Il pastore iraniano Youcef Nadarkhani dice che non crede nella Trinità: “la Bibbia parla di un solo Dio” [Video]

Secondo alcune notizie apparse in rete, il pastore Youcef Nadarkhani, 35 anni, che appartiene alla Church of Iran, non crede nella Trinità.

Il sito cristiano mohabatnews riferisce che Nadarkhani è “un cristiano non trinitario” e che quelli della Church of Iran “non hanno alcun rapporto con le chiese ufficiali dell’Iran” e “le chiese ufficiali e altri cristiani in Iran non sono d’accordo con la teologia di questo gruppo”.

Nadarkhani ha affermato: “non crediamo nella Trinità…perché la Bibbia parla di un solo Dio”.

Guarda il video qui sotto.

http://www.youtube.com/watch?v=8GGrQWLG6rk

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Il pastore iraniano Youcef Nadarkhani rischia l’esecuzione

27 settembre 2011 – 21:21

Iran: pastore protestante rischia impiccagione per apostasia

Un pastore protestante iraniano rischia di essere impiccato tra due giorni dopo che oggi, durante un’udienza del procedimento aperto contro di lui dal tribunale provinciale di Gilan per “apostasia”, si è rifiutato di rinnegare la sua fede in Cristo. Lo scrive il sito BosNewsLife, spiegando che Yousef Nadarkhani, 34 anni, sposato e padre di due figli, era musulmano e si è convertito al cristianesimo.

Non era un musulmano praticante, è spiegato nel sito, ma secondo la legge della Repubblica iraniana è comunque un apostata in quanto i suoi genitori sono musulmani. Oggi in tribunale ai giudici, secondo quanto riferito da testimoni a BosNewsLife, ha però detto senza alcuna esitazione: “Pentirmi vuol dire tornare indietro. Ma a cosa dovrei tornare? Alla blasfemia nella quale vivevo prima di trovare la mia fede in Cristo?”.

Nadarkhani è in carcere dall’ottobre 2009 nella sua città, Rasht. Da allora le accuse nei suoi confronti sono diventate più pesanti. Inizialmente era accusato solo di aver protestato davanti a una scuola contro l’introduzione dell’obbligo per tutti gli alunni di leggere il Corano, poi era stato messo sotto processo per ‘apostasià e per aver cercato di ‘evangelizzare i musulmanì. La condanna a morte è del settembre 2010.

Se Nadarkhani venisse impiccato – ricorda BosNewsLife – si tratterebbe del primo cristiano giustiziato in Iran per motivi religiosi negli ultimi 20 anni.

Fonte: swissinfo / sda-ats

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Iran, In carcere da mesi un pastore protestante iraniano. Rischia la condanna a morte per apostasia

La moglie di Youcef Nadarkhani è stata liberata nei giorni scorsi dopo quattro mesi di detenzione. L’arresto avviene mentre i cristiani evangelici lamentano una crescente pressione nei loro confronti, una persecuzione senza precedenti dall’avvento del regime degli ayatollah.

Teheran –. Il pastore Youcef Nadarkhani è stato accusato di “apostasia” il mese scorso dall’11° Camera della Corte di Assise della provincia di Gilan, nell’Iran del Nord. Il suo avvocato sta per presentare ricorso dopo aver rilevato “seri errori procedurali”. Nadarkhani è stato arrestato per aver messo in questione l’istruzione islamica nelle scuole. “Noi siamo una famiglia cristiana – avrebbe detto. – Voglio che i miei figli ricevano un’istruzione religiosa cristiana, non islamica”.

Fatemeh Passandideh, moglie di un noto pastore protestante iraniano, è stata liberata qualche giorno fa dopo quattro mesi di detenzione; ma suo marito, ancora in prigione, potrebbe dover affrontare una condanna a morte per apostasia, ha detto la “Church of Iran”.

La comunità cristiana che fa riferimento al pastore imprigionato ha espresso preoccupazione per l’esito del processo alla coppia, che ha due figli piccoli. Questo caso esplode nel momento in cui ci sono notizie di una pressione crescente da parte delle autorità verso la “Church of Iran”, un movimento protestante che comprende parecchie chiese “sotterranee” in una nazione rigorosamente islamica. “Church of iran” afferma di essere “oggetto di una campagna di persecuzione senza precedenti dall’avvento della rivoluzione del 1979. Parecchi membri del movimento sono stati arrestati a partire dall’ottobre dello scorso anno, fra cui il pastore Behrouz Khandjani, che è ancora in isolamento nel “braccio 100” dell’area di Shiraz”.

“Elam Ministries” un gruppo protestante specializzato nella missione verso i musulmani dichiara di conoscere il caso di almeno un giovane iraniano convertito ucciso qualche settimana fa da un parente a causa della sua conversione, lasciando moglie e due bambini. “Middle East Concern”, un gruppo di attivisti per i diritti umani afferma che almeno tre dei quindici cristiani arrestati a luglio a Mashhad sono ancora in prigione, e “sotto pressione affinché rinneghino la loro fede; ma si rifiutano di farlo”. “Middle East Concern” cita inoltre la notizia della TV iraniana secondo cui nove convertiti sono stati arrestati a Hamedan, con l’accusa di proselitismo, che potenzialmente comporta il rischio di una condanna a morte. “Elam Ministries” sostiene che nel 1979 c’erano meno di 500 cristiani provenienti dall’Islam. “Oggi le stime più prudenti parlano di almeno centomila credenti nel paese”.

Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione

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