Il perché i Testimoni di Geova non accettano molte dottrine ci insegna a non appoggiarci sul nostro discernimento

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La ragione per cui i Testimoni di Geova rigettano molte dottrine chiaramente e inequivocabilmente insegnate dalla Scrittura è la seguente: essi non accettano tutto ciò che non si può spiegare con la ragione o detto in altra maniera tutto ciò che essi giudi­cano irragionevole. Questa infatti è la maniera in cui essi giudicano se una dottrina è vera o falsa; se è comprensibile alla mente umana e risponde alla logica allora è vera, se invece per loro non è comprensibile ed è irragionevole allora la rigettano come diabolica. Essi affermano infatti a tale proposito che noi tutti ‘possiamo accertarci di quello che sia giusto soltanto a mezzo di un processo ragionativo sulla Parola di Dio’.[1] Appoggiandosi dunque su questo metro di misura rigettano diverse dottrine bibliche.

Facciamo alcuni esempi per fare intendere ciò.

– I Testimoni di Geova non riescono a concepire un Dio composto da tre persone divine e distinte ma nello stesso tempo perfettamente unite tra loro, quali sono il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, e quindi siccome che tutto ciò per loro è una negazione della ragione rigettano la dottrina della Trinità.

– I Testimoni di Geova dicono a proposito dello Spirito Santo: lo Spirito Santo non può essere una persona perché come potevano circa centoventi persone alla Pentecoste essere battezzati con una persona o ripieni di una persona? E così, siccome che non riescono a comprendere come lo Spirito Santo possa venire a dimorare in una persona o in più persone mediante la fede, giungono alla errata conclusione che lo Spirito Santo è solo una forza sprigionata da Dio e niente di più.

– Essi rifiutano di accettare che Gesù Cristo era Dio nei giorni della sua carne perché si fanno questa domanda: ‘Ma se Gesù era Dio come fece a morire sulla croce?; per loro dunque sarebbe ‘irragionevole’ (appunto perché la ragione dell’uomo non può concepire una tale cosa) credere nella divinità di Cristo perché Dio è immortale e non può morire mentre Gesù morì. Arrivano perciò alla conclusione che coloro che sostengono che Gesù è Dio sono delle persone ingannate da Satana.

– Essi definiscono la dottrina dell’esistenza del fuoco eterno e del tormento eterno destinato ai peccatori oltre che contraria all’amore di Dio anche irragionevole. Loro non possono accettare con la ragione il fatto che Dio destini ad un tormento eterno i malvagi, perché dicono che Dio è amore e non può tormentare per l’eternità delle sue creature. Va contro la ragione infatti che delle creature di Dio vengano tormentate da Dio per i secoli dei secoli!!

Insomma per i Testimoni di Geova, Dio dà sempre ampie ragioni e basi logiche per comprendere tutto ciò che concerne la sua natura e il suo modo di agire e siccome che queste dottrine sopra esposte, secondo loro, non hanno basi logiche, esse non le accettano. E così si sono fatti l’idea che nella Scrittura non ci sono misteri: dicono infatti che nella Scrittura ci sono solo ‘sacri segreti’ ma non misteri. Sostengono che segreto è semplicemente quello che non è stato reso noto, mentre mistero è ciò che non può essere compreso. Nessuno di loro v’inganni con questi vani ragionamenti tenuti per confondervi, perché il mistero è pure un segreto altrimenti cesserebbe di essere tale e perché nella Scrittura ci sono molte cose a cui non sappiamo dare una spiega­zione logica e che non riusciamo a comprendere. Ma nonostante ciò noi le accettiamo e non facciamo come i razionalisti che rigetta­no quello che afferma Dio nella sua Parola solo perché non posso­no spiegarlo con la loro limitatissima mente. Quando l’uomo dice: ‘Non accetto tutto ciò che non posso spiegare con la ragione anche se lo dice Dio’, dimostra la sua arroganza e la sua stoltezza, perché dimentica o ignora che Dio non è un uo­mo come noi con una intelligenza e con una sapienza limitate che agisce e parla come un mortale. Occorrerebbe un libro a parte per parlare di alcune delle tante cose misteriose presenti nella Scrittura che noi figliuoli di Dio, benché abbiamo “la mente di Cristo”[2] non riusciamo a compren­dere appieno; Dio volendo, parleremo di esse in un apposito libro. Per ora ci limitiamo a dire che se i Testimoni di Geova smettes­sero di dare retta ai vani ragionamenti che hanno come fondamento gli scritti di Russell e di Rutherford e si convertissero a Cristo Gesù allora non parlerebbero più come fanno perché verrebbero alla conoscenza della verità che è in Cristo Gesù e sarebbero rinnovati nello spirito della loro mente.

Quanto a voi fratelli, vi esorto a continuare a ritenere tutto quello che avete imparato nel Signore da coloro che vi sono preposti nel Signore, o leggendo da voi stessi le sacre Scritture. Non mettete in discussione niente di ciò che dice la Scrittura anche se voi non riuscite ad intendere appieno questa o quell’altra dottrina. La carità crede ogni cosa che dice Dio nella sua Parola, anche se permangono aspetti di dottrine bibliche che non ci sono rivelati e noi non riusciamo a comprendere. Ricordatevi che Dio non è un uomo, che Egli è immensamente più grande dell’uomo; per cui non è possibile comprendere appieno tutto quello che Egli dice e fa. Ma pure sappiamo che Egli è buono, giusto, santo, verace, per cui non può esserci in quello che egli dice o fa niente di ingiusto, di storto, di falso. Magari qualcosa potrà pure sembrarci illogico o irragionevole, ma questo solo perché la nostra mente ha un limite. Vi ricordate Pietro cosa disse a Gesù, dopo che Egli disse ai suoi discepoli che doveva morire e risorgere il terzo giorno? Gli disse: “Tolga ciò Iddio, Signore; questo non ti avverrà mai”.[3] Ma che gli rispose Gesù? “Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”.[4] Pietro non capiva perché Gesù doveva morire? Probabilmente per lui era qualcosa di irragionevole, di illogico, di antiscritturale. Ma non per il Signore che aveva il senso delle cose dell’Iddio e Padre suo e conosceva le Scritture che lo concernevano. Anche in un’altra occasione Pietro si prese un’ammonizione dal Signore perché non voleva sottomettersi al volere di Dio. Nella notte in cui Gesù fu tradito, quando il Signore si accinse a lavargli i piedi, lui disse a Gesù: “Tu, Signore, lavare i piedi a me?”[5] E perché queste parole? Probabilmente, perché anche questa volta ciò gli pareva illogico, irragionevole, e magari antiscritturale. Ma non per il Signore, il quale gli disse: “Tu non sai ora quello che io fo, ma lo capirai dopo”.[6] Pietro dunque non capiva ancora il perché di quel gesto di Gesù anche nei suoi confronti, ma lo avrebbe capito dopo. E potremmo prendere pure l’esempio di Giobbe per spiegare ciò. Quali furono le parole di Giobbe nei confronti di Dio in mezzo alla sua grande afflizione? Furono parole di biasimo, perché tutto quello che gli accadeva gli parve un’ingiustizia di Dio; un qualcosa di illogico, di irragionevole. Ma che gli rispose Dio? “Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?”[7] e poi proseguendo molte altre cose. Allora, e solo allora Giobbe riconobbe di avere parlato male, e si pentì di ciò. Egli capì che lui non avrebbe dovuto mettere in discussione l’operato di Dio solo perché non lo comprendeva e apparentemente sembrava un’ingiustizia.

 


[1] Citato da Walter Martin in op. cit., pag. 140

[2] 1 Cor. 2:16

[3] Matt. 16:22

[4] Matt. 16:23

[5] Giov. 13:6

[6] Giov. 13:7

[7] Giob. 38:2