Eritrea: i cristiani soffrono nelle prigioni

In Eritrea la situazione dei cristiani è grave. Oggi vi parliamo di un evangelista in carcere addirittura dal 2006 a causa delle sue attività cristiane, un uomo che subisce un trattamento sempre più pesante, corredato da terribili minacce, come conseguenza dell’opera che sta svolgendo tra i detenuti. Alcune fonti di Porte Aperte ci fanno sapere che Teame Weldegebriel, questo il suo nome, è sul punto di cadere nella disperazione più profonda nel carcere Mai Sirwa Maximum Security Confinement.

Dalla sua cella ci fa sapere: “Sembra che l’inferno sia sceso su di me. Per favore dite ai fratelli di continuare a pregare per me. Non sono sicuro che potrò rivederli”. La sua famiglia è molto preoccupata per la sua salute; hanno provato ripetutamente ad andarlo a trovare, ma la visita viene loro negata dai dirigenti del penitenziario.

In Eritrea oltre 2.000 cristiani sono in prigione per la loro fede, tra i quali vi è un fratello della Full Gospel Church incarcerato addirittura dal 2001. L’ultima volta che sua moglie ha potuto vederlo risale a più di un anno fa, nel giugno del 2007. In luglio la donna, con i suoi bambini, è stata presa con la forza mentre tornava da un incontro di preghiera e imprigionata assieme ai figli in un container di metallo all’interno di un campo militare, per essere rilasciata poi il mese successivo.

La donna, che preferisce rimanere nell’anonimato per motivi di sicurezza, ha dichiarato: “Hanno arrestato me e i miei bambini mentre tornavo da un incontro di preghiera. Ricordo la terribile esperienza vissuta con i miei figli. Dopo tre settimane siamo stati rilasciati, mentre il resto dei 20 cristiani arrestati con me, sono rimasti in quelle celle di metallo”.

Dal maggio del 2002 il governo considera criminali le chiese che non sono sotto le denominazioni Ortodossa, Luterana e Cattolica. La persecuzione è pesante e mira a minare le fondamenta della chiesa libera.

Per ulteriori info sulla situazione in Eritrea clicca qui.

Fonte: Porte Aperte Italia

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