Contro la preghiera imprecatoria insegnata da Fratello Andrea (fondatore di Porte Aperte)

Fratello Andrea, così è stato soprannominato Anne van der Bijl, è un missionario olandese (che oggi ha quasi 83 anni, essendo nato nel maggio del 1928) molto conosciuto nel mondo, in quanto è il fondatore di Porte Aperte (Open Doors), un’organizzazione internazionale interdenominazionale a favore della Chiesa perseguitata.

Questa ben nota organizzazione è nata nel 1955, quando Fratello Andrea, venuto a sapere che i cristiani oltre la Cortina di Ferro avevano un disperato bisogno della Parola di Dio, consegnò una valigia piena di libri cristiani oltre la Cortina di Ferro.

Alla fine degli anni ’60 Fratello Andrea divenne famoso come ‘il Contrabbandiere di Dio’ dal titolo del suo best-seller, che oggi è disponibile in 36 lingue, e che ha contribuito a far conoscere quali siano le condizioni della Chiesa in quelle nazioni dove ci sono regimi che ostacolano e contrastano la fede in Cristo.

La missione di Porte Aperte si occupa di introdurre Bibbie in Cina, Vietnam, e nei paesi musulmani, e organizza seminari e aiuti pratici ai cristiani che soffrono, oltre che provvedere aiuti economici alle loro famiglie e alle famiglie dei martiri.

Nel 1997 Fratello Andrea ha ricevuto il Riconoscimento Per la Libertà Religiosa dall’Alleanza Evangelica Mondiale, per il suo servizio in favore della Chiesa perseguitata.

Ora, fermo restando che il bene fatto da Fratello Andrea e dalla Missione da Lui fondata, è bene, e non lo possiamo chiamare altrimenti; e siamo grati a Dio che tramite questa Missione, nel corso di questi decenni tanti credenti perseguitati a motivo di Cristo hanno potuto ricevere la Bibbia ed aiuti materiali; dobbiamo d’altro canto avvertirvi che Fratello Andrea insegna la ‘preghiera imprecatoria’ contro determinati individui. Spiegherò brevemente in cosa consiste questo suo falso insegnamento, e poi lo confuterò mediante le Scritture.

Nel suo libro E Dio cambiò idea!, Fratello Andrea nel capitolo intitolato ‘Come sconfiggere il nemico’, spiega come si fa a combattere il diavolo in un mondo così ostile. Lui enuncia cinque principi, di cui il terzo dice che ‘dobbiamo imparare a pregare a favore e contro’ (Fratello Andrea e Susan DeVore Williams, E Dio cambiò idea perchè il suo popolo osò pregare, EUN, 1995, pag. 100).

Ora, innanzi tutto va detto che lui – come Carlos Annacondia – insegna a legare l’uomo forte, cioè il diavolo, e comanda ai demoni di andare via da una città o una nazione, in quanto dice: ‘Una volta portai un caro amico di nome Stefanoff sulla città di Plovdiv, in Bulgaria, una città che non aveva alcuna chiesa. Osservammo la città da quell’altezza e pregammo contro l’oppressione che teneva la città in schiavitù, contro le potenze delle tenebre, dell’ateismo, della persecuzione e della tirannia. ‘Legammo l’uomo forte’, come dice di fare Gesù in Matteo 12:29, comandando agli spiriti e ai demoni di andar via. Poi pregammo per le anime di tutti gli abitanti e per la nascita di una chiesa’ (Ibid., pag. 101), il che come ho dimostrato in un altra circostanza non è una pratica biblica.

Ed in secondo luogo, Fratello Andrea insegna a pregare Dio di ammazzare e togliere così di mezzo i nemici della Chiesa e particolari individui. Ecco cosa afferma: ‘Nello stesso tempo, ci sono certe circostanze, e questo è un campo molto delicato, nelle quali pregare contro può comportare conseguenze estreme che molti di noi non hanno mai preso in considerazione. Mi riferisco alle rare situazioni in cui possiamo addirittura pregare per la morte di persone che hanno venduto l’anima a satana. Qui arriviamo a un estremo che fa paura. E alla luce di ciò che ho detto prima riguardo al benedire gli sconosciuti, posso sembrare incoerente, per non dire senza amore. Ma non credo sia vero. Noi dobbiamo continuare a sperare che coloro che si dedicano attivamente al servizio del diavolo abbiano infinite opportunità di ravvedersi; ma se sono troppo induriti per cambiare, credo che possiamo chiedere a Dio di cambiare idea sul fatto di lasciarli in vita. Ci sono eccezioni alla maggioranza delle regole, comprese quelle di Dio. La regola di Dio per eccellenza è l’amore, ma ecco l’eccezione: Egli non ama satana, nè i demoni al suo servizio, nè il male che satana perpetra per mezzo di coloro che sono suoi schiavi. Neppure noi dovremmo amare costoro (Salmo 97:10; Amos 5:15; Romani 12:9). Certo, non dobbiamo pregare per la fine di nessuno, se non siamo assolutamente sicuri della volontà di Dio al riguardo; ma ci sono occasioni in cui ritengo che ci siano le premesse per una simile preghiera. Dobbiamo riconoscere che ci sono persone nel mondo completamente controllate da satana che finché vivranno non faranno altro che male. Per esempio, potrei citare Hitler e Stalin, di cui ho studiato accuratamente le biografie (ho centinaia di biografie nella mia libreria; leggerle è il mio hobby). Posso dire senza esitazione che entrambi erano venduti al cento per cento al diavolo e potrei andare anche oltre, dicendo che chi ha pregato per loro ha sprecato il suo fiato. So che questo può apparire scioccante, perché stiamo parlando di situazioni estreme, di preghiere di vita o di morte e di anime che non si possono più redimere. Ma sono convinto che nulla nelle Scritture lasci spazio al minimo dubbio che persone come Stalin o Hitler si possano salvare; al contrario, la Bibbia dice che uomini come loro devono morire, perchè inquinano e infangano la terra con la loro violenza e i loro bagni di sangue e producono solo angoscia e sofferenza all’umanità (Numeri 35:31-33). Perciò, mentre avverto che dobbiamo fare molta attenzione al riguardo per non cercare di manipolare Dio per scopi egoistici, io credo che ci siano casi in cui possiamo chiedere a Dio di fare qualcosa di più che togliere il potere a certe persone. Possiamo pregare per la morte di assassini e di persecutori d’innocenti che sono senza scrupoli e irrecuperabili. Includerei in questo gruppo anche chi uccide i nostri figli, per esempio i capi del commercio della droga o della pornografia infantile, e certi assassini che riconoscono apertamente di adorare satana e di ubbidire ai suoi comandi. Questa gente vive solo per distruggere e non è nella volontà di Dio che le cose procedano così. Forse ricorderai la vecchia storia di quei credenti che pregavano Dio di mostrare loro come liberarsi dalle ragnatele che coprivano la finestra più alta della chiesa. Essi erano costretti a chiamare periodicamente una squadra appositamente attrezzata per ripulire le ragnatele ed era una spesa che non potevano sostenere. Dopo varie settimane di preghiere intermittenti alla ricerca di una risposta, uno degli anziani raggiunse finalmente il cuore del problema e pregò: ‘Signore, uccidi i ragni!’ Ci sono momenti estremi in cui abbiamo il diritto e la responsabilità di fare lo stesso’ (Ibid., pag. 102-103).

Questo insegnamento di Fratello Andrea è falso in quanto sia negli insegnamenti di Gesù Cristo che in quelli degli apostoli non troviamo alcuna traccia di preghiere imprecatorie contro i malvagi o i nemici della verità affinché Dio li uccida e tolga di mezzo.

Certamente sotto l’Antico Testamento ci sono esempi di preghiere o invocazioni rivolte a Dio di togliere di mezzo i malvagi o i propri nemici. Vi furono uomini, come Davide per esempio, che pregarono Dio affinché distruggesse i loro nemici’, ma sotto la legge vigeva il precetto che diceva: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico; questo lo confermò Gesù stesso quando disse ai suoi discepoli: “Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico” (Matteo 5:43; Levitico 19:18), quindi non c’è da meravigliarsi se Davide, pur essendo un uomo secondo il cuore di Dio, quando pregava Dio per i suoi nemici, diceva: “Li colga una ruina improvvisa. Spandi l’ira tua su loro. Siano ridotti al silenzio nel soggiorno dei morti” (Salmo 35:8; 69:24; 31:17). Ma ora, sotto la grazia, vige il comandamento che dice: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Matteo 5:44), e difatti Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? E se fate accoglienze soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5:43-48). Quindi non è ammissibile che un figliuolo di Dio chieda a Dio la morte dei suoi nemici. Comunque, anche sotto la legge vi furono uomini che pregarono in favore dei loro avversari; uno di questi fu Mosè. La Scrittura dice che dopo che tornarono al campo i dodici esploratori che Mosè aveva mandato ad esplorare il paese di Canaan, gli Israeliti, sentendo dire, a dieci di loro: “Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo, è un paese che divora i suoi abitanti; e tutta la gente che vi abbiamo veduta, è gente d’alta statura; e v’abbiam visto i giganti, figliuoli d’Anak, della razza dei giganti, appetto ai quali ci pareva d’esser locuste; e tali parevamo a loro … Noi non siam capaci di salire contro questo popolo; perchè è più forte di noi” (Numeri 13:32,33,31), mormorarono contro Mosè ed Aaronne e parlarono di lapidarli. Quando Dio sentì proferire quelle mormorazioni disse a Mosè: “Io lo (il popolo d’Israele) colpirò con la peste, e lo distruggerò … ” (Numeri 14:12), ma Mosè pregò Dio per quegli increduli che lo volevano lapidare (secondo che è scritto: “Mosè, suo eletto, stette sulla breccia dinanzi a lui per stornare l’ira sua onde non li distruggesse” [Salmo 106:23]); egli rivolse questa supplicazione a Dio in favore del popolo di Israele: “Deh, perdona l’iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della tua benignità, nel modo che hai perdonato a questo popolo dall’Egitto fin qui” (Numeri 14:19), e Dio lo esaudì, infatti gli disse: “Io perdono, come tu hai chiesto” (Numeri 14:20).

E che Gesù era contrario a questo tipo di preghiera (cioè alla preghiera imprecatoria), è evidente anche leggendo questo episodio trascritto da Luca: “Poi, come s’avvicinava il tempo della sua assunzione, Gesù si mise risolutamente in via per andare a Gerusalemme. E mandò davanti a sé de’ messi, i quali, partitisi, entrarono in un villaggio de’ Samaritani per preparargli alloggio. Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme. Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni, dissero: Signore, vuoi tu che diciamo che scenda fuoco dal cielo e li consumi? Ma egli, rivoltosi, li sgridò. E se ne andarono in un altro villaggio” (Luca 9:51-56). Nella versione Diodati leggiamo che Giacomo e Giovanni “dissero: Signore, vuoi che diciamo che scenda fuoco dal cielo, e li consumi, come anche fece Elia? Ma egli, rivoltosi, li sgridò, e disse: Voi non sapete di quale spirito voi siete. Poichè il Figliuol dell’uomo non è venuto per perder le anime degli uomini, anzi per salvarle”. Ora, se Gesù non volle che quegli uomini fossero distrutti da Dio con il fuoco, chi siamo noi da metterci ad invocare Dio di uccidere coloro che ostacolano la diffusione del Vangelo? E poi, io dico, ma Fratello Andrea ha dimenticato quale fu la preghiera di Gesù sulla croce per coloro che lo crocifissero e lo oltraggiarono? Leggiamo infatti che Gesù disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34). Anche Stefano, che fu un fedele testimone di Cristo, peraltro ripieno di Spirito e di sapienza, poco prima di morire, invocò Dio a favore dei suoi nemici che lo lapidarono, infatti leggiamo: “Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo si addormentò” (Atti 7:60).

Veniamo ora all’apostolo Paolo: nei suoi insegnamenti non scorgiamo alcuna esortazione a fare qualche preghiera imprecatoria contro degli uomini affinchè Dio li uccida, anzi troviamo una esortazione che è opposta a quella fatta da Fratello Andrea, infatti egli dice a Timoteo: “Io esorto dunque, prima d’ogni altra cosa, che si facciano supplicazioni, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono in autorità, affinché possiamo menare una vita tranquilla e quieta, in ogni pietà e onestà. Questo è buono e accettevole nel cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:1-4). Si noti che Paolo non parla di imprecazioni da fare contro quelle autorità o quegli uomini che sono nemici della Chiesa, o che sono estremamente malvagi, ma di supplicazioni, preghiere, intercessioni, ringraziamenti.

E’ evidente dunque, che alla luce della Scrittura, le parole di Fratello Andrea sono mendaci, e costituiscono del lievito da cui guardarsi, perchè trascinano i credenti a odiare i loro nemici, perchè se io mi sento autorizzato a pregare Dio di maledire i miei nemici, questo vuol dire che devo odiare i miei nemici. Ma Gesù, come abbiamo visto, ha detto che dobbiamo amare i nostri nemici, e poi ha anche detto di fare del bene a quelli che ci odiano (cfr. Luca 6:27). E come possiamo dimostrare amore verso di essi e fare loro del bene, se desiderassimo che essi muoiano e quindi pregassimo Dio di ucciderli? Non sarebbe tutto ciò una contraddizione netta?

L’amore non fa male alcuno al prossimo, e quindi noi figliuoli di Dio non possiamo assolutamente pregare Dio di uccidere i nostri nemici. Ci penserà Dio a farli morire, quando ha deciso lui.

E poi, questo insegnamento di Fratello Andrea, va ad intaccare la sovranità di Dio, perchè è Dio che stabilisce le autorità (cf. Romani 13:1-2), ed anche se esse si comportano in maniera spietata e malvagia, continuano ad essere delle autorità stabilite da Lui – di cui Dio si serve per adempiere i suoi disegni tra i quali c’è quello di provare i santi e quindi affinarli mediante l’afflizione – che lui deporrà quando vuole Lui e come vuole Lui. Tenete presente infatti che il Signore fece perire Faraone – che era stato Dio a suscitare e indurare per mostrare in lui la Sua potenza, e perché il Suo nome fosse pubblicato per tutta la terra – quando e come volle Lui.

E dato che siamo in tema, tenete anche presente che mentre il re Nebucadnezzar faceva vivere e morire chi voleva, e innalzava e abbassava chi voleva (Daniele 5:19), Dio lo chiamò “mio servitore” (Geremia 27:6) perchè egli offrì dei servigi a Dio tra qui quello di distruggere il regno di Giuda e la città di Gerusalemme a motivo delle loro trasgressioni. Naturalmente venne poi il giorno in cui Dio tolse dalla terra il re Nebucadnezzar, ma questo avvenne quando e come volle Dio.

La vendetta appartiene a Dio, e Lui a suo tempo fa giustizia ad ognuno, quindi coloro che soffrono per mano delle autorità o di persone malvagie che non ricoprono posti di autorità nella nazione, sopportino con pazienza le afflizioni che sperimentano a cagione di Cristo, raccomandando la loro anima a Dio e facendo il bene, sapendo che la loro causa è davanti al trono di Dio e che a Suo tempo Dio renderà afflizione a coloro che li hanno afflitti.

Concludo dicendo questo: il desiderio dei giusti è il bene soltanto (Proverbi 11:23), e quindi il nostro desiderio e la nostra preghiera è che gli uomini siano salvati (Romani 10:1), non importa quanto malvagi essi siano. Dio, dal canto suo, salverà coloro che ha decretato di salvare i quali quindi entreranno a far parte del popolo di Dio: mentre gli altri continueranno a vivere violando i suoi comandamenti fino a quando Dio li farà sparire dalla faccia della terra, ma Dio non richiede da noi nessuna preghiera imprecatoria contro nessuno di costoro affinchè Egli li uccida.

Nessuno vi seduca fratelli con vani ragionamenti.

La grazia del nostro Signore sia con voi.

Giacinto Butindaro

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