Joseph Smith

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I Mormoni sono i seguaci di Joseph Smith. Costui nacque nel 1805 in Sharon, nello Stato del Vermont, da Joseph e Lucy Smith. Nel 1815 circa, quando lui aveva circa 10 anni, la famiglia si stabilì a Palmyra, nello Stato di New York. Quando poi lui raggiunse i quindici anni, quattro membri della sua famiglia si unirono alla Chiesa presbiteriana; precisamente furono sua madre Lucy, i suoi fratelli Hyrum e Samuel Harrison e sua sorella Sophronia. Lui era indeciso se unirsi ai Presbiteriani, ai Metodisti o ai Battisti. Cominciò a propendere verso i Metodisti infatti Joseph Smith dice: ‘Io sentii qualche desiderio di unirmi a loro’;[1] ma tanto era, a suo dire, la confusione e tante erano le lotte in mezzo alle differenti denominazioni che fu impossibile per un giovane come lui arrivare ad una conclusione certa su chi aveva ragione e chi aveva torto. In questo stato d’animo si domandava chi avesse ragione fra le diverse chiese. Un giorno lesse nell’epistola di Giacomo queste parole: “Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata”.[2] Queste parole lo colpirono perché lui aveva bisogno proprio di sapienza in quel momento per decidere a chi unirsi. Un giorno si ritirò nel bosco a pregare, era la primavera dell’anno 1820. Improvvi­samente, Smith dice: ‘Vidi una colonna di luce esattamente sulla mia testa, più risplendente del sole, che discese gradualmente fino a che cadde su di me’,[3] e proseguendo dice: ‘Vidi due Personaggi, il cui splendore e la cui gloria resistono (defy) ad ogni descrizione, che stavano sopra di me nell’aria. Uno di loro mi parlò, chiamandomi per nome e disse, rivolgendosi all’altro: ‘Questo è il Mio Diletto Figliuolo. Ascoltalo!’.[4] Egli domandò allora ai Personaggi quale fosse la ‘setta’ che avesse ragione e a quale egli si dovesse unire. Quale fu la risposta? Smith dice: ‘Mi fu risposto che non dovevo unirmi a nessuna di esse, perché erano tutte sbagliate; e il Personaggio che si rivolse a me disse che tutti i loro credi erano un abominazione nel suo cospetto’.[5] Questa fu la prima ‘visione’ che ebbe Joseph Smith. Nel 1823 egli ebbe una seconda ‘visione’. Un personaggio con una veste bianca, glorioso oltre ogni dire, gli apparve nella sua stanza da letto. Egli gli disse che era un messaggero mandato da Dio, e che il suo nome era Moroni. Smith afferma che questo Moroni gli disse che Dio aveva un’opera da fargli compiere, e che il suo nome sarebbe stato conosciuto in male e in bene fra tutte le nazioni, razze e lin­gue.[6] Questo Moroni gli disse pure che esisteva un libro nasco­sto, scritto su tavole d’oro, che dava un resoconto degli abitan­ti del continente americano e della loro origine. ‘Disse pure che vi era contenuta la pienezza del Vangelo eterno, tale e quale era stato consegnato dal Salvatore a quegli antichi abitanti’,[7] ed oltre a ciò che assieme al libro nascosto vi erano ‘due pietre in archi d’argento, e queste pietre, fissate ad una corazza, costituivano il cosiddetto Urim e Thummim’ che Dio ‘aveva preparate per la traduzione del libro’.[8] Dopo di ciò, Smith dice che questo essere celeste gli citò delle profezie dell’Antico Testamento. Tra queste gli citò, con alcune variazioni, le seguenti parole di Malachia: ‘Ecco, io ti rivelerò il Sacerdozio per mezzo della mano di Elia il profeta, prima della venuta del grande e terribile giorno del Signore’.[9] Ed anche le parole di Gioele del secondo capitolo dal versetto 28 fino alla fine dicendogli che ‘questo non era ancora adempiuto, ma doveva esserlo presto’.[10] Mentre questo Moroni stava parlando, a Smith fu mostrato il posto esatto dove erano depositate le tavole. Il giorno dopo Smith andò sul luogo mostratogli nella visione, vi trovò le tavole e l’Urim e il Thummim, ma non gli fu permesso di prenderli perché gli fu detto dal messaggero che il tempo di rendere pubbliche le tavole non era ancora giunto, e che non sarebbe arrivato prima di quattro anni a cominciare da quel giorno. Giunse poi il giorno che Smith poté impossessarsi delle tavole e dell’Urim e del Thummim. Era il 22 Settembre 1827. Il messaggero gli fece l’ingiunzione di pro­teggerle e gli disse che gliele avrebbe dovuto restituire. Comin­ciò allora a tradurre le tavole; la traduzione di quelle tavole costituisce il Libro di Mormon. Questo libro fu stampato e pubblicato nel 1830; esso costituisce per i Mormoni il libro più importante che esiste sulla faccia della terra perché contiene la pienezza del Vangelo. Ma oltre a queste ‘visioni’ di Smith ce ne sono delle altre che bisogna riferire, perché anch’esse con­tribuirono in maniera decisiva alla costituzione di questa pseudochiesa. In una di queste, nel mese di maggio del 1829, a Joseph Smith ed a Oliver Cowdery apparve Giovanni Battista il quale (agendo sotto la direzione di Pietro, Giacomo e Giovanni) conferì loro il sacerdozio di Aaronne. In un’altra ‘visione’ invece (avuta in seguito) apparvero loro Pietro, Giacomo e Giovanni i quali gli conferirono un sacerdozio superiore, quello di Melchisedec. Con il conferimento di questi due sacerdozi, fu – per i Mormoni – restaurato sulla terra il vero sacerdozio. (Smith in seguito ebbe ancora molte ‘rivelazioni’ che contribuirono alla formazione delle dottrine dei Mormoni; ma di esse parleremo specificatamente più avanti).

Il 6 Aprile 1830 a Fayette, nello Stato di New York, venne fonda­ta la ‘Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni’ formata solo da sei membri, ma che nello spazio di un mese diventarono quaranta. Si organizzarono subito per compiere un lavoro missionario, che, siccome il Libro di Mormon conteneva la storia degli antichi Indiani Americani, aveva come scopo quello di convertire gli Indiani. Il nucleo di Mormoni creatosi si spostò a Kirtland, Ohio, dove in un periodo di sei anni superò il migliaio. Qui a Kirtland Joseph Smith compì (1830-1833) la sua ‘traduzione-revisione’ della Bibbia, e compilò e pubblicò (1835) la prima edizione del libro ‘sacro’ Doctrine and Covenants (Dottrina e Alleanze). Da Kirtland, dove costruirono anche il loro primo tempio, i Mormoni a motivo delle persecuzioni si spostarono (1836-1838) nello Stato del Missouri (dove come vedremo, in base ad una ‘rivelazione’ avuta da Smith avrebbe dovuto essere costruito un tempio, lui vivente, e dove in futuro dovrebbe essere costruita la Nuova Gerusalemme e dovrebbero radunarsi le dieci tribù ‘perdute’ d’Israele). Dal Missouri agli inizi del 1839, sempre in seguito alle persecuzioni, i Mormoni si spostarono nell’Illinois, a Commerce che Smith chiamò Nauvoo. Nel 1844 Smith e suo fratello Hyrum vennero messi nella prigione di Carthage, Illinois, perché accusati di avere fatto distruggere la tipografia di un giornale rivale a Nauvoo.[11] Mentre si trovavano in questo carcere una folla di manifestanti prese d’assalto la prigione e li uccise.[12]

 


[1] Perla di gran prezzo, Estratti dalla Storia di Joseph Smith, 8

[2] Giac. 1:5

[3] Perla di gran prezzo, op. cit., 16

[4] Ibid., 17

[5] Ibid., 19. Vi ricordo che sia i Presbiteriani che i Metodisti e i Battisti nel loro credo tra le altre cose affermano la Trinità, che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio che è morto per i nostri peccati e risorto corporalmente per la nostra giustificazione. E che si viene salvati per grazia mediante la fede in Gesù senza le opere della legge. Che le sacre Scritture sono la Parola di Dio e che il canone delle Scritture è completo. Vero è che i Presbiteriani e i Metodisti ammettono il battesimo dei bambini (mentre i Battisti lo rigettano), e vero è che sia i Presbiteriani che i Metodisti e i Battisti non insegnano in maniera retta la dottrina del battesimo con lo Spirito Santo e insegnano cose false sui doni dello Spirito Santo, ma essi predicano il Vangelo della grazia, potenza di Dio per la salvezza di ogni credente e molti tra di essi sono nostri fratelli e sorelle lavati con il sangue dell’Agnello essendo che hanno sperimentato la nuova nascita di cui parlò Gesù a Nicodemo.

[6] Cfr. Perla di gran prezzo, Estratti dalla Storia di Joseph Smith, 33

[7] Ibid., 34

[8] Ibid., 35. Il libro infatti era scritto in una lingua chiamata Egiziano riformato.

[9] Ibid., 38

[10] Ibid., 41

[11] Il giornale rivale si chiamava Nauvoo Expositor e si opponeva alle ambizioni politiche di Joseph Smith; ma quello che fece più di tutto infuriare i Mormoni fu che questo giornale rivelò l’insegnamento segreto sulla poligamia di Joseph Smith. La decisione del Consiglio della città di Nauvoo fu di distruggere la tipografia del giornale rivale. Nell’History of the Church (Storia della Chiesa) alla data del 10 giugno 1844 si legge: ‘Il Consiglio passò un ordinanza che dichiarava il Nauvoo Expositor un fastidio, ed anche emise un ordine per me di abbattere il detto fastidio. Io ordinai immediatamente al Maresciallo di distruggerlo senza alcun indugio (…) Circa le 8 di sera, il Maresciallo ritornò e rapportò che aveva rimosso la tipografia, il carattere tipografico, la carta da stampare, e le attrezzature nella strada e le aveva distrutte’ (vol. VI, pag. 432).

[12] Joseph Smith è presentato dai Mormoni come un martire. La sua morte è paragonata a quella di Gesù perché essi dicono che anche Smith andò allo scannatoio come un agnello. Vengono attribuite allo stesso Smith queste parole, pronunciate pochi giorni prima che fosse ucciso: ‘Vado come un agnello al macello’ (Dottrina e Alleanze 135:4). Ma le cose non stanno affatto così perché John Taylor, che fu testimone della morte di Smith ed in seguito diventò il terzo presidente mormone (che poi è l’autore della sezione 135 appena citata), a proposito della morte di Joseph Smith affermò: ‘Egli, comunque, si alzò istantaneamente, e con un passo deciso e veloce, ed una espressione di continenza determinata si avvicinò alla porta, e tirando fuori dalla sua tasca la pistola a sei colpi lasciata dal Fratello Whellock, aprì leggermente la porta e fece schioccare la pistola per sei volte successive; solo tre delle canne comunque furono scaricate. In seguito io compresi che due o tre furono feriti da queste scariche, due dei quali, sono informato, morirono’ (History of the Church, vol. VII, pag. 102-103). Stando a queste parole quindi, Joseph Smith morì da bestia feroce quale era e non da agnello di cui aveva solo il vestito.