La salvezza

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La dottrina dei Testimoni di Geova

I Testimoni di Geova insegnano che quando Adamo peccò, oltre che a diventare schiavo del peccato e a trasmettere questa schiavitù ai suoi discendenti, perse pure il diritto a vivere eternamente sulla terra. Per quanto riguarda le parole che Dio gli aveva detto: “Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai”,[1] esse si adempirono nel giorno che Adamo disubbidì, ma questo giorno, in base alla loro interpretazione, non è un giorno di ventiquattro ore: e lo confermano facendo notare che Adamo morì fisicamente a 930 anni![2] ‘Ciò che Adamo aveva perso era la vita umana perfetta, senza peccato, con la prospettiva della vita eterna’,[3] e affinché il genere umano potesse essere liberato dalla schiavitù del peccato e riacquistare ciò che di prezioso Adamo aveva perso e fatto perdere era necessario che venisse pagato un prezzo corrisponden­te.

Era necessario in base alla legge: “Darai vita per vita”,[4] che qualcuno offrisse una vita perfetta senza peccato per ricomprare il genere umano dalla schiavitù del peccato e dargli la prospet­tiva di vivere eternamente sulla terra. Nessun uomo nato col peccato avrebbe potuto quindi offrire questo riscatto a Dio; ma Dio mandò il suo Figliuolo (che però secondo loro non è Dio perché anch’esso è stato creato un giorno), che in virtù del fatto che era nato senza peccato e che durante la sua vita non peccò mai, mediante la sua morte poté offrire questo prezzo di riscatto. ‘Come Adamo Gesù era perfetto. A differenza di Adamo, rimase ubbidiente (…) Perciò Gesù possedeva l’unica cosa equivalente a una vita umana perfetta: un’altra vita umana perfetta (..) Quindi alla sua morte egli sacrificò qualcosa che equivaleva esattamente alla vita umana perfetta persa da Adamo’.[5]

Il prezzo del riscatto è dunque stato pagato, e coloro che vo­gliono essere liberati dal peccato e ricevere la vita eterna devono esercitare fede in Gesù Cristo: così essi dicono.

Ma vediamo ora la maniera in cui si viene salvati secondo la Torre di Guardia perché da questa si capisce come per i Testimoni di Geova la salvezza si ottiene per opere e non soltanto mediante la fede in Cristo come insegna la Scrittura.

Prima è necessario dire però che quando i Testimoni di Geova parlano della salvezza si riferiscono sia alla salvezza dalla schiavitù del peccato, sia alla salvezza dal presente secolo malvagio, ed infine, e vogliamo dire soprattutto, alla salvezza dalla distruzione di Armaghedon.

William Schnell nel suo libro Trent’anni schiavo della Torre di Guardia dice a proposito dei componenti della classe ‘Gionadab’, cioè delle cosiddette altre pecore destinate a vivere sulla terra, quanto segue: ‘Con cura venne loro insegnato che se fossero rimasti entro i confini dell’Organizzazione senza deviare, se avessero seguito religiosa­mente tutte le sue istruzioni, ascoltando attentamente l’indot­trinamento della Torre di Guardia, andando fuori come Proclamato­ri e facendo uno scrupoloso e regolare rapporto del tempo speso per questo, allora forse ad Armaghedon sarebbero stati salvi’.[6]

Ma i Testimoni di Geova quando parlano di salvezza non si riferi­scono mai alla salvezza dalle fiamme dell’Ades e da quelle dello stagno ardente di fuoco e di zolfo, perché per loro non esiste un luogo di tormento dove vanno le anime dei peccatori in attesa del giudizio, e neppure il fuoco eterno dove i peccatori dopo la risurrezione saranno gettati per starvi per sempre.

Ma quello che si capisce leggendo le loro riviste è che la sal­vezza di cui essi parlano non è qualcosa che l’uomo può avere sull’istante da Dio, e perciò essere sicuro di possederla durante la sua vita, ma qualcosa proiettato sempre nel futuro, qualcosa da raggiungere operando, insomma qualcosa da potersi meritare col tempo per cui nessuno può dire di possederla adesso (ricor­datevi le parole di William Schnell sopra citate). E difatti questo lo si capisce quando si parla con loro; all’affermazione che il Signore ci ha salvati dai nostri peccati reagiscono sempre citando le parole di Gesù “chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”,[7] come per dire che è presunzione affermare di essere stati salvati sin da adesso.

Da ciò si capisce che essi sono ancora perduti schiavi del peccato quantunque parlino di salvezza, di prezzo del riscatto offerto da Gesù, di liberazione dal peccato ecc.

Ma veniamo ora al come si ottiene la salvezza per i Testimoni di Geova. ‘Signori, che cosa devo fare per essere salvato? chiese un atterrito carce­riere del primo secolo dopo avere assistito alla miracolosa liberazione di tutti i suoi prigionieri, fra i quali l’apostolo Paolo e il suo compagno Sila. La risposta fu: Credi al Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua casa. Cosa comportava il ‘credere al Signore Gesù ed esser salvato’? Era sufficiente dire di credere in Gesù e di avere fede in lui quale ‘salvatore del mondo’? Possiamo comprenderlo esaminando il racconto biblico delle migliaia di persone salvate nel primo secolo E.V’.[8] Proseguendo la Torre di Guardia dice: ‘Per essere salvati era necessario apprendere la verità della Parola di Dio, studiare regolarmente le Scritture e applicarle alla propria vita’![9]

Ma per essere salvati per la Torre di Guardia è anche indispensa­bile disconoscere Gesù come Dio; ecco le sue parole: ‘..Per essere veramente salvati è necessario separarsi da quelle reli­gioni della cristianità che falsamente insegnano che Gesù sia Dio’.[10]

 


[1] Gen. 2:17

[2] Adamo – secondo la sacra Scrittura – morì spiritualmente nello stesso giorno in cui disubbidì a Dio e fu in quel giorno che si adempirono le parole che gli aveva rivolto Dio. Quindi la morte fisica che sperimentò a 930 anni non è la morte che Dio gli aveva detto avrebbe gustato nel giorno che gli avrebbe disubbidito.

[3] La Torre di Guardia, 15 marzo 1981, pag. 9

[4] Es. 21:24

[5] Op. cit., pag. 9

[6] William Schnell, Trent’anni schiavo della Torre di Guardia, Napoli 1983, pag. 130. Notate in queste sue parole che la salvezza da Armaghedon non era data per certa neppure a coloro che si attenevano alle regole della società e che si affaticavano nella proclamazione del messag­gio della Torre di Guardia. Ho potuto appurarmi personalmente che in realtà i Testimoni di Geova non sono sicuri di scampare ad Armaghedon parlando con un Testimone di Geova che da diversi anni è nell’organizzazione, infatti alla mia domanda se fosse certo di scampare ad Armaghedon mi ha risposto che non lo era e non ardiva dirlo per non peccare di superbia!

[7] Matt. 24:13

[8] La Torre di Guardia, 1 febbraio 1984, pag. 6. E.V sta per Era Volgare perché la Torre di Guardia non dice dopo Cristo. Quando deve invece indicare un periodo prima della venuta di Cristo mette a. E.V cioè avanti Era Volgare.

[9] Op. cit., pag. 6. A conferma che la vita eterna per la Torre di Guardia non la si può ottenere per fede ma bensì con le opere ecco quanto dicono a proposito del ladrone che si pentì sulla croce: ‘Benché il ladrone avesse riconosciuto l’erroneità della sua attività criminosa in contrasto con l’innocenza di Gesù (Lu 23:41), nulla indica che avesse imparato a ‘odiare la malvagità e ad amare la giustizia’; in punto di morte non era ovviamente in condizione di convertirsi e compiere ‘opere degne di pentimento’; non era stato battezzato. (…) Pare quindi che una volta risuscitato egli riceverà l’opportunità di intraprendere questa condotta’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II. pag. 550) In altre parole, quell’uomo quando risusciterà intraprenderà il corso di rieducazione previsto per i ‘risorti’, che se lui passerà gli permetterà di meritarsi finalmente la vita eterna!

[10] La Torre di Guardia, 1 febbraio 1984, pag. 8. Quindi, è evidente che noi credenti per i Testimoni di Geova siamo ancora perduti perché non ci siamo ancora separati da coloro che dicono che Gesù è Dio, e non ci siamo uniti a loro! Questa affermazione è un ulteriore prova che i Testimoni di Geova brancolano nel buio e non sanno non solo quello che dicono ma neppure dove stanno andando. Ma lo sappiamo noi dove stanno andando. La Scrittura insegna che Gesù Cristo è Dio; Egli è Colui potente a salvare, Egli è il nostro Dio che è venuto a salvarci come aveva predetto Isaia. Come potremmo affer­mare contemporaneamente che Gesù è il Salvatore del mondo e nello stesso tempo negare la sua divinità quando sappiamo che la sal­vezza appartiene a Dio? Non possiamo. Se è vero che Gesù Cristo è il Salvatore del mondo deve per forza di cose essere Dio. E questo lo abbiamo dimostrato abbondantemente in precedenza. Come potete vedere Satana riesce a fare sentire le persone perdute sicure di sé, sicure delle menzogne che dicono. In questo caso il diavolo riesce a fare sentire sicuri i Testimoni di Geova, e fargli credere che per essere salvati di una salvezza vera bisogna separarsi da coloro che dicono che Gesù è Dio. La verità invece è che queste anime se vogliono essere salvate dai loro peccati, dalle fiamme dell’in­ferno dove sono diretti, e dall’ira a venire devono uscire da quel carcere sotterraneo nel quale sono ed entrare nella casa di Dio formata da tutti coloro che hanno creduto in Cristo secondo che è scritto: “La sua casa siamo noi…” (Ebr. 3:6). Ed in questa casa spirituale si può entrare solo per la porta che è una sola, Cristo Gesù, Dio benedetto in eterno (cfr. Ef. 2:22).