La Massoneria smascherata (17) – Il parlare massonico nelle ADI sulla Bibbia e sull’uomo [Audio Streaming]

bibbia microfonoÈ on line il file audio della confutazione di Giacinto Butindaro dal titolo “La Massoneria smascherata (17) – Il parlare massonico nelle ADI sulla Bibbia e sull’uomo” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 107 MB (128 Kbps), 20 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 114 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

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Lutero e Calvino sostenevano la perpetua verginità di Maria

Fratelli nel Signore, voglio che sappiate che i riformatori Martin Lutero (1483-1546) e Giovanni Calvino (1509-1564 ) sostenevano – come fanno i Cattolici Romani – la perpetua verginità di Maria, la madre di Gesù. E difatti i Cattolici Romani questo lo sanno e lo fanno notare, come su questo sito per esempio:

Lutero addirittura sosteneva pure l’immacolata concezione di Maria, molto tempo prima quindi che ciò diventasse dogma nella Chiesa Cattolica Romana, infatti egli disse: ‘E’ una credenza dolce e pia che l’infusione dell’anima di Maria fu effettuata senza peccato originale, cosicché nella stessa infusione della sua anima ella fu anche purificata dal peccato originale e adornata di doni di Dio, ricevendo un’anima pura infusa da Dio; perciò dal primo momento che ella cominciò a vivere, ella fu libera da ogni peccato’ (Sermone: ‘Sul giorno della concezione della Madre di Dio’, 1527), ed anche: ‘Ella è piena di grazia, viene dichiarata essere completamente senza peccato – qualcosa di estremamente grande. Perchè la grazia di Dio la riempie di ogni cosa buona e la rende priva di ogni male’ (Libro di Preghiera Personale (‘Piccolo’), 1522). [1] L’eminente studioso Luterano Arthur Carl Piepkorn (1907-73) ha confermato che Lutero credeva nell’Immacolata concezione di Maria persino da ‘Protestante’.

Lutero errava grandemente in questo, perché la Scrittura insegna che anche Maria, come qualunque altro essere umano eccetto Gesù Cristo, è nata nel peccato.

“Tutti hanno peccato” (Romani 3:23), dice Paolo, e perciò tra quel ‘tutti’ c’è anche Maria, e questo perché il peccato tramite Adamo è entrato nel mondo ed è passato su tutti gli uomini. Dice sempre Paolo: “…. con un sol fallo la condanna si è estesa a tutti gli uomini… ” (Romani 5:18).

E che sia così, cioè che anche Maria non nacque esente dal peccato, lo confermò lei stessa quando nel suo cantico che innalzò a Dio in casa di Zaccaria riconobbe che Dio era il suo Salvatore dicendo: “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio mio Salvatore” (Luca 1:46,47). Come avrebbe infatti potuto chiamare Dio il suo Salvatore se fosse nata senza peccato?

Ma c’è un’altra prova che depone nettamente a favore di quello che stiamo dicendo, ed è il sacrificio che Giuseppe e Maria offrirono nel tempio quando andarono a presentare il bambino Gesù (cfr. Luca 2:22-24); uno di quegli animali offerti in sacrificio infatti fu offerto per il peccato di Maria perché secondo la legge era in questa maniera che veniva espiata l’iniquità della donna che aveva partorito. Ecco cosa dice infatti la legge a proposito di quello che doveva offrire la donna che aveva partorito un figlio o una figlia, quando i giorni della sua purificazione sarebbero stati compiuti: “E quando i giorni della sua purificazione, per un figliuolo o per una figliuola, saranno compiuti, porterà al sacerdote, all’ingresso della tenda di convegno, un agnello d’un anno come olocausto, e un giovine piccione o una tortora come sacrifizio per il peccato; e il sacerdote li offrirà davanti all’Eterno e farà l’espiazione per lei; ed ella sarà purificata del flusso del suo sangue. Questa è la legge relativa alla donna che partorisce un maschio o una femmina. E se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due giovani piccioni: uno per l’olocausto, e l’altro per il sacrifizio per il peccato. Il sacerdote farà l’espiazione per lei, ed ella sarà pura” (Levitico 12:6-8). Nel caso di Maria dato che era di basso stato furono offerti due tortore o due giovani piccioni. Ora, noi domandiamo: ‘Se Maria fosse stata senza peccato che bisogno c’era che offrisse quel sacrificio per il peccato?’

Veniamo ora a quello che hanno detto Lutero e Calvino sulla perpetua verginità di Maria.

Lutero disse: ‘Cristo … fu il solo Figlio di Maria, e la Vergine Maria non ebbe altri figli oltre a Lui … Io sono incline ad essere d’accordo con quelli che dichiarano che ‘fratelli’ veramente significa ‘cugini’ qua, perché la Sacra Scrittura e gli Ebrei chiamano i cugini sempre fratelli’ (Sermoni su Giovanni, cap. 1-4 [1539]). [2]

Calvino disse: ‘Elvidio ha mostrato eccessiva ignoranza nel concludere che Maria deve avere avuto molti figli, perchè alcune volte sono menzionati i ‘fratelli’ di Cristo’ (Harmony of Matthew, Mark and Luke, sec. 39 [Geneva, 1562], vol. 2 / From Calvin’s Commentaries, translated by William Pringle, Grand Rapids, Michigan: Eerdmans, 1949, p. 215; on Matthew 13:55), ed anche: ‘[Su Matteo 1:25] La conclusione che lui [Elvidio[ ha tratto da esso fu che Maria rimase una vergine fino alla sua prima nascita [cioè fino al suo primo figlio], e che in seguito ella ebbe altri figli da suo marito … Nessuna giusta e ben fondata conclusione può essere tratta da queste parole … in merito a quello che accadde dopo la nascita di Cristo. Egli è chiamato ‘primogenito’; ma con il solo scopo di informarci che egli nacque da una vergine … Lo storico non ci informa di ciò che avvenne dopo …’ (Pringle, ibid., vol. I, p. 107)

Thomas Henry Louis Parker, nel suo libro Calvin: an Introduction to his Thought (Westminster John Knox Press, 1995), conferma che Calvino sosteneva la perpetua verginità di Maria: ‘… la Nascita Verginale, che Calvino sosteneva, assieme alla perpetua verginità di Maria’ (pag. 66)

Lutero e Calvino quindi su questo punto vanno confutati nella stessa maniera in cui vanno confutati i preti cattolici romani.

E’ falso infatti che Maria è rimasta vergine dopo il parto perché la Scrittura afferma che Giuseppe “prese con sé sua moglie; e non la conobbe finch’ella non ebbe partorito il suo figlio primogenito, e gli pose nome Gesù” (Matteo 1:24,25). Questo significa che Giuseppe, dopo che Maria partorì Gesù, conobbe sua moglie.

A conferma che il significato di queste parole di Matteo non può che essere questo, ecco i seguenti esempi tratti dalla Bibbia. Gesù prima di dipartirsi disse ai suoi: “quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza” (Luca 24:49). Questo significa che dopo che sarebbero stati rivestiti di potenza potevano dipartirsi da Gerusalemme, il che noi sappiamo poi avvenne. Negli Atti è scritto che più di quaranta Giudei si recarono dai capi sacerdoti e dagli anziani e dissero loro: “Noi abbiam fatto voto con imprecazione contro noi stessi, di non mangiare cosa alcuna, finché non abbiam ucciso Paolo” (Atti 23:14). Questo significa che dopo che l’avrebbero ucciso avrebbero ripreso a mangiare regolarmente.

Ma Giuseppe non soltanto conobbe Maria, dopo che questa partorì Gesù, ma ebbe anche dei figli da lei perché Gesù aveva dei fratelli e delle sorelle. Queste Scritture confermano che Maria concepì e partorì altri figli dopo Gesù.

– “Ella diè alla luce il suo figliuolo primogenito” (Luca 2:7), perciò se Gesù fosse stato il suo unico figlio sarebbe stato chiamato il suo unigenito e non il suo primogenito.

– “Poi si partì di là e venne nel suo paese e i suoi discepoli lo seguitarono. E venuto il sabato, si mise ad insegnar nella sinagoga; e la maggior parte, udendolo, stupivano dicendo: Donde ha costui queste cose? e che sapienza è questa che gli é data? e che cosa sono cotali opere potenti fatte per mano sua? Non é costui il falegname, il figliuol di Maria, e il fratello di Giacomo e di Giosè, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?” (Marco 6:1-3);

– “E giunsero sua madre ed i suoi fratelli; e fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare” (Marco 3:31); – “Neppure i suoi fratelli credevano in lui” (Giovanni 7:5);

– “Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui” (Atti 1:14);

– Paolo ai Corinzi: “Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno con noi una moglie, sorella in fede, siccome fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?” (1 Corinzi 9:5);

– Paolo ai Galati: “In capo a tre anni, salii a Gerusalemme per visitar Cefa, e stetti da lui quindici giorni; e non vidi alcun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore” (Galati 1:18,19);

– Nei Salmi è detto a proposito del Cristo: “Io son divenuto… un forestiero ai figliuoli di mia madre” (Salmo 69:8). Come potete vedere la Scrittura aveva preannunziato in questa particolare maniera che la vergine che avrebbe concepito e partorito il Cristo di Dio non sarebbe rimasta vergine perché avrebbe avuto altri figli infatti lo Spirito di Cristo disse tramite Davide: “Sono divenuto un forestiero ai figliuoli di mia madre”.

La Scrittura è chiara quindi a tale riguardo, Gesù aveva dei fratelli e delle sorelle. Ma sia Lutero che Calvino l’hanno oscurata dicendo che questi fratelli erano i cugini di Gesù perché nella Scrittura talvolta il termine fratelli si riferisce anche ai parenti, ed in questo caso ai cugini. Al che noi rispondiamo dicendo che è vero che talvolta la Scrittura con il termine fratelli si riferisce ai parenti, come nipoti, zii, e cugini; ma questo discorso non si può fare nel caso dei fratelli di Gesù perché è ampiamente dimostrato dai passi qui sopra esposti che essi erano veramente figli di sua madre e non suoi cugini. E poi occorre dire, a conferma di tutto ciò, che per quanto riguarda Giacomo egli è chiamato da Paolo il fratello (in greco: adelfòs) del Signore, e non il cugino (in greco: anepsiòs) del Signore. Con ciò vogliamo dire che se Giacomo, che é chiamato “il fratello del Signore”, fosse stato il cugino del Signore, Paolo non lo avrebbe chiamato il fratello del Signore, ma bensì il cugino del Signore; ma Paolo sapeva l’esatto grado di parentela che c’era tra Giacomo ed il Signore Gesù, perciò lo chiamò “il fratello del Signore”. Paolo non avrebbe mai chiamato il cugino del Signore “il fratello del Signore”, perché lui il cugino di qualcuno lo chiamava cugino infatti parlando di Marco ai Colossesi disse: “Vi salutano Aristarco, il mio compagno di prigione, e Marco, il cugino (in greco: anepsiòs) di Barnaba..” (Colossesi 4:10). Ma Paolo credeva che il Signore Gesù aveva non un fratello solo, ma più fratelli, infatti ai Corinzi parla dei “fratelli del Signore” (1 Corinzi 9:5) i quali, da quello che lui dice, erano ammogliati; confermando quindi le parole di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

L’interpretazione data quindi da Lutero e Calvino secondo la quale questi fratelli di Gesù erano i cugini di Gesù non ha quindi nessun fondamento scritturale appunto perché coloro che sono chiamati nel Vangelo “i suoi fratelli” erano figliuoli della madre di Gesù e non di sua zia.

La grazia del nostro Signore Gesù sia con voi

Giacinto Butindaro

[1] Da: http://www.davidmacd.com/catholic/martin_luther_on_mary.htm ‘It is a sweet and pious belief that the infusion of Mary’s soul was effected without original sin; so that in the very infusion of her soul she was also purified from original sin and adorned with God’s gifts, receiving a pure soul infused by God; thus from the first moment she began to live she was free from all sin’ (Sermon: “On the Day of the Conception of the Mother of God,” 1527). ‘She is full of grace, proclaimed to be entirely without sin- something exceedingly great. For God’s grace fills her with everything good and makes her devoid of all evil’ (Personal {“Little”} Prayer Book, 1522).

[2] Da: http://socrates58.blogspot.com/2010/06/john-calvins-belief-in-perpetual.html ‘Christ . . . was the only Son of Mary, and the Virgin Mary bore no children besides Him . . . I am inclined to agree with those who declare that “brothers” really mean “cousins” here, for Holy Writ and the Jews always call cousins brothers’ (Luther’s Works, vol. 22:214-15 / Sermons on John, chaps. 1-4 [1539] ) ‘Helvidius displayed excessive ignorance in concluding that Mary must have had many sons, because Christ’s “brothers” are sometimes mentioned’ (Harmony of Matthew, Mark and Luke, sec. 39 [Geneva, 1562], vol. 2 / From Calvin’s Commentaries, translated by William Pringle, Grand Rapids, Michigan: Eerdmans, 1949, p. 215; on Matthew 13:55) ‘[On Matt 1:25:] The inference he [Helvidius] drew from it was, that Mary remained a virgin no longer than till her first birth, and that afterwards she had other children by her husband . . . No just and well-grounded inference can be drawn from these words . . . as to what took place after the birth of Christ. He is called “first-born”; but it is for the sole purpose of informing us that he was born of a virgin . . . What took place afterwards the historian does not inform us . . . No man will obstinately keep up the argument, except from an extreme fondness for disputation’ (Pringle, ibid., vol. I, p. 107)

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