La preconoscenza e la predestinazione

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La dottrina dei Testimoni di Geova.

Ecco per sommi capi quello che dicono i Testimoni di Geova sulla prescienza di Dio e sulla predestinazione.

‘Se Dio avesse già preconosciuto e preordinato con millenni d’anticipo esattamente quali individui avrebbero ricevuto la salvezza eterna e quali la distruzione eterna, ci si potrebbe chiedere che senso avrebbe la sua ‘pazienza’ e quanto sarebbe sincero il suo desiderio che ‘tutti pervengano al pentimento’.[1]

Per quanto riguarda gli ‘eletti’ ossia i 144.000 la Torre di Guardia afferma: ‘Dio ha preconoscenza dell’eletto; ma ciò non significa che egli scelse di preconoscere i singoli, ma che egli aveva in animo o predestinò che ci fosse una tale compagnia eletta (…) Egli non doveva interessarsi degli individui e i loro nomi e le identità personali. Egli semplicemente determinò in anticipo o predestinò quali dovevano essere i requisiti per l’insieme dei membri di questa classe e quali norme essi dovevano osservare e quali qualità essi dovevano mostrare’,[2] ed ancora: ‘Dio preconobbe e preordinò la formazione di questa classe (ma non dei singoli individui che l’avrebbero costituita). (…) egli prestabilì o preordinò il ‘modello’ al quale avrebbero dovuto conformarsi tutti quelli che a suo tempo sarebbero stati chiamati a farne parte, il tutto secondo il suo proposito. Dio preordinò anche le opere che essi avrebbero dovuto compiere e previde che sarebbero stati provati a motivo delle sofferenze che il mondo avrebbe procurato loro’.[3] E per attestare che colui che è stato chiamato a fare parte di questa ‘classe’ non è automaticamente sicuro della sua salvezza, appunto perché non preconosciuto e predestinato individualmente alla salvezza eterna prendono l’esempio di Paolo e dicono che ‘non si riteneva individualmente predestinato alla salvezza eterna’[4] ed ancora che ‘l’apostolo Paolo espresse la fiducia che gli fosse riservata la corona della giustizia, ma lo fece solo quando fu certo di essere prossimo alla fine della sua vita umana’.[5] Per quanto riguarda le ‘altre pecore’ la Torre di Guardia afferma che ‘chiunque può diventare una delle pecore della grande folla che guadagnerà la vita eterna su una terra paradisiaca’.[6]

Per quanto riguarda invece coloro che rifiuteranno di convertirsi al Signore fino alla fine (si tenga presente però a riguardo, della loro dottrina sulla ‘seconda possibilità’ per molti di coloro che non hanno ubbidito a Dio durante la loro vita) la Torre di Guardia dice che Dio non li ha predestinati affatto alla distruzione eterna indurandoli, perché il loro destino è frutto solo della loro decisione. Secondo la Torre di Guardia infatti Dio non indurisce i cuori di taluni secondo il beneplacito della sua volontà. Di Giuda Iscariota per esempio dicono che ‘non si può dire che Dio abbia preordinato o predestinato Giuda a comportarsi così’.[7] Le ragioni che vengono addotte sono che Dio ha fatto l’uomo totalmente libero di scegliere o rigettare Dio, e poi che Egli è giusto e perciò una tale condotta non gli si addice. Se lui agisse così sarebbe ingiusto. E poi la logica, infatti un simile modo di agire di Dio non è ragionevole![8] Ed infine, ma non per questa meno importante, la ragione che Dio non è onnisciente, o meglio che Lui non ha preconosciuto ogni cosa nei minimi particolari. Ecco quanto dicono: ‘Egli ha la capacità di vedere e conoscere tutte le cose, passate presenti e future, ma può anche trattenere da sé certa conoscenza se vuole. Quindi, può rifiutare di guardare nel futuro se vuole. E pare effettivamente che egli preferisse non guardare nel futuro nel caso di Adamo ed Eva. Perché? Perché esercitare la preconoscenza senza che esistessero certe precedenti condizioni in base alle quali determinare il logico risultato da aspettarsi sarebbe equivalso alla predestinazione all’eterno destino della creazione’.[9] Questa prescienza di Dio è chiamata dalla Torre di Guardia ‘prescienza selettiva’: ‘Per prescienza selettiva s’intende che Dio poteva decidere di non preconoscere indiscriminatamente tutte le azioni future delle sue creature’.[10] Ecco perché, secondo la Torre di Guardia, Gesù non fu predestinato a offrire se stesso quale sacrificio di riscatto per i peccati degli uomini: ‘A suo tempo Geova Dio incaricò il suo stesso Figlio primogenito di assumere il profetizzato ruolo di ‘seme’ e diventare il Messia. Nulla indica che questo Figlio fosse ‘predestinato’ a tale ruolo ancor prima della sua creazione o prima della ribellione in Eden’.[11]

Confutazione.

Ci troviamo per l’ennesima volta davanti a strani insegnamenti che siamo obbligati a confutare per amore della verità e per rendere giustizia alla Parola di Dio. Cominciamo col dire che è falso che Dio ha deciso di non preconoscere una parte delle cose future, perché se fosse così Egli non sarebbe più Onnisciente come dice la sua Parola. “L’Eterno è un Dio che sa tutto”,[12] ed in questo tutto ci sono tutte le cose passate, tutte le cose presenti, e tutte quelle che avverranno e che ancora non sono avvenute. Tra quest’ultime per esempio ci sono tutte le parole che noi ancora dobbiamo proferire infatti Davide dice: “La parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, o Eterno, già la conosci appieno”,[13] tutti i giorni che noi dobbiamo vivere perché nel suo libro erano scritti tutti i giorni a noi destinati quando ancora nessuno d’essi era sorto ancora.[14] Tra di esse ci sono anche tutti quegli eventi descritti nell’Apocalisse che devono avvenire, e leggendoli ci si può rendere conto quale dovizia di particolari Dio ha preconosciuto. Potremmo proseguire, ma ci fermiamo qui. Quindi anche la caduta di Adamo fu da Dio preconosciuta, e con la sua caduta l’entrata nel mondo del peccato? Certo, Dio sapeva perfettamente tutto quello che sarebbe successo nel giardino dell’Eden ancora prima di creare tutte le cose. Ecco perché Gesù Cristo è chiamato “l’agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo…”;[15] perché Dio aveva già formato in se stesso, prima di fondare il mondo, il disegno di mandare nella pienezza dei tempi il suo Figliuolo a riscattare gli uomini dal peccato che sarebbe passato su di loro tramite quell’unico uomo cioè Adamo. Niente lo colse di sorpresa. Non è vero quindi che Dio decise di mandare il suo Figliuolo nel mondo dopo che Adamo peccò, perché questa sua decisione risale a tempo prima della fondazione del mondo. Ma perché negare a Dio la prescienza di tutte le cose che devono avvenire? Lo abbiamo visto; perché i Testimoni di Geova in questa maniera vogliono dimostrare che il destino degli uomini non è già stato stabilito da Dio. In altre parole, essi hanno ridotto la prescienza di Dio per non dovere ammettere la predestinazione. Modo di fare questo che ci insegna ancora una volta come ogni qual volta si cerca di far prevalere la logica anziché la Parola di Dio si comincia a parlare contro Dio. Avendo quindi dimostrato che non esiste questa ‘prescienza selettiva’ di Dio, secondo cui alcune cose le avrebbe preconosciute e altre avrebbe rifiutato di preconoscerle, passiamo alla predestinazione. E’ chiaro che avendo Dio la conoscenza di tutte le cose che avverranno ed essendo Onnipotente egli può a suo piacimento fare accadere tutte le cose che vuole e che ha preconosciuto senza che alcuno glielo impedisca. La sacra Scrittura è piena di esempi che mostrano che Dio manda ad effetto tutto quello che ha preconosciuto e preannunziato, sia di bene che di male. Noi non li citeremo tutti per brevità, ma solo alcuni che hanno attinenza con la predestinazione a salvezza e quella a perdizione.

Isacco aveva sposato Rebecca, e dopo che ella rimase incinta avvenne che i bambini si urtavano nel suo seno. Vedendo questo, ella andò a consultare Dio che gli rispose: “…il maggiore servirà il minore”.[16] Perché questa inversione nell’ordine delle cose, fatto da parte di Dio, dato che sappiamo che solitamente è il minore a dover servire il maggiore? A questa domanda risponde Paolo dicendo: “Affinché rimanesse fermo il proponimento dell’elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama”.[17] Cioè, affinché tutti comprendessero che Dio elegge a salvezza chi vuole Lui, indipendentemente dalle opere di colui che Egli elegge, e questo perché la sua elezione dipende esclusivamente dalla Sua volontà. Ma allora Dio è ingiusto? Perché la Scrittura dice che amò Giacobbe, ma odiò Esaù ancora prima che nascessero e che avessero fatto alcun che di bene o di male. Affatto, e questo perché Egli ha detto a Mosè: “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà”.[18] Egli dunque fa misericordia a chi vuole, e precisamente a coloro che egli ha preconosciuti e predestinati ad essere giustificati. Paolo dice infatti: “Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati”.[19]

Ma altresì Dio indura chi vuole e questo al fine di mostrare la sua ira e la sua potenza verso una parte del genere umano. E naturalmente tutto ciò è stato stabilito da Lui ancora prima che gli individui che lui sceglierà o rigetterà siano nati o abbiano sentito parlare di lui e dei suoi ordini. Questo ce lo insegna, oltre che l’esempio di Esaù sopra citato (perché dopo che nacque egli fu indurito affinché vendesse la sua primogenitura a Giacobbe), anche l’esempio di Faraone che ancor prima che Mosè andasse da lui a dirgli di lasciare andar libero il popolo d’Israele (ma è chiaro che possiamo dire ancora prima che egli nascesse) era stato predestinato da Dio ad essere indurito. Il motivo? Lo disse Dio stesso a Faraone tramite Mosè: “Io t’ho lasciato sussistere per questo: per mostrarti la mia potenza, e perché il mio nome sia divulgato per tutta la terra”.[20] Oltre a questi due esempi abbiamo anche l’esempio di Giuda Iscariota e della bestia che deve venire. Infatti di Giuda si deve dire che fu indurito da Dio affinché tradisse il Maestro e andasse in perdizione, e tutto questo, come disse Gesù, “affinché la Scrittura fosse adempiuta”.[21] Dire che Giuda non fu predestinato da Dio ad andare in perdizione significa non tagliare rettamente la Scrittura a propria confusione. E della bestia pure si deve dire che sarà indurita da Dio quando verrà affinché vada in perdizione perché è scritto che “deve salire dall’abisso e andare in perdizione”,[22] il suo destino è già stato segnato da Dio.

Dopo avere visto ciò, non ci sorprende sentir Paolo dire che la salvezza non dipende “né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia”,[23] o Gesù dire: “Niuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre”,[24] o Luca dire che ad Antiochia: “Tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero”.[25]

Alcune parole dell’apostolo Paolo ora per confutare l’asserzione che Paolo non si sentiva individualmente predestinato alla salvezza eterna. L’apostolo ha detto “Iddio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottener salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo”;[26] e: “Per me… il morire è guadagno”;[27] ed ancora: “… crediamo, e perciò anche parliamo, sapendo che Colui che risuscitò il Signor Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparir con voi alla sua presenza”.[28]

Come si può ben vedere, alla luce di queste solo poche Scritture si deve affermare che Paolo era sicuro della sua salvezza.

Non v’è nessuna ingiustizia in Dio se lui, ancora prima della fondazione del mondo, ha deciso di eleggere alcuni e rigettare altri, e questo perché Egli fa tutto quello che vuole. Ma chi siamo noi da opporci a Dio perché ha prestabilito di trarre dalla stessa massa di argilla dei vasi per uso nobile ed altri per uso ignobile? L’argilla si metterà a dire a Dio, perché hai fatto così? Ma noi non siamo che dei rottami fra i rottami; come ardiremmo contendere con il nostro Fattore? No, non v’è proprio nulla da replicare “se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta longanimità de’ vasi d’ira preparati per la perdizione, e se, per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso de’ vasi di misericordia che avea già innanzi preparati per la gloria”,[29] li ha chiamati sia di fra i Giudei che anche di fra noi Gentili.

Che dire allora della volontà dell’uomo se tutte le sue vie dipendono da Dio e il suo destino è già stato segnato da Dio? Diremo che essa, ad insaputa dell’uomo che vive ancora sotto la potestà delle tenebre, viene plasmata da Dio e rivolta nella direzione da lui decretata, per cui chi lui ha predestinato ad essere giustificato sarà messo in grado da Dio (nel tempo da lui fissato) di credere in Gesù Cristo tramite una infinita serie di circostanze, mentre chi è stato preparato per la perdizione non sarà da lui messo in grado di credere.

E che dire allora del dopo avere creduto? Diremo questo. Chi ha creduto deve studiarsi di rendere ferma la sua vocazione ed elezione perseverando nella fede ed essendo zelante nelle opere buone, perché questa è la volontà di Dio. Ma c’è la possibilità che egli perda la giustificazione ottenuta? La risposta è sì e la Scrittura questo ce lo insegna. Questo avverrà nel caso egli si tirasse indietro commettendo il peccato che mena a morte.

Come si può dunque conciliare la dottrina della predestinazione con la dottrina che dice che uno che ha creduto può pure perdere la salvezza? Certamente si può conciliare, anche se apparentemente sembra il contrario. In effetti pare che queste dottrine si annullino a vicenda, che siano contraddittorie, ma nella realtà sappiamo che non è così.

Ci troviamo davanti ad uno di quei misteri presenti nelle Scritture che un giorno ci verrà svelato, ma che adesso ci fa rimanere pensierosi. Pensierosi, ma tranquilli, perché Dio conserva la pace a coloro che amano la sua parola e la mettono in pratica.

 


[1] Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 643

[2] The Kingdom Is at Hand, 1944, pag. 291-292

[3] Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 648

[4] Op. cit., pag. 648

[5] Ibid., pag. 648

[6] Paradise Lost, pag. 195. A riguardo di quest’altra classe però le cose non stanno realmente così perché per esempio Adamo, Eva, Caino, molti Sodomiti, coloro che perirono nel diluvio, e i religionisti del tempo di Gesù, e quelli che periranno nella battaglia di Armaghedon non avranno mai la possibilità di entrare a fare parte di queste ‘altre pecore’, essendo stati ‘predestinati’ da Dio a non tornare più in vita!!

[7] Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 646

[8] Ci viene da domandare ai Testimoni di Geova se invece è ragionevole che a Giuda loro non gli danno la possibilità di tornare in vita durante il millennio, e assieme a Giuda c’è una schiera di morti condannati da loro all’oblio per l’eternità!! Sarebbe questo un comportamento giusto da parte di Dio?!!

[9] Svegliatevi!, 22 marzo 1974, pag. 29-30

[10] Perspicacia nello studio delle Scritture, vol. II, pag. 642

[11] Op. cit., pag. 647

[12] 1 Sam. 2:3

[13] Sal. 139:4

[14] Cfr. Sal. 139:16

[15] 1 Piet. 1:19-20

[16] Gen. 25:23

[17] Rom. 9:11

[18] Es. 33:19

[19] Rom. 8:29-30

[20] Es. 9:16

[21] Giov. 17:12

[22] Ap. 17:8

[23] Rom. 9:16

[24] Giov. 6:65

[25] Atti 13:48

[26] 1 Tess. 5:9

[27] Fil. 1:21

[28] 2 Cor. 4:13-14

[29] Rom. 9:22-23