Le prove bibliche che c’è una vita dopo la morte [Audio Streaming]

È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Le prove bibliche che c’è una vita dopo la morte” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 70 MB (128 Kbps), 13 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 75 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

Difendiamo ancora la Trinità [Audio Streaming]

È on line il file audio della confutazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Difendiamo ancora la Trinità” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 90 MB (128 Kbps), 17 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 96 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

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Per Paolo Ricca, teologo valdese, l’omosessualità non è peccato

Ecco cosa scrive il noto teologo Valdese Paolo Ricca ad una lettrice in merito all’omosessualità: ‘Lei mi chiede di dirLe «sinceramente» se l’omosessualità sia peccato, oppure no. Le dirò «sinceramente» che, secondo me non lo è, anche se so benissimo che la Bibbia lo considera tale. Ma perché la Bibbia considera l’omosessualità un peccato? Perché gli autori biblici ritenevano che l’omosessualità fosse una scelta. Noi oggi sappiamo quello che gli autori biblici non sapevano e neppure lontanamente supponevano, e cioè che l’omosessualità non è una scelta, ma una condizione. E questo cambia tutto il discorso’. Affermazione (presente su http://www.chiesavaldese.org/) tratta dalla rubrica “Dialoghi con Paolo Ricca” del settimanale Riforma del 26 gennaio 2007.

Dunque, Paolo Ricca, quello che la Bibbia dichiara essere peccato non lo ritiene più tale, perchè dice lui: ‘Noi oggi sappiamo quello che gli autori biblici non sapevano e neppure lontanamente supponevano, e cioè che l’omosessualità non è una scelta, ma una condizione. E questo cambia tutto il discorso’.
Certo, quello che dice Paolo Ricca cambia tutto il discorso biblico, nel senso che annulla la Parola di Dio. Lui fa quindi quello che facevano gli scribi e i Farisei ai giorni di Gesù, annulla la Parola di Dio. Dio ha detto che l’omosessualità è peccato, ma Paolo Ricca dice che non lo è.
Paolo Ricca però ha dimenticato che gli autori biblici erano uomini che “hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21), e quindi se Mosè disse: “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole” (Levitico 18:22), non lo scrisse di suo, ma perchè sospinto dallo Spirito Santo, che è lo Spirito della verità, che “investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio. Infatti, chi, fra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? E così nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio” (1 Corinzi 2:10-11).
Quindi, se lo Spirito di Dio ha affermato tramite Mosè che un uomo non deve avere relazioni sessuali con un altro uomo perchè questo è un abominio nel cospetto di Dio, ciò vuol dire che questo è quello che pensava Dio allora dell’omosessualità, e quello che Egli pensa tuttora sull’omosessualità, perchè Egli non muta.
Dunque, è lo Spirito di Dio da parte di Dio che ha dichiarato l’omosessualità essere una scelta in abominio a Dio perchè CONTRO NATURA, e noi dunque affermiamo: “Sia Dio riconosciuto verace, ma ogni uomo bugiardo” (Romani 3:4), e quindi qualsiasi essere umano che afferma il contrario di quello che ha affermato Dio deve essere considerato bugiardo perchè mente contro la verità.
E da tutti coloro che mentono contro la verità bisogna ritirarsi, con essi non bisogna mettersi.
Un’ultima cosa, se consideriamo che Paolo Ricca è rispettato da tanti pastori evangelici, compresi anche pastori pentecostali, c’è veramente da preoccuparsi, perchè ciò significa che costoro rispettano e onorano i falsi dottori, che sono nemici di Dio.

Leggo per esempio che Sabato 10 Settembre 2011 a Como, in occasione dell’inizio dell’Anno Accademico 2011/12 della Facoltà Biblica Uomini Nuovi, Shepherd University di lingua italiana, ci sarà la ‘prolusione del Pastore Prof. Paolo Ricca’. Ecco chi sono i dirigenti di questa ‘Scuola Biblica’: Pastore Dr Giuseppe Laiso – Presidente Shepherd International University di lingua italiana; Prof. Rino Rossinelli – Direttore; -Pastore Dr Gianni Di Giandomenico – Condirettore; Prof. Sandro Ribi – Collaboratore esterno; Dr Marco Pace – Cancelliere. Da: http://eventicristiani.wordpress.com/2011/08/28/10-settembre-2011-nuovo-anno-accademico-della-facolta-biblica-uomini-nuovi/

Leggo poi sul sito delle ‘Assemblee di Dio’ (AD) quanto segue:
Andria – Sabato 13 marzo la Chiesa Evangelica “Salem – A.D” ha organizzato presso il proprio locale di culto una conferenza sulla figura e l’opera del riformatore franco-svizzero Giovanni Calvino, in collaborazione con la Chiesa “La Stella di Davide” di Andria. Numerosi sono stati i partecipanti, tra cui diversi docenti e presidi delle città limitrofe ed esponenti di diverse realtà evangeliche. Il moderatore dell’evento, prof. Felice Tarantini, ha lasciato la parola a relatori competenti e capaci di toccare le corde dell’uditorio, parlando della figura di un uomo tanto controverso agli occhi della storiografia quanto essenziale per il contributo teologico dato al mondo evangelico. Il Dott. Emanuele Fiume, Pastore della Chiesa Valdese di Roma, ha aperto la discussione, parlando del tema: “Calvino e il Calvinismo in Italia”, evidenziando le difficoltà inerenti la diffusione del Calvinismo nella nostra terra, notevolmente influenzata dal Papato, e il processo di demonizzazione che il riformatore ha dovuto subire in Italia. La parola è poi passata al Prof. Mario Miegge, docente di Filosofia Teoretica presso l’Università di Ferrara che ha parlato di “Calvino e il Capitalismo”. Prendendo spunto dall’opera di Max Weber “L’Etica Protestante e lo Spirito del Capitalismo”, si è ricordata l’importanza delle botteghe artigiane e della piccola imprenditoria quale risultato dell’etica del lavoro propugnata da Calvino e vista come vocazione del credente, all’interno di un Protestantesimo ascetico. Il Prof. Paolo Ricca, Pastore e Docente emerito di Storia della Chiesa presso la Facoltà Valdese della Teologia di Roma, ha concluso l’incontro parlando su: “Calvino e la Riforma Protestante”; è stata presentata con grande accuratezza la persona di Calvino e il contributo da lui offerto al Protestantesimo. Lo stesso Ricca ha avuto modo di portare il giorno prima della conferenza uno studio significativo sulla storia dei Valdesi in Italia, presso la Chiesa Salem di Andria. Ringraziamo Dio perché questi giorni ci hanno permesso di consolidare la comunione fraterna con i nostri fratelli “evangelici storici”. Da: http://www.chieseadr.org/pages/index.asp

Inoltre Paolo Ricca, il giorno 4 novembre 2009 presso l’Aula Magna della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose (sita nei locali del movimento «Nuova Pentecoste» ad Aversa – CE, movimento di cui è fondatore e presidente Remo Cristallo), il cui preside è Carmine Napolitano, ha tenuto la prolusione al nuovo anno accademico con una conferenza dal titolo: ‘CALVINO PENTECOSTALE: ELEMENTI DELLA SUA DOTTRINA DELLO SPIRITO SANTO’. Tratto da: http://evangelici.icn-news.com/index.php?do=news&id=8004

Veramente vergognoso e scandaloso che costoro abbiano invitato a parlare una persona come Paolo Ricca, che insegna eresie di perdizione. Ma evidentemente a costoro non interessa nulla di quello che insegna Paolo Ricca sull’omosessualità, che è molto grave. Ma è meglio dire che a costoro non interessa nulla di quello che dice la Bibbia in merito all’omosessualità, perchè altrimenti non vorrebbero avere nulla a che fare con persone come Paolo Ricca.
Guardatevi, fratelli, dunque da tutte queste persone e sappiate che coloro che collaborano con Paolo Ricca e tutti quegli Evangelici che la pensano come lui, sono dei ribelli perchè non osservano quello che ci ha comandato di fare l’apostolo Paolo nei confronti di questi insegnanti di eresie: “Or io v’esorto, fratelli, tenete d’occhio quelli che fomentano le dissensioni e gli scandali contro l’insegnamento che avete ricevuto, e ritiratevi da loro. Poiché quei tali non servono al nostro Signor Gesù Cristo, ma al proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore de’ semplici” (Romani 16:17-18).

Chi ha orecchi da udire, oda.

Giacinto Butindaro

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via Chi ha orecchi da udire oda by butindaro on 10/4/10


Paolo Ricca

Paolo Ricca, noto pastore e teologo valdese, il giorno 4 novembre 2009 presso l’Aula Magna della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose (sita nei locali del movimento «Nuova Pentecoste» ad Aversa – CE, movimento di cui è fondatore e presidente Remo Cristallo), il cui preside è Carmine Napolitano, ha tenuto la prolusione al nuovo anno accademico con una conferenza dal titolo: ‘CALVINO PENTECOSTALE: ELEMENTI DELLA SUA DOTTRINA DELLO SPIRITO SANTO’.
Tratto da: http://evangelici.icn-news.com/index.php?do=news&id=8004
Ora, Paolo Ricca in merito alla recente decisione del Sinodo Valdese di benedire le coppie omosessuali ha affermato delle cose molto interessanti che spiegano bene la posizione della Chiesa Valdese sull’omosessualità. Le ha dette queste cose in una risposta ad una lettera aperta, che è presente su questo sito http://www.gionata.org/chiese-e-omosessualit/approfondimenti/perch-il-sinodo-…: ‘Lettera aperta, risponde il pastore valdese Paolo Ricca, tratta dal Riforma del 1 ottobre 2010. (…) Non conosco né il greco né l’ebraico, né ho passato lunghi anni sui libri di teologia. Mi avete presentato, un giorno, un Evangelo spiegato ai semplici, agli illetterati, che hanno risposto positivamente. Voi, pastori, avete avuto accesso a informazioni e a testi più complicati e ora ve ne servite per giustificare comportamenti che ai miei tempi erano aberrazioni. Ho, il triste sentimento che oggi si cerca nell’Evangelo non il modo di comportarsi, ma la giustificazione del proprio operato. Non vorrei essere frainteso, ma vi chiedo umilmente di meditare questa frase: voglia il Signore che non vi troviate nella situazione di scandalizzare il fratello semplice, che semplicemente, ma con tutto il cuore, ha creduto nell’Iddio che gli avete presentato tanti anni or sono. Samuele Sieve ( Ginevra)

Questa bella lettera non è stata indirizzata a questa rubrica, ma al nostro settimanale (ndr a Riforma, il settimanale delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi) ed è rivolta in generale «ai pastori». Siccome sono anch’io un pastore, mi sento interpellato e, d’accordo con il direttore del giornale, la pubblico qui, e cerco di rispondere, beninteso non a nome dei pastori, ma, come sempre, a titolo personale. «Una bella lettera», dicevo. Bella moralmente e spiritualmente. Moralmente per il suo tono pacato e sereno, senza risentimenti, accuse e sospetti malevoli – un tono amichevole e fraterno, che sempre dovrebbe caratterizzare i rapporti tra membri di chiesa, ma che purtroppo oggi è spesso assente.
Ma bella anche spiritualmente, perché solleva con molto garbo, ma con altrettanta franchezza, una questione fondamentale per la Chiesa, ma anche per ogni società: «Voi pastori – dice in sostanza il nostro lettore – tanti anni or sono mi avete insegnato certe cose (a esempio, che certi comportamenti erano riprovevoli) e io le ho credute; oggi invece sostenete il contrario, avallando quei comportamenti come perfettamente leciti e conformi al volere di Dio.

Sono disorientato. Ho sbagliato ad ascoltarvi allora o sbaglio ad ascoltarvi adesso? Avevate ragione allora e torto adesso, o avevate torto allora e ragione adesso? Sono le domande che mi pongo e vi pongo. Per favore, rispondete!».
Questo è, più o meno, il senso della lettera aperta, che termina con una sorta di scongiuro finale: «Voglia il Signore che non vi troviate nella situazione di scandalizzare il fratello semplice».
Sappiamo infatti da una parola evangelica quale triste destino aspetti coloro che scandalizzano «i piccoli che credono in Gesù» (Matteo 18, 6).
Quello del nostro lettore è dunque un vero e proprio «Appello ai pastori», analogo – non nella forma, ma nell’intenzione – all’«Appello al Sinodo», apparso su Riforma il 30 luglio scorso e sottoscritto da alcuni membri di Chiesa. Il Sinodo ha avuto il torto di non rispondere a questo «Appello» né pubblicamente né – per quel che ne so – privatamente attraverso il Seggio.
Nel nostro Ordinamento, l’Appello al Sinodo di uno o più membri di Chiesa, indipendentemente dai suoi contenuti specifici, è una cosa molto seria, alla quale il Sinodo non può non rispondere, o direttamente o attraverso il Seggio.
Non rispondere (come fa spesso il Vaticano) vuoi dire negare la domanda, far finta che non ci sia. Ma la domanda c’era e c’è.
Abbiamo dunque davanti a noi due appelli – uno al Sinodo e uno ai pastori – che rivelano l’esistenza di un disagio più o meno diffuso, ma comunque reale, che non può essere ignorato.
Le motivazioni del disagio sono varie, ma qui ci occuperemo solo di quella espressa nella «lettera aperta ai pastori» e dovuta, anche se non è detto in chiare lettere, a una decisione del Sinodo valdese di quest’anno che, com’è noto, ha votato un «ordine del giorno» (così viene chiamato), cioè un atto dell’assemblea sinodale, che, pur non prendendo essa stessa esplicitamente posizione in merito, autorizza le chiese locali a impartire la benedizione là dove una coppia omosessuale lo richieda e si crei nella comunità un consenso sufficiente in proposito.
Davanti a questa decisione (che in realtà dice meno di quello che i media hanno fatto capire), il nostro lettore è comunque disorientato.
Egli legge nella Bibbia ripetute condanne dell’omosessualità, non solo nell’Antico ma anche nel Nuovo Testamento, e non capisce come il Sinodo abbia potuto prendere una decisione del genere, che sembra ignorare del tutto la Bibbia, anzi contraddirla apertamente.
Lo sconcerto del nostro lettore è comprensibile e anche giustificato.
Perché? Perché il Sinodo ha preso una decisione di un certo peso, che virtualmente introduce una novità assoluta nella vita liturgica (e non solo) delle nostre chiese, senza sentire il dovere di spiegare bene – come Sinodo – le ragioni della decisione, a cominciare da quelle bibliche.
Il Sinodo, va detto, dev’essere lodato per aver avuto il coraggio di affrontare l’argomento e dedicargli il tempo che meritava: è un segno di maturità, per un assemblea, assumersi la responsabilità di dibattere pubblicamente questioni difficili e controverse.
Ma la fretta (eccessiva) di decidere ha impedito di fondare adeguatamente, cioè su solide basi, la decisione, corredandola con una serie di spiegazioni di cui il Sinodo era ed è debitore nei confronti non solo del nostro lettore ginevrino e di tutti i membri delle nostre chiese, ma anche nei confronti delle altre chiese cristiane (ortodosse, cattolica, evangeliche) e dell’opinione pubblica.
Quali sono le spiegazioni che il Sinodo non ha fornito e che, a mio giudizio, avrebbero dovuto essere date e anzi precedere ogni decisione? Sono queste tre.

1. Il Sinodo avrebbe dovuto spiegare perché non considera più valida per noi oggi la condanna dell’omosessualità, chiaramente presente nella Bibbia. La spiegazione, a mio giudizio, è questa: la Bibbia non sapeva quello che noi oggi (da un secolo appena, o poco più) sappiamo, e cioè che l’omosessualità non è una scelta, ma è una condizione, che per l’omosessuale è altrettanto normale quanto lo è l’eterosessualità per un eterosessuale. Essendo una condizione, essa non può essere in quanto tale sottoposta a un giudizio morale, proprio come non può esserlo il colore della pelle, degli occhi o dei capelli. La Bibbia non immaginava, né poteva immaginare, che l’omosessualità fosse una condizione, così come non immaginava, né poteva immaginare, che fosse la Terra a girare intorno al Sole, e non viceversa. Questa è una spiegazione del perché credo che non possiamo oggi semplicemente ripetere la condanna biblica dell’omosessualità. Resta comunque il fatto che il Sinodo doveva dare una spiegazione – questa o un’altra migliore – prima di decidere.

2. Il Sinodo avrebbe dovuto spiegare che cosa intende per «benedizione». Nella Chiesa ce ne sono tante, forse troppe. In Sinodo s’è parlato di «moltiplicare le benedizioni». La Chiesa cattolica è specialista in materia: ha persino inventato la benedizione «urbi et orbi» = alla città di Roma e al mondo!), che ogni domenica viene impartita dal papa in Piazza S.Pietro. Più modestamente, in ogni nostra comunità, il culto termina con la benedizione dell’assemblea. Comunque sia: se si vuole davvero moltiplicare le benedizioni, è tanto più necessario sapere bene che cosa questo termine significa e che cosa il gesto di benedire, in sé bellissimo – forse il più bello che ci sia dato di compiere e di ricevere – comporta. Ricordando forse che Gesù, che peraltro non era un sacerdote, non ha benedetto nessuna coppia, né etero né omosessuale: ha benedetto solo i bambini (Marco 10, 16), il pane (sia quello per sfamare la folla: Marco 6, 41, sia quello dell’Ultima Cena: Luca 24, 30), e i discepoli prima di salire in cielo (Luca 24, 50). La Chiesa antica, come Gesù, non ha benedetto nessuna coppia. La benedizione nuziale nasce relativamente tardi, come eco, o riflesso, della benedizione di Dio sulla prima coppia umana: « Dio li creò maschio e femmina, li benedisse e disse loro: “Crescete e moltiplicate…”» (Genesi 1, 26- 27). S’è detto in Sinodo che la Chiesa non benedice, ma chiede a Dio di benedire. La benedizione non sarebbe dunque nulla di più che una richiesta di benedizione – non una benedizione, ma una invocazione affinché Dio benedica? Ma è proprio così? La benedizione non sarebbe altro che una forma di preghiera?
A me pare che sia qualcos’altro e di più, ma anche questo è un punto decisivo da chiarire, e il Sinodo aveva il dovere di farlo.
Questo dovere, ovviamente, ce l’ha ancora.

3. Infine il Sinodo avrebbe dovuto chiarire che differenza c’è – se c’è (credo che ci sia, ma appunto, anche qui, sono cose da chiarire) – tra la benedizione di una coppia omosessuale e quella di una coppia eterosessuale. L’opinione pubblica, disinformata e approssimativa com’è, identifica facilmente benedizione di una coppia con matrimonio. Ma si tratta di cose diverse, però bisogna chiarirle. Insomma: il nostro lettore ha il diritto di avere delle spiegazioni. Confido che un prossimo Sinodo gliele darà.

Maria Bonafede

Il 12.10.2009, Maria Bonafede, che è ‘pastora’ e moderatora della Tavola Valdese, in questo forum (http://www.chiesavaldese.org/forum/pubblico.php?page=2&sezione_in=79&… ) ha scritto: ‘Solo qualche giorno fa, ad esempio, ho visitato la Chiesa Nuova Pentecoste e la Facoltà pentecostale di Scienze religiose di Aversa: una visita che mi rafforza nella convinzione che il cammino di fraternità intrapreso potrà ancora rafforzarsi’.
Ora, Maria Bonafede ha affermato sulla decisione del Sinodo valdese di benedire le coppie omosessuali: ‘Con questa decisione, assunta con senso di discernimento e sentendo la responsabilità che essa comporta, la chiesa valdese ha voluto compiere un gesto di accoglienza nei confronti di chi soffre pregiudizi, emarginazioni e scomuniche’. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/13/tre-messaggi-dal-sinodo-valdese/60…

Conclusione

Ecco dunque chi sono i ‘pastori’ valdesi amici della Federazione delle Chiese Pentecostali, e quindi di Remo Cristallo, e della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, persone che hanno rigettato la sana dottrina, in quanto chiamano il male bene.

Stando dunque così le cose, e sapendo che la Scrittura dice che “il compagno degli insensati diventa cattivo” (Proverbi 13:20), e che “le cattive compagnie corrompono i buoni costumi” (1 Corinzi 15:33), e sia la Federazione delle Chiese Pentecostali che Remo Cristallo che ne è il Presidente, che quelli della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose di Aversa, prendono piacere ad essere compagni di queste persone e quindi destinati inesorabilmente a corrompersi spiritualmente, anzi già si sono corrotti (e questo si evince dal loro modo di parlare sulla decisione del Sinodo Valdese di benedire le coppie omosessuali che secondo loro va rispettata), io vi esorto fratelli a ritirarvi da costoro. Non indugiate, perché la direzione che hanno preso ormai è molto chiara.

Uscite dal loro mezzo e separatevene, perché essi hanno deciso di allearsi con coloro che sono nemici della Parola di Dio, alleanza che è odiata e rigettata da Dio. Sappiate infatti che la Parola di Dio ordina di ritirarsi da coloro che provocano scandali e contrastano la dottrina di Dio, secondo che dice l’apostolo Paolo: “Or io v’esorto, fratelli, tenete d’occhio quelli che fomentano le dissensioni e gli scandali contro l’insegnamento che avete ricevuto, e ritiratevi da loro. Poiché quei tali non servono al nostro Signor Gesù Cristo, ma al proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore de’ semplici” (Romani 16:17-18); mentre invece costoro prendono piacere a stare e collaborare con essi.

Chi ha orecchi da udire, oda

Giacinto Butindaro

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