Israele, Le auto di Google a Gerusalemme: Google Street View

Foto di Ouria Tadmor.

L’operazione è iniziata Lunedì 12 settembre alla presenza del Sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat. Auto e tricicli di Google dotati di fotocamere panoramiche hanno percorso alcune strade di Gerusalemme, per lo più spazi pubblici e turistici…

Google Street View inizia con la capitale d’Israele, Gerusalemme, per poi proseguire con Tel Aviv e Haifa. I percorsi dei veicoli sono annunciati in anticipo alle autorità…

Google Street View ha tuttavia incontrato dei problemi in Israele prima di ottenere l’approvazione del governo: sicurezza prima di tutto (Google Street View offre una vista 3D delle strade), così come le preoccupazioni legate alla privacy, ed anche ad alcuni quartieri dove le comunità religiose sono molto radicate (in particolare a causa delle leggi della Tzniut (pudore).

Le foto panoramiche scattate dalle Google cars durante il loro percorso sono in seguito elaborate da Google e messe on line su Google Maps Israele e Google Street View, il che consente di spostarsi virtualmente in città con vista a 360 gradi.

Via | chalom-jerusalem.com

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Israele, Proteste per il fermo di un rabbino che giustifica l’omicidio dei “gentili”. Tensione a Gerusalemme

Centinaia di manifestanti hanno invaso le strade della città e protestato davanti al palazzo di giustizia per l’arresto di Dov Lior. Il leader religioso, poi rilasciato, è stato fermato per il sostegno dato a un libro che autorizza l’uccisione dei non ebraici. Esplode la polemica politica, scambi di accuse fra ministri.

Gerusalemme – Manifestazioni di protesta inscenate dagli attivisti di destra, strade bloccate e liberate solo grazie all’intervento della polizia, al prezzo di 25 arresti fra i dimostranti e due feriti fra le forze dell’ordine. Ha causato tensione e un duro scontro politico il fermo del rabbino Dov Lior (poi rilasciato), colpevole di aver dato il proprio sostegno a un libro in cui si giustifica l’omicidio dei “gentili” (i non ebrei). Il 27 giugno per le strade di Gerusalemme si sono riversate centinaia di persone; almeno 200 si sono poi riunite davanti al palazzo sede dell’Alta corte di giustizia della città. Nel mattino di ieri è tornata la calma, ma infuria la polemica sul diritto riservato alle guide religiose di esprimere giudizi nella più completa impunità.

Le autorità hanno arrestato, interrogato e infine liberato il rabbino Lior, che in precedenza non si era presentato davanti alle forze dell’ordine pur avendo ricevuto un invito a comparire. Egli è finito al centro di un’indagine per aver dato la sua approvazione al controverso libro “Torat Hamelech”, scritto nel 2009 dal rabbino Yitzhak Shapira, in cui si giustifica l’uccisione di non ebraici. L’autore del testo è già stato indagato, così come altre due autorità religiose ebraiche che hanno sostenuto l’opera e il pensiero contenuto al suo interno. Lior si è difeso affermando che la Torah è “al di sopra” della legge e del diritto dello Stato.

Le affermazioni del rabbino, capo dell’insediamento ebraico Kiryat Arba, sulle montagne della Giudea, e leader del Consiglio delle comunità ebraiche di Giudea, Samaria e della Striscia di Gaza hanno sollevato una feroce polemica in Israele. Il parlamentare Micheal Ben-Ari (Kadima) punta il dito contro il ministro per la Sicurezza pubblica, che dovrebbe essere licenziato perché ha permesso l’arresto di Lior. La risposta arriva da Zahava Gal-On (Meretz), che plaude al fermo perché le parole del rabbino fomentano la violenza.

Durissima, infine, la presa di posizione di Yaakov Margi (Shas, partito ebraico ultra-ortodosso), ministro per le Funzioni religiose, che manifesta “indignazione” verso il collega Yitzhak Aharonovitch della Sicurezza, perché ha permesso che Lior venisse trattato alla stregua di un “criminale comune”.

Fonte: AsiaNews/Agenzie – riprodotto con autorizzazione

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Gerusalemme vecchia, il quartiere ebraico è di nuovo ultraortodosso

(Milano/g.s.) – Il quartiere ebraico racchiuso tra le mura della Gerusalemme vecchia è tornato ad essere un baluardo del giudaismo ultraortodosso, così com’era stato fino al 1948. Lo rileva un’indagine sociologica condotta da alcuni ricercatori e riportata nei giorni scorsi dalla stampa israeliana. Gli autori della ricerca, Doron Bar e Rehav Rubin, spiegano che il quartiere si è via via svuotato della sua componente laica, la quale ha ceduto quasi completamente il campo ai praticanti più rigorosi.

Un dato confermato anche dall’osservazione empirica di uno dei rabbini ultraortodossi del quartiere, il prof. Daniel Sperber, che spiega al quotidiano Haaretz come la sua sinagoga, quella di Menachem Zion, fosse fino a pochi anni fa l’unico, affollato, luogo di culto degli haredim, mentre oggi le loro comunità fanno riferimento a vari altri edifici religiosi.

Anche se la municipalità cerca di incentivare una presenza ebraica più composita all’interno del quartiere, quel piccolo nucleo urbano a ridosso del Muro occidentale torna, in qualche modo, alla fisionomia che l’ha caratterizzato per secoli.

In seguito alle rivolte giudaiche contro la dominazione romana, Gerusalemme era stata rasa al suolo tra il 70 e il 134 d.C. Al suo posto sorse la colonia romana di Aelia Capitolina dalla quale gli ebrei furono banditi, se non come pellegrini, per alcuni secoli. Quando in epoca bizantina la messa al bando venne allentata, una piccola comunità di pii israeliti tornò a stabilirsi nelle vie e nelle case a ridosso del luogo più caro al giudaismo: il Muro occidentale, tutto ciò che resta dell’antico recinto del Tempio di Gerusalemme.

Quella presenza ebbe fine nel 1948, quando le truppe arabe contrapposte al neonato Stato di Israele, si aggiudicarono il controllo militare di Gerusalemme Est e della città vecchia. Durante la battaglia per la città santa l’artiglieria della Legione araba di Trangiordania ridusse il quartiere a un mucchio di rovine e costrinse gli abitanti a sfollare nei quartieri occidentali. Gli israeliani si presero la rivincita nel 1967, con la guerra dei Sei giorni, grazie alla quale assunsero quel pieno controllo di tutta Gerusalemme che esercitano tuttora.

Dal ’67 ai nostri giorni il quartiere ha mutato volto: le case arabe immediatamente prospicienti il Muro occidentale sono state rase al suolo per far spazio all’ampio piazzale su cui oggi si incrociano i passi di fedeli, turisti e pellegrini; moderni edifici ospitano sinagoghe, istituzioni culturali ebraiche e, sempre più, anche abitazioni.

La fisionomia eminentemente ebraica del quartiere si manifesta con molti segni: è rarissimo, se non impossibile, che un non ebreo vi trovi casa; capita che le vestigia archeologiche di epoca romana, bizantina e crociata, siano messe in secondo piano rispetto alle testimonianze sull’antica presenza giudaica. Gli stessi Bar e Rubin, a margine della loro ricerca, citano un esempio: una targa posta presso i resti di una chiesa d’epoca crociata è stata rimpiazzata con un cartello più generico che indica il luogo come area d’interesse archeologico.

Fonte: terrasanta.net

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Scoperto a Gerusalemme un antico bagno usato dai legionari di Tito

Bagno della Decima Fretensis rinvenuto a Gerusalemme

L’Israel Antiquities Authority ha comunicato che gli archeologi israeliani hanno scoperto un antico bagno romano probabilmente usato dai soldati della legione che distrusse il Secondo Tempio a Gerusalemme.

Sono stati identificati anche l’iscrizione della decima legione romana (“Fretensis” – LEG X FR) e l’impronta della zampa di un cane. Secondo il direttore dello scavo, Ofer Sion, l’animale probabilmente apparteneva a un soldato; l’impronta è frutto del caso oppure fatta intenzionalmente per gioco.

Gli archeologi non si aspettavano di trovare la struttura romana nel quartiere ebraico, dove fu costruita una mikvah, o bagno rituale ebraico.

Ofer Sion ha dichiarato che l’iscrizione, che ha la forma dei sigilli stampati sulle tegole dei tetti e sui mattoni di argilla che si trovano nel luogo, prova che furono i soldati della legione a costruire il complesso.

Sembra che il bagno venisse usato da soldati che presidiarono il luogo dopo la repressione della ribellione di Bar Kokhba nel 135 d.C., quando Gerusalemme fu trasformata in Aelia Capitolina.

La struttura comprende diverse vasche da bagno intonacate a lato di una piscina, un tubo che portava acqua alla piscina e un pavimento in mosaico bianco.

Sul fondo della piscina sono state trovate centinaia di tegole in terra cotta, ciò spiega che la struttura era coperta.

Un esperto ha affermato che la scoperta dimostra che l’accampamento romano era più ampio di quanto si pensasse.

Yuval Baruch, archeologo della circoscrizione di Gerusalemme, ha notato che, a fronte dell’estensione degli scavi archeologici eseguiti nel quartiere ebraico, finora non è stato ancora trovato un edificio che appartenga alla legione romana. L’assenza di tali ritrovamenti possono far pensare che Aelia Capitolina avesse una superficie limitata.

Quest’ultima scoperta, però, insieme ad altre scoperte degli anni recenti, mostra che la città era considerevolmente più estesa di quanto si stimasse in precedenza.

Conoscere i resti di Aelia Capitolina è di estremo interesse perché, come ha ricordato l’archeologo, è questa città ad aver determinato la forma delle antiche mura di Gerusalemme e la posizione delle porte visibili ancora oggi.

Adattamento: R.P.

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Su una tavoletta d’argilla il più antico testo mai rinvenuto a Gerusalemme

Gli archeologi hanno scoperto a Gerusalemme un antico frammento di tavoletta di argilla risalente a 3.400 anni fa e recante il più antico testo mai trovato nella città santa.

Il frammento, rinvenuto nel corso degli scavi in un’area poco distante dalle mura meridionali della città antica, misura 2 per 2,8 centimetri e porta segni di scrittura in caratteri cuneiformi.

Secondo i ricercatori dell’università ebraica di Gerusalemme il frammento indica l’importanza della città intorno al 1.400 a.C. Gli esperti ipotizzano che facesse parte dell’archivio di corte.

Il reperto è stato trovato nei detriti rimossi dalla base di una torre del decimo secolo a.C.

I segni cuneiforni sono stati scritti con cura. Wayne Horowitz, l’assirologo a cui è stata affidata la decifrazione del testo, ritiene che lo scritto deve essere di uno scriba esperto che, molto probabilmente, preparò la tavoletta per la corte del tempo.

I ricercatori ipotizzano che la tavoletta possa trovarsi in relazione con le lettere inviate dal monarca cananeo di Gerusalemme al faraone egiziano Amenhotep IV, meglio conosciuto come Akhenaton, vissuto nel quattordicesimo secolo a.C.

Il frammento risale alla stessa epoca delle 380 tavolette scoperte in Egitto a El-Amarna, che facevano parte degli archivi di Akhenaton.

Prima della scoperta di questo frammento il testo più antico scoperto a Gerusalemme era quello trovato nel tunnel di Siloe, datato all’ottavo secolo a.C., periodo corrispondente al regno di Ezechia.

Il nuovo testo è più antico di circa 600 anni.

Adattamento: R.P.

Fonte: AFP (12 luglio 2010) via SBF Taccuino

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