Un ottavo stato indiano è sul punto di promulgare una legge anti-conversione.
Come aveva promesso prima della sua elezione nel marzo scorso, il partito ultranazionalista indù Bharatiya Janata Party conta presto di promulgare una legge anti-conversione nello stato dell’Uttarakhand (un tempo conosciuto col nome di Uttaranchal) situato nel nord dell’India e che conta 8,4 milioni di abitanti.
Durante un meeting, il Ministro in Capo dell’Uttarakhand, B. C. Khanduri ha affermato che il suo governo stava per “introdurre una legge per bandire le conversioni ottenute con la forza o con mezzi fraudolenti” e questo fin dalla prossima sessione dell’assemblea legislativa.
Questa nuova legge rischia di aumentare le discriminazioni subite dai circa 30.000 cristiani che abitano nello stato di Uttaranchal. Come si è verificato in altri stati indiani, gli estremisti indù utilizzano queste leggi per accusare impropriamente i cristiani e giustificare i loro violenti attacchi.
Gli ultranazionalisti indù si battono per vedere applicate tali leggi in tutta l’India (28 stati federati) senza curarsi della Costituzione indiana che garantisce il rispetto della libertà religiosa.
Lo scorso mese, Ashok Singhal, il leader del Vishwa Hindu Parishad (Consiglio mondiale degli indù), un altro movimento fondamentalista indù, ha infatti affermato che dovrà esserci una legge anti-conversione nazionale. Egli si è anche augurato che quelli che vengono dall’estero per convertire gli indù siano ricondotti alla frontiera, poiché queste conversioni rappresentano “una minaccia per l’esistenza degli indù”
Apparse negli anni ‘70, le leggi anti-conversioni sono state da allora introdotte in sette stati dell’India: Orissa, Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Rajasthan e Himachal Pradesh, Arunachal Pradesh e Gujarat. In questi ultimi due stati non sono state applicate. Esse sono in gran parte responsabili dell’ondata di persecuzioni che conoscono i cristiani in India da alcuni anni.
Fonte: Portes Ouvertes