La legislazione messicana prevede la libertà religiosa e di opinione, ma i cristiani evangelici sono ancora discriminati e perseguitati nello stato del Chiapas.
La comunità di Ignacio Allende, nello stato del Chiapas, è amministrata dagli zapatisti che, dopo un accordo col governo federale di alcuni anni fa, ottennero alcune amministrazioni nello stato meridionale del Chiapas.
I capi tribali locali praticano una miscela di rituali indigeni e cattolicesimo. Essi non permettono ai cittadini di convertirsi a Cristo, perchè in quel caso abbandonano le pratiche religiose del luogo.
A dicembre del 2006, Caralampio, un guerrigliero zapatista di questo villaggio, era gravemente ammalato e ha dato la sua vita a Cristo grazie alla coraggiosa predicazione del pastore Felipe Vasquez che, nonostante le minacce dei caciques (i capi locali), ha continuato a predicare e a divulgare la Parola di Dio.
Il 2 gennaio 2007 Caralampio e suo padre furono arrestati e maltrattati due giorni e due notti dai caciques per le loro attività cristiane e furono rilasciati solo dopo aver pagato l’equivalente di 500 dollari di multa.
I caciques continuano tuttora a minacciare questi due uomini e chiunque diventa evangelico grazie alla loro predicazione. Oltre a metterli in carcere, li minacciano di espulsione dal villaggio Ignacio Allende e di sanzioni pecuniarie molto alte.
Mariano Hernandez è un altro evangelico che è stato minacciato negli ultimi sei mesi. Lo accusano di far scomparire le tradizioni locali, un reato che nella comunità di Vochjvo prevede un procedimento giudiziario.
Gli usi religiosi non permettono di evitare la partecipazione alle processioni e alla contribuzione di tutti alle feste religiose. Questo è il motivo principale che provoca discriminazioni e persecuzioni contro gli evangelici.
Fonte: Porte Aperte