India, Karnataka: arrestati quattro cristiani pentecostali

Karnataka, arrestati 4 cristiani per conversioni forzate “porta a porta”

Secondo la polizia facevano proselitismo tra i dalit e gli indù poveri. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians: “La situazione è allarmante. I dalit si rinfrancano con la preghiera cristiana e gli indù hanno paura di questo”.

Mumbai – “I cristiani aggrediti dagli estremisti indù sono in aumento: la situazione è allarmante”. Lo afferma ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), in merito all’ennesimo caso di violenze anticristiane, il quarto nel solo mese di agosto in Karnataka. Ieri la polizia di Uppinangady ha arrestato quattro cristiani pentecostali a Puttur Taluk (distretto di Dakshina Kannada), accusati di aver tentato di convertire con la forza una colonia dalit di Nidle Boodujalu. I cristiani sono stati picchiati prima di essere arrestati.

Praveen Boodujalu, un indù, ha denunciato i quattro, accusandoli di fare proselitismo porta a porta. Alcuni residenti locali, inclusi dei dalit, hanno dichiarato che il gruppo – Mary (60), suo figlio Kunjimonu (30), la moglie Lenny (23) e BT Sainu (34) – da un mese ogni domenica si reca nelle loro case, portando libri per aiutarli nella conversione al cristianesimo. Secondo il rapporto della polizia, le case scelte dai cristiani appartenevano solo a dalit e indù con difficoltà economiche. “Quando ci siamo rifiutati – spiegano alcuni locali – i cristiani ci hanno aggrediti e insultati in base alla nostra casta”.

Per Sajan George invece “questo arresto riflette la mancanza di libertà religiosa in Karnataka. Oltretutto, l’evangelizzazione dei dalit è sempre vista con sospetto. In India, per l’induismo gli oltre 250 milioni di dalit sono ‘intoccabili’, relegati dall’alta casta dei brahmini a uno stato di sottolivello in modo quasi permanente. Il sistema delle caste è illegale; tuttavia, ancora oggi è in vigore. I dalit non possono entrare nelle case, nei campi e nei templi delle caste superiori. Non possono prendere l’acqua dai pozzi dei villaggi, né indossare scarpe mentre attraversano le aree delle caste superiori”.

“Molti di loro – prosegue il presidente del Gcic – si sentono rafforzati dal messaggio di liberazione della preghiera. Gli indù si oppongono con fermezza a questo, e così fabbricano accuse false per far arrestare chiunque annunci loro la buona novella della salvezza di Gesù Cristo”. (NC)

Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione

Post correlati:

India, Karnataka: aggrediti e arrestati due pastori, per false accuse di conversioni forzate

L’agguato di 10 radicali indù mentre i religiosi tornavano dalla casa di un fedele. Insulti, minacce e percosse, poi la denuncia e l’arresto. Il Global Council of Indian Christians: “Basta alla complicità tra estremisti e governo”.

New Delhi – “Ancora accuse infondate di conversioni forzate, con la complicità di radicali indù e amministrazione: basta!”. È la dura condanna del Global Council of Indian Christians (Gcic), dopo l’ultimo episodio contro i cristiani. Lo scorso 28 giugno la polizia ha arrestato due pastori pentecostali delle Chiese indipendenti nel distretto di Hubli (Karnataka), per l’accusa di conversioni forzate mossa da un gruppo di radicali indù. Le denunce riguardano tre sezioni del Codice penale: 295A, ferire sentimenti religiosi; 447, violazione proprietà privata; 341, costrizione illecita.

Circa 10 persone, membri del Bajrang Dal (ala giovanile del Vhp – Vishwa Hindu Parishad, organizzazione estremista indù), hanno teso un agguato al pastore M. Sandeep, 28 anni, e a fratel Isaac, 32 anni, mentre tornavano da un servizio pastorale. Li hanno interrogati “con rabbia” e accusati di aver tentato di convertire degli indù al cristianesimo. Dopo averli perquisiti, in cerca di testi e oggetti cristiani, li hanno pestati, presi a parolacce e schiaffeggiati. Poi, gli aggressori hanno chiamato la polizia, che ha portato via i religiosi. Secondo alcuni testimoni, i funzionari avrebbero lasciato i due senza cibo fino alla sera, per poi convalidare l’arresto e le accuse.

“Non si tratta di un caso isolato, ma è la routine”, afferma Sajan K George, presidente del Gcic. “La polizia del Karnataka riceve denunce e procede con leggerezza all’arresto, senza approfondire. Così, in tutto il Karnataka moltissimi cristiani hanno già affrontato false accuse di conversioni forzate o fraudolente. Altri cristiani invece ricevono minacce, vengono picchiati o disturbati durante la preghiera”. Il Gcic è in contatto con le vittime e i loro avvocati, per garantire il massimo aiuto.

Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione

Post correlati:

India, Un pastore protestante indiano aggredito dalla folla e arrestato dalla polizia

Gli attacchi ai cristiani in India sono in crescendo. Il presidente del Consiglio dei cristiani dell’India, Sajan K. George, ad AsiaNews: “E’ un problema molto serio non solo per i cristiani ma per l’India laica

Mumbai – I crescenti attacchi ai cristiani stanno diventano un problema molto serio per l’immagine laica dell’India, ha detto ad AsiaNews Sajan K. George, presidente del Consiglio dei cristiani dell’India (Gcic). Sajan si riferiva all’arresto, compiuto dalla polizia, del pastore Peter Paul Muthyalan nella città di Islampura, vicino a Bangalore, nello stato del Karnataka. Radicali islamici hanno fatto irruzione in casa sua accusandolo di “conversioni forzate”. Alcune bibbie sono state strappate, e oggetti e mobili danneggiati.

Sajan K. George ha detto ad AsiaNews che il pastore insegnava inglese nella scuola inglese Sunshine, e che la maggioranza dei suoi studenti erano islamici. Il pastore ha diretto servizi di preghiera negli ultimi cinque anni, con un seguito di circa 30 persone. Un collega della scuola biblica un giorno gli ha dato alcune bibbie in urdu, e del materiale evangelico sempre in urdu. Alcuni studenti hanno visto questo materiale, e gli hanno chiesto ripetutamente di mostrarglielo. L’ha fatto; alcuni ragazzini hanno chiesto e ottenuto qualche depliant.

Sajan K. George racconta che il 26 ottobre una folla di circa 300 musulmani ha investito la sua casa, accusandolo di convertire i musulmani, lo ha assalito e ha danneggiato mobilia e altri oggetti. Peter Paul Muthyalan ha detto ad AsiaNews: “Per quasi un’ora di fronte ai miei bambini piccoli e a mia moglie mi hanno picchiato. Hanno saccheggiato la casa, hanno portato via il lettore di DVD e il cellulare, e mi hanno trascinato a scuola, picchiandomi lungo il percorso. A scuola hanno chiesto del preside per protestare contro la mia attività”.

Gli agenti di polizia sono arrivati nel pomeriggio dalla città di Nelamangala, e hanno arrestato il pastore, insieme a suo fratello Naresh, in base alla legge 295°, che punisce chi in maniera maliziosa e deliberata ferisce i sentimenti religiosi degli altri. Il pastore è stato rilasciato su cauzione il 30 ottobre, e insieme con la sua famiglia è stato trasferito in un luogo sicuro, con l’aiuto del Consiglio delle chiese cristiane. Ha ricevuto minacce di morte.

Sajan K. George ha detto ad AsiaNews: “E’ un problema molto serio non solo per la comunità cristiana, ma per l’immagine laica dell’India il fatto che i cristiani in Karnataka siano attaccati con grande frequenza, e nella totale impunità. Da quando nel maggio del 2008 il Bjp è giunto al potere in Karnataka, gli attacchi contro la vulnerabile minoranza cristiana sono cresciuti. E’ vero che la maggior parte degli attacchi provengono dalla ‘Brigata gialla’ i crescenti attacchi ai cristiani in Iraq, Egitto e Algeria hanno imbaldanzito i radicali del Karnataka”.

Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione

Post correlati:

Condividi

India: Assalto a due chiese protestanti nel Karnataka. La polizia accusata di favoreggiamento

Il Global Council of Indian Christians attribuisce l’attacco a esponenti locali dello Sangh Parivar, il movimento indù accusato di numerose violenze contro i cristiani. Da un anno lo stato indiano è teatro di aggressioni soprattutto contro le Chiese protestanti.

Bangalore – Due chiese protestanti assaltate, bibbie e libri di preghiera distrutti o sequestrat, pastori e fedeli minacciati. È accaduto nel distretto di Tumkur nello Stato del Karnatka, nel sud dell’India.

A denunciare l’accaduto è il Global Council of Indian Christians (Gcic) che attribuisce l’attacco a esponenti della Sangh Parivar e accusa di favoreggiamento alcuni ufficiali della polizia locale.

Fonti locali affermano che, nella tarda serata del 28 agosto, un gruppo di radicali indù ha preso d’assalto la Gypsy Prayer Hall di Mavunakatte Palaya. Capeggiati da tre noti attivisti (Rangantha, Ramalingayya Gowda e Ramesh) i membri della Sangh Parivar sono stati visti arrivare sul posto a bordo di tre jeep insieme al vice-sopraintendente della polizia, all’ispettore e al vice-ispettore circondariale.

Il gruppo ha accusato il pastore Hanuma Naik, 33enne responsabile del luogo di culto, di conversioni forzate e raggiri a danno di abitanti del paese. Dopo aver malmenato il religioso ed uno studente del posto, la polizia ha portato Naik alla stazione di polizia aprendo un procedimento contro di lui.

Il Gcic afferma che, dopo l’incursione di Mavunakatte Palaya, alcuni degli assalitori si sono diretti alla Chiesa battista Krupashraya. Anche lì la scena si è ripetuta. In mancanza del pastore i componenti del gruppo hanno minacciato la moglie di azioni punitive e hanno sequestrato bibbie e libri di preghiera.

Gli attivisti della Sangh Parivar hanno poi fatto tappa alla chiesa protestante dell’International Cooperation Ministries (Icm) nei pressi di Agrahar. L’aggressione non è tuttavia andata a segno perché il pastore titolare del luogo da tempo passa la notte barricato in casa per il timore di assalti.

Il Karnataka è da tempo teatro di aggressioni e violenze contro i cristiani. Già in coincidenza con i pogrom dell’Orissa dell’estate scorsa, lo Stato indiano aveva registrato attacchi contro le locali Chiese e comunità.

Fonti locali affermano che l’aumento delle violenze è coinciso con l’avvento al governo statale del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp). Nel 2009 il Karnataka ha registrato almeno 10 attacchi contro i cristiani, l’ultimo risaliva all’11 agosto. Ad essere prese di mira sono soprattutto le Chiese protestanti accusate di compiere conversioni forzate.

Fonte: AsiaNews/Agenzie – riprodotto con autorizzazione

Post correlati:

Condividi

India, Karnataka: Pastori e fedeli aggrediti da radicali indù e poi arrestati

india_karnataka1Chennarayapatna, distretto di Hassan – Il 12 maggio era stato organizzato un incontro di preghiera in una scuola chiamata Sidda Vinayaka School. Mentre era in corso la riunione, alle 3 del pomeriggio, un gruppo di 25 leader del Bajarang Dal/RSS/BJP è piombato nella scuola ed ha aggredito i pastori K.K. Ramesh (30 anni), P.S. Anjaneya (35 anni) e i fedeli Sangarasimha (25 anni), Calton (35 anni), e Manjunath (25 anni) di Every Home Crusade accusandoli di conversioni forzate. I radicali indù hanno anche molestato verbalmente le donne presenti all’incontro e hanno bruciato tutte le Bibbie e altri libri cristiani disponibili là. Poi gli estremisti si sono recati all’abitazione del pastore K.K. Ramesh e hanno distrutto tutti gli oggetti di valore. Tutto ciò è durato per circa 45 minuti. Manjunath ed un altro credente sono rimasti feriti, entrambi erano sanguinanti al viso e alle orecchie.
Verso le ore 16 la polizia è arrivata sul posto, e invece di agire contro gli aggressori ha arrestato i pastori K.K. Ramesh, P.S. Anjaneya, ed i fedeli Sangarasimha, Calton e Manjunath e li ha portati al commissariato. Alle vittime sono state negate le cure mediche e sono state trattenute alla stazione di polizia per ulteriori indagini. I cristiani, vittime dell’aggressione, sono stati rilasciati verso le 23.

Via | Persecution.in

Post correlati:

Condividi