I sacramenti

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La dottrina dei Testimoni di Geova

Il battesimo.

A coloro che si convertono alla Torre di Guardia è richiesto che si facciano battezzare per immersione. Il significato del battesimo per loro è questo: ‘L’essere messo sott’acqua simbolizza la morte della volontà personale di un individuo, e l’esserne tirato fuori simbolizza d’esser risuscitato e reso vivente per fare la volontà di Dio’.[1] Questo battesimo viene loro ministrato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, il che significa che essi devono riconoscere Dio come Essere Supremo, devono riconoscere la parte che il Figlio compie nel proposito di Dio e cosa egli ha fatto per loro, e devono anche riconoscere lo Spirito Santo come forza attiva di Dio che li aiuterà a portare avanti la loro dedicazio­ne. I Testimoni di Geova rigettano il battesimo degli infanti. Questo battesimo in acqua è per tutti i Testimoni di Geova; ma per la ‘classe unta’ oltre ad esso c’è un battesimo che è loro amministrato da Cristo; questo battesimo è chiamato ‘battesimo dello spirito santo’ e talvolta ‘battesimo con lo spirito santo’. Esso indica che la persona è stata battezzata nel corpo di Cristo ed è stata battezzata nella morte di Cristo; è infatti chiamato anche battesimo nella sua morte. Essi dicono: ‘I fedeli apostoli di Gesù Cristo erano stati tutti battezzati in acqua (…). Ma non erano ancora stati battezzati con lo spirito santo quando Gesù fece notare che anch’essi dovevano essere battezzati con un battesimo simbolico come il suo, un battesimo nella morte. Quindi il battesimo nella sua morte è una cosa ben diversa dal battesimo in acqua’.[2] Questo battesimo non è per ‘le altre pecore’; esse ne sono esclu­se perché esse non fanno parte del corpo di Cristo secondo i Testimoni di Geova; esse non fanno parte del Regno di Dio essendo che sono solo sudditi sui quali regneranno per sempre Cristo assieme ai 144.000.[3]

La cena del Signore.

La cena del Signore è dai Testimoni di Geova chiamata Commemora­zione o Pasto serale del Signore. Essa viene celebrata una volta sola all’anno, il 14 del mese di Abib o Nisan; ossia nel giorno in cui ricorre la Pasqua giudaica. Essa è servita con pane non lievitato e vino fermentato e serve a fare ricordare il sacrifi­cio di Cristo. Va detto che essi rigettano sia la dottrina della transustanziazione che quella della consustanziazione. Ma alla Commemorazione non possono partecipare tutti i Testimoni di Geova, ossia gli emblemi non possono essere presi da tutti ma solo dal rimanente dei 144.000 che si trova tra loro che ammonta ad alcune migliaia solamente. E questo perché secondo la Torre di Guardia Gesù ‘parlò di due patti conclusi con i suoi discepoli e correlati fra loro, ‘il nuovo patto’ e ‘un patto per un regno’. Entrambi i patti avevano a che vedere con il fatto che i partecipanti avrebbero avuto l’opportunità di essere sacerdoti e re insieme a Cristo Gesù’.[4] Gli altri (cioè ‘le altre pecore’), e sono milioni in tutto il mondo, possono solo osservare ma non partecipare. ‘Ora, è in vita solo un rimanente di figli spirituali e sono questi a prendere giustamente gli emblemi. Questo, pertanto, spiega il motivo per cui la stragrande maggioranza dei testimoni di Geova sono osservatori e non partecipanti’.[5]

Come potete di nuovo vedere questa dei 144.000 è una dottrina che ha avuto delle serie ripercussioni anche sulla cena del Signore. Ma come fanno a confermare che Cristo ha istituito la cena solo per i 144.000? Oltre ad affermare che per prendere gli emblemi bisogna essere sicuri di essere dei figli di Dio, e che questi figli di Dio sono solo 144.000 dal giorno della Pentecoste in poi fino a quest’oggi, essi dicono che per comprendere se si è figli di Dio bisogna esaminare se stessi; se lo Spirito di Dio attesta che si è figli di Dio allora si possono prendere. E’ dunque una questione strettamente personale.[6]

 


[1] Sia Dio riconosciuto verace, pag. 294-295

[2] Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. I, pag. 301-302

[3] Questo battesimo – secondo loro – è quello con lo Spirito Santo che ricevettero i discepoli a Gerusalemme il giorno della Pentecoste; per cui si tenga presente che i Testimoni di Geova quando parlano di battesimo con lo Spirito Santo intendono un battesimo che fa nascere di nuovo e fa entrare nel corpo di Cristo: ‘La persona ‘nasce di spirito’ al tempo del suo battesimo con tale spirito’ (Ragioniamo facendo uso delle Scritture, pag. 51), un battesimo con lo Spirito Santo però senza il segno delle lingue perché per loro, come vedremo, le lingue sono cessate.

[4] La Torre di Guardia, 15 febbraio 1985, pag. 18. ‘I contraenti di quel patto sono Geova Dio e i suoi figli spirituali, i quali collettivamente formano l’Israele spirituale (…) Questi sono gli stessi che Gesù introduce in un ‘patto per un regno’, e che quindi saranno infine impiegati, insieme al loro Re Gesù Cristo, per trasmettere le vivificanti benedizioni di Geova a tutte le famiglie della terra’ (Ibid., pag. 13) Come vedremo dopo, il Corpo Direttivo per sostenere questo ‘patto per un regno’ fatto da Dio solo con i discepoli di Cristo ha manipolato delle parole di Gesù.

[5] La Torre di Guardia, 15 febbraio 1985, pag. 17. Forse qualcuno vorrà sapere come rispondono i dirigenti dei Testimoni di Geova alla domanda come mai i loro ‘unti’ prendono parte alla cena del Signore quando, secondo le parole di Paolo, chi vi partecipa annuncia la morte del Signore “finch’egli venga” (1 Cor. 11:26). In altre parole, se come dicono loro Gesù è venuto nel 1914 come mai i 144.000 prendono parte ancora alla cena del Signore? Ebbene, essi rispondono dicendo che quel “finch’egli venga” significa ‘finché egli porti gli ultimi d’essi da questa terra e dimora a sé nell’invisibile dimora e regno celeste. Questo spiega perché i ‘rimanenti’ ancora sulla terra continuano a celebrare il pasto serale del Signore’ (Vita eterna nella libertà dei figli di Dio, USA 1967, pag. 137). Come potete vedere, queste persone hanno una astuta risposta anche per spiegare questa loro palese contraddizione. In verità la Bibbia nelle loro mani è come argilla che essi modellano a loro piacimento per fargli dire quello che vogliono. Guai a loro; ne porteranno la pena. Badate fratelli a voi stessi, studiatevi di tagliare rettamente la parola di verità per non cadere in contraddizione ed essere costretti poi a dire un’assurdità dopo l’altra a sostegno di dottrine non bibliche! Che quello che fanno i Testimoni di Geova vi serva di lezione e di ammonimento. Temete Dio.

[6] A proposito della santa cena i Testimoni di Geova asseriscono pure che quando Gesù la istituì non era presente Giuda Iscariota infatti dicono che costui ‘se ne andò prima che Cristo istituisse la commemorazione della sua morte’ (La Torre di Guardia, 15 maggio 1969, pag. 319). Ma anche questo è falso perché Luca dice che quando Gesù, dopo aver cenato, diede il calice agli apostoli dicendo: “Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi” (Luca 22:20) disse pure: “Del resto, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola” (Luca 22:21). Come potete vedere quel “è con me a tavola” conferma in maniera chiara che anche Giuda Iscariota mangiò il pane e bevve il calice in quella notte. Egli quindi se ne andò dalla stanza dopo che Gesù istituì la santa cena.