non lo liberò mai da questa capacità, e disgraziatamente, quelli che lo attorniavano considerarono tali sue capacità come carismi di Dio’ (D. F. Johns, Culti e Sette, s.d., pag. 62).

[2] Persino i suoi nemici più accaniti non potevano dimostrare che le guarigioni non fossero autentiche.

[3] Donald Gee, che era un insegnante della Parola di Dio delle Assemblies of God (Assemblee di Dio) dell’Inghilterra, e che era un osservatore solitamente critico, credeva che Branham era ‘rimarchevolmente accurato’, e gli pareva che fosse ‘impossibile negare qualcosa dello Spirito di Dio nelle sue rivelazioni’ (citato da David Edwin Harrell Jr., All things are possible [Ogni cosa è possibile], 1975, pag. 38). Il libro di David Harrell è raccomandato dai seguaci di Branham perché l’autore, secondo loro, è uno storico che ha riportato gli eventi della storia di Branham senza pregiudizi.

[4] Vorrei ricordarvi a tale riguardo che nell’Antico Testamento c’è una storia in cui viene detto che un vecchio profeta che abitava in Bethel per far venire a casa sua un uomo di Dio (che aveva ricevuto espressamente l’ordine da Dio di non fermarsi a mangiare e a bere in Bethel e di non tornare per la stessa via) gli mentì dicendogli che un angelo di Dio gli aveva detto di menarlo a casa sua per farlo mangiare e bere (dunque gli riferì una falsa rivelazione). Il fatto è però che mentre i due stavano a tavola a mangiare, Dio rivelò al vecchio profeta che l’uomo di Dio per essersi ribellato all’ordine di Dio avrebbe subito questo giudizio, il suo cadavere non sarebbe entrato nel sepolcro dei suoi padri (cfr. 1 Re 13:1-32). Questa storia ci insegna dunque che un profeta può ricevere delle rivelazioni di Dio persino dopo avere riferito delle false rivelazioni avute da Dio. Lo so che pare incredibile tutto ciò, ma è confermato dalla Scrittura per cui ci dobbiamo credere. Dunque non ci si deve meravigliare se nelle rivelazioni di Branham se ne trovano delle vere e delle false.

[5] Deut. 13:1-4