L’Israele secondo la carne

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La dottrina dei Testimoni di Geova.

‘Ora sorge la critica domanda: Per l’adempimento delle divine promesse della Sacra Bibbia, doveva esserci di nuovo una rinascita di questa nazione dell’Israele carnale, dei circoncisi Giudei naturali? E’ la nascita della Repubblica d’Israele avvenuta il 15 maggio 1948 il moderno adempimento della profezia, e doveva la promessa che Geova fece ad Abraamo circa la benedizione di tutte le famiglie e le nazioni della terra adempiersi in questa democratica Repubblica d’Israele? Secondo le Sacre Scritture, la risposta è No! Non c’è nessun bisogno di tale rinascita della nazione del circonciso Israele naturale. Perché no? Perché trentasette anni prima della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nell’anno 70 E.V. Geova Dio aveva già partorito la vera nazione in cui devono adempiersi le ulteriori profezie dei suoi ‘sacri oracoli’ per il beneficio di tutto il genere umano, vivente e morto. (…) Poiché Geova Dio aveva rigettato la nazione del circonciso Israele naturale per il fatto che essa aveva rigettato Gesù come Cristo e Signore, questa nuova nazione cristiana ne prese il posto dinanzi a Dio. (…) quando le legioni romane al comando del generale Tito distrussero Gerusalemme e il suo tempio e devastarono il paese della Giudea e fu distrutta così la nazione del circonciso Israele naturale, non fu necessario che Geova Dio facesse rinascere quella nazione rigettata, né allora né oggi’.[1] In sostanza i Testimoni di Geova non ritengono che il ritorno nella terra d’Israele dei Giudei secondo la carne e la fondazione dello stato d’Israele nel 1948 sia parte del piano di Dio per questo mondo. Per loro Dio ha rigettato l’Israele secondo la carne e lo ha rimpiazzato con l’Israele spirituale, che occorre tenere presente per loro non è costituito da tutti i cristiani ma solo dai 144.000.[2]

Confutazione.

Innanzi tutto va detto che quando Dio disse ad Abramo: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra”[3] non volle dire che le nazioni della terra sarebbero state benedette tramite l’Israele secondo la carne, ma bensì tramite Cristo Gesù, il Messia (la progenie d’Abramo)[4] che doveva sorgere secondo la carne dal seme di Davide, e nel quale i Gentili, credendo, sarebbero stati benedetti assieme al credente Abramo. Questo lo spiega Paolo ai Galati quando dice: “E la Scrittura, prevedendo che Dio giustificherebbe i Gentili per la fede, preannunziò ad Abramo questa buona novella: In te saranno benedette tutte le genti. Talché coloro che hanno la fede, sono benedetti col credente Abramo”.[5] Diciamo questo perché sia chiaro che secondo le Scritture affinché la benedizione a tutte le genti promessa ad Abramo si compisse non si doveva aspettare la fondazione dello Stato d’Israele nel 1948, perché essa cominciò ad adempiersi quando i Gentili entrarono a fare parte della Chiesa mediante la fede nel Cristo di Dio.

Ma quanto detto nulla toglie al fatto che i Giudei secondo la carne rimangono il popolo che Dio ha preconosciuto che continua ad essere amato per via dei loro padri e perciò non è stato rigettato da Dio. Paolo questo lo attestava ancora prima che le legioni romane distruggessero Gerusalemme e il tempio che era in esso, e portassero in cattività migliaia e migliaia di Giudei; in altre parole prima dell’anno 70. Ecco cosa scrisse ai santi di Roma: “Io dico dunque: Iddio ha egli reietto il suo popolo? Così non sia; perché anch’io sono Israelita, della progenie d’Abramo, della tribù di Beniamino. Iddio non ha reietto il suo popolo, che ha preconosciuto”,[6] e dopo egli menziona il fatto che ai giorni di Elia in Israele c’era un residuo di settemila uomini che non avevano piegato il ginocchio davanti a Baal, per dire che anche allora (come adesso) rimaneva un residuo di Giudei eletto secondo la grazia.[7] In altre parole, Paolo dice che il fatto che ci sono Giudei di nascita che hanno creduto che Gesù è il Messia attesta che Dio non ha rigettato il suo popolo. Proseguendo, egli parla della caduta d’Israele, cioè di coloro che sono caduti perché indurati da Dio, dicendo che per essa “la salvezza è giunta ai Gentili per provocar loro a gelosia”.[8] E dopo aver parlato dell’innesto di noi rami provenienti dall’ulivo per sua natura selvaggio nell’ulivo domestico mediante la nostra fede, e del troncamento dall’ulivo domestico di alcuni rami naturali (i Giudei disubbidienti) affinché noi fossimo innestati al loro posto dice: “Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppur te. Vedi dunque la benignità e la severità di Dio: la severità verso quelli che son caduti; ma verso te la benignità di Dio, se pur tu perseveri nella sua benignità; altrimenti, anche tu sarai reciso. Ed anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio è potente da innestarli di nuovo. Poiché se tu sei stato tagliato dall’ulivo per sua natura selvatico, e sei stato contro natura innestato nell’ulivo domestico, quanto più essi, che son dei rami naturali, saranno innestati nel loro proprio ulivo?”.[9] E proseguendo ancora dice: “Perché, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi; che cioè, un induramento parziale s’è prodotto in Israele, finché sia entrata la pienezza dei Gentili; e così tutto Israele sarà salvato, secondo che è scritto: Il liberatore verrà da Sion; Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quand’io torrò via i loro peccati. Per quanto concerne l’Evangelo, essi sono nemici per via di voi; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati per via dei loro padri; perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento. Poiché, siccome voi siete stati in passato disubbidienti a Dio ma ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, così anch’essi sono stati ora disubbidienti, onde, per la misericordia a voi usata, ottengano essi pure misericordia. Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti”.[10] Quanto detto dall’apostolo Paolo ci induce a ritenere per cosa certa che Dio non ha rigettato i Giudei secondo la carne anche se la maggior parte di essi non ha riconosciuto e non riconosce che Gesù è il Messia. E se si leggono i due capitoli precedenti si capirà che questo rifiuto del Vangelo da parte della maggior parte degli Israeliti rientra nel disegno di Dio in verso questo popolo infatti è Lui che li ha indurati affinché non credessero. Ma pure Dio ha stabilito un giorno in cui aprirà loro gli occhi e la mente affinché credano in Gesù Cristo. Questo avverrà quando Cristo tornerà. Allora i Giudei crederanno in lui, e riconosceranno che colui che i loro padri avevano perseguitato e messo a morte era veramente il Messia loro promesso. Ma veniamo adesso al rientro dei Giudei nella terra d’Israele che ha portato nel 1948 alla proclamazione dello Stato d’Israele; cosa si deve dire di questo evento? Fu architettato dal nemico o avvenne per volere di Dio affinché si adempissero certe Scritture? E’ da escludersi che esso sia stato architettato dal nemico altrimenti si dovrebbe dire che il diavolo vuole aiutare Dio a portare a compimento le Scritture, il che noi sappiamo è assurdo pensarlo perché la Scrittura ci insegna che il diavolo è il nemico di Dio e se potesse impedirebbe a Dio di adempiere le sue promesse e così farlo passare per bugiardo e infedele. Dicendo ciò abbiamo implicitamente risposto che fu invece per volere di Dio che molti Giudei a partire dalla fine del diciannovesimo secolo cominciarono a rientrare in Palestina per poi arrivare a proclamare lo Stato d’Israele nel 1948. Ma noi diciamo: ma come si potrebbe dire che ciò non è avvenuto per volere di Dio quando sappiamo che neppure un passero cade a terra senza il volere di Dio? Ma vediamo ora di vedere quali sono le Scritture che si sono adempiute con questo rientro dei Giudei e la fondazione dello Stato d’Israele nel 1948? Isaia disse: “Poiché l’Eterno avrà pietà di Giacobbe, sceglierà ancora Israele, e li ristabilirà sul loro suolo…”.[11] Geremia disse: “Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione, e li raccolgo dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e quella in doglie di parto: una gran moltitudine, che ritorna qua”.[12] Ed Ezechiele disse: “Perciò, dì alla casa d’Israele: Così parla il Signore, l’Eterno: Io agisco così, non per cagion di voi, o casa d’Israele, ma per amore del nome mio santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati… Io vi trarrò di fra le nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese…”, ed ancora: “Ecco, io prenderò i figliuoli d’Israele di fra le nazioni dove sono andati, li radunerò da tutte le parti, e li ricondurrò nel loro paese; e farò di loro una stessa nazione, nel paese, sui monti d’Israele…”.[13] Zaccaria disse: “Io li farò tornare dal paese d’Egitto, e li raccoglierò dall’Assiria;…”.[14] Queste non sono che alcune delle Scritture che hanno predetto il ritorno dei Giudei nella loro terra. I Testimoni di Geova quindi alla luce di tutte queste Scritture errano grandemente.

 


[1] La Torre di Guardia, 15 maggio 1969, pag. 307,308,310

[2] Si tenga presente che anche sul ritorno dei Giudei carnali in Palestina la Torre di Guardia ha cambiato dottrina nel corso del tempo. Il primo presidente Russell sosteneva che il ritorno dei Giudei carnali in Palestina rientrava pienamente nel piano di Dio. Ecco quanto dichiarò: ‘Siamo perfettamente garantiti dal verdetto profetico che la ricostituzione di Israele nel territorio della Palestina è uno degli avvenimenti che si verificheranno nel giorno del Signore. Nota bene che tale profezia non può essere in alcun modo interpretata simbolicamente. Non è nel Cielo il Canaan al quale sono destinati gli Ebrei, ma sulla terra’ (Studi sulle Scritture, vol. III, pag. 228). Il secondo presidente, vale a dire Rutherford in un primo tempo sostenne con forza le idee di Russell. Ecco cosa scrisse nel suo libro Consolazione per gli Ebrei del 1925: ‘La ricostruzione della Palestina è dunque incominciata, e procede bene. Ciò accade palesemente in adempimento della profezia annunciata come promessa di Geova, e dovrebbe essere sufficiente a suscitare la più rispettosa attenzione e il più profondo interesse fra coloro che credono che Geova è Dio. E’ stato il grande Dio Geova che ha vaticinato, per mezzo di uomini che credevano in lui, i casi che oggi vediamo svolgersi in Palestina. Non sarà mai abbastanza apprezzato il privilegio di vivere sulla terra nel momento della realizzazione di questa profezia (pag. 13). ‘Tutti coloro che leggono questa profezia possano riempirsi di gioia; perché il tempo del suo adempimento si è compiuto!… Il presente capitolo è dedicato alla meditazione di tale realtà; è giunto il momento in cui Israele sia consolato (pag. 67). Sono già state fondate ottantanove colonie in Palestina… Gli Ebrei piantano vigne e ne godono il frutto, cioè comincia ad avverarsi la profezia: ‘Ed essi costruiranno case e le abiteranno, ecc…’ (pag. 83). ‘Ogni ebreo che abbia seguito attentamente le nostre esposizioni, le quali si basano esclusivamente sulla Sacra Scrittura, dovrà convincersi della volontà di Dio che gli Ebrei tornino in possesso della Palestina… e che Dio mantenga inoltre tale promessa… E’ in adempimento della profezia che gli Ebrei ora si riuniscono in Palestina’ (pag. 155). Ma alcuni anni dopo, ‘l’amico degli Ebrei noto in tutto il mondo’, così era chiamato Rutherford, passò a dire che le profezie di Ezechiele si applicavano oggi all’Israele spirituale. Era il 1932, e la Torre di Guardia ci fa sapere che in quell’anno: ‘si pubblicarono il secondo e il terzo volume del libro Rivendicazione, che trattavano i rimanenti ventiquattro capitoli della profezia di Ezechiele. Per mezzo di questi libri Geova rivelò al suo popolo che le profezie intorno alla restaurazione non si applicavano ai terrestri, naturali, circoncisi Giudei o Israeliti, ma si applicavano al fedele rimanente dell’Israele spirituale sin dall’anno 1919 E.V’ (La Torre di Guardia, 1 agosto 1966, pag. 469-470). Essa riconosce quindi che fino a quell’anno avevano dato retta ad una falsa dottrina: ‘Solo nel 1932 ci rendemmo conto di aver seguito una falsa pista per quanto riguardava i Giudei naturali. Come molti altri, ci eravamo aspettati di vederli tornare in Palestina per avere di nuovo in quel luogo il favore di Dio e che fossero usati da lui come parte terrena del suo strumento nel regno millenario di Cristo’ (La Torre di Guardia, 15 settembre 1963, pag. 563). Con Knorr la posizione fu confermata: ‘Molti conduttori ebrei credono che la Bibbia appoggi la loro pretesa di essere raccolti nella loro ‘Terra di Palestina’. (…) Essi non si rendono conto (…) che l’adempimento maggiore o completo riguarda ‘l’Israele di Dio’ costituito dai ‘Giudei secondo il cuore’, ossia dagl’Israeliti spirituali che uscirono dalla cattività di questo babilonico mondo. Dal 1919 in poi, questi ultimi sono stati portati nella condizione di godere il favore di Geova Dio quali suoi testimoni e come ambasciatori del suo regno stabilito nelle mani del suo Messia’ (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 202-203). Per Knorr il movimento ebraico per il ritorno in Palestina era stato architettato dal nemico!

[3] Gen. 12:3

[4] Cfr. Gal. 3:16

[5] Gal. 3:8-9

[6] Rom. 11:1-2

[7] Cfr. Rom. 11:2-6

[8] Rom. 11:11

[9] Rom. 11:21-24

[10] Rom. 11:25-32

[11] Is. 14:1

[12] Ger. 31:8

[13] Ez. 36:22,24; 37:21-22

[14] Zacc. 10:10