Un giudizio finale sui Testimoni di Geova e come comportarsi verso di loro

I Testimoni di Geova – Indice  > Altri loro insegnamenti, falsificazioni apportate alla Bibbia, Interpretazioni peculiari  >  Conclusione  >  Un giudizio finale sui Testimoni di Geova e come comportarsi verso di loro

Dopo avere esaminato le dottrine della Torre di Guardia alla luce delle sacre Scritture si deve riconoscere che i Testimoni di Geova sono lontani dal Signore non conoscendo la verità che è in Cristo Gesù e perciò sono ancora morti nei loro falli e nelle loro trasgressioni. Non si possono dunque chiamare cristiani, ma si deve chiamarli falsi cristiani, perché dei cristiani hanno solo l’apparenza, essendo che hanno dato retta ad un bagaglio di dottrine che non si attengono per nulla alla Parola di Dio e che annullano in maniera evidente tanti e tanti insegnamenti della Scrittura. Dottrine perverse, dottrine di demoni, che però essi presentano con versetti biblici, con parole dolci e talvolta affettuose. Badate dunque a voi stessi fratelli, perché dietro tutta la loro dolcezza e gentilezza si nascondono dei demoni che li muovono e li incitano a proclamare quelle loro dottrine con lo scopo di cercare di sedurvi e trascinarvi lontani dalla verità che avete conosciuto. Non pensate che essi vi vogliono portare a vivere eternamente su una terra paradisiaca, perché coloro che danno retta alle loro dottrine non vivranno mai su una terra paradisiaca, ma bensì nello stagno ardente di fuoco e di zolfo assieme al loro padre, cioè il diavolo. E non vi meravigliate nel constatare che con loro non vi trovate né d’accordo e neppure in comunione; il motivo è che essi fanno ancora parte dei figliuoli del diavolo.

Come comportarsi dunque con loro quando verranno a bussare alla porta di casa vostra? Prima di rispondere a questa domanda è bene che teniate presente quanto viene loro detto sul comportamento da tenere nei vostri confronti. Nel loro libro Manuale per la Scuola di Ministero Teocratico si legge quanto segue in riferimento al ‘tatto’ che i proclamatori devono usare verso il padrone di casa: ‘Nel ministero di casa in casa, potete mostrare tatto cominciando la vostra conversazione con argomenti che interessano il padrone di casa e mostrando come il regno di Dio provvederà il rimedio. Fate appello all’amore della persona per la giustizia, alla sua ragione e al suo desiderio di cose migliori. (…) Invece di parlare su argomenti che suscitano controversia, fate dunque appello alle cose che le persone in genere accettano come giuste ’,[1] ed anche che il tatto ‘implica il calcolo del tempo, cioè che si determini il tempo giusto per dare certe informazioni’.[2] Ecco perché quando i Testimoni di Geova vengono a bussare alla porta di casa vostra e voi gli aprite, essi cominciano sempre col farvi domande quali: ‘Cosa ne pensa dell’odio che esiste nel mondo? Pensa che esso finirà? E’ possibile che gli uomini possano amarsi? Non vorrebbe che esso finisse?’ Perché ad essi è stato detto di non entrare subito nel merito del loro messaggio con il loro interlocutore perché egli potrebbe rifiutarsi da subito di mettersi a discutere con loro. Quindi prima la cosa la gettano sul generale, poi se vedono che il padrone di casa esprime un minimo di desiderio che le cose vadano meglio, o magari dice che non nutre nessuna speranza che le cose migliorano, allora cominciano a parlare del regno millenario a venire, per poi proseguire con la terribile strage di Armaghedon e via via con il resto del loro messaggio che si può riassumere così: Armaghedon è vicina, uscite da Babilonia la Grande ed unitevi a noi, per evitare di essere distrutti da Geova e non avere più la possibilità di vivere sulla terra paradisiaca. E naturalmente uscire da Babilonia significa dover rigettare la Trinità, la divinità di Cristo, la personalità e divinità dello Spirito Santo, l’inferno, l’immortalità dell’anima e così via. Come rispondergli dunque quando vi fanno queste domande generali per tastare il terreno? Avete diverse possibilità; io ne menziono però solo due. Gli potete dire da subito che secondo la promessa di Dio voi aspettate nuovi cieli e nuova terra nei quali abiti la giustizia, per cui credete che un giorno tutto il male che c’è in questo mondo cesserà. In questo caso, vi scontrerete subito con loro sul significato dei nuovi cieli e della nuova terra perché come avete visto essi li intendono in una maniera contraria alla Scrittura. Uscirà subito quindi la questione dei 144.000 che compongono i ‘nuovi cieli’ e il loro ruolo nel proposito di Dio, ma possono uscire anche altre cose, quali Armaghedon, il millennio, e le dottrine collegate. Un altra possibilità che avete è quella di dirgli subito che siete dei discepoli di Cristo e che mediante la fede in Cristo avete tutto pienamente, avete la remissione dei peccati, avete la salvezza, avete la vita eterna, avete la pace di Dio, la gioia della salvezza, una consolazione eterna, avete lo Spirito Santo nei vostri cuori che grida: Abba! Padre!, e quindi che non vi manca nulla, proprio nulla. Tutto ciò perché il Signore Gesù vi ha salvati, perdonati e dato la vita eterna. Solitamente, se gli si dice subito questo, vi diranno che siete beati e sono contenti per voi! ‘Beato lei’, mi ha risposto più di un Testimone di Geova! ‘Hai detto bene’, ho risposto io, ‘sono beato in Cristo Gesù’. Ma proseguite dicendogli che anche loro possono essere beati come voi se si ravvedono dai loro peccati e credono in Gesù. Al che vi sentirete rispondere: ‘Ma noi crediamo in Gesù, nel suo sacrificio. Ma alla domanda: ‘Siete salvati dai vostri peccati, siete certi che i vostri peccati vi sono stati rimessi? La risposta sarà: ‘Noi chiediamo tutti i giorni perdono dei nostri peccati a Dio! o: ‘Nessuno può dire di essere salvato, perché potrebbe abbandonare il Signore come fece Giuda’ ed ancora: ‘Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato’. Allora, a questo punto è bene che precisiate che cosa intendete col dire di essere stati salvati, e cioè che voi mediante la fede in Cristo siete stati affrancati dalla schiavitù del peccato, precisando che questo non significa che voi siete senza peccato perché se diciamo di esser senza peccato facciamo bugiardo Dio e la verità non è in noi. E che questa salvezza l’avete ottenuta quando vi siete riconosciuti dei peccatori davanti a Dio e lo avete implorato affinché avesse pietà di voi (raccontategli dunque la vostra esperienza personale con il Signore). Insistete molto sull’affrancamento dal peccato che avete sperimentato, perché essi non lo hanno ancora sperimentato dato che secondo la Torre di Guardia lo sperimenteranno alla fine del millennio, se si atterranno alle leggi di Dio. Ditegli che esso si può sperimentare adesso, basta invocare Gesù Cristo. Naturalmente nel proseguire il discorso con loro sulla salvezza tireranno inevitabilmente fuori il discorso sui 144.000 perché secondo la Torre di Guardia, solo loro possono essere giustificati, nascere di nuovo, essere costituiti re e sacerdoti ed andare in cielo e così via. Al che occorrerà spiegargli che il Corpo di Cristo è formato da tutti coloro che hanno creduto in Gesù Cristo e non solo da 144.000 credenti (che sono esclusivamente Giudei di nascita, che non hanno conosciuto donna e sono irreprensibili). E proseguendo col discorso potranno uscire tutte le loro altre dottrine che sarete chiamati a confutare. E’ chiaro però che le cose possono prendere un altra direzione sin dall’inizio; tutto dipende da come rispondete e da chi sono i Testimoni di Geova che avete di fronte. Il Signore guiderà le cose come ha deciso lui e vi metterà sulle labbra le parole giuste da dirgli; io ho solo fatto presente due maniere in cui si può iniziare il discorso con loro e come ribattere ad alcune loro affermazioni. Da qualunque parte inizi il discorso, vi esorto ad insistere sul ravvedimento e la remissione dei peccati, esortandoli a ravvedersi e credere in Gesù. Ed avvertiteli che se non si ravvederanno quando moriranno se ne andranno nelle fiamme dell’Ades prima, e poi il giorno del giudizio nelle fiamme dello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Ricordatevi che sono anche loro delle anime sedotte dal diavolo, che hanno bisogno di sentire parlare della salvezza che è in Cristo Gesù. E’ il Signore dunque che ve li mette sulla strada affinché evangelizziate pure loro. Loro pensano però di evangelizzare voi. Mi ha detto per esempio, con orgoglio un giorno un Testimone di Geova, dopo che avevo parlato con lui per più di un ora: ‘Ricordati che sono io che sono venuto a casa tua e non tu da me’. Sì, è vero questo, gli ho risposto, ma ricordati che sono io che ti ho annunziato il Vangelo della grazia e non tu a me!

Per quanto riguarda il vostro atteggiamento nei loro confronti, studiatevi di mostrargli amore quando gli parlate, non siate aspri e neppure volgari, perché questi atteggiamenti non si addicono ai santi. Ma l’amore sia sempre accompagnato da gravità e da franchezza. Ed infine pregate per loro affinché Dio li salvi.

Diletti nel Signore termino con queste parole, state saldi nella fede; combattete per essa strenuamente, proclamate l’Evangelo della grazia di Dio e confutate le eresie di perdizione che si ergono contro di esso. A Dio sia la gloria in eterno. Amen.

 

 


[1] Manuale per la Scuola di Ministero Teocratico, Brooklyn, New York, 1971, pag. 70

[2] Op. cit., pag. 71