Quando la Scrittura dice che i morti dormono non intende dire che essi sono in uno stato di incoscienza

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Come abbiamo visto prima i Testimoni di Geova per sostenere che con la morte l’uomo finisce del tutto di vivere prendono alcuni passi della Scrittura. Ora, questi passi della Scrittura che essi prendono sono retti in se stessi, ma é l’interpretazione che viene data loro che non é retta. Perché? Perché, come abbiamo già visto, vi sono molte altre Scritture che affermano che l’anima è una parte dell’essere diversa dal corpo e che essa quando l’uomo muore si diparte dal corpo e va a dimorare – in attesa della risurrezione – o nel cielo o nell’Ades a secondo che la persona muore in Cristo o no.

Abbiamo dimostrato prima che la Scrittura insegna che esiste una netta distinzione tra il corpo e l’anima; vediamo adesso di spiegare innanzi tutto questo addormentarsi dell’uomo (anima vivente) in relazione alla sua morte. Nelle Scritture vi sono molti passi che descrivono il morire come un addormentarsi ed i morti come persone che dormono; ve ne cito alcuni.

– “E Davide s’addormentò coi suoi padri, e fu sepolto nella città di Davide”;[1]

– “Poi Salomone s’addormentò coi suoi padri, e fu sepolto nella città di Davide suo padre..”;[2]

– “E lapidavano Stefano che invocava Gesù e diceva: Signor Gesù, ricevi il mio spirito. Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo si addormentò”;[3]

– “E se Cristo non é risuscitato, vana é la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che dormono in Cristo, son dunque periti”;[4]

– “Or, fratelli, non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Poiché, se crediamo che Gesù morì e risusci­tò, così pure, quelli che si sono addormentati, Iddio, per mezzo di Gesù, li ricondurrà con esso lui”.[5]

Come potete vedere i morti sono delle persone che dormono, e per ulteriore conferma citiamo le parole di Gesù attorno a Lazzaro ed alla figlia di Iairo che erano ambedue morti prima che Gesù li risuscitasse.

– Di Lazzaro Gesù disse ai suoi discepoli: “Il nostro amico Lazzaro s’é addormentato; ma io vado a svegliarlo. Perciò i discepoli gli dissero: Signore, s’egli dorme, sarà salvo. Or Gesù avea parlato della morte di lui; ma essi pensarono che avesse parlato del dormir del sonno. Allora Gesù disse loro apertamen­te: Lazzaro é morto; e per voi mi rallegro di non essere stato là, affinché crediate; ma ora, andiamo a lui!”.[6] Come potete vedere Gesù parlò di un morto come di una persona che si era addormentata, e della sua risurrezione come di un risveglio dal sonno.

– Della figlia di Iairo Gesù disse a coloro che piangevano e facevano cordoglio per lei: “Non piangete; ella non é morta, ma dorme. E si ridevano di lui, sapendo ch’era morta. Ma egli, presala per la mano, disse ad alta voce: Fanciulla, levati! E lo spirito di lei tornò…”.[7] Questa fanciulla era veramente morta perché lo spirito s’era dipartito dal suo corpo ma Gesù disse di lei che dormiva.

E’ necessario dunque dire che è giusto affermare che coloro che sono morti dormono perché questa è la verità,[8] ma è altresì necessario ribadire con forza che è il corpo dei morti che dorme ma non la loro anima perché se fosse così la Scrittura sarebbe annullata. E adesso dimostreremo con degli esempi scritturali che le cose stanno così.

Prendiamo per cominciare l’esempio d’Abramo. E’ scritto del patriarca che “spirò in prospera vecchiezza, attempato e sazio di giorni, e fu riunito al suo popolo. E Isacco e Ismaele, suoi figliuoli, lo seppellirono nella spelonca di Macpela nel campo di Efron…”;[9] quindi lui morì e fu sepolto. Più di mille anni dopo Gesù raccontò una storia nella quale è detto che un ricco morì, fu seppellito, ed essendo nell’Ades nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo il quale gli parlò pure. Ora, se l’anima di Abramo fosse stata il suo corpo, Abramo non avrebbe potuto trovarsi – nel mondo invisibile – in quel luogo di conforto che era visibile dall’Ades dove c’erano i tormenti. Come potete vedere se da un lato possiamo dire che Abramo all’età di centosettantacinque anni si addormentò coi suoi padri, dall’altro non possiamo dire che egli, quando morì, entrò in uno stato di incoscienza e che ci rimarrà fino alla risurrezione. Il nostro Dio é anche l’Iddio di Abramo e siccome é l’Iddio dei viventi, pure Abramo vive nel mondo invisibile e precisamente nel paradiso di Dio. Il nostro Dio non é l’Iddio degli addormentati, ma dei viventi perché, come disse Gesù, “per lui vivono tutti”.[10]

Prendiamo ora anche l’esempio di Samuele per confermare che l’anima non dorme perché non é il corpo. E’ scritto che Samuele “morì, e tutto Israele si radunò e ne fece cordoglio; e lo seppellirono nella sua proprietà, a Rama”.[11] Ora, poco dopo la sua morte, Saul si trovò a dovere fronteggiare l’esercito dei Filistei, e consultò l’Eterno, ma Dio non gli rispose; allora lui andò a consultare una evocatrice di spiriti e si fece chiamare Samuele. Quella donna (con il permesso di Dio) fece salire Samuele e disse a Saul: “Vedo un essere sovrumano che esce di sotto terra. Ed egli a lei: Che forma ha? Ella rispose: E’ un vecchio che sale, ed é avvolto in un mantello’. Allora Saul comprese ch’era Samuele, si chinò con la faccia a terra e gli si prostrò dinanzi. E Samuele disse a Saul: Perché mi hai tu distur­bato, facendomi salire?…”,[12] e poi gli disse delle cose che si verificarono il giorno dopo.

Ed oltre all’esempio di Abramo e di Samuele, prendiamo anche l’esempio di Gesù che la Scrittura dice che quando morì, nello spirito “andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspet­tava, ai giorni di Noè”;[13] e l’esempio di Mosè che più di mille anni dopo essere morto apparve assieme ad Elia sul monte santo e si mise a conversare con Gesù;[14] e l’esempio delle anime di coloro che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonian­za che avevano resa che Giovanni vide sotto l’altare di Dio in cielo, e che, come dice l’apostolo, “gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?”;[15] ed infine anche l’esempio del ricco che dopo che morì si ritrovò nell’Ades nei tormenti e si mise a supplicare Abramo affinché avesse pietà di lui e mandasse Lazzaro ad avvertire i suoi cinque fratelli.[16]

Da tutti questi esempi si apprende in maniera chiara che coloro che sono morti vivono nel mondo invisibile e sono in grado di ricordare, di parlare con senno, di vedere e di ascoltare quello che avviene dove essi si trovano. Essi dunque non si trovano affatto in uno stato di incoscienza.

Gli errori di interpretazione di alcuni passi della Scrittura che parlano dell’anima che compiono sia i Testimoni di Geova che gli Avventisti che anche molti altri ci servono d’esempio; voglio dire che ci fanno capire, per l’ennesima volta, che la parola di verità deve essere tagliata rettamente per non inventare una falsa dottrina e per non essere confusi dalla stessa Parola di Dio.

 


[1] 1 Re 2:10

[2] 1 Re 11:43

[3] Atti 7:59-60

[4] 1 Cor. 15:17-18

[5] 1 Tess. 4:13-14

[6] Giov. 11:11-15

[7] Luca 8:49-55

[8] Perché viene usata proprio quest’espressione riguardo ai morti? Probabilmente perché come coloro che s’addormentano del sonno naturale non sono coscienti di quello che avviene attorno a loro, così anche coloro che muoiono cessano di essere consci di quello che avviene su questa terra. E poi va anche detto che come addormentarsi del sonno naturale significa riposarsi, perché mentre uno dorme il corpo si riposa; così anche per chi s’addormenta nel Signore inizia un riposo. Quindi l’immagine del dormire è veramente appropriata per descrivere coloro che muoiono nel Signore.

[9] Gen. 25:8-9

[10] Luca 20:38

[11] 1 Sam. 25:1

[12] 1 Sam. 28:13-15

[13] 1 Piet. 3:19-20. Cosa dicono i Testimoni di Geova sulla predicazione di Cristo agli spiriti ritenuti in carcere? Questo: ‘Gli unici spiriti in prigione menzionati nelle Scritture sono gli angeli dei giorni di Noè che furono ‘consegnati a fosse di dense tenebre’ (2Pt 2:4,5) e, ‘riservati al giudizio del gran giorno con legami sempiterni’. (Gda 6) Perciò la predicazione fatta dal risuscitato Gesù a quegli angeli malvagi poteva essere soltanto una predicazione di giudizio’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 634). Come potete vedere, i Testimoni di Geova per fare credere che Gesù non andò a predicare a quegli spiriti con la sua parte spirituale dipartitasi dal corpo alla morte, e questo perché egli, secondo loro, come qualsiasi altro uomo non aveva un anima, e per fare credere che quegli spiriti non erano gli spiriti degli uomini che erano stati ribelli al tempo di Noè che si trovavano nell’Ades, hanno fatto dire a Pietro qualche cosa che egli non disse. Fratelli, notate come la negazione dell’esistenza dell’anima generi altri errori. E questo perché la menzogna per essere fatta passare per verità mediante le Scritture ha bisogno di altre menzogne, in altre parole un’affermazione che si oppone alla sana dottrina di Dio porta inevitabilmente a dover fare altre affermazioni false perché costringe i suoi sostenitori a interpretare arbitrariamente quei fatti e quelle parole che provano il contrario di quanto loro affermano.
A riguardo di questo insegnamento della Torre di Guardia sulla predicazione compiuta da Gesù a quegli spiriti occorre dire un’altra cosa, e cioè che esso è in contraddizione con quello del loro secondo presidente Rutherford. Infatti costui ebbe ad affermare: ‘Il fatto che Gesù predicò a quegli spiriti in prigione lascia credere che esiste per essi un’opportunità di restaurazione e di ritorno in armonia con Dio (…) quelli che si pentono e si riformano sottomettendosi alla legge di Dio possono essere salvati. Questo significherebbe che al proprio tempo essi dovranno prendere positivamente e definitivamente posizione contro Satana, contro Gog e tutte le loro empie orde e proclamare di volersi mettere schiettamente e risolutamente dalla parte di Dio’ (J. F. Rutherford, Nemici, Brooklyn 1937, pag. 50). Come potete vedere per Rutherford quegli spiriti non erano irrimediabilmente perduti per sempre perché hanno la possibilità di pentirsi e di essere salvati. Per la Torre di Guardia invece questa possibilità quegli spiriti non ce l’hanno infatti essa per spiegare la predicazione di giudizio compiuta da Gesù nei loro confronti dice: ‘Si può notare che il libro di Rivelazione trasmesso in visione a Giovanni da Cristo Gesù verso la fine del I secolo E.V. contiene molti accenni a Satana il Diavolo e ai suoi demoni e alla loro finale distruzione, e questo costituisce una predicazione di giudizio’ (Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 634). In altre parole la sorte che aspetta quegli angeli è la distruzione eterna: ‘Furono tagliati fuori dalla luce spirituale dell’organizzazione di Dio, in attesa di subire la distruzione eterna’ (Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, pag. 95).

[14] Cfr. Matt. 17:1-4

[15] Ap. 6:10

[16] Cfr. Luca 16:22-31