Il Dipartimento di Stato Americano, per la libertà religiosa nel mondo, ha segnalato l’India nel suo rapporto 2007, come nazione in cui il grado di tolleranza è positivo, cioè dove, in generale, c’è rispetto per la libertà religiosa.
I leader cristiani però ritengono che il grado di difficoltà sia da ridefinire, in quanto è da ritenere “allarmante”.
L’incidenza delle violenze anti-cristiane è molto più alta rispetto a quella che le statistiche riportano. La maggior parte delle violenze, non vengono denunciate alla polizia, ed in moltissimi casi la polizia si rifiuta di registrare le denunce. Inoltre il fenomeno è completamente ignorato dai media.
Il Dott. John Dayal, segretario del Consiglio Cristiano dell’India (AICC), ha detto: “Nel mio registro trovo, fra una media annuale, dal 1997, tra i 200 e 400 casi di violenza contro i cristiani, e la tendenza è in forte aumento”.
Anche se proporzionalmente al miliardo di abitanti non sembra poi esserci una gran quantità di atti di violenza, resta il fatto che una minoranza è oppressa e la situazione è particolarmente grave in alcune zone e regioni della nazione.
Inoltre i cristiani devono fronteggiare la persecuzione dei fondamentalisti indù in sette stati, vale a dire: Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Rajasthan, Orissa, Karnataka ed Andhra Pradesh.
La popolazione totale in questi sette stati è più di 354 milioni, dei quali 4 milioni sono cristiani.
I cristiani in India sono preoccupati per il fatto che la persecuzione è in crescita in alcuni stati meridionali, particolarmente in Andhra Pradesh e Karnataka, dove, fino a poco tempo fa, la situazione è stata relativamente tranquilla.
Fonte: IncontrareGesù.it/Porte Aperte – Notizie di Dicembre 2007