Como: abusi su disabile, parroco condannato a 8 anni di reclusione

29 Maggio 2008, 14:17

COMO – Nel 2004 avrebbe abusato di un ragazzino 14enne con lieve disabilità mentale. Oggi don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio e Brienno, è stato condannato dal Tribunale di Como ad otto anni di reclusione. La sentenza è arrivata dopo otto ore di camera di consiglio. L’imputato, che oggi non era in aula, ha sempre respinto le accuse. (Agr)

Fonte: Instablog

Post correlati:

Condividi

Accusato di abusi su un ragazzino Chiesti otto anni per l’ex parroco

di PAOLA PIOPPI

— COMO —

UNA CONDANNA a otto anni di carcere per abusi sessuali nei confronti di un minorenne: così ieri, al termine di una requisitoria durata cinque ore, il pubblico ministero Maria Vittoria Isella, ha concluso la ricostruzione dei fatti contestati a don Mauro Stefanoni, ex parroco di Laglio e ora applicato a Colico. Il sacerdote è accusato di aver abusato sessualmente di un ragazzino frequentatore della casa parrocchiale, affetto da una forma di scompenso mentale, che all’epoca aveva 17 anni. Fatti che risalgono al periodo tra fine 2004 e inizio 2005, quando don Mauro fu oggetto di intercettazioni ambientali e telefoniche per monitorare i suoi eventuali rapporti con la vittima, dopo che gli insegnanti e i compagni di scuola del ragazzo lo avevano spinto a denunciare una serie di episodi che aveva raccontato.

A QUESTE intercettazioni si lega uno stralcio di indagine avviato dal pubblico ministero a carico della Curia di Como, all’epoca retta dal vescovo Alessandro Maggiolini, per verificare un’eventuale ipotesi di favoreggiamento nei confronti dell’imputato. Circostanza che deriva dalla stesse dichiarazioni di don Mauro quando venne sentito nel corso del processo, il quale disse di essere stato convocato in Curia il 16 novembre 2004 e avvisato del fatto che la Procura stava indagando su suoi rapporti con il ragazzino. La requisitoria ha ricostruito fasi e circostanze della vicenda: «Videocassette, videocassette e film pornografici acquistati su Sky, chat frequentate e nikname utilizzati, gli stessi rapporti con Luca Mastromarino, ex parrocchiano di Ponte Tresa, costituiscono una cornice perfetta al quadro dipinto dalla vittima», in un processo che, secondo il pm, «è già madre di altri processi», per le accuse di falsità e le calunnie nei confronti della Procura e delle parti civili per la quali è stata chiesta la trasmissione degli atti.

QUANTO all’attendibilità del ragazzo, soprattutto in relazione al problema fisico – la fimosi serrata di cui si è lungamente parlato durante il dibattimento – da cui è affetto don Mauro, il magistrato ha sostenuto che gli abusi ci sono certamente stati «anche se di natura leggermente diversa rispetto a quanto riportato dalla vittima, che si appropriò di immagini acquisite da altri nella spasmodica speranza che qualcuno gli credesse». Cinque ore in cui gli elementi dell’accusa sono stati ordinati con toni pacati e chiari: «La Corte non pronunci una sentenza di assoluzione per mancanza di prove – ha concluso il pubblico ministero – ma piuttosto per insussistenza dei fatti contestati, perché significherebbe ammettere che le persone deboli non sono degne di tutela da parte dell’ordinamento giudiziario».

Fonte: Il Giorno

Post correlati:

Condividi

Il poliziotto parla in aula: “Ecco i film e le telefonate di don Mauro Stefanoni”

Il poliziotto parla in aula:”Ecco i film e le telefonate del parroco”

giovedì 15 novembre 2007

“Si, mi sono occupato delle indagini su don Mauro Stefanoni. Ho effettuato tre appostamenti all’esterno della sua casa nell’autunno del 2004 e poi altri accertamenti tra cui quelli sui film acquistati da Sky con una smart card residenziale e le telefonate fatte”. E’ stato Alberto Panico, assistente capo della polizia di Como, a parlare a lungo questa mattina in Tribunale a Como nell’ennesima udienza – da oggi a porte aperte – sull’ex parroco di Laglio accusato di violenza sessuale su un minorenne. Panico, rispondendo dapprima alle domande dei Pm Isella e Pantano e poi a quelle dei difensori del parroco, ha detto di avere visto il ragazzino che accusa il sacerdote arrivare per tre volte alla casa parrocchiale, ma in nessuna occasione lo ha visto entrare all’interno. E questo la difesa lo ha fatto notare con grande evidenza, quasi come se fosse un punto a proprio vantaggio.

Leggi tutto