La giustificazione, la nuova nascita, la salvezza

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La dottrina dei Testimoni di Geova

Ecco cosa insegnano i Testimoni di Geova a proposito del come si viene giustificati da Dio: ‘Molti prote­stanti credono nella giustificazione, o nell’essere dichiarati giusti, mediante la sola fede, e pensano che credere in Gesù garantisca la salvezza..’,[1] e: ‘..credono che per essere salvati sia sufficiente credere in Gesù e, pertanto, che la giustificazione preceda il battesimo’[2] ed anche: ‘Il concetto della giustifica­zione sostenuto dai protestanti, secondo i quali il cristiano viene dichiarato giusto sulla base dei meriti del sacrificio di Cristo, è senza dubbio più vicino all’insegnamento della Bibbia’[3] (di quanto lo sia quello cattolico esposto poco prima). Già queste dichiarazioni basterebbero per comprendere che la giustifi­cazione proclamata dai Testimoni di Geova non è quella biblica; ma noi vogliamo proseguire ed esporre la loro dottrina sulla giustificazione al fine di manifestarvela a tutti voi nella sua interezza. E’ abba­stanza complicato esporre questa loro dottrina sulla giustifica­zione perché in essa troviamo due giustificazioni, quella dei 144.000 e quella delle ‘altre pecore’ che sono differenti l’una dall’altra; ma riteniamo che sia necessario esporla per smasche­rarla.

Innanzi tutto, essi affermano che ‘il sacrificio di riscat­to di Cristo rende possibili due speranze, una celeste e l’altra terrena’ e che ‘per nutrire l’una o l’altra speranza occorre trovarsi in una condizione giusta agli occhi di Dio’.[4] Per quanto riguarda la speranza celeste essa è posseduta solo dai 144.000, per quanto riguarda invece la speranza di vivere sulla terra paradisiaca essa è posseduta da tutti gli altri che costituiscono la grande folla o ‘le altre pecore’. Vediamo ora da vicino come essi parlano di questa condizione giusta davanti a Dio (la giu­stificazione) in relazione a queste due classi di persone.

La giustificazione dei 144.000.

Alla domanda: ‘Chi sono quelli che sono stati giustificati, o dichiarati giusti, nel corso dell’attuale sistema di cose?’,[5] essi rispondono che sono ‘coloro che Geova sceglie per formare i giusti ‘nuovi cieli’, il governo del Regno retto dal Re Gesù Cristo’ e ‘secondo quanto è rivelato, il numero di questi ‘santi’ scelti per governare con l’Agnello Gesù Cristo sul cele­ste monte Sion è di 144.000’;[6] in altre parole, essi affermano che solo questi possiedono una giustificazione ‘completa’ (la chiamiamo così per distinguerla da quella dell’altra categoria di persone che tratteremo dopo). Per loro infatti l’insegnamento della giustificazione esposto da Paolo nella lettera ai Romani è usato in relazione ai 144.000! ‘I 144.000 ‘santi’ vengono definiti ‘giusti che sono stati resi perfetti’; costoro dopo che muoiono al peccato vengono destati a novità di vita, e Dio avendoli dichia­rati giusti li può generare mediante il suo Spirito affinché siano suoi figli spirituali. Divengono così Israeliti spirituali ed eredi di Dio. Sono loro che regneranno in cielo con Cristo, infatti alla loro morte (se rimangono fedeli sino alla fine della loro vita terrena) verranno ‘risuscitati’ (loro usano questo verbo impropriamente, perché non si tratta di una risurrezione corporale ma di una ‘risurrezione spirituale’ di cui la Scrittura non dice proprio nulla) ed andranno in cielo con Cristo. Ricor­diamo che di questi 144.000, secondo quanto essi dicono, la maggio­r parte sono morti e coloro che rimangono in vita si trovano esclusivamente tra i Testimoni di Geova.

A questo punto è lecito domandarsi: ‘Ma come fa un Testimone di Geova a diventare uno di questi ‘unti’ giustificati con questa speranza celeste, ossia quale è la via che deve seguire per essere salvato in cielo? La risposta si può riassumere in queste fasi: innanzi tutto deve credere che Dio esiste e che è il rimu­neratore di quelli che lo cercano, credere che la Bibbia è la verità di Dio e la sicura guida dell’uomo, e deve accettare Gesù come proprio Salvatore; questa fede produrrà in lui il pentimento dai propri peccati. La fede e il pentimento richiedono che la persona rinunzi a se stessa e si dedichi a fare la volontà di Dio. E questa sua rinunzia egli la deve manifestare tramite il battesimo per immersione che simboleggia la sua dedicazione. Viene detto che Dio dichiara giusta una persona quando esercita fede nel sangue di Cristo (e quindi prima del battesimo) infatti si legge in Sia Dio riconosciuto verace: ‘Cristo Gesù opera allora[7] come avvocato, coprendo i peccati di quella persona con i meriti del Suo sacrificio, e questi vengono in tale modo giustificati mediante il sangue di Cristo’,[8] ma in effetti la giustificazione avviene dopo il battesimo, cioè dopo l’atto simboleggiante la dedicazione. Ma quando? Nella Torre di Guardia a proposito di colui che entra a fare parte dei 144.000 si legge: ‘Se quest’uomo rimane fedele, Geova non solo si astiene dall’imputargli i suoi falli, ma gli attribuisce realmente la giustizia’[9] e che qui si parla della fedeltà fino alla morte lo si deduce anche da quest’altra espressione a riguardo dei 144.000: ‘Se rimangono fedeli sino alla fine della loro vita terrena, muoiono letteralmente e vengono risuscitati a un’eredità incorruttibile…’.[10] Quindi, da queste loro ultime affermazioni si evince che questa giustificazione gli ‘unti’ non la ottengono né prima del battesimo e neppure subito dopo il battesimo, ma la otterranno solo alla fine della loro vita se si saranno mostrati ubbidienti alla società della Torre di Guardia.[11]

A questo punto (dopo il battesimo) Dio gli dona lo Spirito Santo e lo adotta come figlio spirituale. E in questa maniera egli nasce di nuovo e diventa re e sacerdote. Ma egli ancora non ha la vita eterna ma solo la speranza di essa davanti a lui, speranza che egli deve procacciare come una ricompensa. Solo dopo essersi mostrati fedeli a Dio dimostrando con i loro atti la loro elezio­ne, tra cui il principale è quello di predicare l’Evangelo del Regno (il loro Evangelo ben inteso) egli otterrà la vita eterna;[12] quindi alla fine della sua vita. In realtà i membri dei 144.000 una volta ‘giustificati’ dovranno sacrificare loro stessi (come Gesù fece con se stesso) per ottenere il diritto di partecipare alla vita celeste con Cristo dopo morti[13].

La giustificazione delle ‘altre pecore’.

Ma veniamo ora alle cosiddette altre pecore, che costituiscono la maggioranza, per vedere in che maniera essi sono giustificati davanti a Dio secondo la Torre di Guardia. Innanzi tutto anch’es­si, per essere giustificati, devono esercitare fede in Dio e in Cristo, e dopo essersi pentiti devono dedicare la loro vita a fare la volontà di Dio manifestando tutto ciò con il battesimo e con una vita dedicata a Dio. Ma a differenza dei 144.000, di cui viene detto che ricevono la giustificazione (quella piena per intenderci) quando credono, di costoro non viene detta la stessa cosa sulla giustificazione. Ecco come parla la Torre di Guardia a loro riguardo: ‘Le ‘altre pecore’ radunate in questo tempo della fine formeranno la ‘grande folla’ che l’apostolo Giovanni vide in visione (…) A motivo della loro fede nel sangue sparso dell’Agnello viene loro attribuito un certo grado di giustizia (…) Il fatto che i componenti delle ‘altre pecore’ siano amici di Dio e che già ora godano di una condizione relativamente giusta agli occhi di Dio è pure reso chiaro dalla profezia di Gesù relativa al ‘segno della sua presenza’ (…) i componenti della ‘grande folla’ che so­pravviveranno alla ‘grande tribolazione’ non vengono già dichia­rati giusti per la vita (…) anche se Dio li aveva già considerati giusti rispetto all’umanità in generale e quali suoi amici, essi hanno bisogno di ulteriore aiuto, o di compiere altri passi, prima di potere essere dichiarati giusti per la vita (..) Dopo la prova finale saranno dichiarati giusti per la vita..’.[14] ‘Alla fine del regno millenario di Cristo, dopo avere superato la prova del giudizio finale, questi acquisteranno il loro diritto alla vita, ossia la giustificazione da parte di Geova Dio…’.[15] Essi spiegano questo concetto dicendo che per ora le ‘altre pecore’ che ripongono la loro fede in Gesù hanno il loro nome scritto in un libro di memorie; se poi passeranno la prova, alla fine del millennio il loro nome verrà scritto nel libro della vita. ‘Geova stesso allora li dichiarerà giusti in senso completo. Saranno stati giustificati per vivere in eterno’.[16]

 


[1] La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 6

[2] Ibid., pag. 7

[3] Ibid., pag. 7

[4] Ibid., pag. 7

[5] Ibid., pag. 9-10

[6] Ibid., pag. 10

[7] Dopo che uno ha esercitato fede e ha dedicato se stesso a Dio.

[8] Sia Dio riconosciuto verace, pag. 297

[9] La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 9

[10] Ibid., pag. 12

[11] In effetti, ho potuto riscontrare che la Torre di Guardia è ambigua sul quando vengono ‘giustificati’ i 144.000.

[12] In Sia Dio riconosciuto verace si legge: ‘I membri risuscitati uniti ora con Cristo Gesù nel tempio, i quali vennero tutti trovati fedeli in virtù di un’adeguata carriera di predicazione e di ministerio mentr’erano sulla terra, sono per l’eternità nel cielo…’ (pag. 115).

[13] Notate come affiora in maniera evidente in questi loro insegnamenti sulla giustificazione il merito dell’uomo, il sacrificio umano in vista della vita eterna, e come la grazia di Dio sia annullata.

[14] La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 17-18

[15] Sia Dio riconosciuto verace, pag. 276

[16] La Torre di Guardia, 1 dicembre 1985, pag. 18