L’inferno esiste, è un luogo di tormento spaventevole e là scendono le anime degli empi

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Noi credenti viviamo sì in un mondo di tenebre nel quale il diavolo ha sedotto moltitudini di persone facendogli credere le più assurde dottrine, ma è altresì vero che abbiamo nella Parola di Dio una luce che ci illumina. E la Parola di Dio insegna che esiste un luogo di tormento nel mondo invisibile, un luogo terri­bile e spaventevole dove arde del continuo il fuoco e dove c’é il pianto e lo stridore dei denti e nel quale scendono le anime dei peccatori che non si sono ravveduti dai loro peccati e non hanno creduto nell’Evangelo della grazia di Dio. Questo luogo si chiama soggiorno dei morti – in Greco: Ades, mentre in Ebraico: Sheol – ed è menzionato molte volte nelle Scritture. I Testimoni di Geova riguardo a questi due termini dicono invece che ‘le due parole, Sceol e Ades, significano la stessa cosa, cioè il comune sepolcro del morto genere umano nella terra’,[1] e mai ad un luogo di tormento situato sotto terra.

Prima di passare a dimostrarvi mediante le Scritture l’esistenza di questo luogo voglio fare questa premessa. Innanzi tutto va detto che la parola ebraica Sheol significa anche ‘sepolcro’ e che la stessa cosa va detta per la corrispondente parola greca Ades. Questo spiega il perché nelle traduzioni della Bibbia la parola Sheol (Ades in greco) alcune volte è stata tradotta sepol­cro o tomba.[2] Dico alcune volte, e non tutte, perché questa parola indica anche la dimora delle anime tra la morte e la risurrezione, e difatti altre volte è stata tradotta inferno o soggiorno dei morti (inteso quest’ultimo non come tomba però). Diodati per esempio in diversi posti dell’Antico Testamen­to ha tradotto Sheol con inferno,[3] e così anche ha tradotto Ades con inferno – tranne che alcune volte – nel Nuovo Testamento.[4] Luzzi, nella Riveduta, nell’Antico Testamento al posto di inferno ha messo soggiorno dei morti, mentre nel Nuovo Testamento al posto di inferno ha lasciato la parola greca Ades.[5] Comunque, sia inferno che soggiorno dei morti indicano lo stesso luogo.[6] E’ bene precisare poi che la parola inferno – che noi non troviamo mai nella versione Riveduta fatta dal Luzzi – deriva dalla parola latina infernus che significa ‘luogo che è di sotto, inferiore’. Qualcuno dirà: ‘Ma per quale motivo questa parola non è stata tradotta sempre nella stessa maniera? Perché il contesto in taluni casi non lo permetteva. In altre parole la stessa parola ha un significato diverso in contesti diversi. Quando Sheol o Ades indicano il luogo invisibile dove scendono le anime dei morti e non la tomba dove viene posto solo il corpo lo si deduce dal contesto. Un esempio è quello di Isaia quando dice: “L’inferno disotto si è commosso per te, per andarti incontro alla tua venuta; egli ha fatti muovere i giganti, tutti i principi della terra, per te; egli ha fatti levare d’in su i lor troni tutti i re delle nazio­ni. Essi tutti ti faranno motto, e diranno: Anche tu sei stato fiaccato come noi, e sei divenuto simile a noi”.[7] Qui la parola Sheol è stata tradotta inferno da Diodati (Luzzi ha messo sog­giorno dei morti) perché non significa sepolcro terreno difatti il testo parla di persone che dimorano nello Sheol le quali alla venuta o discesa del re di Babilonia nello Sheol gli rivolgono determinate parole. Abbiamo fatto questo discorso per dimostrare che i Testi­moni di Geova sbagliano quando negano che Sheol (e la corrispondente parola greca Ades) significa anche il luogo di tormento dove vanno i peccatori in attesa della risurrezione. (Essi dicono infatti che la parola Sheol significa sempre sepolcro: ‘Se sheol è la tomba è impos­sibile che sia allo stesso tempo un luogo di tortura atroce…’).[8]

Adesso, dopo avere fatto queste necessarie spiegazioni passiamo a dimostrare mediante le Scritture che questo luogo di tormento nel mondo invisibile (lo Sheol o Ades) esiste; dove esso si trova e che aspetto ha e come ci scendono le anime dei peccatori.

– E’ scritto: “Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uo­mo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulce­ri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma. Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormenta­to. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran vora­gine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di là si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento. Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltin quelli. Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno. Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasce­ranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”.[9]

Fu il nostro Signore Gesù Cristo a raccontare questa storia realmente avvenuta. Questa storia insegna che con la morte non finisce tutto, ma che esiste una vita ultraterrena e che l’anima del peccatore continua a vivere in un mondo invisibile dopo che egli muore. E’ chiaro che la nostra anima noi non la vediamo, ma sappiamo che essa dimora in questo nostro corpo di carne ed ossa; e come non possiamo negare l’esistenza dell’anima solamente perché non la vediamo con i nostri occhi, così non possiamo negare l’esistenza dell’Ades solo perché non lo vediamo o non l’abbiamo mai visto. Il fatto è che mentre l’anima si trova nel nostro corpo, l’Ades si trova negli antri della terra ad una grande profondità; è un luogo reale secondo la Parola di Dio, dove l’anima del peccatore, dopo essere uscita dal suo corpo, và a stare in attesa del giudizio. In altre parole mentre il pecca­tore vive sulla terra l’anima sua gode dei piaceri della vita e si diletta nel fare il male muovendosi liberamente in un corpo umano, ma quando il corpo nel quale alberga temporaneamente si disfa, essa si diparte e và nell’Ades dove sarà tormentata dal fuoco di questo luogo e dove non potrà più in alcun modo divertirsi.

La storia di questo ricco ci dice che questo ricco godeva splen­didamente ogni giorno mentre era sulla terra e che egli, quando morì, fu seppellito, ma si ritrovò in un luogo di tormento, appunto l’Ades. Fu il suo corpo ad essere seppellito e non la sua anima, perché l’anima dell’uomo non può essere afferrata dalla mano di nessun uomo per essere posta in una bara e poi in una fossa. E’ il corpo che torna in polvere secondo quello che disse Dio ad Adamo: “Sei polvere, e in polvere ritornerai”,[10] e non l’ani­ma perché essa non è fatta di un materiale dissolubile. Gesù un giorno disse che noi non dobbiamo temere coloro “che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima”,[11] significando così che l’anima dell’uomo non può essere né uccisa e né presa da un altro uomo, a differenza del suo corpo.

Come si può leggere in questa storia, quest’uomo che si era goduto la vita sulla terra, anche quando si trovò nell’Ades poteva ancora parlare, ricordare, e secondo quello che egli disse ad Abramo avrebbe potuto essere pure rinfrescato con dell’acqua nella fiamma dove si trovava. Ma di acqua non ce n’è nell’Ades, c’é solo il suo ricordo per quelli che sono nel fuoco dell’Ades.

Ora, noi non possiamo comprendere come l’anima di un uomo possa del continuo ardere (senza minimamente consumarsi) in mezzo a del fuoco e piangere e stridere i denti, ma questo non ci impedisce affatto di credere che le cose stiano proprio così. Se noi doves­simo credere nelle cose di cui parla la Scrittura solo quando le comprendiamo, finiremmo con il non credere più a nulla di quello che ci dice la Scrittura, a partire dall’esistenza di Dio, ma grazie siano rese a Dio in Cristo Gesù per la fede che ci ha dato mediante la quale noi accettiamo tutto quello che la Parola di Dio ci insegna senza metterlo minimamente in discussione.

Così, noi non mettiamo in dubbio nulla di questa storia racconta­ta da Gesù perché tutto quello che concerne questa storia è verità. Come ho detto prima, quest’uomo, senza un corpo poteva ancora parlare e ricordare; ma non solo, egli poteva pure dare dei suggerimenti infatti invitò Abramo a mandare Lazzaro a intin­gere la punta del dito nell’acqua per rinfrescargli la lingua arsa dal calore della fiamma ardente, ma egli si sentì rispondere da Abramo che questo non era possibile. Abramo gli disse di ricordarsi che egli aveva ricevuto i suoi beni in vita sua, e poi gli disse che vi era una gran voragine tra quel luogo di tormento dove egli si trovava e il luogo di conforto dove invece si trovava lui con Lazzaro (il seno d’Abramo), voragine che impe­diva a quelli che si trovavano in quest’ultimo di andare a soc­correre quelli che erano nel tormento nell’Ades. Nessuna pietà fu mostrata in verso quell’uomo; come lui si era mostrato impietoso durante la sua vita terrena così Dio si mostrò impietoso verso di lui dopo che egli morì. In questo vediamo la manifestazione della giustizia di Dio. Egli, anche sotto l’Antico Patto, non lasciava impuniti quelli che rifiutavano di dare ascolto alla legge di Mosè ed ai profeti. Quando quell’uomo sentì Abramo rispondergli in quella maniera, si preoccupò dei suoi cinque fratelli che erano ancora in vita sulla terra, infatti propose ad Abramo di mandare Lazzaro a casa di suo padre per avvertire i suoi cinque fratelli dell’esistenza di questo luogo di tormento e del fatto che là si trovava già lui. Egli pensava che in questa maniera essi si sarebbero ravveduti nel sentire Lazzaro e non sarebbero discesi anche loro là.

Ma anche in questo caso la risposta di Abramo non fu quella che lui si aspettava, perché il patriarca gli fece chiaramente comprende­re che i suoi fratelli avevano Mosè ed i profeti e che essi dovevano ascoltare loro per non andare lì con lui quando sarebbe­ro morti. La risposta di Abramo però non soddisfò quell’uomo perché egli fece capire ad Abramo che secondo lui sarebbe stata più efficace la testimonianza di Lazzaro se questi fosse risusci­tato e fosse andato dai suoi fratelli, anziché quella di Mosè e dei profeti. Non fu però del medesimo parere Abramo, infatti egli gli disse che se i suoi fratelli non volevano ascoltare Mosè ed i profeti, non si sarebbero lasciati persuadere ad abbandonare la loro via malvagia, neppure dalla testimonianza di un morto tornato in vita. (Notate che il ricco credeva dopo morto che Lazzaro potesse tornare in vita sulla terra e parlare ai suoi fratelli, che non chiese ad Abramo di concedergli di tornare sulla terra e che Abramo rispondendo confermò che Lazzaro era morto) Parole forti queste, che mostrano come coloro che non credono alla testimonianza che Dio dà attorno all’Ades ed ai suoi tormenti (testimonianza scrit­ta nelle sacre Scritture), non crederanno neppure a quella di un morto che dopo averlo visto torna in vita e parla della sua esistenza e dei tormenti che patiscono quelli che vi si trovano.

Questa è la verità fratelli, alcuni non crederebbero nell’esi­stenza dell’inferno e non si ravvederebbero dai loro peccati neppure se uno dei loro parenti morti risuscitasse per volontà di Dio e narrasse loro quello che ha visto in quel luogo. Noi, comunque siamo chiamati ad avvertire gli uomini dell’esistenza di questo luogo di tormento, perché Dio lo ha fatto con la sua Parola. Se Dio non avesse voluto che gli uomini sapessero cosa li attende se non si ravvedono e non credono in lui facendo opere degne del ravvedimento, non avrebbe fatto mettere per iscritto così tanti chiari riferimenti sull’Ades e sullo stagno ardente di fuoco e di zolfo che è il luogo finale dove verranno gettati gli empi.

Ma veniamo ad altre Scritture che confermano l’esistenza del soggiorno dei morti e che esso si trova sotto terra ad una grande profondità e che là vi scendono gli empi quando muoiono.

– Nei Salmi è scritto: “Gli empi se n’andranno al soggiorno de’ morti, sì, tutte le nazioni che dimenticano Iddio”,[12] ed a proposi­to della sorte di quelli che confidano nei loro grandi averi e si gloriano della grandezza delle loro ricchezze è scritto: “Son cacciati come pecore nel soggiorno de’ morti; la morte è il loro pastore”.[13]

– Giobbe, parlando degli empi, disse: “Passano felici i loro giorni poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti”.[14]

– Isaia, parlando della sorte di quelli che in Sion non ponevano mente a quel che faceva il Signore, ma si inebriavano di vino e di bevande alcoliche disse: “Perciò il soggiorno de’ morti s’é aperto bramoso, ed ha spalancata fuor di modo la gola; e laggiù scende lo splendore di Sion, la sua folla, il suo chiasso, e colui che in mezzo ad essa festeggia”.[15] Sempre Isaia, nell’oracolo contro il re di Babilonia, disse ad Israele: “Tu pronunzierai questo canto sul re di Babilonia e dirai:.. Il soggiorno de’ morti, laggiù s’é commosso per te, per venire ad incontrarti alla tua venuta. Il tuo fasto e il suon de’ tuoi saltèri sono stati fatti scendere nel soggiorno de’ morti”.[16]

– Dio per mezzo di Ezechiele predisse ciò che avrebbe fatto a Tiro con queste parole: “Allora ti trarrò giù, con quelli che scendon nella fossa, fra il popolo d’un tempo, ti farò dimorare nelle profondità della terra, nelle solitudini eterne, con quelli che scendon nella fossa…”.[17]

– Gesù quando rimproverò Capernaum gli disse: “E tu, o Capernaum, sarai tu forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino nell’Ades”.[18] Quando egli preannunziò che sarebbe stato nel soggiorno dei morti per tre giorni e tre notti disse: “Come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così starà il Figliuolo dell’uomo nel cuor della terra tre giorni e tre notti”;[19] e noi sappiamo infatti che l’anima di Gesù Cristo, quando egli morì, discese nell’Ades da dove Dio la fece risalire quando lo risusci­tò dai morti il terzo giorno, secondo che è scritto: “Tu non lascerai l’anima mia nell’Ades”.[20]

Come potete vedere da tutte queste Scritture si deduce chiaramen­te che il soggiorno dei morti è un luogo che si trova nelle profondità della terra, o come disse Gesù: “Nel cuore della terra”, e che là vanno i peccatori che rifiutano di ascoltare la voce di Dio.

Ma la Scrittura ci dice pure l’aspetto che ha il soggiorno dei morti:

– Giobbe l’ha definito così: “Terra delle tenebre e dell’ombra di morte: terra oscura come notte profonda, ove regnano l’ombra di morte ed il caos, il cui chiarore è come notte oscura”.[21]

– Bildad di Suach, parlando della sorte dell’empio ha detto: “E’ cacciato dalla luce nelle tenebre”.[22]

– Tsofar di Naama dice dell’empio: “Lo consumerà un fuoco non attizzato dall’uomo”.[23] A proposito di queste ultime parole esse sono chiaramente confermate dalle parole che quell’uomo che era nell’Ades rivolse ad Abramo: “Son tormentato in questa fiamma”.[24] Il fuoco che c’é nell’Ades non è un fuoco attizzato da un uomo, ma da Dio, e per questo non si può spegnere in alcuna maniera.

Vogliamo infine fare un’osservazione per confermare che la perso­na malvagia dopo la morte continua a vivere nei tormenti dell’Ades: Gesù disse a proposito di Giuda Iscariota il tradito­re: “Certo, il Figliuol dell’uomo se ne va, come è scritto di lui; ma guai a quell’uomo per cui il Figliuol dell’uomo è tradi­to! Meglio sarebbe per cotest’uomo, se non fosse mai nato”.[25]

Ora, se come dicono i Testimoni di Geova l’Ades è il sepolcro del genere umano, quindi la tomba dove viene posto il morto, e là viene posto pure il malvagio come mai Gesù disse quelle partico­lari parole di Giuda Iscariota?

In altre parole, se non fosse esistito nel mondo invisibile un inferno terribile e spaventevole dove Giuda sarebbe andato alla sua morte che senso avrebbero avuto quelle parole di Gesù? Perché mai dire che sarebbe stato meglio che Giuda non fosse mai nato? Non avrebbe dovuto dire che sarebbe stato come se non fosse mai nato se i morti tornassero alla non esistenza? Ecco un’altra inequivocabile prova che l’in­ferno esiste e che per coloro che ci vanno quando muoiono sarebbe stato meglio se non fossero mai nati.[26]

L’Ades non è per nulla un luogo piacevole dove stare; alcuni se ne fanno beffe come se andarci a vivere significasse andarci a passare delle piacevoli vacanze, ma vi assicuro che esso è un luogo spaventevole ed orribile la cui memoria è viva e non svani­sce mai in quelli che lo hanno visto perché Dio ha concesso loro di vederlo. Sì, perché Dio anche in questa generazione ha permes­so ad alcuni uomini e donne di vedere da vicino l’Ades.

Essi dopo che sono tornati in vita hanno cercato di spiegarsi il meglio possibile per fare capire gli orrori visti in quel luogo: ancora oggi riconoscono che le parole migliori che loro possono usare per descrivere l’Ades che essi, per grazia di Dio, hanno visto, sono quelle della sacra Scrittura. Non ci sono parole migliori per descriverlo di quelle scritte nella Parola di Dio.

 


[1] Cose nelle quali è impossibile che Dio menta, stampato negli USA, 1965, pag. 353-354

[2] Diodati per esempio l’ha tradotta con sepolcro in questi versi: “E non lasciare scendere la sua canutezza in pace nel sepolcro (Sheol)” (1 Re 2:6); “Così chi scende nel sepolcro (Sheol) non ne salirà (Giob. 7:9); “Perciocchè il sepolcro (Sheol) non ti celebrerà” (Is. 38:18).

[3] Cfr. Sal. 9:17; Giob. 26:6; Prov. 7:27

[4] Cfr. Matt. 11:23; 16:18 Luca 16:23; Ap. 1:18. In Atti 2:27 e 2:31 Diodati ha tradotto Ades con ‘luoghi sotterra’.

[5] Confronta gli stessi sopracitati passi nella Riveduta.

[6] Nella Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible, trentunesima stampa, New York 1973, alla voce hades, presente nel Greek Dictionary of the New Testament, si legge: ‘Hades’ or the place (state) of departed souls: – grave, hell’ (pag. 8). In italiano: ‘Hades’ o il luogo (stato) delle anime dipartite: – tomba, inferno’. Alla voce sheol, presente nel Hebrew and Chaldee Dictionary, si legge: ‘hades or the world of the dead (as if a subterranean retreat), includ. its accessories and inmates: – grave, hell, pit’ (pag. 111). In italiano: ‘hades o il mondo dei morti (inteso come un luogo appartato sotterraneo), inclusi i suoi accessori e i suoi dimoranti: – tomba, inferno, abisso’.

[7] Is. 14:9-10 (Diod.)

[8] Sia Dio riconosciuto verace, pag. 69-70.

[9] Luca 16:19-31

[10] Gen. 3:19

[11] Matt. 10:28

[12] Sal. 9:17

[13] Sal. 49:14

[14] Giob. 21:13

[15] Is. 5:14

[16] Is. 14:3,9,11

[17] Ez. 26:20

[18] Matt. 11:23

[19] Matt. 12:40

[20] Atti 2:27

[21] Giob. 10:21-22

[22] Giob. 18:18

[23] Giob. 20:26

[24] Luca 16:24

[25] Matt. 26:24

[26] Va detto che le parole di Gesù annullano anche l’altra dottrina dei Testimoni di Geova secondo cui Giuda non risusciterà.