Algeria: mons. Teissier chiede la liberazione dell’algerina convertita al cristianesimo

Per Habiba Kouider, cittadina algerina convertitasi quattro anni fa al cristianesimo e accusata di aver “praticato un culto non musulmano senza autorizzazione”, il tribunale di Tiaret, nell’Algeria sudoccidentale, ha chiesto un approfondimento delle indagini nel processo. Trovata in possesso di Bibbie e Vangeli, la donna era stata arrestata nei primi di aprile e per lei, la settimana scorsa, il procuratore aveva chiesto tre anni di reclusione. “Mi auguro il rilascio di Habiba Kouider – ha detto al quotidiano El Khabar l’arcivescovo emerito di Algeri mons. Henri Teissier – tanto più che il giudice ha espresso sulla questione un giudizio differente da quello del procuratore”. La Lega algerina dei diritti dell’Uomo (LADDH) ha commentato positivamente la decisione del tribunale di Tiaret, ritenendo che la donna non abbia commesso nulla di vietato. “E’ un buon giudizio – ha dichiarato a Radio France Internationale il presidente della Lega Ghechir Boudjema – perché si è considerato che i poliziotti e la sezione della procura abbiano commesso un errore nel condurre Habiba Kouider davanti la giustizia”. Ghechir Boudjema ha aggiunto che nella legge algerina non vi è alcun testo che sanzioni una persona per possesso di un libro sacro, la Bibbia, il Corano o altra cosa. Intanto, ieri, sempre a Tiaret, si è aperto un altro processo contro sei protestanti algerini accusati di proselitismo e arrestati, all’uscita di una casa dove si erano riuniti per pregare, per aver praticato un culto in un luogo non autorizzato. Per loro sono stati chiesti 2 anni di carcere. Le autorità religiose algerine da alcuni mesi conducono una vigorosa campagna contro quella che definiscono una “campagna di evangelizzazione” da parte dei movimenti evangelici, escludendo da questa campagna la Chiesa cattolica. Mons. Teissier – scrive la France Presse – ha affermato che la Chiesa cattolica, le cui radici in Algeria risalgono ai primi cristiani, non è implicata in attività di evangelizzazione. Il ministro algerino degli Affari Religiosi Bouabdallah Gholamallah ha recentemente definito gli evangelisti dei “fuorilegge” ed ha affermato che il loro obiettivo sarebbe quello di costituire “una minoranza (cristiana) per favorire l’ingerenza straniera negli affari interni dell’Algeria”. Intanto in Cabilia alcune comunità evangeliche rivendicano la libertà di culto autorizzata dalla Costituzione, mentre ha già raggiunto 2.500 firme la petizione in favore della difesa delle libertà individuali e in particolare della libertà di culto, rilanciata dal quotidiano El Watan. (T.C.)

Fonte: Radio Vaticana – 28/05/2008 15.15.22

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L’algerina convertita al cristianesimo rischia tre anni, ma farà appello

L’algerina convertita al cristianesimo, Habiba K., che rischia tre anni di carcere per aver praticato un culto non musulmano senza autorizzazione, è decisa a non arrendersi. “Abbiamo deciso di presentare ricorso in appello”, ha dichiarato l’avvocato Khalfoun. Il rinvio del verdetto di ieri con il pretesto di un approfondimento delle indagini “è un modo per insabbiare la questione” ha precisato Kalfhoun poco prima del processo contro altri due algerini cristiani accusati di distribuzione di materiale che minaccia la religione musulmana, che si è aperto questa mattina al tribunale di Tissemsilt, 60 chilometri tra Tiaret.

Fonte: PeaceReporter – 28.5.2008 13:34:00 – riprodotto con autorizzazione

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Algeria: Processata per la Bibbia, i giudici «frenano»

Slitta il verdetto in Algeria contro Habiba: «Ha praticato un culto non islamico senza permessi»

DI LORENZO FAZZINI
Sarà stata l’attenzione dei media stranieri oppure il sussulto di indignazione delle porzioni più illuminate della società algerina. Sta di fatto che il processo in Algeria contro una ragazza accusata di «aver praticato un culto non musulmano senza autorizzazione» ha prodotto per il momento un nulla di fatto. Ieri il tribunale di Tiaret, città a 300 chilometri da Algeri, ha chiesto un «approfondimento di informazioni» prima di emettere la sentenza su Habiba Kouider, 37 anni, diventata cristiana 4 anni fa. Il 20 maggio, a carico questa insegnante di asilo il procuratore statale aveva chiesto 3 anni di prigione con l’accusa di aver praticato una religione non islamica. Nei giorni Habiba, cristiana protestante, era stata arrestata su un autobus mentre si dirigeva ad Orano, città dove frequenta una corso di cristianesimo: nella sua borsa i poliziotti hanno trovato 12 tra Bibbie e Vangeli, un fatto che ha spinto lo zelante procuratore ad incriminare la donna. La vicenda ha sollevato una notevole attenzione sia a livello interno che internazionale: il quotidiano francese Le Figaro ha mandato un inviato per seguire il processo della Kouider; anche Rama Yade, segretario di Stato ai Diritti dell’Uomo, è intervenuta definendo «triste e choccante» la vicenda. «Tale fatto – ha dichiarato l’esponente francese – contravviene alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo». Anche il quotidiano algerino Liberté – intervistando un avvocato di Tiaret – ha scritto che «è tempo di bandire queste intenzioni indecenti che sono contro la libertà di coscienza». Sempre ieri e ancora a Tiaret si è aperto un altro processo contro sei protestanti algerini accusati di «proselitismo»: nei giorni scorsi erano stati arrestati all’uscita di una casa dove si erano riuniti per pregare. Il procuratore ha chiesto per gli imputati una condanna di 2 anni. «Il giudice avrebbe potuto chiudere oggi la vicenda di Habiba – ha dichiarato l’avvocatessa Khalfoun che difende la donna cristiana – visto che il reato non sussiste». Ora si dovrà aspettare del tempo per sapere la sorte di questa donna che – secondo il giornale El Watan – «non ha voluto rinunciare alla sua religione» di fronte alla minaccia di finire in tribunale. L’accusa è stata effettuata in base alla nuova normativa sui “culti non islamici” adottata nel marzo 2006: una direttiva governativa che obbliga i non musulmani a registrarsi presso le autorità pubbliche così come a notificare i luoghi di incontro religiosi. A gennaio un prete cattolico, padre Pierre Wallez, era stato condannato ad un anno di reclusione per aver presieduto un incontro con degli immigrati. A marzo l’ex presidente della chiesa protestante d’Algeria, Hugh Johnson, 75 anni, da 45 anni presente nel Paese, ha dovuto lasciare l’Algeria perché il ministero degli Esteri si è rifiutato di rinnovargli il permesso di soggiorno. Su 33 milioni di abitanti, i cristiani in Algeria sono meno dell’1 per cento della popolazione; i cattolici non superano le quattromila unità.

Fonte: Avvenire.it – 28 maggio 2008

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Processo di una convertita al cristianesimo in Algeria: Parigi spera nella clemenza

PARIGI, 25 maggio 2008 (AFP) – Il segretario di Stato ai diritti umani, Rama Yade, in una conversazione oggi a Radio J. ha definito “triste” e “scioccante” il processo in Algeria di una donna convertita al cristianesimo, dicendo di sperare in un “gesto di clemenza” nei suoi confronti.

“E’ triste, è scioccante, per prima cosa perché ciò contravviene alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, che proclama nell’articolo 18 la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, ha dichiarato la signora Yade.

“Conformemente all’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e conformemente alla tradizione di ospitalità dell’Algeria, credo che sarebbe bene avere un gesto di clemenza” ha aggiunto.

Il procuratore di Tiaret, nell’ovest dell’Algeria, ha richiesto martedì tre anni di carcere senza condizionale contro Habiba Kouider, 37 anni, convertita al cristianesimo e giudicata per esercizio illegale di un culto non musulmano, in virtù di una legge del 2006. Il verdetto è atteso martedì, secondo il presidente della Chiesa Protestante d’Algeria.

“Il cristianesimo non minaccia l’islam in Algeria” ha detto la signora Yade. “I cristiani in Algeria sono l’1% della popolazione, cioè all’incirca 11.500 persone, 32 chiese rispetto a 32.000 moschee, quindi non penso che ci sia una minaccia religiosa”.

Il segretario di Stato ai diritti umani ha rilevato che non si trattava “del primo caso di questo tipo”, ricordando quello di un sacerdote cattolico francese, Pierre Wallez, condannato in aprile a due mesi di carcere con la condizionale per proselitismo, dalla corte d’appello di Tlemcen (ovest dell’Algeria).

“Io però ho fiducia nella tolleranza del popolo algerino” ha ancora indicato la signora Yade.

Fonte: La Croix/AFP

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Algeria: Tre anni di carcere richiesti per una convertita al Cristianesimo

ALGERI, 21 maggio 2008 (AFP) – Il procuratore della Repubblica di Tiaret (ovest) ha richiesto martedì tre anni di carcere senza condizionale per una algerina convertita al cristianesimo e giudicata per esercizio illegale di un culto non musulmano, ha annunciato ieri all’AFP il presidente della Chiesa Protestante d’Algeria (EPA).

“Il processo di Habiba Kouider, 37 anni, si è svolto martedì al tribunale di Tiaret. Tre anni di carcere sono stati richiesti per questa donna accusata di praticare un culto non musulmano senza autorizzazione ufficiale”, ha dichiarato il pastore Mustapha Krim.

Il verdetto sarà emesso il 27 maggio, ha egli precisato.

Secondo il pastore, Habiba Kouider è stata arrestata da dei gendarmi all’inizio di aprile sulla strada che collega Tiaret ed Orano (340 e 430 km ad ovest di Algeri) in possesso di una decina di esemplari della bibbia.

Essa è stata perseguita nell’ambito di una nuova legge del 2006 che esige un’autorizzazione prefettizia per l’esercizio del culto non musulmano in Algeria.

Altri sei algerini anch’essi convertiti al cristianesimo devono comparire il 27 maggio davanti a questo stesso tribunale “per proselitismo religioso”, ha aggiunto il presidente della Chiesa Protestante. Essi sono stati arrestati due settimane fa dalla polizia a Tiaret. […]

Fonte: La Croix/AFP

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