La fede e le opere

L’apostolo Paolo scrisse ai santi di Efeso: “Poiché gli è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glorî; perché noi siamo fattura di lui, essendo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere, le quali Iddio ha innanzi preparate affinché le pratichiamo” (Ef. 2:8-10).

Come si può vedere in queste parole, Paolo da un lato dice che noi siamo stati salvati per fede, senza le opere della legge, ma dall’altro lato dice che noi siamo stati creati in Cristo Gesù per le opere buone preparate da Dio affinché le pratichiamo. Quindi, se è giusto dire che le opere non producono la salvezza, altrimenti grazia non sarebbe più grazia, e la fede sarebbe annullata, è altresì giusto dire che le opere buone devono seguire la fede, devono essere praticate da noi che siamo stati creati in Cristo Gesù. Che giova la fede senza le opere? Nulla. Che valore ha la fede senza le opere? Nessuno. E’ come un corpo senza lo spirito, ossia una cosa morta. Studiamoci dunque di essere zelanti nelle opere buone per confermare così la nostra vocazione ed elezione alla gloria del nostro Dio e Padre.

pensieri

Pensieri (Vol. 1)

Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

La salvezza è per grazia; dov’è dunque il vanto?

Questa così grande salvezza che noi abbiamo ottenuto da Dio l’abbiamo ricevuta per grazia, senza avere compiuto nessuna opera giusta da potercela meritare. L’abbiamo ricevuta per mezzo della fede nel Figliuolo di Dio morto sulla croce per i nostri peccati e risorto dai morti per la nostra giustificazione. Se dunque l’abbiamo ricevuta gratuitamente dov’è il vanto? Esso è escluso, come dice Paolo, per la legge della fede (cfr. Rom. 3:27).

Quindi, davanti a Dio, noi non abbiamo nulla di che gloriarci. Come non aveva nulla di che gloriarsi davanti a Dio il nostro padre Abramo di cui la Scrittura dice che credette a Dio e ciò gli fu messo in conto di giustizia (cfr. Gen. 15:6 e Rom. 4:2-3).

Ringraziato sia Dio del suo dono ineffabile!

pensieri

Pensieri (Vol. 1)

Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

Noi crediamo d’essere salvati per la grazia del Signore Gesù, mediante il suo Evangelo

L’apostolo Paolo nel ricordare ai Corinti l’Evangelo che gli aveva annunciato anni prima, gli dice: “Fratelli, io vi rammento l’Evangelo che v’ho annunziato, che voi ancora avete ricevuto, nel quale ancora state saldi, e mediante il quale siete salvati, se pur lo ritenete quale ve l’ho annunziato; a meno che non abbiate creduto invano” (1 Corinzi 15:1-2).

Quindi noi siamo salvati mediante l’Evangelo, che Paolo ricevette per rivelazione di Gesù Cristo. Lo riteniamo così com’è scritto, e quindi non abbiamo creduto invano. Quindi, a distanza di tempo da quando credemmo al principio, noi affermiamo assieme a Pietro: “Noi crediamo d’esser salvati per la grazia del Signor Gesù” (Atti 15:11). E “se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, grazia non è più grazia” (Romani 11:6). Non siamo quindi salvati per le opere buone che compiamo (che sono utili e per le quali otterremo un premio quando compariremo davanti al tribunale di Cristo), ma per la grazia del Signore. Tenetelo sempre presente questo, affinché non siate sedotti da coloro che annullano la grazia di Dio.

Giacinto Butindaro

Tratto da: La nuova Via

Ringraziato sia Dio per il dono della giustizia!

Quindi, oggi, sì in questo preciso giorno, anzi in questo preciso momento, noi CREDENTI SIAMO GIUSTIFICATI GRATUITAMENTE PER LA SUA GRAZIA!

Giacinto Butindaro

“Ora, però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata una giustizia di Dio, attestata dalla legge e dai profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti i credenti; poiché non v’è distinzione; difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Romani 3:21-24).
Quindi, oggi, sì in questo preciso giorno, anzi in questo preciso momento, noi CREDENTI SIAMO GIUSTIFICATI GRATUITAMENTE PER LA SUA GRAZIA! Il motivo? Perché è scritto: “Il giusto vivrà per la sua fede” (Habacuc 2:4). Per cui la nostra fede ci è messa in conto di giustizia, come fu messa in conto ad Abramo, secondo che è scritto: “Or Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia” (Romani 4:3). Non sono quindi le nostre opere buone, che compiamo, ad esserci messe in conto di giustizia, ma la nostra fede. Come dice infatti Paolo: “Or non per lui soltanto sta scritto che questo gli fu messo in conto di giustizia, ma ANCHE PER NOI AI QUALI SARÀ COSÌ MESSO IN CONTO; PER NOI CHE CREDIAMO in Colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a cagione delle nostre offese, ed è risuscitato a cagione della nostra giustificazione” (Romani 4:23-25). Notate bene che l’apostolo Paolo – che era un credente zelante nelle opere buone – qua sta includendosi tra coloro a cui la fede verrà messa in conto di giustizia, infatti dice “ANCHE PER NOI AI QUALI SARÀ COSÌ MESSO IN CONTO; PER NOI CHE CREDIAMO”. Anche in questo preciso momento dunque, come lo fu nel momento in cui credemmo al principio, noi possediamo “la beatitudine dell’uomo al quale Iddio imputa la giustizia senz’opere” (Romani 4:6) che fu proclamata da Davide dicendo: “Beati quelli le cui iniquità son perdonate, e i cui peccati sono coperti. Beato l’uomo al quale il Signore non imputa il peccato” (Romani 4:7-8). Riflettiamo: in virtù di cosa potevamo dire pochi secondi dopo che credemmo al principio “Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:1)? In virtù del fatto che la nostra fede ci era stata da pochi secondi messa in conto di giustizia! Ed ora, in questo preciso momento, a distanza di giorni, mesi e anni – periodo durante il quale abbiamo fatto opere buone – in virtù di cosa possiamo dire quelle stesse parole? Sempre in virtù del fatto che la nostra fede ci è messa in conto di giustizia! Dio infatti è giusto e “giustificante colui che ha fede in Gesù” (Romani 3:26). Chi dunque ha fede in Gesù (o è nella fede) è giustificato per la grazia di Dio! Ringraziato sia Dio per il dono della giustizia! Serbate dunque la fede fino alla fine, perché è scritto: “Ancora un brevissimo tempo, e colui che ha da venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto vivrà per fede; e se si trae indietro, l’anima mia non lo gradisce” (Ebrei 10:37-38).

Giacinto Butindaro

Tratto da: La nuova Via