Raffaele Lucano, pastore ADI: Dio ama l’omosessuale e non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione

Fratelli nel Signore, ho letto un articolo dal titolo ‘Dio ama l’omosessuale?’ scritto da Raffaele Lucano, che è pastore della Chiesa ADI di Cornaredo (Milano), in cui ho riscontrato delle affermazioni false molto gravi, che costituiscono quindi del lievito da cui guardarsi.

Riporto qui di seguito l’articolo in maniera integrale, affinché non si dica che ho estrapolato le sue affermazioni dal contesto, citandole senza far conoscere il resto dell’articolo.

‘Ho letto un articolo su un settimanale che mi ha lasciato alquanto sconcertato, non tanto per la notizia, perché ormai l’argomento “omosessualità” non suscita più scalpore, ma per la sfrontatezza con la quale si chiama in causa Dio e la fede cristiana, senza conoscere veramente l’opinione di Dio. Si fa un gran discutere in merito agli atteggiamenti (scorretti e a volte anticristiani) dei tanti religiosi che, in nome di una nomenclatura imposta dalla propria denominazione (o setta) agiscono e reagiscono con violenza e a suon di “anatemi”. Ognuno è libero di pensarla come vuole. Qualcuno afferma che siamo liberi di esprimere il nostro pensiero come ci pare e piace, sono d’accordo, ma se la nostra libertà di pensiero deve essere avallata da quel qualcuno che chiamiamo in causa, allora, dobbiamo essere certi di conoscere il pensiero di questo qualcuno. Nel caso specifico, se vogliamo conoscere l’opinione di Dio, dobbiamo rivolgerci direttamente alla voce autorevole: la Bibbia. Per non correre il rischio di cadere in perniciose e settarie interpretazioni, registreremo ciò che è scritto, senza togliere o aggiungere nulla. Prendiamo dapprima in considerazione l’opinione di Dio espressa nell’Antico Testamento: Levitico 18:22-25 “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. Non t’accoppierai con alcuna bestia per contaminarti con essa; e la donna non si prostituirà ad una bestia: è una mostruosità. Non vi contaminate con alcuna di queste cose; poiché con tutte queste cose si son contaminate le nazioni ch’io sto per cacciare dinanzi a voi. Il paese n’è stato contaminato; ond’io punirò la sua iniquità; il paese vomiterà i suoi abitanti”. Deuteronomio 22:5 “La donna non si vestirà da uomo, né l’uomo si vestirà da donna; poiché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio.”

Vediamo cosa ci suggerisce il Nuovo Testamento: I Corinzi 6:9 “Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti.” Romani 1:26-27 “Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura, e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento.”

Credo che quanto sopra sia sufficiente per farci comprendere il pensiero divino. Il tono è chiaro, perentorio, indiscutibile. Chi compie tali azioni commette peccato ed esso è punito dalla Legge di Dio, ma la Grazia di Dio interviene per darci una speranza. L’Apostolo Paolo elenca questo peccato tra tanti altri (anch’essi disprezzati da Dio) come l’effetto di una forza alla quale l’uomo naturale non sa resistere essendone completamente schiavo. Infatti, egli scrive ai Romani 7:14-23 “Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto schiavo al peccato. perché io non approvo quello che faccio; poiché non faccio quel che voglio, ma faccio quello che odio. Ora, se faccio quello che non voglio, io ammetto che la legge è buona; e allora non son più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. Difatti, io so che in me, vale a dire nella mia carne, non abita alcun bene; poiché ben trovasi in me il volere, ma il modo di compiere il bene, no, perché il bene che voglio, non lo fo; ma il male che non voglio, quello fo. Ora, se ciò che non voglio è quello che fo, non son più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. Io mi trovo dunque sotto questa legge: che volendo io fare il bene, il male si trova in me. Poiché io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo interno; ma veggo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra.” Quindi, se come uomo razionale, desidero fare il bene ma non ci riesco a motivo della schiavitù alla quale sono sottoposto, io non ho alcuna colpa. Effettivamente, Dio non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione, ma condanna l’artefice di tale condizione: il diavolo, Satana. Dio ama il peccatore e odia il peccato. Non di meno chi si trova schiavo del peccato ha bisogno di essere liberato, emancipato, giustificato. Quando “eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi” (Romani 5:6), Cristo è venuto per perdonarci dai peccati commessi e per liberarci dalla schiavitù del peccato. Ciò significa che la colpa ed il giudizio, a seguito del nostro peccato, sono stati caricati su Gesù e che tramite la Sua morte sulla croce ha sconfitto il dominio del peccato esercitato sul peccatore. Coloro che sono schiavi dell’omosessualità che, senza mezzi termini, vogliono liberarsene, possono accettare l’amore di Dio: “Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:17), ed insieme all’Apostolo Paolo e a noi, un tempo peccatori, salvati per fede, potranno dire: “Misero me uomo! chi mi trarrà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io stesso con la mente servo alla legge di Dio, ma con la carne alla legge del peccato” (Romani 7:24-25).

Tratto da: http://www.chiesadicornaredoadi.it/

Ora, innanzi tutto voglio dire che la premessa di questo pastore non è affatto chiara infatti egli dice semplicemente: ‘Ho letto un articolo su un settimanale che mi ha lasciato alquanto sconcertato, non tanto per la notizia, perché ormai l’argomento “omosessualità” non suscita più scalpore, ma per la sfrontatezza con la quale si chiama in causa Dio e la fede cristiana, senza conoscere veramente l’opinione di Dio’. A quale articolo si riferisce? Cosa diceva precisamente questo articolo? Non si sa, e questo è già un modo sbagliato di iniziare a parlare di un argomento così importante, perchè non viene fatto conoscere con precisione ciò che poi viene contestato. Espressioni come queste sono piuttosto frequenti da parte di molti nelle ADI, e purtroppo essendo vaghe creano delle perplessità e fanno sorgere delle domande in coloro che le leggono. Ma andiamo avanti, perchè anche se non conosciamo la sostanza dell’articolo contestato, conosciamo quello che dice Raffaele Lucano sul tema dell’omosessualità, ed è su questo che voglio concentrarmi.

Mi pare chiaro che il Lucano è contro l’omosessualità, in quanto la definisce un peccato ‘punito dalla Legge di Dio’ e cita a tale riguardo alcuni passi della Bibbia. Altra cosa chiara è che il Lucano sta parlando della persona ancora non convertita, che è schiava dell’omosessualità, infatti lo chiama «l’uomo naturale che non sa resistere al peccato [di omosessualità] essendone completamente schiavo». Che per uomo naturale egli vuole dire il peccatore schiavo del peccato è confermato da queste altre sue parole presenti nel suo scritto ‘Le conseguenze del peccato’ a proposito del racconto di Genesi capitolo 3: ‘Per l’uomo naturale scettico ed agnostico, questo, come altri episodi in cui si evidenzia la soprannaturale presenza di Dio, rappresenta una fantastica storia surreale. Per noi cristiani è Parola di Dio e crediamo che essa è verità’.

Ma accanto alla chiarezza troviamo anche l’oscurità che lascia sconcertati ed è costituita dalla seguente frase: ‘Quindi, se come uomo razionale, desidero fare il bene ma non ci riesco a motivo della schiavitù alla quale sono sottoposto, io non ho alcuna colpa. Effettivamente, Dio non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione, ma condanna l’artefice di tale condizione: il diavolo, Satana. Dio ama il peccatore e odia il peccato’, frase che segue la citazione biblica di Romani 7:14-23 che nel contesto non c’entra proprio niente, perchè queste parole le ha pronunciate l’apostolo Paolo e riguardano la sua lotta da credente contro il peccato, e non la lotta del peccatore contro il peccato che lo domina, e quindi esse non possono essere citate per descrivere la condizione del peccatore omosessuale. Egli non è infatti in Cristo, a differenza di Paolo quando scriveva quelle parole. Quindi già su questo vediamo confusione, ma la confusione aumenta quando appunto il Lucano commenta queste parole di Paolo. Egli infatti dice in sostanza che dato che l’omosessuale non riesce a fare il bene perchè è schiavo del peccato, lui non ha alcuna colpa. E difatti egli dice che ‘Dio non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione’! Dio non imputa la colpa a chi è schiavo dell’omosessualità? Ma che va cianciando costui? E’ certo che questo uomo non conosce le Scritture.

Anche l’omosessuale, che è schiavo del peccato, ha colpa dinnanzi a Dio perchè “il peccato è la violazione della legge” (1 Giovanni 3:4), e chi viola la legge di Dio si rende colpevole, e difatti Dio nella legge disse: “Se qualcuno del popolo del paese peccherà per errore e farà alcuna delle cose che l’Eterno ha vietato di fare, rendendosi così colpevole, quando il peccato che ha commesso gli sarà fatto conoscere, dovrà menare, come sua offerta, una capra, una femmina senza difetto, per il peccato che ha commesso. Poserà la mano sulla testa del sacrifizio per il peccato, e sgozzerà il sacrifizio per il peccato nel luogo ove si sgozzano gli olocausti. Poi il sacerdote prenderà col suo dito del sangue della capra, e lo metterà sui corni dell’altare dell’olocausto, e spanderà tutto il sangue della capra appiè dell’altare. E torrà tutto il grasso dalla capra, come ha tolto il grasso dal sacrifizio di azioni di grazie; e il sacerdote lo farà fumare sull’altare come un soave odore all’Eterno. Così il sacerdote farà l’espiazione per quel tale, e gli sarà perdonato” (Levitico 4:27-31), e Giacomo, il fratello del Signore, conferma che coloro che violano la legge di Dio sono colpevoli dinnanzi a Dio, dicendo: “Poiché chiunque avrà osservato tutta la legge, e avrà fallito in un sol punto, si rende colpevole su tutti i punti. Poiché Colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora, se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei diventato trasgressore della legge” (Giacomo 2:10-11).

Come potete vedere, la Scrittura definisce colpevoli tutti coloro che trasgrediscono la legge di Dio, e quindi dato che un omosessuale trasgredisce il comandamento che dice: “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole” (Levitico 18:22), egli è colpevole, e in quanto tale è sotto la condanna di Dio e non scamperà alla sua punizione, secondo che è scritto: “L’Eterno è lento all’ira e grande in benignità; egli perdona l’iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il colpevole” (Numeri 14:18), ed ancora: “L’Eterno è lento all’ira, è grande in forza, ma non tiene il colpevole per innocente” (Nahum 1:3).

Ora, è chiaro che se il colpevole non rimane impunito, ciò vuol dire che Dio gli imputa la colpa commessa, e non potrebbe essere altrimenti, dato che Dio è giusto. Ma io dico: ‘Come potrebbe Dio punire gli omosessuali con dei giudizi mentre sono in vita, e dopo morti facendoli scendere nel soggiorno dei morti, e nel giorno del giudizio gettandoli anima e corpo nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, se essi non avessero alcuna colpa, se Egli non imputasse loro alcuna colpa?’

Il discorso è diverso invece nei riguardi di quegli uomini che, essendosi ravveduti e avendo creduto nel Signore Gesù Cristo, sono stati liberati dalla schiavitù del peccato, perchè di loro la Scrittura dice che Dio “ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ha dato a noi il ministerio della riconciliazione; in quanto che Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posta in noi la parola della riconciliazione” (2 Corinzi 5:18-19). Costoro infatti non vengono più ritenuti colpevoli, e quindi meritevoli di condanna, perchè sono in Cristo Gesù (cfr. Romani 8:1), perchè Dio ha imputato loro la Sua giustizia basata sulla fede, secondo che è scritto: “Così pure Davide proclama la beatitudine dell’uomo al quale Iddio imputa la giustizia senz’opere, dicendo: Beati quelli le cui iniquità son perdonate, e i cui peccati sono coperti. Beato l’uomo al quale il Signore non imputa il peccato” (Romani 4:6-8).

E quindi alla luce della Parola di Dio le parole di Raffaele Lucano vanno riprovate e condannate senza mezzi termini, in quanto provenienti dal padre della menzogna, che ha proprio tutto l’interesse a non far sentire colpevoli coloro che trasgrediscono la legge santa di Dio, e quindi ad evitare che essi si mettano ad avere paura della punizione di Dio.

Quando ho letto le insensate parole di questo pastore ADI mi sono detto: ‘Ma un omosessuale che legge queste parole di Lucano a quale conclusione arriverà, se non a quella che lui non ha nessuna colpa se è in quella condizione, e quindi Dio non gli imputa la colpa?’ E bravi pastori ADI, siete riusciti pure con i vostri soliti vani ragionamenti e abili sofismi a presentare gli omosessuali come non colpevoli agli occhi di Dio, come non imputabili di alcuna colpa da parte del Creatore. Devo dire che questo vostro parlare è abominevole, è degno del disprezzo più assoluto, in quanto procede proprio dal diavolo.

Non avete proprio timore di Dio, la Parola di Dio è argilla nelle vostre mani, in quanto la modellate a vostro piacimento, per fargli dire quello che volete. Ma non rimarrete impuniti, siatene certi. Avete proprio stancato Dio con queste vostre parole insensate, che non fanno altro che lusingare gli omosessuali, e quindi fortificare le loro mani. Invece che indurli a tremare, e ad essere presi da spavento e da terrore al cospetto dell’Iddio vivente e vero, per i loro atti turpi e per la loro perversione, che li porterà in perdizione se non si ravvedono, voi in un certo senso li coccolate e li difendete!

E perché avete escogitato quest’altro ragionamento diabolico? Per confermare che Dio ama il peccatore e odia il peccato, una frase che non è biblica, o meglio è biblica solo a metà, in quanto la prima parte è una menzogna perchè la Scrittura afferma che Dio odia il malvagio secondo che è scritto che “l’anima sua odia l’empio e colui che ama la violenza” (Salmo 11:5), ed anche: “…tu odii tutti gli operatori d’iniquità.” (Salmo 5:5), ed ancora: “Sei cose odia l’Eterno, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corron frettolosi al male, il falso testimonio che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli” (Proverbi 6:16-19).

Ma voi avete deciso di andare contro la Parola di Dio, come al solito, perchè dovete sostenere quello che vi pare e piace.

E che avete fatto poi? Avete scaricato la colpa che ha il peccatore schiavo del peccato, sul diavolo. Già, Dio condanna così il diavolo che è l’artefice della condizione dell’omosessuale, e non l’omosessuale che vive in questa condizione peccaminosa! Quando infatti il Lucano afferma: ‘Effettivamente, Dio non imputa la colpa a chi si trova in tale condizione, ma condanna l’artefice di tale condizione: il diavolo, Satana’, non vuole dire altro che Dio non condanna l’omosessuale che si trova in tale condizione ma il diavolo! Ma non avete mai letto che è scritto: “Con un sol fallo la condanna si è estesa a tutti gli uomini” (Romani 5:18)?

E se a tutto questo aggiungiamo che avete tolto il fuoco sia dall’Ades che dalla Gehenna, in quanto per voi si tratta di un fuoco allegorico e non reale, il quadro che ne viene fuori è a dir poco inquietante e sconcertante, perchè gli omosessuali, come anche tutti gli altri peccatori, non devono poi preoccuparsi così tanto per il dopo morte; innanzi tutto perchè Dio non imputa loro alcuna colpa perchè essi non hanno alcuna colpa, e poi perchè dopo morti non subiranno poi una così severa punizione di Dio! Già, e questo perchè voi non considerate la severità di Dio ma solo la sua bontà, mentre la Bibbia ci dice di considerare ambedue le cose, secondo che dice Paolo: “Vedi dunque la benignità e la severità di Dio” (Romani 11:22).

Che dirvi? Vi dico: ‘Ravvedetevi e convertitevi, perchè avete annullato la Parola di Dio, esattamente come facevano gli scribi e i Farisei ai giorni di Gesù, altrimenti porterete la pena della vostra ribellione e insensatezza!’.

A voi, ora, fratelli che temete Dio e tremate nel suo cospetto: ‘Sappiate che il modo di parlare di questo pastore ADI, che hanno anche altri pastori nelle ADI, è un parlare perverso e non retto, ed è molto dannoso, e ripeto molto dannoso, alla causa del Vangelo. Riprovatelo, confutatelo, sia privatamente che pubblicamente’.

La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con voi

Giacinto Butindaro

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