I segni che secondo i Mormoni devono avvenire prima del ritorno di Cristo alla luce delle Scritture

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Indubbiamente Gesù lo ha predetto; prima del suo ritorno la malvagità aumenterà e la carità dei più si raffredde­rà, le nazioni si leveranno l’una contro l’altra, vi saranno pestilenze e carestie e grandi terremoti sulla terra; su questo punto quindi siamo concordi nel dire che queste cose devono accadere prima del ritorno di Cristo, e per quanto ci riguarda possiamo dire di vederne l’adempimento.

Per quanto riguarda la ‘restaurazione’ del Vangelo da parte di Joseph Smith così tanto enfatizzata dai Mormoni e fatta passare per una grande benedizione di Dio per il mondo dobbiamo dire che essa è una delle tante imposture che rientravano nel piano di Dio che dovessero spuntare fuori negli ultimi tempi. Gesù lo disse chiaramente: “E molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti”;[1] e come avrebbero sedotto le persone? Alcuni di loro annunziando di avere ricevuto da Dio la pienezza del Vangelo; tra questi c’è appunto pure Joseph Smith. In effetti quella che è chiamata dai Mormoni la ‘restaurazione’ del Vangelo non è altro che un sovvertimento del Vangelo di Cristo. Quindi non qualcosa di benefico per le persone ma di malefico. E che dire poi del ritrovamento del Libro di Mormon che secondo i Mormoni era stato per giunta predetto dal profeta Ezechiele? Un inganno ben mascherato. L’interpretazione data dai Mormoni alle parole del profeta infatti è del tutto falsa perché Dio con quelle parole predisse un altro evento completamente diverso da quello spiegato dai Mormoni, e cioè la riunione del Regno d’Israele così come era prima della morte di Salomone. Ricordatevi che con la morte di Salomone il Regno d’Israele si divise, al nord si formò il Regno d’Israele identificato talvolta con Efraim e talvolta con Israe­le, regno che era composto da dieci tribù e su cui per primo regnò Geroboamo. Al sud invece si formò il Regno di Giuda compo­sto dalla tribù di Giuda e da quella di Beniamino.[2] E il Signore tramite Ezechiele predisse appunto che avrebbe riunito questi due regni che sarebbero diventati uno solo nelle sue mani; e fece questa predizione ordinando al profeta di prendere quei due bastoni e di scriverci i nomi dei regni, e di unirli affinché diventassero uno solo. Come potete vedere, non è assolutamente prefigurata l’associazione del Libro di Mormon alla Bibbia in quello che Dio disse di fare a Ezechiele. Certo che il principe di questo mondo è riuscito a fare credere ai Mormoni delle cose veramente assurde.

Passiamo ora al ritorno di Elia adempiutosi secondo i Mormoni nel 1836 con l’apparizione di Elia a Joseph Smith. La succitata ‘rivelazione’ di Joseph Smith che ne attesta la sua venuta è un impostura, una vanità scaturi­ta dalla mente carnale di Joseph Smith perché Elia deve ancora venire secondo le parole di Gesù. Infatti Egli disse: “Elia deve venire e ristabilire ogni cosa”.[3] Gesù non disse che Elia sarebbe apparso in visione a qualcuno per assegnargli una particolare autorità o missione, ma che egli sarebbe apparso personalmente in carne ed ossa per compiere una determinata opera. Invece i Mormoni interpretando arbitrariamente le parole di Malachia, usan­dosi di una ‘rivelazione’ avuta da Joseph Smith, affermano che Elia è venuto, ha assegnato il compito di restaurare le cose a Joseph Smith introducendo il battesimo per i morti; sì perché per i Mormoni il cuore dei padri può essere rivolto verso i figli, e quello dei figli verso i padri per mezzo del battesimo per i morti che è una delle ordinanze da celebrare nel loro tempio. E difatti il battesimo per i morti ha iniziato ad essere ammini­strato solo dopo che Joseph Smith disse di avere avuto quella ‘rivelazione’; e con questo battesimo antiscritturale sono iniziate anche delle intense ricerche genealogiche da parte dei Mormoni. La ragione è ovvia; trovare più antenati possibili che non aveva­no conosciuto il Vangelo ‘restaurato’ di Joseph Smith per farsi battezzare per loro![4]

Volgiamoci adesso al ritorno degli Israeliti.

Cominciamo col dire che questo fatto di distin­guere i Giudei dagli Israeliti non è scritturale; perché secondo la Scrittura gli Israeliti sono Giudei, e i Giudei sono Israeliti a prescindere dalla tribù a cui essi appartengono; e di conseguenza è errato distinguere due raduni, uno dei Giudei e l’altro degli Israeliti, come fanno i Mormoni. Poi diciamo che Joseph Smith non era Efraimita, (perché di discendenza inglese da parte del padre e scozzese da parte della madre), che Mosè non apparve né a lui e neppure a Cowdery per dargli quelle chiavi, e che i Mormoni non possono essere identificati con Efraim. A proposito di questo diciamo che la Chiesa di Cristo è formata da Giudei in ispirito perché è scritto che “Giudeo è colui che lo è interiormente”;[5] quindi da persone che sono state circoncise della circoncisione di Cristo. Per questo la Chiesa di Dio è chiamata da Paolo ai Galati “l’Israele di Dio”.[6] E’ giusto dunque chiama­re la Chiesa di Dio l’Israele di Dio; ma è sbagliato chiamare i Mormoni Efraimiti o l’Israele di Dio.[7] Va da sé che anche il radunamento di questi cosiddetti Efraimiti in Sion, cioè nella città d’Independence in America, è un evento non predetto dalla Scrittura, e che la discesa dal cielo della Nuova Gerusalemme o la Sion di Enoch in Independence è solo il frutto dell’immaginazione di Joseph Smith. Ma noi diciamo ai Mormoni: se la Nuova Gerusalemme è stata costruita da Dio come è possibile che l’abbia costruita Enoch? Ma se è sempre stata in cielo da che fu costruita da Dio come poteva essere un giorno in terra? Quanto a noi la città a cui aneliamo è una sola; quella che ha i veri fondamenti e il cui costruttore e architetto è Dio, e che è in cielo da dove nel tempo fissato da Dio scenderà sulla terra.

Dopo avere ciò detto qualcuno dirà: Ma allora che dire del radu­namento d’Israele predetto nella Scrittura? Ci crediamo infatti riteniamo che il ritorno di una parte di Giudei nella terra d’Israele in questo secolo faccia parte del disegno di Dio in verso il popolo che egli ha preconosciuto e questo ritorno di certo può essere confermato tramite diverse Scritture dell’Antico Testamento. Vogliamo dire però che il nostro sguardo, per quel che concerne i segni dei tempi, non deve fissarsi più del necessario sul ritorno dei Giudei nella loro patria, ritorno che, dobbiamo dire, benché vi fossero anche ai tempi degli apo­stoli molti Giudei nelle nazioni straniere non fu mai enfatizzato da loro nei loro Scritti, anzi dobbiamo dire che né Paolo, né Pietro, né Giovanni e neppure Giacomo ne parlarono mai nei loro Scritti, eppure anch’essi aspettavano la venuta del Signore, anche loro potevano vedere dai segni dei loro tempi che la venuta del Signore era vicina e s’avvicinava; questo ci dovrebbe fare riflettere. Paolo ai Tessalonicesi ha detto: “Or, fratelli, circa la venuta del Signor nostro Gesù Cristo e il nostro adunamento con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente… poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdi­zione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio”.[8] Ecco due segni specifici che Paolo ha detto devono accadere prima del ritorno del Signore; l’apostasia e la manifestazione dell’uo­mo del peccato, chiamato anche in un altro luogo l’anticristo. Oltre a questi possiamo aggiungervi l’apparizione del profeta Elia secondo che è scritto: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevo­le”,[9] ed anche la predicazione del Vangelo (non di quello cosid­detto restaurato dei Mormoni) a tutte le genti secondo che è scritto: “E prima convien che fra tutte le genti sia predicato l’evangelo… e allora verrà la fine”.[10] Oltre a questi segni natu­ralmente ci sono i seguenti; guerre, terremoti, pestilenze, care­stie, segni nel cielo, aumento della malvagità, diminuzione della carità fraterna, persecuzioni contro i santi.

 


[1] Matt. 24:11

[2] Cfr. 1 Re 12:1-32

[3] Matt. 17:11

[4] In virtù di queste chiavi trasmesse loro i Mormoni ritengono di avere ricevuto non solo l’autorità di battezzare i vivi per i morti, ma anche quella di fare sposare per l’eternità i vivi per i morti al fine di poter permettere ai morti di ottenere il massimo grado di gloria!

[5] Rom. 2:29

[6] Gal. 6:16

[7] Per i Mormoni tutti coloro che si uniscono alla loro setta sono Israeliti che vengono radunati spiritualmente.

[8] 2 Tess. 2:1-4

[9] Mal. 4:5

[10] Mar. 13:10; Matt. 24:14