L’uomo prima di essere concepito nel seno di sua madre non esiste spiritualmente

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Cominciamo col dire che l’essere umano è composto da uno spirito, da un’anima e da un corpo perché Paolo dice ai Tessalonicesi: “E l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo”.[1] Poi proseguiamo col dire che sia il nostro spirito che la nostra anima hanno avuto un principio come lo ha avuto il nostro corpo, ma questo principio lo hanno avuto sulla terra e non in qualche altro mondo. Certo riconosciamo di non potere dire esattamente quando in noi sia comparso lo spirito e l’anima; certamente mentre eravamo nel seno di nostra madre ma non possia­mo dire di più. Quello che mi preme sottolineare è che anche il nostro spirito e la nostra anima sono stati creati da Dio assieme al nostro corpo sulla terra perché Dio dice in Isaia: “Poiché io non voglio contendere in perpetuo né serbar l’ira in eterno, affin­ché gli spiriti, le anime che io ho fatte, non vengan meno dinanzi a me”.[2] Dunque non è affatto vero che l’uomo prima è stato creato spiritualmente e poi materialmente; cioè che prima sia stato organizzato il suo spirito – perché per i Mormoni quella creazione fu una organizzazione dell’intelligenza umana che è sempre esistita con Dio – e poi questo spirito ad un certo punto sia andato ad immettersi in un corpo di carne ed ossa. Che poi questo fatto di dire che la sostanza da cui fu organizzato lo spirito, cioè l’intelligenza, è eterna con Dio perché non fu mai creata, costituisce un duro attacco all’onnipotenza di Dio perché in questa maniera i Mormoni possono dire che Dio non ha creato l’uomo nella sua totalità perché c’è una sua parte, ossia l’intelligenza, che è sempre esistita con Dio. E difatti essi dicono che non considerano Dio come la causa totale (total cause) di quello che gli esseri umani sono. E perciò essi portano l’uomo oltre che a credere che esisteva prima di nascere in questo mondo ad innalzarsi contro Dio. No, l’intelligenza dell’uomo non è eterna con Dio; l’intelligenza di Dio sì è eterna con Dio ma non quella dell’uomo. No, la nostra anima non è stata organizzata in cielo da una sostanza chiamata intelligenza eterna, ma è stata creata da Dio mentre eravamo nel seno di nostra madre. Se l’uomo esisteva spiritual­mente già quando Dio si mise a creare i cieli e la terra Dio non avrebbe potuto dire a Giobbe: “Dov’eri tu quand’io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza”,[3] perché si sarebbe visto rispondere: ‘Con te in cielo’. Ma Giobbe quando Dio fondava la terra non era spiritualmente in cielo con Dio, perché non esisteva affatto come d’altronde nessuno di noi. Ecco perché Giobbe quando rispose a Dio la prima volta gli disse tra le altre cose: “Ecco, io son troppo meschino; che ti risponderei? Io mi metto la mano sulla bocca”;[4] perché non sapeva proprio che rispondere a Dio. Egli non credeva nella preesistenza della sua anima. Ma da come parlano i Mormoni, pare che essi tutti sanno dove erano quando Dio fondava la terra. Anzi sanno persino che il loro profeta Joseph Smith, nel suo stato antemortale, fu uno di quei nobili e grandi spiriti figli che aiutarono Gesù Cristo a fondare la terra! Ma essi ingannano loro stessi dicendo simili cose. Le loro sono solo delle menzogne. E poi, c’è da dire che se noi prima di nascere in questo mondo con questo corpo mortale fossimo esistiti in cielo sotto forma di figli spirito da tempo immemorabile, per forza di cose dovremmo ricordarci della nostra preesistenza. Gesù infatti nei giorni della sua carne si ricordava della sua preesistenza con Dio Padre in cielo. Non disse forse al Padre: “Glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo presso di te avanti che il mondo fosse”?[5] Ed ai Giudei: “Prima che Abramo fosse nato, io sono”?[6] E ad alcuni dei suoi discepoli che si erano scandalizzati delle sue parole: “E che sarebbe se vedeste il Figliuol dell’uomo ascendere dov’era prima”?[7] Dunque anche noi, se esistevamo con Gesù in cielo prima di venire in questo mondo, dovremmo ricordarci qualcosa di questa nostra precedente esistenza. Ma da che ne sappiamo, non c’è nessuno tra i circa sei miliardi di persone che abitano sul pianeta terra che possa ricordarsi della sua preesistenza celeste. E’ dovuto alla mancanza di memoria dicono i Mormoni! Ma noi diciamo, che per quanto smemorati possiamo essere o diventare, qualcosa della nostra fanciullezza ci ricordiamo sempre; chi poco chi tanto ma tutti ci ricordiamo qualcosa. Ma della nostra cosiddetta preesistenza celeste nessuno si ricorda proprio niente! La ragione dunque non è la mancanza di memoria ma la mancanza di una nostra preesistenza nelle sfere celesti assieme a Dio per cui è impossibile ricordarsi di qualcosa che non fa parte di quello che ci è accaduto. Questo è lo stesso discorso in fin dei conti che facciamo nei confronti di coloro che credono nella reincarnazione. In questo caso però diciamo loro che noi non ricordiamo di essere stati Tizio o Caio nella nostra vita precedente, perché noi prima di nascere in questo mondo non esistevamo.

Ma andiamo avanti con la confutazione di questa dottrina della preesistenza degli spiriti o delle anime. La suddetta dottrina dei Mormoni sulla preesistenza degli spiriti e il loro relativo tirocinio celeste non può essere accettata anche perché se fosse come dicono loro che l’uomo prima di nascere in questo mondo aveva vissuto in ispirito nel cielo un periodo di tirocinio questo significherebbe che quelli che vengo­no salvati da Dio, dato che ricevono la più grande benedizione, sono coloro che in virtù di una loro preubbidienza alle leggi di Dio sono stati reputati meritevoli di ottenere la salvezza, mentre coloro che non vengono salvati da Dio sulla terra non vengono salvati perché quando erano degli spiriti in cielo si mostrarono disubbidienti e quindi immeritevoli di salvezza. Ma questo è inconcepibile perché in tale caso l’uomo verrebbe salva­to per delle sue opere buone compiute antecedentemente alla sua nascita in non so quale mondo, e non più per la grazia di Dio e così sarebbe annullato il proponimento dell’elezione di Dio che dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama. Che dice Paolo ai Romani circa la nascita di Esaù e Giacobbe? Egli dice: “Prima che fossero nati e che avessero fatto alcun che di bene o di male, affinché rimanesse fermo il proponimento dell’elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama, le fu detto: Il maggiore servirà al minore”.[8] Ascoltate o Mormoni; ascoltate quello che dice Paolo per lo Spirito. Egli dice che Dio disse a Rebecca, prima che i suoi due figli uscissero dal suo seno, che il maggiore avrebbe servito il minore. Perché questo? Forse perché Esaù nel suo periodo di tirocinio celeste, ossia quando era solo uno spirito figlio, fu disubbidiente a Dio mentre Giacobbe gli fu ubbidiente? No, perché Paolo dice che quelle parole le furono dette da Dio prima che i suoi figli avessero fatto alcun che di bene o di male. Dunque, prima che nascessero essi non avevano fatto niente di bene o di male; e perciò si deduce che prima che fossero concepiti nel seno di Rebecca essi non erano esistiti come spiriti. E tutto questo affinché rimanesse fermo il proponimento dell’elezione di Dio. Gloria a Dio che ha sospinto Paolo a scrivere queste cose per turare la bocca a tutti coloro che insegnano la preesistenza dello spirito e il suo tirocinio celeste. Essendo falsa la dottrina della preesistenza degli spiriti è anche falso il motivo per cui gli spiriti si dovevano incarnare, cioè quello di progredire verso la loro deificazione. La nostra nascita sulla terra non è stata affatto un’incarnazione del nostro spirito in vista della nostra deificazione, ma una creazione da parte di Dio nel seno di nostra madre, in vista della nostra giustificazione prima e poi della nostra glorificazione perché Dio ci ha preconosciuti avanti i secoli, e predestinati ancora prima che nascessimo ad essere conformi all’immagine del Cristo di Dio e ad ottenere la sua gloria alla risurrezione. Non è prevista da Dio nei nostri confronti nessuna deificazione; perché noi rimarremo per l’eternità delle creature che dovranno continuare a servire Dio. E’ vero che alla risurrezione saremo glorificati, ma sempre creature rimarremo. Dio rimarrà trino per sempre; noi non diventeremo Dio e non ci aggregheremo alla Trinità perché in questo caso si dovrebbe dire che Dio è mutabile quando ciò non è vero. Qualcosa d’altro va detto contro la dottrina mormone della preesistenza degli spiriti e della loro incarnazione sulla terra. Essa fa apparire l’incarnazione di Cristo come non unica, ma leggermente diversa dalla nostra. La sua in seguito all’unione di ‘un uomo immortale’ (ricordatevi che per loro Dio Padre un giorno fu un uomo mortale che sperimentò la mortalità per poi essere risuscitato immortale) con una donna mortale, cioè Maria; mentre la nostra in seguito all’unione di due persone mortali! E poi se l’incarnazione di Cristo fu di questo genere, essa non fu la vera incarnazione di cui parla la Scrittura. Ora, ho già dimostrato con le Scritture che Gesù non nacque dall’accoppiamento fra Dio (fatto di carne ed ossa secondo i Mormoni) e Maria, ma nacque per opera dello Spirito Santo il quale venne su Maria ed ella si trovò incinta. Ora però voglio confutare un altro aspetto di questa dottrina mormone. Ora, se il figlio spirito chiamato Yahweh si andò ad incarnare nel corpo che nacque dall’accoppiamento tra Dio e Maria, questo significa che il corpo che Gesù aveva sulla terra non era la Parola che era con Dio nel principio. Perché dico questo? Perché Giovanni dice che “la Parola è stata fatta carne”,[9] cioè quell’Essere divino che era sempre esistito con il Padre, fu manifestato in carne, fu reso simile agli uomini, assunse la nostra natura umana rimanendo pur sempre Dio. E perciò il tabernacolo di Gesù Cristo (in cui risiedevano lo spirito e l’anima di Gesù), assieme allo spirito e all’anima erano la Parola. In altre parole il Figliuolo di Dio, cioè Gesù (spirito, anima e corpo) nei giorni della sua carne, era la Parola che era nel principio, l’Unigenito che era presso il Padre, tanto è vero che Egli affermò di essere disceso dal cielo. La differenza stava nel fatto che in questo mondo aveva un corpo fatto di carne e sangue secondo che è scritto: “Poiché dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch’egli vi ha similmente partecipato…”.[10] Ma stando a quanto insegnano i Mormoni l’essere spirito Yahweh andò ad abitare in un corpo nato dall’unione tra Dio e Maria; e perciò il corpo di Gesù, guardando le cose dal loro punto di vista, sarebbe stato lo stesso di ‘origine divina’ (uso questa espressione per farvi comprendere meglio le cose) ma con la differenza che esso non era in realtà Yahweh fattosi carne.[11] In altre parole l’incarnazione del Figliuolo sarebbe consistita nell’unione tra un corpo prodotto dall’unione carnale tra Dio e Maria, e lo spirito figlio Yahweh.[12] Come dire che quel corpo umano che camminava, parlava, mangiava e beveva, e faceva segni e prodigi in Israele conteneva il Figlio di Dio che esisteva presso Dio ab eterno. Cosa questa che è inaccettabile perché porta a dire che l’eterno Figlio di Dio era in quel corpo, quando invece la Scrittura dice che quell’essere umano nato a Betleem, cresciuto e vissuto in Israele e morto sulla croce era il Figlio di Dio. Riconosco che sono cose difficili a capire ed a spiegare, ma non si può non far notare queste cose storte presenti nella teologia mormone a proposito della venuta del Figliuolo di Dio in questo mondo. Cose storte che sono la inevitabile conseguenza della negazione del concepimento e della nascita di Gesù Cristo così come sono raccontati dalla Scrittura. D’altronde che cosa ci si poteva aspettare da questa dottrina mormone che affonda le sue radici nella mitologia greca?

Passiamo ora a confutare il consiglio celeste. La Scrittura non dice affatto che in cielo ci fu un consiglio del genere così come lo descrivono i Mormoni, per decidere quale piano di redenzione si doveva attuare per salvare l’umanità. Perché l’idea del consiglio fa apparire il nostro Dio come un Dio che prima di decidere in una certa maniera ha bisogno di consultarsi con qualcuno. Mentre la Scrittura dice: “Chi gli è stato consigliere per insegnargli qualcosa? Chi ha egli consultato perché gli desse istruzione..?”,[13] ed anche: “Chi gli prescrive la via da seguire?”.[14] Il disegno di Dio concernente la redenzione dell’uomo e la sua riconciliazione con Dio lo ha formato Dio in se stesso perché Paolo dice agli Efesini: “Poiché in lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione de’ peccati, secondo le ricchezze della sua grazia; della quale Egli è stato abbondante in verso noi, dandoci ogni sorta di sapienza e di intelligenza, col farci conoscere il mistero della sua volon­tà, giusta il disegno benevolo ch’Egli avea già prima in se stesso formato…”.[15] Di conseguenza non è affatto vero neppure che Lucifero propose anche lui un piano di redenzione che per il fatto che fu rigetta­to, lo fece arrabbiare e ribellare contro Dio. E che per punizio­ne non gli fu data l’opportunità di incarnarsi assieme ai suoi seguaci. Questa è l’ennesima favola artificiosamente composta. La ribellione di Lucifero non fu dovuta al fatto che il suo piano di redenzione fu rigettato da Dio ma bensì al suo desiderio di diventare simile a Dio. Infatti in Isaia troviamo scritto: “Come mai sei caduto dal cielo, o astro mattutino, figliuol dell’aurora?! Come mai sei atterrato tu che calpestavi le nazioni?! Tu dicevi in cuor tuo: ‘Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio; io m’assiderò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo….”.[16] Ed a proposito del piano di redenzione, formato da Dio ribadisco che esso non prevedeva e non prevede la deificazione dell’uomo su cui tanta enfasi mettono i Mormoni. Dio aveva prestabilito di mandare il suo Figliuolo nel mondo per riscattare gli uomini dalla potestà di Satana e trasportarli nel regno del suo amato Figliuolo. E come? Mediante la sua morte e la sua risurrezione dai morti. A quali condizioni potrà adempiersi questo riscatto? A condizione che gli uomini si ravvedano e credano nel nome di Gesù Cristo. Infatti agli uomini è ordinato di ravvedersi e credere nel Vangelo per essere affrancati dalla schiavitù del peccato. Dunque il riscatto dalla potestà del diavolo è gratuito, è per grazia, e non per opere. Noi lo abbiamo sperimentato e lo attestiamo con ogni franchezza. Questo riscatto è seguito dalle opere buone che sono fatte per onorare Dio che ci chiama al suo regno ed alla sua eterna gloria. Queste opere buone saranno un giorno retribuite da Dio secondo la sua fedeltà e giustizia. Ciò avverrà alla risurrezione quando i morti in Cristo risorgeranno ed otterranno la redenzione del loro corpo. A Lui sia la gloria in eterno. Amen. Diletti, nessuno di questi cianciatori vi seduca.

 


[1] 1 Tess. 5:23

[2] Is. 57:16

[3] Giob. 38:4

[4] Giob. 40:3-4

[5] Giov. 17:5

[6] Giov. 8:58

[7] Giov. 6:62

[8] Rom. 9:11-12

[9] Giov. 1:14

[10] Ebr. 2:14

[11] Difatti i Mormoni dicono che il corpo in cui Gesù Cristo compì la sua missione nella carne, e che morì sulla croce e fu in seguito preso su (taken up) per mezzo del processo della risurrezione ‘ora è l’immortalizzato tabernacolo dell’eterno spirito del nostro Signore e Salvatore’ (James Talmage, The Articles of Faith, pag. 467). A conferma del nostro discorso c’è poi il fatto che Joseph Smith nella sua ‘traduzione’ manipolò il primo versetto del Vangelo di Giovanni rendendolo così: ‘Nel principio era il vangelo predicato attraverso il Figlio. E il vangelo era la parola, e la parola era con il Figlio, e il Figlio era con Dio, e il Figlio era di Dio’. Si noti che per Smith la Parola non era il Figlio. Ecco perché diciamo che dal punto di vista dei Mormoni il Figlio di Dio, cioè Gesù, non poteva essere la Parola fatta carne.

[12] Nel caso invece degli altri spiriti figli di Dio che vengono in questo mondo, essi vanno ad abitare in tabernacoli che vengono all’esistenza dall’unione tra l’uomo e la donna. Per cui lo spirito si va ad incorporare nel corpo, e perciò il corpo non è lo spirito fattosi carne.

[13] Is. 40:13-14

[14] Giob. 36:23

[15] Ef. 1:7-9

[16] Is. 14:12-14