Gli ebrei in Israele e nel mondo: dati e andamenti

Sessant’anni dopo la costituzione dello Stato d’Israele, la rappresentanza ebraica nel paese è cambiata vistosamente da quella che era nel 1948, con gli ebrei in Israele che ammontano ora a quasi il 41% dell’ebraismo mondiale.
Approssimativamente, dopo la seconda guerra mondiale e la Shoà rimanevano nel mondo 11 milioni di ebrei, contro i 16,5 milioni di prima della guerra. Oggi la cifra si aggira intorno a poco più di 13 milioni.

Secondo i dati forniti dal prof. Sergio Della Pergola dell’Avraham Harman Institute of Contemporary Jewry dell’Università di Gerusalemme, ripristinare il numero di ebrei perduti nella Shoà è stato un processo lento, e anche se i dati riflettono il recupero e la crescita dell’ebraismo mondiale e della popolazione ebraica in Israele, le cifre sono ancora ben lontane da quelle di prima della guerra.

Oggi, circa 5,5 milioni di ebrei vivono in Israele, oltre ai 300.000 non ebrei (imparentati con ebrei) immigrati grazie alla Legge del Ritorno soprattutto dall’ex Unione Sovietica. Il numero di ebrei che vivevano in Israele alla vigilia della nascita dello Stato d’Israele nel 1948 era di soli 650.000. Il numero di ebrei in Israele si è quindi moltiplicato quasi otto volte negli ultimi sessant’anni: un fenomeno quasi senza eguali in altri paesi. Ciò riflette in parte l’immigrazione in Israele, in parte il tasso di natalità naturale. Tuttavia, nel frattempo, il numero di ebrei nella Diaspora si è ridotto di circa il 30% sia a causa dell’immigrazione in Israele, che dei processi di assimilazione e dell’età.

A parte Israele, dove la percentuale di popolazione ebraica mondiale è cresciuta dal 6% nel 1948 a circa il 41% nel 2008, i paesi dell’Europa occidentale e nord America sono compresi tra le regioni in cui è stato registrato qualche aumento della popolazione ebraica (tra l’8 e l’11%), mentre l’Oceania è la regione con il più alto tasso di crescita, pari al 188%.
Un altro fatto interessante che emerge dai dati è che il numero degli ebrei in Germania è aumentato di quattro volte in meno di due decenni.

Il prof. Della Pergola suggerisce che la tendenza demografica attuale potrebbe causare un ulteriore aumento nella proporzione dell’ebraismo mondiale che vive in Israele, mentre il numero di ebrei nella Diaspora potrebbe diminuire. Tuttavia, osserva anche che vi è chi sostiene che interventi nell’economia e nell’istruzione – come il rafforzamento dell’identità ebraica nei giovani – potrebbero avere un impatto sui tassi di matrimoni e di natalità, e causare quindi un bilancio più positivo nella tendenza demografica dell’ebraismo mondiale.

(Da: Università di Gerusalemme, Dept. of Media Relations, 06.05.08)

Fonte: Israele.net

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Brevi dal Mondo (Israele, Tunisia, Stati Uniti)

Israele: Vangeli bruciati
Il consigliere giuridico del governo, Meny Mazuz, ha chiesto alla polizia di aprire un’inchiesta sulle circostanze esatte nelle quali Uzi Aharon, il vicesindaco di Or Yehuda, ha preso parte alla distruzione col fuoco di diverse centinaia di esemplari del Nuovo Testamento, distribuiti in alcuni quartieri “laici”, o poveri, della città, da missionari cristiani. Questi ultimi, molto attivi nella regione, hanno inoltre inaugurato una serie di “visite guidate” delle chiese locali, destinate ad accogliere i bambini della città.
Fonte: Israel-Infos.net – Numéro 471 – 23.05.2008

TUNISIA – Circa 6000 ebrei sono arrivati in questi giorni sull’isola di Djerba per il pellegrinaggio annuale ad una delle più antiche sinagoghe del mondo, la cui costruzione risale a circa 2500 anni fa. “Questo evento rimane uno dei più significativi nell’ambito del dialogo tra le religioni – ha detto Perez Trabelsi, responsabile dell’organizzazione per le manifestazioni – poiché ci troviamo in un paese islamico che accoglie con gioia fedeli di religione ebraica”. Le celebrazioni per il pellegrinaggio sono accompagnate da balli e canti con strumenti tradizionali. (CC/AdL)
[CO]
Fonte: Misna – 22/5/2008 22.21

Stati Uniti: McCain ripudia reverendo scomodo
Dopo i suoi sermoni controversi
Il senatore John McCain ha preso le distanze da un popolare pastore protestante del Texas che aveva appoggiato pubblicamente la sua corsa alla Casa Bianca, il reverendo John Hagee, dopo le rivelazioni sui suoi sermoni. La rivista The Nation ha diffuso stralci di queste prediche nelle quali Hagee sosteneva che Adolf Hitler è stato mandato da Dio per convincere gli ebrei, con i campi di concentramento, a fondare lo stato di Israele.
Fonte: Tgcom – 22/5/2008

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Libertà religiosa, rapporto USA

Stati comunisti e islamici sul banco degli accusati; ma la Commissione accusa gli Usa, e gli altri governi, di non fare abbastanza

Il 2 maggio scorso la Commissione USA sulla libertà religiosa internazionale (USCIRF – U.S. Commission on International Religious Freedom) ha pubblicato il rapporto annuale 2008 e le raccomandazioni per il Segretario di Stato Condoleezza Rice sui “Paesi di particolare preoccupazione” (CPC – countries of particular concern). La Commissione, istituita dalla legge sulla libertà religiosa internazionale del 1998, ha il compito, tra gli altri, di individuare quei Paesi i cui governi si siano resi responsabili o abbiano tollerato sistematiche e gravi violazioni della libertà religiosa.

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Rifugiati: accogliere i perseguitati religiosi

Le persone che fuggono dal proprio paese per motivi religiosi devono essere riconosciute come rifugiati, secondo le regole stabilite dalle Convenzioni internazionali. Lo ha sostenuto lo storico delle religioni tedesco Hans Meier, cattolico, intervenendo lo scorso 8 maggio sulle pagine del quotidiano svizzero “Neue Zürcher Zeitung”. Meier ha formulato queste considerazioni alla luce del crescente numero di profughi per motivo di religione nel mondo, in particolare di profughi di religione cristiana. Limitarsi a riconoscere lo statuto di rifugiato ai perseguitati politici è riduttivo, ha sostenuto Meier. Considerando la situazione dei cristiani in Iraq, nel mondo arabo, in India, in Tailandia, nella Corea del Nord, in Cina, in Pakistan, in Iran e nei paesi islamici africani, lo statuto di rifugiato dovrebbe essere riconosciuto – secondo Meier – ai cristiani che fuggono da quei paesi. Il diritto di praticare liberamente la propria religione dovrebbe essere affiancato, ha concluso lo storico delle religioni, con un esplicito diritto, sancito a livello mondiale, alla conversione.

Fonte: Voce Evangelica/nzz

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