Le trasfusioni di sangue

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La dottrina dei Testimoni di Geova.

I Testimoni di Geova, come abbiamo già accennato, vietano le trasfusioni di sangue, pena l’espulsione dall’organizzazione. Essi dicono: ‘Geova Dio disse: ‘L’anima [nèphesh] d’ogni sorta di carne è il suo sangue mediante l’anima in esso. Di conseguenza ho detto ai figli d’Israele: ‘Non dovete mangiare il sangue di nessuna sorta di carne, perché l’anima d’ogni sorta di carne è il suo sangue”[1] per cui chi riceve il sangue di un’altra persona nel suo corpo mangia il sangue e nella legge Dio aveva detto che avrebbe sterminato di mezzo al popolo chi avrebbe mangiato il sangue di qualsivoglia animale.[2]

Confutazione.

A proposito di questo loro insegnamento va detto questo. Innanzi tutto è errato dire che il sangue di una persona è la sua anima o che nel sangue di una persona ci sia l’anima di essa perché, come abbiam in precedenza visto, secondo la Scrittura, l’anima è un qualcosa di spirituale all’interno del corpo dell’essere umano che quando esso muore si diparte da esso e va o in cielo o nell’Ades a secondo che l’individuo è salvato o perduto. Nel sangue della persona c’è la vita biologica e non l’anima. Facciamo un esempio con la Scrittura: nel libro dell’Apocalisse Giovanni dice: “Io vidi sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?”.[3] Ora, come si può ben comprendere da queste parole di Giovanni, lui vide le anime di quei cristiani in cielo; ma non vide il loro sangue in cielo perché il sangue di quelle persone rimase sulla terra. Non può essere altrimenti dato che è scritto “che carne e sangue non possono eredare il regno di Dio”.[4] Quelle anime chiedevano a Dio di vendicare il loro sangue e non la loro anima. E Dio vendicherà il loro sangue a suo tempo infatti nell’Apocalisse è detto che quando il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle fonti delle acque; le acque diventarono sangue. E l’angelo delle acque disse: “Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, per aver così giudicato. Hanno sparso il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro a bere del sangue: essi ne son degni”.[5] L’errore dei Testimoni di Geova è quindi quello di chiamare anima il sangue dell’uomo quando esso non lo è.

Per quanto riguarda poi la trasfusione di sangue è necessario dire che quantunque non consista nel mangiare sangue di una persona perché non gli entra per la bocca, per cui non si può citare per vietarla la decisione degli apostoli e degli anziani a Gerusalemme sia perché non è sangue di animale e neppure si tratta di ingerirlo (se si fosse trattato di ingerirlo allora le cose sarebbero state differenti: quindi non si può mettere un credente che riceve una trasfusione di sangue nelle vene sullo stesso piano di un altro che mangia il sangue di animali), pure bisogna dire che se un credente si astiene da essa perché ritiene che il Signore è potente da creargli tutto il sangue che lui ha bisogno nel corpo senza avere bisogno di riceverne da terzi, egli fa bene. Poiché in questo caso egli con la sua condotta mostra di aver riposto la sua fiducia totalmente in Dio e non nei medici. Questo è un atto di fede che Dio premia. Quindi astenersi dalle trasfusioni di sangue nel bisogno perché si ha piena fiducia in Dio è una buona cosa. Egli è l’Onnipotente. Egli può dare a chi ha bisogno tutto il sangue che necessita.

 


[1] La Torre di Guardia, 1 novembre 1984, pag. 12

[2] Cfr. Lev. 17:10. Oltre a ciò essi dicono quanto segue: ‘Poiché era proibito immettere nel proprio corpo il sangue di un’altra creatura, ne conseguiva necessariamente che era errato dare il proprio sangue per farlo infondere nel corpo d’un’altra persona. Questo è implicito nel massimo comandamento della Legge che dice: ‘Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente (Mt 22,37). E che cosa vuol dire amare Dio con tutta la nostra anima? Il sangue è l’anima (Dt 12,23). Non possiamo togliere dal nostro corpo parte del sangue, che rappresenta la nostra anima, e ancora amare Dio con tutta la nostra anima, perché abbiamo tolto parte della nostra anima, del nostro sangue’ (Dall’opuscolo: Sangue, medicina e la Legge di Dio, Watch Tower and Tract Society of New York, Inc., s.d, pag. 8). Per cui essi vietano anche di prestare il sangue, perché ritengono che se lo facessero non potrebbero più amare Dio con tutta la loro anima. Stando così le cose si dovrebbe quindi dedurre che se un credente perde un po’ di sangue indipendentemente dalla sua volontà perché si ferisce, non può più amare Dio con tutta la sua anima appunto perché perde parte della sua anima. Si noti perciò a quale conclusione assurda si arriverebbe se si dicesse che il sangue è l’anima dell’uomo.

[3] Ap. 6:9-10

[4] 1 Cor. 15:50

[5] Ap. 16:5-6