La divinità di Cristo

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Come abbiamo innanzi visto ci sono molti passi delle Scritture che atte­stano in una maniera o nell’altra che Gesù Cristo é Dio, ma i traduttori di fra i Testimoni di Geova, per sostenere che Gesù non è Dio ma solo una creatura di Dio, ne hanno contorti non pochi; infatti nella loro Bibbia troviamo molti passi che attestano la divinità di Cristo tradot­ti in una maniera errata. Dobbiamo dire in effetti che la New World Bible Translation Committee nel tradurre le sacre Scritture ha usato l’astuzia del serpente antico perché è riuscita a fare dire alla Scrittura quello che essa non dice, cioè che Cristo non è uguale a Dio e perciò non è Dio; essa ha adulterato la Parola di Dio per adattarla alle perverse dottrine enunciate dalla Torre di Guardia.

– La sacra Scrittura dice in Giovanni: “Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio”.[1] Traslitterato in greco questo versetto è: “En arche(i) en ho Logos, kai ho Logos en pros ton Theon, kai Theos en ho Logos”.

La loro traduzione dice invece: ‘In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio’. E’ da notare però che la versione del 1967 è differente infatti dice: ‘…la Parola era dio’.

In questo caso essi hanno aggiunto l’articolo ‘un’ e il dio minuscolo per fare sembrare Cristo, la Parola fatta carne, un dio inferiore all’unico e vero Dio, e non l’Iddio che é ab eterno in eterno. E’ bene ricordare che il fatto che la Parola in questo passo venga definita dai Testimoni di Geova ‘un dio’ invece che Dio, viene smentito non solo dal testo originale greco (che dice: … kai Theos en ho Logos = e Dio era la Parola) ma dalla Scrittura stessa. Perché? Perché se Gesù fosse un dio come essi asseriscono, ciò significa che nel principio con il solo vero Dio, che è ab eterno in eterno, c’era un dio inferiore a lui e che mediante questo dio inferiore siano state fatte tutte le cose, e questo è smentito da queste parole scritte nei Salmi: “I cieli furon fatti dalla parola dell’Eterno”[2] (la Parola quindi non può essere un dio inferiore a Dio o un altro dio ma deve essere per forza di cose Dio perché noi sappiamo che è scritto che fu Dio a creare nel principio i cieli e la terra e non un altro dio infe­riore a lui); ed anche da queste parole scritte in Isaia: “Io sono l’Eterno, che ha fatto tutte le cose; io solo ho spiegato i cieli, ho distesa la terra, senza che vi fosse alcuno meco”[3] (questo “senza che vi fosse alcuno meco” attesta che non c’era qualche altro dio con Dio quando Egli creò i cieli e la terra ma solo Dio; naturalmente noi sappiamo che la Parola era con Dio quando questi creò i cieli e la terra, ma la Parola era Dio e non un dio, per questo Dio dice di avere solo lui spiegato i cieli).

E poi noi diciamo ancora: se ogni cosa è stata fatta per mezzo della Parola e senza di lei nessuna delle cose fatte è stata fatta, di conseguenza – seguendo il ragionamento dei Testimoni di Geova – anche Gesù Cristo quale prima creatura fatta da Dio dovrebbe essere stata fatta tramite la Parola. Ma questo non può essere perché prima di essere creato non c’era la Parola essendo lui stesso la Parola! Quindi lui tramite che cosa sarebbe stato fatto se non è stato fatto tramite la Parola? Come si può ben vedere non si può ammettere che la Parola, prima di essere fatta carne, era un dio fatto da Dio in un lontano passato perché questo annullerebbe la Scrittura che dice che ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei e senza di lei niente è stato fatto. Bisognerebbe dire infatti che ogni creatura, eccetto il Figlio di Dio, è stata fatta tramite la Parola!!

Ma come giustificano questa loro manomissione i Testimoni di Geova? In questa maniera: ‘..In realtà nel testo greco il termine ‘Dio’ la prima volta è preceduto dall’ar­ticolo determinativo ho, ‘il’, mentre la seconda volta è senza articolo. Altre traduzioni rendono l’idea in modo corretto. La versione interlineare dell’Emphatic Diaglott dice: ‘In principio era la Parola, e la Parola era con il Dio, e un dio era la Paro­la (…) Queste versioni sosterrebbero il fatto che Gesù, essendo il Figlio di Dio che Dio impiegò nel creare tutte le altre cose…, è senz’altro un ‘dio’, un potente, ma non l’Iddio Onnipotente (…) infatti la traduzione di Moffatt dice: ‘Il Logos era divino’. L’American Translation ha: ‘La Parola era divina’.[4]

Cominciamo con il ribattere che il fatto che non ci sia l’artico­lo determinativo ho = ‘il’ davanti a Dio nella seconda parte di questo versetto non significa affatto che questo Dio non precedu­to dall’articolo sia un Dio inferiore per natura al Dio preceduto dall’articolo determinativo, perché ci sono altri passi nello stesso Vangelo scritto da Giovanni dove la parola Dio non è preceduta dall’articolo determinativo e indica sempre il solo vero Dio e non un altro dio. Per esempio, quando poco dopo, Giovanni parla di coloro che hanno il potere di diventare “fi­gliuoli di Dio”[5] il greco ha tekna theou, e quando dice che sono “nati da Dio”[6] il greco ha ek theoou egenneetheesan. Come mai allora i Testimoni di Geova in questi casi hanno messo pure loro ‘figli di Dio’ e ‘nati da Dio’ non tenendo conto di questo loro ragionamento sull’articolo determinativo prima di Dio? Perché non hanno tradotto ‘figli di un dio’ e ‘nati da un dio’ come il loro ragionamento imponeva? La ragione è chiara: queste traduzioni fedeli del greco non annullavano nessuna loro dottrina, mentre il tradurre le parole di Giovanni kai Theos en ho Logos con “e Dio era la Parola” non collimava con la loro eresia che Gesù non è Dio, e quindi hanno dovuto adulterarle.

Per quanto riguarda poi le traduzioni da loro menzionate a soste­gno della loro manomissione, diciamo che la versione interlineare dell’Emphatic Diaglott è citata dalla Torre di Guardia perché chi pubblicò originariamente quella versione nel 1864, e cioè Benjamin Wilson aveva attorno a Cristo delle idee errate simili a quelle della Torre di Guardia. Per quanto riguarda le traduzioni Moffat e l’American Transla­tion dove invece di “la Parola era Dio” si legge che la ‘Parola era divina’, anche queste traduzioni sono errate perché Giovanni non ha detto: ‘kai theios[7] en ho logos ‘e divina era la Parola’, ma bensì: kai theos en ho logos (e Dio era la Parola). In altre parole Theos non significa ‘divina’ ma ‘Dio’, e perciò la traduzione corretta è “e la Parola era Dio”.

Vogliamo infine dire che quando Giovanni dice che la Parola era Dio, e cioè che Gesù Cristo era Dio sin dal principio, non intende dire che egli è l’unico vero Dio che ha creato tutte le cose e perciò fuori di lui non c’è altro Dio, ma solo che egli era della stessa natura di Dio Padre e coeterno con Lui. Notate infatti che è detto anche che la Parola era con Dio. In altre parole vogliamo dire che Gesù, benché fosse il Figlio che era nel seno del Padre, era Dio assieme a suo Padre da sempre. Egli, cioè la Parola di Dio, nel cielo era un essere distinto da Dio Padre, ma assieme a lui Dio, e perciò assieme a lui Creatore di tutte le cose. Ecco perché Giovanni non ha messo l’articolo prima di Dio, quando dice: “e Dio era la Parola”, per distinguere la Parola dal Padre. In altre parole per attestare che la Parola non è tutta la Divinità ma parte di Essa. Se lui avesse messo l’articolo ‘ho’ (il) prima di ‘Theos’ (Dio) avrebbe fatto intendere che la Parola era Dio Padre e si sarebbe contraddetto perché poco prima aveva detto che Essa era con (o presso) Dio (Padre), e dopo dice che “la Parola è stata fatta carne”.[8] Non mettendo l’articolo invece non è caduto in nessuna contraddizione perché Egli ha affermato che la Parola era Dio assieme al Padre, era un Essere divino distinto dal Padre ma nello stesso tempo uno con il Padre, cioè della stessa natura del Padre.

– La sacra Scrittura dice in Tito: “Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù…”.[9]

La loro traduzione recita invece così: ‘Mentre aspettiamo la felice speranza e la gloriosa manifestazione del grande Dio e del Salvatore nostro Cristo Gesù’.

In questo caso hanno aggiunto l’articolo ‘del’, facendo capire che dal cielo appariranno sia Dio che Gesù Cristo. Come potete vedere, così come è stato deformato questo passo, appare che Gesù Cristo non é il nostro grande Dio.

– Nel Vangelo scritto da Giovanni è scritto che Gesù disse ai Giudei: “In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono”.[10]

Nella loro versione del 1967 si legge invece: ‘Verissimamente vi dico: Prima che Abraamo venisse all’esistenza, io sono stato’, mentre in quella del 1987: ‘Verissimamente vi dico: Prima che Abraamo venisse all’esistenza, io ero’.

Anche qui gli astuti traduttori mettendo prima ‘io sono stato’ e poi ‘io ero’ hanno cercato di annullare la verità, e cioè che Gesù Cristo è eterno con il Padre e quindi non può essere una creatura. Le volpi sapevano che se avessero tradotto correttamen­te il testo greco (che traslitterato è: prin Abraam genesthai egò eimì = prima che Abramo fosse io sono) si sarebbero poi trovati davanti un problema e cioè quello di provare che colui che ha detto “Io sono” ai Giudei non poteva essere considerato alla stessa stregua di Colui che disse a Mosè nel pruno ardente di essere “l’Io sono”.[11] Hanno tagliato corto e senza nessun timore di Dio quelle volpi hanno manomesso le parole di Gesù. E’ chiaro che le parole ‘io ero’, benché non siano quelle giuste, non annullano la preesistenza di Gesù ma è anche vero che esse non esprimono la preesistenza del Figlio di Dio nella stessa maniera che fanno le parole “io sono”. Esse fanno sì capire che Gesù Cristo esisteva prima di Abramo, ma lasciano sempre ai Testimoni di Geova la possibilità di affermare che il Figliuolo esisteva prima di Abramo ma non è eterno perché in qualche tempo nell’eternità fu anch’egli creato. Mentre le parole “io sono” fanno capire che il Figliuolo non ha mai avuto un principio prima che discendesse dal cielo.

– In Giovanni è scritto: “Io ed il Padre siamo uno. I Giudei presero di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: Molte buone opere v’ho mostrate da parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate voi? I Giudei gli risposero: Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”.[12] I Giudei perseguitavano Gesù e volevano ucciderlo perché “chiama­va Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”,[13] ma d’altronde Gesù diceva la verità perché Egli era Dio.

Ma come hanno manomesso il passo suddetto i falsificatori delle Scritture? In questa manie­ra: ‘Io e il Padre siamo uno. Ancora una volta i giudei presero su delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: Vi ho mostrato molte opere eccellenti da parte del Padre. Per quale di quelle opere mi lapidate? I giudei gli risposero: Non ti lapidiamo per un’opera eccel­lente, ma per bestemmia, perché tu, benché sia un uomo, fai di te stesso un dio’.

Ancora una volta riscontriamo questo ‘un dio’ inventato dai Testimoni di Geova per fare credere alle persone che Gesù non era Dio ma un dio. Ma gli scellerati si sono dimen­ticati che se Gesù si fosse definito un dio i Giudei non avrebbe­ro cercato di lapidarlo perché non avrebbe bestemmiato contro Dio. Del tutto falsa è anche la spiegazione che i Testimoni di Geova danno alle parole di Giovanni che i Giudei cercavano d’uccidere Gesù perché si faceva uguale a Dio. Essi dicono che i Giudei ‘come si sbagliavano a definire Gesù un violatore del Sabato, si sbagliavano anche ad asserire che Gesù si facesse uguale a Dio perché chiamava Dio suo Padre’.[14] Ma non può essere che i Giudei si sbagliavano nel pensare che Gesù si faceva uguale a Dio, perché in effetti capirono bene che Gesù chiamando Dio suo Padre si faceva uguale a Dio. In altre parole, anche se in questo caso Gesù non disse esplicitamente di essere uguale a Dio lo fece capire molto bene ai Giudei. Per i Giudei chi si proclamava Figlio di Dio si faceva uguale a Dio e non inferiore a Dio; quindi Gesù, per loro, dicendo di essere Figlio di Dio o chiamando Dio suo Padre bestemmiava perché secon­do la legge nessuno è uguale a Dio ma tutti sono inferiori a Dio. In altre parole per i Giudei meritava la morte chi si proclamava Figlio di Dio o chiamava Dio suo Padre perché si faceva uguale a Dio difatti davanti a Pilato essi gli dissero: “Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché egli s’è fatto Figliuol di Dio”.[15] Questa è la ragione per cui quando il Sommo Sacerdote si sentì rispondere da Gesù di essere il Figlio del Benedetto si stracciò le vesti e disse che egli aveva bestemmiato e tutti lo condannarono come reo di morte; perché Egli si era fatto uguale a Dio secondo loro. E non inferiore a Dio come dicono i Testimoni di Geova; altrimenti perché mai i Giudei lo avrebbero condannato? Insomma, i Giudei pensavano bene che Gesù dichiarandosi Figlio di Dio si faceva uguale a Dio, ma agirono male nel condannarlo. I Testimoni di Geova invece pensano male nel considerare Gesù inferiore a Dio nel senso che non può essere uguale a Dio e agiscono pure male nel definire nell’errore coloro che credono che Gesù Cristo è Dio.

– Nel Vangelo scritto da Giovanni leggiamo: “Gesù gli disse:… Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre?”.[16]

Ma nella loro versione si legge: ‘Chi ha visto me ha visto [anche] il Padre. Come mai dici: ‘Mostraci il Padre?’.

Quell’‘anche’ inesistente nel testo originale scombussola la frase perché in questa maniera la Torre di Guardia fa dire a Gesù che chi ha visto lui ha visto non il Padre, ma anche il Padre. Ma non è forse scritto che Gesù “è l’immagine dell’invisibile Iddio”[17] e “l’impronta della sua essenza”?[18] Ma non si rendono conto delle contraddizioni in cui cadono i Testimoni di Geova quando leggono questi passi manomessi dai loro dirigenti? E così per l’ennesima volta ai Testimoni di Geova, mediante una manomissione delle parole di Gesù, viene celata quella stretta unione che c’è tra il Figlio e il Padre, che fa dei due un solo Dio.

– Nel libro degli Atti degli apostoli tra le parole che Paolo rivolse agli anziani della chiesa di Efeso vi sono queste: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue”.[19]

Mentre nella loro traduzione si legge così: ‘Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli acquistò col sangue del suo proprio [Figlio]’.

In questo caso, aggiungendo prima ‘del’ (senza parentesi), e poi ‘Figlio’ (fra le parentesi) sono riusciti a far dire implicitamente alla Scrittura che Gesù non è Dio. Infatti, mentre dalle fedeli parole di Paolo si evince chiaramente che Cristo è Dio, dalle parole di Paolo contorte emerge che Gesù non è Dio.

– Nello stesso libro degli Atti degli apostoli a proposito della morte di Stefano è scritto: “E lapidavano Stefano che invocava Gesù e diceva: Signor Gesù, ricevi il mio spirito. Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato”.[20] Ora, Stefano prima di morire ebbe una visione perché vide “i cieli aperti, e il Figliuol dell’uomo in piè alla destra di Dio”,[21] e mentre veniva lapidato rivolgendosi al Signore Gesù gli disse di ricevere il suo spirito.[22] Ma oltre a ciò gli disse pure di non imputare quel peccato ai Giudei che lo lapidavano, quindi per ben due volte rivolse una invocazione direttamente a Gesù. Notate che nella seconda invocazione di Stefano rivolta al Signore Gesù egli gli chiese di non imputare ai suoi uccisori quel peccato, il che sta a dimostrare che Stefano credeva che Gesù poteva anche non imputare il peccato all’uomo, e quindi egli credeva che Gesù era Dio. Perché diciamo questo? Perché Davide nei Salmi dice a Dio: “Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità”[23] (Paolo cita questo verso ai Romani così: “Beato l’uomo al quale il Signore non imputa il peccato”),[24] perciò solo Dio ha il potere di non imputare il peccato all’uomo.

Ma che hanno fatto le volpi? Hanno cambiato la seconda invocazione così: ‘Geova, non imputare loro questo peccato’, facendo credere che Stefano si sia rivolto a Dio e non al suo Figliuolo che era in piedi alla sua destra. Nell’originale greco è scritto Kyrie cioè ‘Signore’ ma loro per evitare a tutti i costi che i loro lettori pensassero che Stefano si fosse rivolto a Gesù, e che quindi Egli possedeva il potere di non imputare il peccato come lo ha il Padre, lo hanno fatto sparire mettendoci ‘Geova’

– Pietro a casa di Cornelio disse di Gesù Cristo: “Esso è il Signore di tutti”.[25]

Mentre nella loro versione si legge: ‘Questi è Signore di tutti [gli altri]’. Così mediante questo ‘gli altri’ messo tra parente­si sminuiscono la Signoria di Cristo perché la rendono inferiore alla Signoria di Dio.

– Nella lettera ai Romani é scritto: “Dei quali sono i padri, e dai quali é venuto, secondo la carne, il Cristo, che é sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen”.[26]

Mentre nella loro ‘traduzione’ delle Scritture si legge: ‘Ai quali appartengono gli antenati e dai quali [sorse] il Cristo secondo la carne: Dio, che é sopra tutti, [sia] benedetto per sempre. Amen ‘.

In questo caso hanno adulterato il significato del verso cambian­dogli la punteggiatura (mettendo i due punti dopo “secondo la carne”) e mettendo tra parentesi quel ‘sia’. Notate infatti che da come si legge nella loro versione Cristo non è l’Iddio che è benedetto in eterno.

– Nella epistola agli Ebrei é scritto: “Dice del Figliuolo: Il tuo trono, o Dio, é ne’ secoli dei secoli..”.[27]

Ma nella Tradu­zione del Nuovo Mondo si legge: ‘Ma riguardo al Figlio: Dio é il tuo trono per i secoli dei secoli’.

Notate come in questa maniera essi hanno definito Dio il trono sul quale é seduto il Figliuolo! Questa è un’assurdità perché dato che il trono è inferiore a colui che vi si siede sopra essi fanno passare il Figliuolo come superiore a Dio Padre! Questa volta nel tentativo di sminuire il Figlio, lo hanno niente di meno reso superiore al Padre!

– Sempre in questa lettera è scritto: “E quando di nuovo introduce il Primogenito nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino”.[28] Quindi, siccome è risaputo che solo Dio deve essere adorato dagli angeli ne consegue il fatto che anche il Figlio é Dio e non può essere inferiore a Dio. Egli non può essere una creatura perché agli angeli è ordinato di adorare solo Dio secondo che é scritto: “Lodatelo, voi tutti gli angeli suoi, lodatelo, voi tutti i suoi eserciti!”[29] ed ancora: “Benedite l’Eterno, voi suoi angeli…”,[30] e difatti questo è quello che fanno in cielo secondo che è scritto: “E tutti gli angeli stavano in piè attorno al trono e agli anziani e alle quattro creature viventi; e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono, e adorarono Iddio dicendo: Amen! All’Iddio nostro la benedizione e la gloria e la sapienza e le azioni di grazie e l’onore e la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen”.[31]

Ma che hanno fatto i manipolatori delle Scritture? Hanno manomesse queste parole rendendole così: ‘Ma quando intro­duce di nuovo il suo Primogenito nella terra abitata, dice: E tutti gli angeli di Dio gli rendano omaggio’. Perché? Sempre per non fare apparire Gesù l’Iddio che è degno di essere adorato. Essi, sapendo che l’adorazione è dovuta solo a Dio mentre l’omag­gio si può rendere a qualsiasi persona importante hanno manomesso le suddette parole. Sappiate però che nella versione del 1967 la traduzione di questo passo era corretta; ma probabilmente nel corso del tempo i loro traduttori si sono resi conto che siccome esso attestava la divinità di Cristo Gesù era necessario manipo­larlo come gli altri. Ma come giustificano questa ennesima manomissione i Testimoni di Geova? Dicendo che la parola greca proskuneo non significa sempre ‘adorare’ ma significa pure ‘prostrarsi, piegarsi, inchinarsi, rendere omaggio’. E questo è vero. Infatti proskuneo viene tradot­to così (con ‘prostrarsi’) alcune volte come in queste: “Onde il servitore, gettatosi a terra, gli si prostrò dinanzi (proskuneo), dicendo: Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto”,[32] “..ecco, io li farò venire a prostrarsi dinanzi (proskuneo) ai tuoi piedi…”.[33] Ma questo stesso verbo greco è usato anche quando significa adorazione diretta a Dio come per esempio quando Gesù disse a Satana: “…Adora (proskuneo) il Signore Iddio tuo…”,[34] quando l’angelo disse a Giovanni: “Adora (prosku­neo) Iddio”,[35] ed in molti altri passi. Quindi, il fatto che quando questo verbo è usato in riferimento a Gesù, per i dirigenti della Torre di Guardia esso significhi ‘prostrarsi o rendere omaggio’ e non ‘adorare’ significa solo che essi hanno voluto fare dire alla Parola quello che essi vogliono, e cioè che gli angeli (e le persone) devono prostrarsi davanti a Gesù ma non adorarlo perché lui non è Dio ma solo una creatura di un più alto grado di loro (cosicché – secondo questa gente – chi adora Gesù si rende colpevole di idolatria!). E così tolgono a Cristo l’adorazione che gli è dovuta dagli angeli per ordine di Dio; attenzione questa adorazione gliela tolgono nella teoria, apparentemente davanti alle persone, ma non nei fatti, perché in cielo gli angeli di Dio adorano Cristo Gesù e continueranno a farlo per l’eternità. Questo a dimostrazione che anche se gli uomini contorcono le Scritture facendogli dire quello che essi vogliono, la Parola di Dio uscita dalla sua bocca rimane stabile per sempre. Può essere stata adulterata, manipola­ta, ma l’originale uscita dalla bocca di Dio rimane sempre uguale nel corso dei secoli. In altre parole quand’anche una promessa o un ordine di Dio venisse modificato Dio continua a mandare ad effetto sempre la vera promessa, e confermerà il vero ordine e mai quello manipolato dagli uomini per i loro interessi.[36]

– In Matteo è scritto: “Ed entrati nella casa, videro il fanciul­lino con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono”,[37] mentre nella loro versione si legge: ‘Ed entrati nella casa videro il fanciullino con sua madre Maria, e, prostratisi, gli resero omaggio’.

Sempre in Matteo è scritto: “Ed esse, accostatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono”,[38] ma i loro traduttori hanno messo: ‘Esse si accostarono e, presolo ai piedi, gli resero omaggio”.

Anche l’altro passo di Matteo che dice: “E vedutolo, l’adorarono”,[39] ha subito una modifica nella loro versione perché dice: ‘E, vedutolo, resero omaggio’.

Questi tre passi dell’Evangelo scritto da Matteo erano adulterati anche nella versione del 1967.

Anche in questi casi, sapendo che l’adorazione va rivolta solo a Dio, mentre l’omaggio si può rendere a qualsiasi persona impor­tante essi hanno messo ‘gli resero omaggio’ anziché “lo adoraro­no”.

I Testimoni di Geova si rifiutano di adorare Gesù, ma come abbiamo visto da questi passi della Scrittura sopra citati è perfettamente scritturale; lo hanno fatto prima di noi gli antichi discepoli e lo fanno del continuo gli angeli di Dio in cielo. E perché? Perché Gesù è Dio e non una creatura.

– Nella lettera ai Corinzi é scritto: “Tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché beveano alla roccia spirituale che li seguiva; e la roccia era Cristo”.[40]

Mentre nella loro traduzione si legge: ‘E quel masso di roccia significava il Cristo’.

– Sempre in questa epistola si legge: “… onde non tentiamo il Signore, come alcuni di loro lo tentarono, e perirono morsi dai serpenti”.[41] Come si può ben vedere la Scrittura ci mette in guardia affinché non tentiamo Cristo, il Signore. Quindi Gesù Cristo è Dio perché nella legge è detto: “Non tenterete l’Eterno, il vostro Dio…”.[42]

Ma nella versione della Torre di Guardia si legge: ‘Né mettiamo Geova alla prova; come alcuni di loro [lo] misero alla prova, solo per perire mediante i serpenti’. Ancora una volta un Geova che non esiste nell’originale messo al posto di Signore. Lo scopo è evidente; non fare credere che Cristo è Dio.

– Paolo dice ai Filippesi: “Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini…”.[43] Ora, con queste parole Paolo ha per l’ennesima volta attestato la Divinità di Cristo perché afferma che Gesù Cristo prima di venire in questo mondo era in forma di Dio, cioè della stessa sostanza di Dio, in altre parole Egli era uguale a Dio. Ma benché fosse uguale a Dio, Egli non stimò che questa sua uguaglianza a Dio dovesse essere ritenuta da lui con avidità, cioè non pensò a ritenere a tutti i costi la sua natura divina rifiutandosi di assumere anche la natura umana. E difatti questo suo sentimento lo dimostrò umiliandosi. In che maniera? Prendendo la forma di servo (rimanendo quanto alla natura divina uguale a Dio) e dive­nendo simile agli uomini per morire sulla croce per tutti noi. Quindi Colui che era uguale a Dio da ogni eternità non rifiutò di lasciare la sua gloria nel cielo, non rifiutò di partecipare del sangue e della carne come vi partecipiamo noi, ma fu disposto persino ad essere fatto per un pò di tempo poco minore di Dio (quanto alla sua natura umana) assumendo la forma di servo e di uomo per amore nostro. Con questo suo comportamento il Figlio di Dio ci ha mostrato cosa significhi umiliarsi affinché noi seguia­mo il suo esempio.

Ma che hanno fatto in questo caso i manipolatori delle Scritture? Hanno oscurato queste parole di Paolo facendogli dire una cosa diversa. Ecco infatti come si leggono nella loro versione del 1987: ‘Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo Gesù, il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma di uno schiavo, divenendo simile agli uomini..’.

In questa maniera (dicendo ‘non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio’) loro fanno credere alle persone che Gesù non era uguale a Dio e che egli non cercò di usurparlo facendosi uguale a Lui. In altre parole, secondo la loro arbitraria traduzione di queste parole, Gesù non si comportò come il diavolo il quale era inferiore a Dio ma cercò di usurpar­lo perché voleva diventare uguale a Dio dicendo: “Sarò simile all’Altissimo”![44] Ma il Figliuolo non ebbe mai nessuna ambizione del genere in se stesso, ma é meglio dire che Egli non poteva averla perché Egli avanti la fondazione del mondo era di già uguale a Dio.

Ecco un ulteriore prova di come gli uomini ignoranti e scellerati contorcono a loro perdizione le cose difficili a capire che sono contenute nelle epistole di Paolo. Come si vede anche da questa loro astuta manomissione i tradutto­ri della Bibbia di questa setta hanno cercato in tutte le maniere di annullare i passi che parlano dell’uguaglianza del Figliuolo al Padre.

– Nella stessa epistola è scritto poco dopo: “Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al disopra d’ogni nome”;[45] quindi il nome di Gesù Cristo è un nome che è al di sopra d’ogni nome (questo è confermato dalle seguenti Scritture: “Lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra ne’ luoghi celesti, al di sopra di ogni principato e autorità e potestà e signoria, e d’ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire”;[46] e: “Si pose a sedere alla destra della Maestà ne’ luoghi altissimi, diventato così di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha eredato è più eccellente del loro”)[47] e siccome che solo Dio pos­siede un nome che è al di sopra di ogni nome di conseguenza Gesù è Dio.

Ma i Testimoni di Geova, non piacendogli affatto i passi della Scrittura che attestano in una maniera o nell’altra che Gesù Cristo è uguale a Dio e perciò Dio, hanno reso le parole di Paolo ai Filippesi così: ‘E per questa stessa ragione Dio lo ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome che é al di sopra di ogni [altro] nome’. Hanno reso il testo meno forte; essi hanno infatti aggiunto tra parentesi la parola ‘altro’, e questo per evitare che i lettori della loro Bibbia pensino che Gesù è Dio perché possie­de un nome che è al disopra d’ogni nome. Anche in questo caso bisogna dire che con questa aggiunta fanno apparire Gesù sempli­cemente come una creatura di Dio che ha ricevuto da Dio un nome che è al di sopra del nome di qualsiasi altra creatura di Dio. Ricordatevi che lo scopo che si erano prefissati i ‘traduttori’ della loro Bibbia, non era quello di tradurre fedelmente i testi originali; perché essi partivano dal presupposto che Gesù Cristo non poteva essere Dio perché secondo loro ciò era irragionevole, e perciò i testi che direttamente o indirettamente attestavano la divinità di Lui dovevano essere adattati alla loro aberrante convinzione secondo la quale Gesù è la prima creatura di Dio e non il Creatore che è benedetto in eterno.

– Nell’epistola di Pietro è scritto: “Essi indagavano qual fosse il tempo e quali le circostanze a cui lo Spirito di Cristo che era in loro accennava, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo, e delle glorie che dovevano seguire”.[48] In questa maniera l’apostolo afferma implicitamente che lo Spirito Santo di Dio che era nei profeti e che mosse i profeti a parlare delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguire era anche lo Spirito di Cristo.

Ma questo non piace ai Testimoni di Geova che cercano di annulla­re la Divinità di Cristo e difatti nella loro Bibbia si legge: ‘Essi continuarono a investigare quale particolare periodo di tempo o quale sorta di [periodo di tempo] lo spirito che era in loro indicasse circa Cristo, quando rendeva anticipatamente testi­monianza delle sofferenze per Cristo e delle glorie che le avreb­bero seguite’. In questa maniera il lettore della loro Bibbia non può leggere che lo Spirito che era nei profeti era di Cristo perché essi hanno messo al posto di “lo Spirito di Cristo” ‘lo spirito che era in loro indicasse circa Cristo’.

– Nella lettera di Paolo ai Colossesi è scritto: “In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità”.[49]

Mentre nella loro versione si legge: ‘Perché in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina’.

In questo caso essi hanno sostituito “la pienezza della Deità” con ‘la pienezza della qualità divina’ mettendo ‘qualità divina’ al posto di “Deità”, e questo sempre per non fare apparire Cristo Dio.

– Sempre nella lettera ai Colossesi è scritto: “Il quale è l’im­magine dell’invisibile Iddio, il primogenito d’ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui; ed egli è avanti ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui”.[50] Da come ha scritto Paolo emerge che Cristo Gesù è Dio e che per mezzo di lui sono state create tutte le cose, come dice anche Giovanni quando attesta: “Ogni cosa é stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta”.[51]

Ma che hanno fatto i ‘traduttori’ di fra i Testimoni di Geova? Hanno reso le parole di Paolo così: ‘Egli è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito di tutta la creazione; perché per mezzo di lui tutte le [altre] cose furono create nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le cose invisibili, siano essi troni o signorie o governi o autorità. Tutte le [altre] cose sono state create per mezzo di lui e per lui. Ed egli è prima di tutte le [altre] cose e per mezzo di lui tutte le [altre] cose furono fatte esistere’.

Come potete vedere essi, prima della parola “cose”, hanno messo la parola ‘altre’ tra parentesi, e questo lo hanno fatto in tutti i quattro casi in cui la parola “cose” è menzionata. Perché questa aggiunta? Perché mettendo altre cose fanno apparire che Dio creò prima Cristo Gesù e poi che per mezzo di lui creò tutte le ‘altre cose’. Così fanno passare per l’ennesima volta Cristo Gesù per una creatura.

– Nella seconda epistola di Pietro è scritto: “Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo”.[52]

Mentre nella loro versione si legge: ‘Simon Pietro, schiavo e apostolo di Gesù Cri­sto, a quelli che hanno ottenuto una fede, ritenuta pari in privilegio alla nostra, mediante la giustizia del nostro Dio e del Salvatore Gesù Cristo’.

In questo caso essi hanno aggiunto ‘del’ per non fare leggere al lettore che Gesù Cristo è sia il nostro Dio che il Salvatore nostro; quindi per annullare la divinità di Cristo.

– Ai Corinzi Paolo dice che i principi di questo secolo non hanno conosciuto la sapienza di Dio, “perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signor della gloria”.[53]

Gesù in questo caso viene chiamato il Signore della gloria, ma i traduttori di fra i Testimoni di Geova per non fare credere che Gesù è il Re di gloria di cui si parla nei Salmi,[54] e perciò per non far credere che Gesù è l’Eterno degli eser­citi, hanno modificato le parole in ‘poiché se l’avessero cono­sciuta non avrebbero messo al palo il glorioso Signore’. In questo caso “il Signore della gloria” è diventato ‘il Signore glorioso’.

– Ai Corinzi Paolo dice: “L’Iddio che disse: Splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendé ne’ nostri cuori affinché noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo”.[55]

Ma essi nella loro versione hanno scombussolato questo verso per portare il lettore a concentrare la sua attenzione su Dio e non su Cristo, e per fare ciò hanno fatto scomparire la gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo che è una prova della divi­nità di Cristo.

Ecco infatti come si legge nella loro versione: ‘Poiché fu Dio a dire: ‘Rifulga la luce dalle tenebre’, ed egli ha rifulso nei nostri cuori per illuminar[li] con la gloriosa cono­scenza di Dio mediante la faccia di Cristo’.

– Nella prima epistola di Giovanni è scritto: “E noi siamo in Colui che è il vero Dio, nel suo Figliuolo Gesù Cristo. Quello è il vero Dio e la vita eterna”.[56]

Ma nella loro versione si legge: ‘E noi siamo uniti al Vero, per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo. Questi è il vero Dio e la vita eterna’.

In questo caso essi hanno lasciato intatta la seconda parte di questo verso, ma hanno adulterato la prima per non fare apparire Gesù Cristo il vero Dio. Notate infatti che essi in questa manie­ra fanno leggere che i credenti sono uniti al Vero, (cioè a Dio), per mezzo del suo Figliuolo Gesù Cristo, e non più che i credenti sono in Colui che è il vero Dio, cioè nel Figliuolo di Dio.

– Nel libro del profeta Geremia è scritto: “Tu sei l’Iddio gran­de, potente, il cui nome è l’Eterno degli eserciti”.[57] Queste parole di Geremia collegate a quelle del profeta Isaia che si riferiscono al Cristo “Sarà chiamato… Dio potente”[58] fanno chiara­mente capire che Gesù Cristo è Dio.

I traduttori della Torre di Guardia le hanno stravolte rendendole così: ‘…. il [vero] Dio, il Grande, il Potente’.

 


[1] Giov. 1:1

<[2] Sal. 33:6

[3] Is. 44:24

[4] Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 490

[5] Giov. 1:12

[6] Giov. 1:13

[7] La parola greca theios che significa ‘divina’ si trova per esempio in questi passi del Nuovo Testamento: “Poiché la sua potenza divina (theios) ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati mercé la propria gloria e virtù, per le quali Egli ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse onde per loro mezzo voi foste fatti partecipi della natura divina (theios)…” (2 Piet. 1:3-4).

[8] Giov. 1:14

[9] Tito 2:13

[10] Giov. 8:58

[11] Es. 3:14

[12] Giov. 10:30-33

[13] Giov. 5:18

[14] La Torre di Guardia, 15 febbraio 1975, pag. 110

[15] Giov. 19:7

[16] Giov. 14:9

[17] Col. 1:15

[18] Ebr. 1:3

[19] Atti. 20:28

[20] Atti 7:59-60

[21] Atti 7:56

[22] Faccio notare che mentre Gesù poco prima di morire rimise il suo spirito nella mani del Padre, Stefano prima di morire lo rimise nelle mani del Signore Gesù Cristo. Quindi egli dicendo quelle parole mise il Figlio sullo stesso piano del Padre, riconoscendo implicitamente la sua Divinità. Perché? Perché nell’Ecclesiaste è detto che lo spirito torna “a Dio che l’ha dato” (Ecc. 12:9).

[23] Sal. 32:2

[24] Rom. 4:8

[25] Atti 10:36

[26] Rom. 9:5

[27] Ebr. 1:8

[28] Ebr. 1:6

[29] Sal. 148:2

[30] Sal. 103:20

[31] Ap. 7:11-12

[32] Matt. 18:26

[33] Ap. 3:9

[34] Matt. 4:10

[35] Ap. 22:9

[36] Russell sosteneva che Gesù Cristo fu adorato sulla terra. ‘Domanda: Fu egli realmente adorato, o la traduzione è difettosa? Risposta: Sì, noi crediamo che il nostro Signore, mentre era sulla terra, fu realmente adorato’ (Watch Tower Reprints, III, 15 luglio 1898, pag. 2337; edizione inglese). La Torre di Guardia del 15 ottobre 1945 commentando Ebrei 1:6 affermò: ‘Poiché Geova Dio regna come Re per mezzo di Sion… chiunque lo voglia adorare, deve anche adorare e prostrarsi davanti al principale rappresentante di Geova, cioè Gesù Cristo, il Suo Co-reggente sul Trono della Teocrazia. Gli angeli santi ubbidirono lietamente al comando divino e dimostrarono la loro adorazione del nuovo Re di Geova e la loro sottomissione a lui, partecipando alla sua ‘guerra nel cielo’ contro Satana e i suoi angeli malvagi’. Quindi, in quell’anno era ancora giusto adorare Cristo perché egli era il rappresentante di Geova. Negli anni successivi però le cose cambiarono infatti si legge sulla Torre di Guardia del 15 giugno 1965: ‘E’ antiscrit­turale che gli adoratori del vivente e vero Dio rendano adorazione al Figlio di Dio, Gesù Cristo’ (pag. 383), e: ‘… non si deve adorare Gesù, poiché adoriamo solo Geova Dio’ (pag. 384).

[37] Matt. 2:11

[38] Matt. 28:9

[39] Matt. 28:17

[40] 1 Cor. 10:3-4

[41] 1 Cor. 10:9. La King James Version e la Diodati hanno ambedue “Cristo” e non “Signore”.

[42] Deut. 6:16

[43] Fil. 2:5-7

[44] Is. 14:14

[45] Fil. 2:9

[46] Ef. 1:20-21

[47] Ebr. 1:3-4

[48] 1 Piet. 1:11

[49] Col. 2:9

[50] Col. 1:15-17

[51] Giov. 1:3

[52] 2 Piet. 1:1

[53] 1 Cor. 2:8

[54] Cfr. Sal. 24:7-10

[55] 2 Cor. 4:6

[56] 1 Giov. 5:20

[57] Ger. 32:18

[58] Is. 9:5